I muscoli: come sono fatti, come funzionano e cosa rischiano quando ti alleni

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Li usi in qualsiasi momento, anche in questo preciso momento. Anche se sei completamente immobile. I tuoi muscoli sono, assieme al tuo scheletro, una potentissima armatura, agile, flessibile, resistente, potente: un vero spettacolo di ingegneria edilizia della natura proprio ai tuoi comandi. Non proprio del tutto ai tuoi comandi: hai potere solo sui muscoli scheletrici (e neanche sempre, visto che alcuni stimoli possono determinare contrazioni involontarie anche in essi). La precisazione è doverosa, perché il sistema muscolare si compone di centinaia di muscoli che – in base al tipo di tessuto di cui sono composti (liscio o striato) – si dividono in:

  1. muscoli lisci viscerali: sono involontari e rivestono le pareti interne di organi come lo stomaco e l’intestino, lavorano senza che tu te ne accorga, specie dopo pasti abbondanti;
  2. muscoli striati cardiaci: costituiscono il cuore, che sappiamo essere un muscolo involontario, anche se particolari esercizi ed una adeguata respirazione possono permetterti di rallentare volontariamente le contrazioni cardiache;
  3. muscoli striati scheletrici: tutti quelli che controlliamo volontariamente e che sono atti al movimento. In questo articolo approfondisco con te l’anatomia e il funzionamento di questi ultimi.

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I muscoli scheletrici: come sono fatti?

I muscoli scheletrici sono così denominati perché sono legati alle ossa del nostro scheletro tramite i tendini. Sono formati da fasci di fibre muscolari, cellule polinucleate (cioè con più nuclei) di forma cilindrica e allungata. Queste contengono le miofibrille, strutture dentro cui sono presenti unità contrattili dette sarcomeri e dei filamenti di actina e miosina, due proteine, anch’esse protagoniste della contrazione muscolare. Sono le miofibrille a conferire al muscolo scheletrico la caratteristica striatura.

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Come funzionano i muscoli?

Quando decidiamo di compiere un movimento inviamo, attraverso il sistema nervoso, un impulso elettrico di muscolo. Tale impulso parte dal cervello e provoca lo scorrimento dei filamenti di actina e miosina. A causa di questa azione i filamenti si accorciano determinando la contrazione di tutto il fascio muscolare che fa muovere le ossa. Quando il muscolo si contrae, dando vita al movimento, sta mettendo in mostra tutte le sue proprietà, che sono:

  1. eccitabilità;
  2. conduttività;
  3. contrattilità;
  4. elasticità;
  5. viscosità.

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Quali fonti energetiche usano i muscoli?

I muscoli per contrarsi oltre allo stimolo nervoso necessitano di energia. Tale energia è data da un composto del fosforo, l’adenosintrisfofato, la cui sigla è ATP, che è presente nel muscolo in piccole quantità e che si esaurisce in pochi secondi di lavoro intenso. L’A.T.P. diventa ADP (adenosindisfosfato) e per produrre energia deve essere rigenerato. La ricostituzione dell’ATP avviene attraverso questi meccanismi:

  • Meccanismo anaerobico alattacido: utilizzo degli accumulatori di energia. Il principale accumulatore è la fosfocreatina C.P. che sciogliendosi fornisce all’A.D.P. il gruppo fosforico (p) per riformare A.T.P. Questo meccanismo avviene con un lavoro di breve durata sino a 10-15 secondi.
  • Meccanismo aerobico: con l’utilizzo dell’ossigeno. Questo meccanismo è in grado di demolire gli zuccheri e gli acidi grassi producendo energia e avanzando come scarti anidride carbonica ed acqua (facilmente eliminabili con la respirazione e la sudorazione). Questo meccanismo permette un lavoro molto a lungo nel tempo, ma a condizione che lo sforzo richiesto sia di moderata intensità.

I vari tipi di contrazione

Ci sono vari tipi di contrazione. Infatti, a seconda del carico che i muscoli devono sopportare si ha una certa tensione muscolare, la forza che il muscolo oppone per far fronte al carico stesso. In base al rapporto tra carico e tensione muscolare si genera una certa contrazione che può essere dinamica o statica.

Le contrazioni dinamiche si dividono in:

  1. isotoniche, che danno vita all’accorciamento del muscolo;
  2. pliometriche, dove si verifica l’allungamento del muscolo.

Le contrazioni statiche corrispondono a contrazioni isometriche, durante le quali la tensione muscolare non modifica la lunghezza del muscolo.

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I rischi a cui sono soggetti i muscoli

Quando ci muoviamo non pensiamo certo a questi processi che avvengono nel nostro corpo. Ma se qualcosa va storto ce ne accorgiamo subito. I muscoli, infatti, possono essere soggetti a pericoli come:

  1. la contrattura: si tratta di una contrazione involontaria e dolorosa di uno o più muscoli scheletrici che si presentano ipertonici al tatto. Spesso è dovuta ad allenamenti non preceduti da un adeguato riscaldamento;
  2. lo stiramento: è l’eccessivo allungamento di un muscolo, che può essere provocato da un movimento brusco. Può capitare di stirarsi un muscolo anche quando si fa attività fisica senza una congrua preparazione;
  3. lo strappo: più grave dello stiramento, consiste nella lacerazione delle fibre causata da una tensione muscolare troppo elevata. Questa circostanza può aver luogo, per esempio, quando si solleva qualcosa di molto pesante.

Insomma, avrai capito che se sottoponi il tuo corpo a sforzi che non può tollerare, le probabilità di incontrare sulla tua strada uno di questi infortuni aumentano in modo notevole.  Se fai sport o hai intenzione di cominciare, per evitare il rischio di lesioni muscolari, segui allenamenti adatti alla tua forma fisica e non saltare mai gli esercizi di riscaldamento.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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