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Prendere il sole ed abbronzarsi fa bene o fa male alla pelle ed alla salute?
Quando ci si avvicina all’estate su giornali, televisioni e radio si leggono e sentono i soliti falsi miti sull’abbronzatura, specie sui fantastici vantaggi che l’esposizione alla radiazione solare porta alla nostra salute. Ma è davvero tutto… sole quello che luccica? La realtà, senza tanti complimenti, è una soltanto: il sole fa male alla pelle. Prendere il sole determina certamente alcuni vantaggi alla salute ma la verità è che i benefici dell’esposizione ai raggi solari sono decisamente inferiori al rischio di sviluppare tumori e alla certezza di fare invecchiare precocemente la pelle. La parola d’ordine è sempre la stessa: moderazione: prendere il sole usando protezione solare elevata, diminuendo i tempi di esposizione specie le prime volte ed evitando le ore più calde.
Cerchiamo di fare chiarezza, rispondendo oggi alle domande più frequenti sui pericoli del sole. E svelando alcune curiosità e consigli sulla tintarella.
CHE COSA SUCCEDE QUANDO CI ABBRONZIAMO?
L’abbronzatura è a tutti gli effetti il modo con cui il nostro corpo si difende dal sole. Tutto merito della melanina, un pigmento che viene prodotto quando siamo colpiti dal Sole e che ha il compito di proteggerci dai raggi ultravioletti (Uv).
Resistente ed elastica, la pelle costituisce nel complesso uno degli organi più voluminosi del nostro organismo, rappresentando circa il 16% del totale peso corporeo. Di vario spessore (massimo nella pianta del piede – 4-5 millimetri – e minimo – circa 0,5 millimetri – nelle palpebre e nel prepuzio), la cute è composta da cellule di diversa natura.
Il 5% dei raggi viene riflesso, ma il resto penetra nei tessuti e la luce inizia a riflettersi sulle cellule. Parte dell’energia viene assorbita da queste ultime, quella che rimane passa agli strati sottostanti dell’epidermide. Ed è qui che incontra i melanociti, cellule particolari che producono la melanina.
Due tipi di melanina
La melanina è molto importante per l’equilibrio della pelle: non soltanto le dà il colore, ma è in grado di assorbire i raggi Uv e quindi di scaricarne l’energia.
Esistono in realtà due tipi di melanina: quella “scura” (eumelanina) che caratterizza le persone brune, e quella rossa (feomelanina) presente in chi ha i capelli di quel colore. E i biondi? Le possiedono tutte e due.
Più la melanina è scura, più è in grado di svolgere il suo compito: l’abbronzatura è proprio il risultato di questa operazione di difesa. Quando ci si espone al sole, i melanociti producono nuovo pigmento nel giro di 2 o 3 giorni e la pelle si scurisce. L’effetto abbronzatura è subito visibile perché nell’epidermide c’è sempre una piccola scorta di melanina pronta ad intervenire subito.
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IL SOLE È DANNOSO PER LA SALUTE?
Per molti anni si è pensato che l’esposizione alla luce solare fosse la principale causa del cancro della pelle; oggi la visione dei rapporti tra raggi ultravioletti e tumori è più complessa: da un lato studi recenti hanno confermato che l’esposizione aumenta il rischio di sviluppare tumori della pelle e sottolineato l’importanza di adottare sempre, soprattutto nei bambini, misure preventive; dall’altro, nuovi dati hanno dimostrato che la luce solare, permettendo all’organismo di disporre di adeguati livelli di vitamina D, riduce il rischio di sviluppare tumori di altri organi.
Sole e tumori
L’eccessiva esposizione ai raggi UV rimane comunque uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo dei tumori meno aggressivi, quelli che originano dal rivestimento cutaneo (carcinomi baso e spinocellulari). Per il melanoma, potenzialmente più aggressivo, i fattori di rischio sono conosciuti solo in parte. Alcuni sono legati strettamente alla persona, ovvero la predisposizione familiare e la presenza di nei e lentiggini – soprattutto se numerosi e di grosse dimensioni, dai bordi irregolari, di forma e colore variabile – e il fototipo (occhi, capelli e pelle chiara).
