Ci ammaliamo perchè la società è iper-tecnologica ma il nostro corpo è ancora fermo all’età della pietra

MEDICINA ONLINE DONNA LAVORO SCRIVANIA CARRIERAChe cos’hanno in comune reflusso acido, acne, ansia, depressione, asma, diabete di tipo 2, piedi piatti, pressione alta, alcuni tipi di cancro, sindrome da colon irritabile, lombalgia e osteoporosi? Sono alcune delle malattie non trasmissibili che potrebbero essere dovute al fatto che il nostro corpo non si è ancora adattato al cambiamento delle condizioni di vita avvenuto tra l’età primitiva e i giorni nostri.

Lo sostiene nel suo libro, appena uscito in America, The story of the human body: Evolution, Health and Disease (La storia del corpo umano: Evoluzione, Salute e Malattia), il biologo evoluzionista dell’Università di Harvard Daniel Lieberman, che spiega come il nostro corpo paleolitico sia probabilmente la causa di molti nei moderni mali che ci affliggono.

Il nostro corpo ha preso forma in tempi in cui vivevamo nelle caverne, il cibo era scarso, procacciarselo era difficile e passavamo buona parte del nostro tempo a scappare dalla minaccia costituita dai predatori. Oggi il modo in cui il nostro organismo funziona non è molto diverso da allora, il nostro stile di vita invece sì e questo comporta uno squilibrio nelle nostre reazioni biologiche.

Un esempio classico è rappresentato dalla sedentarietà e dal consumo di zuccheri. Per un fisico, come il nostro, abituato al continuo movimento necessario per procurarsi da mangiare senza morire sbranato dalle belve feroci, l’assenza quasi totale di moto, resa possibile da lavori sedentari e mezzi di trasporto che fanno tutta la fatica al posto nostro è una iattura. Così come l’ampia disponibilità di zucchero, che ai primordi era un bene decisamente di lusso, manda in tilt un sistema abituato a consumarne assai poco. E causa diabete e obesità e altri disturbi legati al fatto che non abbiamo la capacità di metabolizzare simili quantità di carboidrati semplici.

E che dire dello stress? Produce il cortisolo, un ormone che rilascia zucchero nel sangue per prepararci ad affrontare il peggio. Ci rende vigili e quindi pronti alla battaglia ma ha il difetto di farci desiderare un ulteriore approvvigionamento di energia per affrontate eventuali altre sfide. Ecco come lo stress ci induce a mangiare cibi ricchi di zuccheri e ipercalorici che purtroppo sono fin troppo facili da reperire nella nostra epoca.

E se i meccanismi indotti dallo stress non sono cambiati, dal Paleolitico ad oggi è purtroppo cambiato lo stimolo. Fa notare Lieberman che mentre per i nostri antenati cavernicoli lo stress era intenso ma di breve durata (per esempio l’inseguimento di una belva feroce) oggi molto dello stress che proviamo è legato a fattori sociali (lavoro, soldi, problemi personali e di relazione) e diventa perciò cronico, con conseguenze devastanti sull’organismo.

Anche l’abbondanza di allergie e malattie autoimmuni che affliggono l’uomo moderno sarebbero il risultato di un ambiente radicalmente mutato in cui ci troviamo a vivere con corpi assai simili a quelli che avevamo centinaia di migliaia di anni fa. Il nostro sistema immunitario, abituato a dover far fronte a germi di ogni tipo, negli ambienti sempre più sterili che abbiamo creato si ritrova ad essere un motore che gira a vuoto e a volte finisce per ritorcere le proprie armi, in larga parte inutilizzate, contro se stesso. Ecco spiegato il dilagare i malattie autoimmuni, dal diabete alla celiachia, dall’artrite reumatoide alla psoriasi.

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