Abbiamo visto alcuni giorni fa di come l’età dell’uomo sia importante nel determinare la capacità riproduttiva di una coppia. Questo però non ci deve far dimenticare quanto sia importante l’età della donna nel determinare sia le possibilità di rimanere incinta, sia quelle di portare a termine la gravidanza con successo, sia le probabilità di generare un figlio affetto da patologie. Ci sono buone e cattive notizie per voi lettrici. Cominciamo da un fatto purtroppo incontrovertibile: la fertilità femminile declina con l’avanzare dell’età a causa dell’ovulazione meno frequente o di vari problemi, come ad esempio l’endometriosi. Questo declino inizia in genere tra i trenta e i trentacinque anni di età, ed è fisiologico che più passa il tempo, più la donna farà fatica a restare incinta.
Le buone notizie: gravidanze in aumento negli ultimi 30 anni
A partire dalla fine degli anni ’70, le percentuali di gravidanza delle trentenni e quarantenni sono aumentate in modo significativo. Secondo il National Center for Health Statistics statunitense, tra il 1978 e il 2000 le nascite da donne di età compresa tra 35 e 44 anni sono più che raddoppiate. Tuttavia, ancora oggi mettere al mondo un figlio dopo i 35, o – peggio – dopo i 40, è un’operazione discretamente rischiosa, e le donne ne devono essere informate per poter effettuare una scelta consapevole di gravidanza. I dati della American Society for Reproductive Medicine confermano che un terzo delle donne di età compresa tra 35 e 39 anni e due terzi delle donne con più di quarant’anni presentano in effetti problemi di fertilità, ma una volta che hanno concepito, le donne sane nella fascia 35-40 anni hanno in genere gravidanze sane. Le donne incinte di 35 o più anni affrontano rischi speciali, ma molti di questi pericoli possono essere affrontati efficacemente con un’adeguata attenzione medica prenatale.
Le brutte notizie: i rischi di una gravidanza dopo i 35 anni
Il rischio di avere un bambino con disturbi cromosomici aumenta con l’aumentare dell’età della donna. Il più comune di questi disturbi è la Sindrome di Down, una combinazione di ritardo mentale e di anomalie fisiche provocata dalla presenza di un cromosoma aggiuntivo. L’aumento del rischio appare chiaro guardando lo schema che segue:
- entro i 25 anni la donna ha 1 probabilità su 1250 di avere un bambino con Sindrome di Down;
- intorno ai 30 anni ne ha 1 su 1000;
- a 35 anni 1 su 400;
- a 40 anni 1 su 100;
- a 45 anni 1 su 30.
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Il “pancione” dopo i 35 o più: come ridurre i rischi
In questa fascia di età le donne dovrebbero seguire alcune linee guida di base:
- pianificare la gravidanza significa consultare il medico prima di iniziare i tentativi di concepimento;
- assumere acido folico ogni giorno prima del concepimento e durante il primo mese di gravidanza;
- farsi assistere regolarmente dal medico lungo tutto l’arco della gravidanza;
- mangiare in modo sano e variato e mangiare alimenti ricchi di acido folico;
- iniziare la gravidanza quando si è a un peso ideale;
- smettere di fumare;
- smettere di bere alcolici;
- evitare la cavitazione;
- non iniziare diete dimagranti “esagerate” prima o durante la gravidanza;
- cercate di rilassarvi;
- non assumere sostanze stupefacenti o farmaci.
Vi consiglio di leggere questo mio articolo: Problemi a rimanere incinta? I consigli per diventare finalmente mamma e quest’altro articolo: I consigli per aumentare le possibilità di rimanere incinta.
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