La fabbrica del colore
I melanociti si trovano in tutto il corpo ma la loro densità cambia da regione e regione. Nel viso se ne trovano quasi 300 mila per mm2, ma nell’interno avambraccio sono poco più di 100 mila. L’intensità dell’abbronzatura non dipende però dal numero di melanociti, ma dalla quantità e dal tipo di melanina prodotta. Per queste persone l’esposizione al sole – senza adeguate protezioni – è estremamente pericolosa, anche se il sole rappresenta solo il fattore scatenante, soprattutto quando le scottature sono avvenute in età infantile.
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ATTENTI ALLA VISTA
Ma il sole può essere nocivo anche per gli occhi; gli effetti più frequenti sono la fotocheratite e la fotocongiuntivite, che possiamo paragonare a una vera e propria scottatura degli occhi. E sono molto dolorose, ma si curano e generalmente non hanno conseguenze a lungo termine. I problemi dell’esposizione al sole possono però essere anche più gravi e comprendono anche la cataratta.
Altri effetti nocivi dell’esposizione solare sono l’invecchiamento precoce della pelle, con perdita progressiva dell’elasticità e dell’idratazione. Diversi studi sembrano inoltre suggerire che l’esposizione prolungata ai raggi Uv possa aumentare il rischio di infezioni virali, batteriche e fungine.
INDIGESTIONE SOLARE
Occorre dunque evitare assolutamente l’esposizione al sole? Non c’è bisogno. Facciamo un paragone con l’alimentazione: mangiare è necessario per sopravvivere, ma se tutti i giorni si fa indigestione compaiono danni anche irreparabili. Lo stesso avviene con l’esposizione al sole.
In spiaggia ricorrere sempre alla protezione delle creme solari che evitano le scottature e che vanno spalmate (questo è il sistema corretto) alcuni minuti prima di esporsi al sole, anche nei posti più impensati: per esempio la pianta del piede, come nel caso di queste due bagnanti.
PERCHÉ IL SOLE FA MALE ALLE PELLE?
Nonostante l’effetto protettivo dell’abbronzatura, i raggi Uv riescono a penetrare e raggiungere il derma. E qui cominciano i guai e gli effetti negativi.
In primo luogo possono danneggiare il Dna delle cellule della pelle. Nella maggior parte dei casi questi danni vengono riparati, oppure portano alla morte delle cellule stesse. A volte, però, possono trasformare qualche cellula in senso canceroso, provocandone una crescita incontrollata.
PERDITA DI ELASTICITÀ
In più, a lungo andare, il sole causa la degenerazione della elastina e del collagene, le due proteine che danno sostegno ed elasticità alla pelle. Rughe, pieghe d’espressione più visibili, solchi sono causate anche dalla mancanza di collagene indotta dal sole. In altre parole, troppo sole fa invecchiare.
Le radiazioni ultraviolette modificano il patrimonio genetico della cellula perché alterano le basi azotate che costituiscono il DNA, formando legami anomali. Queste alterazioni, se non vengono riparate, possono impedire la normale replicazione del DNA e portare alla comparsa di mutazioni che, a loro volta, possono causare tumori. La cellula è normalmente dotata di meccanismi di riparazione, uno dei quali prevede l’eliminazione di legami anomali tra le basi di DNA e la sostituzione del tratto di DNA danneggiato con uno di nuova sintesi. In una rara malattia ereditaria, lo xeroderma pigmentoso, per esempio, i meccanismi di riparazione del DNA sono alterati e chi ne è affetto è molto sensibile ai danni provocati dalla luce solare e ha un elevato rischio di sviluppare tumori della cute. Si ipotizza che, anche nel caso del melanoma non ereditario debbano esistere, nell’individuo, una o più alterazioni genetiche che compromettono questo meccanismo e favoriscono la comparsa del tumore.
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4. QUANTI TIPI DI TUMORI ALLA PELLE ESISTONO?
Esistono tre principali tipi di tumore della pelle: i carconomi basocellulari, quelli spinocellulari e i melanomi.
Dalle cellule epiteliali hanno origine i carcinomi basocellulari e quelli spinocellulari, mentre dai melanociti si sviluppano i melanomi.
