Col termine “anestesia” si indica in medicina l’abolizione della sensibilità, della coscienza e del dolore, associato a rilassamento muscolare che si rende necessario – per vari motivi – durante un intervento di chirurgia o durante una procedura invasiva e/o dolorosa. Esistono tre principali tipi di anestesia: locale, regionale e generale.
- Anestesia locale: il farmaco anestetico viene iniettato sulla pelle al fine di anestetizzare una piccola superficie, in genere superficiale; è molto usata in chirurgia dermatologica.
- Anestesia regionale: i due approcci di anestesia loco-regionale più comuni sono la spinale e l’epidurale, utili ad anestetizzare ampie regioni dell’organismo, per esempio dalla vita in giù. In molti casi il paziente rimane sveglio e cosciente, non prova dolore e può esserci una ridotta o assente sensibilità alla zona da operare.
- Anestesia generale (anche chiamata “totale”): è l’approccio più profondo, in cui il paziente viene fatto addormentare; possono essere usati sia farmaci inanti che per via endovenosa. Durante l’intervento viene in genere inserito un tubo di respirazione attraverso la bocca per garantire la funzionalità respiratoria
Ricordiamo poi la possibilità di ricorrere alla sola sedazione, superficiale o profonda, che permette di trattare ansia e dolore determinando nel paziente uno stato simile ad un sonno leggero, ma che può essere facilmente interrotto “svegliando” il soggetto in caso di necessità.
Perchè si preferiscono spinale ed epidurale alla totale?
Cuore e cervello non vengono influenzati dall’anestesia e si riduce così drasticamente il rischio di complicazioni gravi.
Qual è la differenza tra l’anestesia spinale ed epidurale?
L’anestesia spinale prevede un’unica iniezione, per un effetto che dura da 90 minuti a circa 4 ore.
Nel caso dell’epidurale viene posto un catetere a livello della schiena, che permette di dosare nel tempo i farmaci nelle dosi necessarie; può rimanere in sede ed essere utilizzato fino a 2-3 giorni.
È possibile mangiare o bere prima dell’anestesia?
Per quanto riguarda l’anestesia locale non c’è alcun problema o preparazione, mentre le anestesie loco-regionali e a maggior ragione quelle totali richiedono il digiuno dal giorno precedente l’esame.
A seguito della somministrazione dell’anestesia i riflessi vengono rallentati o inibiti e in caso di cibo presente all’interno dello stomaco questo potrebbe risalire attraverso l’esofago e, nel peggiore dei casi, imboccare la strada dei polmoni causando una grave forma di polmonite (polmonite ab ingestis).
Nel caso di anestesia regionale il digiuno è suggerito come precauzione nel caso di necessità di indurre in emergenza l’anestesia totale.
In alcuni casi può venire consentito bere liquidi chiari fino a qualche ora prima.
Devo continuare a prendere le mie medicine abituali?
Tutti i farmaci che si assumono abitualmente vanno segnalati durante la visita anestesiologica, in quella sede il medico anestesista valuterà quali farmaci eventualmente sospendere o sostituire; molto frequente è per esempio la sostituzione di Coumadin (o altri anticoagulanti) con l’eparina, ma QUALSIASI modifica alla terapia abituale va concordata con l’anestesista.
Durante la visita vanno segnalate anche cure erboristiche e di qualsiasi altro tipo.
Come funziona l’epidurale durante il parto?
Il blocco epidurale viene realizzato nella parte bassa della schiena e consente di alleviare il dolore durante l’intervento, possibilmente facendo mantenere alla paziente la capacità di muoversi e di spingere.
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È necessario smettere di fumare prima dell’intervento chirurgico?
Al di là delle ovvie considerazioni su benefici legati allo smettere di fumare, farlo prima di un intervento chirurgico può essere particolarmente vantaggioso, perché sembra esserci una maggior probabilità di successo e una riduzione del rischio di andare incontro a sintomi di astinenza; si riducono inoltre i rischi di complicazioni legati alla chirurgia.
- I fumatori hanno una maggiore produzione di muco, che può bloccare le vie aeree e renderle più inclini a restringersi durante l’anestesia.
- I fumatori hanno una ridotta capacità di trasporto di ossigeno nel sangue, ma la sospensione per almeno 12 ore è già sufficiente a migliorarla in modo significativo in vista dell’intervento.