La prognosi dei due tipi di tumore è molto diversa: i primi crescono infatti molto lentamente, e di rado danno luogo a metastasi: molto raramente sono mortali.
Il melanoma, invece, è la forma più grave dei tumori della pelle, ed è particolarmente pericoloso perché rispetto ad altri tumori cutanei può dar luogo con maggiore frequenza a metastasi.
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5. QUANTO SONO DIFFUSI I TUMORI ALLA PELLE?
Purtroppo l’incidenza dei tumori cutanei è rapidamente aumentata in diversi Paesi, in particolar modo in Australia, Europa e Nord America. Tra le cause, vi è l’assottigliamento dell’ozonosfera e quindi una riduzione della sua attività di filtro dei raggi ultravioletti emessi dal sole. Inoltre, una pelle abbronzata, che in passato era un segno dell’appartenenza alle classi contadine che svolgevano lavori all’aperto, oggi nei Paesi industrializzati è diventata sinonimo di relax, inteso come tempo libero trascorso all’aria aperta. Stiamo più al sole. Anzi, troppo.
NUMERI IN CRESCITA.
Ogni anno nel mondo si registrano 2-3 milioni di casi di tumore cutaneo diverso da melanoma e 130 mila casi di melanoma maligno. In Italia negli ultimi 10 anni il carcinoma basocellulare è cresciuto del 10% e ogni anno si registrano circa 95 nuovi casi ogni 100mila abitanti.
Anche l’incidenza del melanoma, il più temuto, continua ad aumentare (aumento del 4% ogni anno, è al dodicesimo posto fra tutte le forme di cancro) ed è raddoppiata nel corso dell’ultimo decennio. Fino a qualche anno da era considerato un tumore raro. Oggi nel nostro Paese si manifestano 6-9 casi di melanoma ogni 100mila abitanti.
6. COME SI SVILUPPANO I TUMORI ALLA PELLE?
Il carcinoma spinocellulare nasce dalle cellule più superficiali dell’epidermide ed è la forma di tumore cutaneo più chiaramente associato all’esposizione cronica e cumulativa al sole. È il più frequente tra coloro che lavorano all’aperto, colpisce prevalentemente le parti del corpo più esposte, quali viso, orecchie, collo, cuoio capelluto, spalle e dorso. Difficilmente dà luogo a metastasi e si cura con facilità.
Il basalioma, invece, nasce dalla morte delle cellule più profonde dell’epidermde ed è associato a un’esposizone intensa e intermittente, come quella che si riceve durante le vacanze. Si presenta come un piccolo nodulo duro al tatto che progressivamente cresce di dimensioni. In alcuni casi possono essere pigmentati e quindi scambiati per melanomi. Colpiscono dopo i 60 anni e raramente danno metastasi. Si tratta di forme neoplastiche aggressive.
Più complesso è lo sviluppo dei melanomi. I fattori di rischio sono noti soltanto in parte. Alcuni di questi sono strettamente legati alla persona:
– una predisposizione familiare (in circa il 10% dei casi si presenta in due o più individui di una stessa famiglia);
– la presenza di lentiggini o di nei, soprattutto se sono grossi, dai bordi irregolari, di forma e colore variabile o in gran quantità (più di 50);
– occhi, capelli e pelle chiara: queste persone generalmente durante esposizioni solari intense si scottano con facilità, ma non si abbronzano.
Nel caso del melanoma il legame tra l’esposizione ai raggi solari e l’insorgenza del tumore è meno forte rispetto agli altri tumori della pelle. Si è comunque osservato che molti malati di melanoma avevano avuto ustioni solari in età giovanile, oppure avevano mostrato un aumento del numero dei nevi a seguito dell’esposizione ai raggi ultravioletti.
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NEI MALIGNI
Statisticamente nel 30% dei casi si originano dai nevi (il termine medico per indicare i nei della pelle), che possono essere presenti fin dalla nascita oppure dalle macchie displasiche.
I nei benigni hanno generalmente una forma circolare e margini netti. Diventano maligni quando si trasformano rapidamente e crescono di dimensione o cambiano di colore.
Le macchie displasiche invece sono più grandi di un neo (più di 5 millimetri), hanno colore variabile e forma irregolare.
A differenza degli altri tumori della pelle, il melanoma può essere letale se non si interviene negli stadi iniziali. È un tumore da non sottovalutare.
Si origina dai melanociti e può crescere sia in superficie sia in profondità. Le cellule tumorali possono staccarsi dalla zona d’origine e raggiungere i linfonodi più vicini (ascelle, inguine e collo) oppure, attraverso la circolazione sanguigna, qualsiasi organo. Il rischio che il melanoma possa dare metastasi è tanto maggiore quanto più alto è il suo spessore. E lo spessore sopra il quale questo rischio comincia ad aumentare è uguale a 1 millimetro.
La mortalità del melanoma è per fortuna in calo perché viene diagnosticato sempre più precocemente, quando l’asportazione chirurgica può risolvere definitivamente il problema: questo anche grazie a una maggiore sensibilità per l’autocontrollo di nei nuovi e anomali (vedi pagina seguente). Secondo uno studio recente pubblicato su Cancer i soggetti con melanoma in situ o sottile hanno una probabilità di sopravvivenza a 5 anni superiore al 90%.
OGNI QUANTO OCCORRE CONTROLLARE I NEI?
L’autoispezione della pelle è una prevenzione raccomandata quanto l’autopalpazione del seno per le donne e andrebbe fatta ogni 6 mesi. La regola dell’ABCDE è utile per ricordare gli elementi principali di allarme, ma non sufficiente per una diagnosi corretta per la quale è necessario effettuare un esame più approfondito delle lesioni cutanee.
A scopo preventivo è consigliabile, verso i 30 anni di età, effettuare dal dermatologo la mappatura dei nei, così da avere uno schema di riferimento per eventuali cambiamenti.
Anche ispezionare i nei prima e dopo l’estate, controllando poi se sono intervenuti cambiamenti sospetti, può essere un’ottima prevenzione.
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Addio infradito, arriva l’invenzione per camminare scalzi ovunque
Camminare su una spiaggia assolata senza ciabatte, è una esperienza… fastidiosa! Ma da oggi nessun problema perché una start up italiana ha ideato un modo geniale per camminare su qualsiasi superficie senza bruciarsi o farsi male. Il prodotto consiste in un paio di suole che si attacca alla pianta del piede e le rendono delle superfici gommate per muoversi ovunque.
Nakefit – questo il nome del prodotto – sono delle suole adesive che permettono di camminare liberamente dove si vuole, senza dover indossare le scarpe. Non importa se vi troviate in spiaggia, in piscina, sulle rocce o alle terme, Nakefit sono perfette per tutte le superfici e le pavimentazioni e vi consentono di non portare con voi altre scarpe di ricambio, infradito o protezioni. Le suole sono facili da indossare, da togliere, resistenti all’acqua e ai tagli, elastiche, anti-scivolo e proteggono il piede da qualsiasi batterio o incidente.
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Cistite in estate: come diminuire le recidive nei mesi caldi?
Per evitare che la cistite possa recidivare nei mesi caldi estivi, cioè ripresentarsi vari volte anche Continua a leggere
Le dieci spiagge libere più belle d’Italia
L’Italia vanta alcune tra le più belle coste del mondo, non è mica facile scegliere dove sdraiarsi per prendere il sole. Ci sono molte variabili: la pulizia del mare, la qualità della sabbia e anche il prezzo degli stabilimenti. Ma se invece vi consigliassimo le spiagge libere più belle d’Italia, belle come quelle dei film, in cui girare il vostro film dell’estate, con tanto di tuffi al largo, di amore e di bellezza? È tutto possibile, guardate un po’ la lista qui sotto, ci sono 10 località sparse per tutta la costa, in cui sognare che la fine delle ferie non arrivi mai.
1) Nardò (Lecce) – Porto selvaggio
È l’oasi più bella del Salento, e tra le spiagge libere più belle d’Italia. L’impatto visivo è meraviglioso, il mare è pulito ed è un luogo per chi cerca la tranquillità. Si estende per circa 1000 ettari di parco, un’area naturale protetta della Regione Puglia. Dovete assolutamente visitare la Baia di Porto Selvaggio e la Baia di Uluzzo.
2) Palinuro (Salerno) – Spiaggia del buon dormire
Una spiaggia che sembra fuori dal mondo, raggiungibile solo via mare, perfetta per il riposo del guerriero. Si prende al barca al porto di Palinuro e si fa il giro delle grotte presenti sulla costa, per poi farsi lasciare alla spiaggia, di fronte all’Isolotto del coniglio. Fare il bagno lì è bellissimo.
3) Sirolo (Ancona) – Spiaggia delle due sorelle
Un mare cristallino, solcato solamente dai due bianchi faraglioni. La spiaggia fatta di sassolini e rena, un’ampia caletta e la possibilità di visitare i resti della Grotta degli Schiavi, in cui un ammiraglio saraceno si dice lasciasse i suoi prigionieri.
4) Follonica (Grosseto) – Cala violina
Si raggiunge percorrendo un km e mezzo a piedi nel mezzo della macchia mediterranea, ma la bellezza del paesaggio toglie tutta la fatica. Il mare è pulitissimo, il fondale è basso e sabbioso, ideale per le famiglie con bambini. Molto affollata nei mesi estivi.
5) Sirolo (Ancona) – Riviera del Conero
Mare pulito e posto fantastico. Strapiombi mozzafiato entroterra verde e spiaggia bianchissima. Non a caso viene chiamata la perla dell’Adriatico. In più c’è la possibilità di fare trekking sui monti vicini, per godere a pieno della natura.
6) Bova Marina (Reggio Calabria) – Costa dei gelsomini
La parte della costa calabra bagnata dal Mar Ionio ospita alcune perle selvagge in cui regna incontrastata la natura e in cui si può sdraiare a prendere il sole e a fare il bagno senza pagare alcunché. Da Bruzzano a Bova Marina, la perfezione.
7) Punta Aderci (Chieti) – Punte penna
All’interno del parco naturale di Punta Aderci c’è un sentiero che va percorso a piedi. Alla fine del viaggio, il tesoro: una spiaggia incontaminata con un paesaggio spettacolare.
8) Golfo di Orosei (Nuoro) – Cala Luna
In questo Paradiso la sabbia è bianca, il mare è limpido e ci sono alcune grotte tutte da esplorare. Meglio se la spiaggia viene raggiunta via mare, altrimenti potreste trovarvi di fronte a dei percorsi di trekking particolarmente ostici. Una bellezza senza paragoni e una delle spiagge libere più belle d’Italia.
9) San Vito lo Capo (Trapani) – Spiaggia libera
È stata eletta una delle migliori spiagge d’Italia. Sabbia fine, rosa pallido e un contesto naturale meraviglioso che fa da sfondo. Il mare poi ha dei colori incredibili ed è pure tutto gratis. Ne vale proprio la pena.
10) Isola d’Elba (Livorno) – Cala dei Mangani
Una delle spiagge più belle e selvagge dell’isola e senza dubbio tra le spiagge libere più belle d’Italia che già ne vanta un bel po’. Il mare è talmente limpido che ci si può vedere attraverso a metri di distanza e non è nemmeno molto affollata perché non è facile arrivarci, ma un volta lì, non vorrete più andar via.
Se interessati, abbiamo trovato due manuali economici ma completi che vi guideranno nella scoperta delle spiagge più belle d’Italia:
- Le spiagge più belle d’Italia, di Gianluigi Cioli: https://amzn.to/3AdLyx5
- Mari, coste e spiagge d’Italia, di Editoriale Domus: https://amzn.to/3QPqjaO
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L’incredibile storia del turista salvo grazie a un SOS scritto sulla sabbia
Un messaggio con una richiesta di aiuto nella sabbia, ha salvato la vita di un turista britannico che era scomparso in Australia. Geoff Keys, 63 anni, era rimasto bloccato per due giorni nel Parco nazionale di Jardine a nord del Queensland, a piedi nudi, senza cibo, solo, e ha temuto seriamente per la sua vita. Ha scritto un messaggio di SOS nella sabbia: “HELP 28/07”, con una freccia che indicava il luogo dove si trovava. Brad Foat, della polizia del Queensland, stava rientrando dopo un giro di perlustrazione quando è stato incuriosito dalla scritta e ha seguito l’indicazione della freccia, ritrovando Keys. Al dailymail, l’agente ha commentato:
“Sono molto contento, perché durante la mia ricerca non avevo avuto segnali, allora ho deciso di allontanarmi e visionare un’area un po’ più a sud. Con il mio collega, stavamo rientrando alla base per analizzare la mappa, ma all’improvviso siamo riusciti ad intravedere il nostro uomo”.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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Esibizionista, riservato, timido, narcisista: scopri quale “tipo da spiaggia” sei
Ognuno di noi ha un carattere che ci contraddistingue: quando andiamo in spiaggia ciò diventa particolarmente evidente. Nei vari gruppi che si vedono al mare è spesso abbastanza facile capire al volo chi è l’esibizionista del gruppo, chi è il timido, e chi è quello che vuole semplicemente stare “per i fatti suoi”.
E voi, che tipo da spiaggia siete?
1) LA RAGAZZA TRANQUILLA/RISERVATA
Chi è: ragazza tranquilla, va in spiaggia per rilassarsi e non le interessa fare nuove amicizie.
Dove si mette: sceglie posti defilati, spesso al margine esterno dello stabilimento.
Una persona non interessata alla “caccia” costruirà per sé un isolamento fisico marcato: sdraio vicino al limite dello stabilimento, auricolari, aspetto rilassato, occhi socchiusi… nessun segnale di disponibilità alla conversazione. Se è sola, è probabile che cerchi di occupare la sdraio vicina con una borsa o qualche oggetto: per creare una difficoltà in più a chi volesse sedersi accanto a lei, che dovrebbe chiederle di spostarlo. Non è del tutto isolata dal resto della spiaggia, ma – di fatto – ha eretto una vera e propria barriera tra lei e gli altri bagnanti.
2) LA RAGAZZA ESTROVERSA
Chi è: ragazza estroversa, in cerca di conoscenze.
Dove si mette: la si incontra lungo il passeggio centrale, dove può osservare più persone.
Una donna che vuole sedurre ha gioco facile in spiaggia. Una ragazza a caccia ha più possibilità di conoscere ragazzi più “sinceri” se sceglie una sdraio lungo la passerella centrale, dove può osservare i ragazzi che non sono ancora entrati nel personaggio. La zona del “bagnasciuga”, infatti, è anche scenograficamente simile a un palcoscenico (con le sdraio come platea), invece camminando lungo la passerella si è più spontanei, più inclini al sorriso sincero. La variante più “esibizionista” è invece spesso stesa sul lettino, vicinissima al bagnasciuga, non di rado in topless ed accanto al proprio ragazzo/amiche altrettanto esibizionisti.
3) IL CONTROLLORE DELLA SPIAGGIA
Chi è: spesso è un papà. Vuole proteggere i suoi figli e poter osservare tutto quello che avviene.
Dove si mette: sceglie la fila più lontana dalla battigia, senza sdraio alle spalle.
Ci sono poi dei tipi da spiaggia che cercano davvero poco l’interazione con gli altri. Il primo si potrebbe definire “il controllore”: di solito è un maschio adulto con figli, che non ama molto la spiaggia, specie se affollata, perché non gli permette di tenere costantemente sotto controllo la prole; ma, nello stesso tempo, è felice di portarvi i bambini che amano giocare all’aperto. Il suo luogo ideale è l’ultima fila, meglio se in posizione leggermente sopraelevata. Come da una postazione di vedetta, può controllare quello che succede in gran parte dello stabilimento: non perde di vista i figli e, nello stesso tempo, ha le spalle protette dal fatto che nessuno può sostare dietro di lui.
4) IL RAGAZZO ESTROVERSO
Chi è: non ha difficoltà a relazionarsi con gli altri, vuole conoscere persone.
Dove si mette: è sempre in prima fila, vicino al luogo dei giochi e degli incontri.
Un estroverso si trova a proprio agio nella prima fila, a pochi metri dalla battigia, da qui può seguire la parte più attiva della spiaggia, cioè lo spazio di chi entra in mare ridendo per l’acqua troppo fredda, delle passeggiate (specialmente ragazze!), dei gruppi di amici che giocano a palla. Una persona estroversa si piazza nel migliore punto di osservazione, pronto a cogliere i segnali di disponibilità degli altri per fare nuove amicizie.
5) IL “BRIATORE” (DEI POVERI)
Chi è: non ama mischiarsi con gli altri, resta sulla sua barca.
Dove si mette: mai in spiaggia. Dalla barca però “domina” (e si fa guardare) avvicinandosi alla riva.
In spiaggia spesso non ci va proprio: o, meglio, occupa il palcoscenico dalla posizione che gli permette il maggiore esibizionismo. È un’imitazione del “modello Briatore”, rigorosamente in barca, che si avvicina alle spiagge per farsi notare. Non mira a quelle più esclusive (si sentirebbe uno dei tanti e sa che sarebbe poco notato), ma mostra la propria “forza” al comando di un grosso motore, davanti a spiagge più popolari, dove sa che viene subito adulato ed invidiato (almeno questo è quello che pensa lui!). Non vuole mischiarsi con “il popolo della sabbia” e non accetta di dipendere dalla natura per spostarsi: non lo si vedrà tanto facilmente su una barca a vela.
6) IL “CRISTIANO RONALDO” DELLA SPIAGGIA
Chi è: tipo sportivo, dinamico, che punta molto sul proprio aspetto per farsi notare.
Dove si mette: dovunque può praticare sport: si incontra spesso sulla battigia, impegnato in giochi.
Il luogo dei giochi è anche, spesso, il preferito di chi ha la personalità del seduttore. Si posiziona sulla battigia, insieme al suo gruppo di amici di cui si sente il leader. Qui si mette in mostra, fa notare il proprio corpo, l’abbronzatura: spesso non va neppure ad attaccare discorso con le ragazze, si lascia ammirare per un po’, mostrando la propria leadership attraverso l’abilità con la palla… E’ proprio quel tipo che si lancia in rovesciate improbabili o che spara (inutili) pallonate al largo. E’ quello che a pallavolo cerca sempre la schiacciata, ed ogni tanto riesce ad esibirsi anche in qualche bel gesto atletico che farà finire la palla, guarda caso, vicino ad una bella ragazza.
7) IL TIPO TIMIDO
Chi è: timido, non ha voglia di conoscere nuova gente. Si isola anche dagli amici con cui è arrivato.
Dove si mette: al centro degli ombrelloni, per non essere notato, senza partecipare alle attività degli altri.
Sarà più probabile che un introverso occupi un ombrellone al centro dello stabilimento, lontano dal passeggio: magari indossando occhiali da sole, che lo aiutano a “schermarsi” dal mondo, e ascoltando musica con i propri auricolari: le sdraio intorno gli offrono una barriera fisica su tutti i lati, il che lo fa sentire protetto. Tende anche ad isolarsi dagli stessi amici del gruppo con cui è arrivato in spiaggia. Non vuole essere considerato asociale, ma – di fatto – si autoesclude dai suoi stessi amici.
8) L’INTROVERSO ESTREMO
Chi è: l’introverso “estremo” non parla, legge intensamente e non ama l’abbronzatura.
Dove si mette: sceglie un posto al centro, ma non lascia quasi mai l’ombra.
E’ una versione “estrema” del tipo precedente. Va in spiaggia quasi per necessità, stanco del “Ma non ti abbronzi nemmeno un po’ quest’anno?” di amici e parenti). Sceglie un posto totalmente all’ombra e spesso tiene la maglietta addosso. Si copre il corpo per comunicare indisponibilità e si mantiene protetto dal cono dell’ombrellone. Difficilissimo da coinvolgere in una conversazione, solitamente è geloso della privacy e concentrato nelle proprie letture, di solito colte.
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La sirena ritrovata a Lampedusa
Su Facebook girano da alcuni giorni le foto di una sirena che sarebbe stata rinvenuta a Lampedusa. Ovviamente i link che riguardano questa scoperta incredibile sono diventati virali in poche ore. La sirena (vedi foto in alto) sarebbe deceduta da tempo e il suo corpo sarebbe stato trovato in decomposizione ma con fattezze ancora ben riconoscibili. Ovviamente è una bufala: la “sirena” appartiene al set del film “Pirati dei caraibi“, alcuni giorni fa era stata perduta in mare ma poi è stata ritrovata sulle coste del Messico nei dintorni della zona delle riprese del film.
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