- Ci sono prove in letteratura di aumento del rischio di complicazioni respiratorie durante e dopo l’anestesia generale nei bambini esposti a fumo passivo.
- I tassi di complicazione chirurgica sono più alti nei fumatori.
- Il fumo ha effetti negativi sul microcircolo, tanto da compromettere o ritardare la guarigione delle ferite.
Per tutti questi motivi si raccomanda almeno la sospensione entro 12 ore dalla chirurgia.
Gli interventi più duraturi sono anche più pericolosi?
Non necessariamente, anzi, i fattori che entrano in gioco sono numerosi e tra i più importanti troviamo:
- stato di salute del paziente ed eventuale presenza di malattie croniche,
- competenza dell’anestesista,
- tipo di intervento chirurgico.
Le anestesie spinali ed epidurali causano mal di testa?
Esiste il rischio di mal di testa severo e persistente a seguito di anestesia loco-regionale, ma è molto meno comune di quanto si pensi (indicativamente un caso ogni 100-500 iniezioni, a seconda delle fonti consultate); viene percepito sulla fronte o a livello della nuca e migliora in posizione distesa. È talvolta associata a nausea, dolore al collo e fotofobia (fastidio verso le luci forti).
In questi casi si proveranno rimedi gradualmente più aggressivi, fino a risoluzione:
- aumento del consumo di liquidi,
- riposo in posizione sdraiata,
- paracetamolo o farmaci antinfiammatori, eventualmente associati a caffeina,
- antidolorifici più forti.
Quando questi approcci non fossero sufficienti, a distanza di qualche settimana l’anestesista ricorrerà all’iniezione in sede lombare di una piccola quantità di sangue prelevata dal braccio, per stimolare la formazione di un coagulo che possa riparare il piccolo danno provocato dall’iniezione iniziale.
Si può morire a causa dell’anestesia?
La morte è una complicazione rarissima dell’anestesia, la cui probabilità dipende fortemente anche dal tipo di intervento; statistiche canadesi stimano questo rischio come paragonabile a quello di volare in aereo, ossia drasticamente inferiore da quello che si corre durante gli spostamenti in auto.
Potrei avere mal di gola dopo l’intervento chirurgico?
In circa un paziente su cinque o poco più si rileva un leggero mal di gola destinato a risolversi spontaneamente nel giro di qualche giorno e dovuto al tubo inserito durante l’intervento in anestesia totale.
Sentirò male dopo l’intervento?
Qualsiasi operazione chirurgica può essere causa di dolore, ma negli ultimi l’attenzione al benessere del paziente è stata particolarmente valorizzata e anestesista e chirurgo faranno il possibile per ridurre il più possibile il possibile disagio nei giorni seguenti la chirurgia, attraverso efficaci farmaci antidolorifici.
Avrò la nausea dopo l’intervento?
La nausea ed eventualmente il vomito sono tra gli effetti collaterali più comuni dell’anestesia totale, ma destinati a sparire al massimo nell’arco di qualche ora ed eventualmente trattabili con specifici farmaci.
Potrei rompermi un dente?
La rottura di uno o più denti è un evento raro, ma possibile, che colpisce circa un paziente ogni 2000; sono a maggior rischio i soggetti con problemi pre-esistenti, cattiva igiene orale o quando per qualche motivo l’anestesista trovi difficoltà nella fase di intubazione.
Dirò cose sotto l’influenza dell’anestesia che non direi altrimenti?
No, con le attuali sostanze questa circostanza non si verifica più; si è verificata talvolta in passato quando ancora si usava la ketamina.
Si sogna durante l’anestesia totale?
No, perchè viene indotto un sonno profondo che non prevede la possibilità di sognare.
Esiste il rischio di svegliarmi durante l’anestesia?
Il fenomeno si chiama in inglese “Anesthesia Awareness” ed è una rara condizione che può verificarsi durante l’anestesia totale (le anestesie epidurali e spinali sono effettuate a paziente sveglio) in cui viene meno l’effetto anestetico e il paziente si sveglia durante l’intervento chirurgico.
Il fenomeno è ben conosciuto dagli anestesisti e negli anni si sono sviluppate tecniche per ridurre al minimo la possibilità che si verifichi; cinematograficamente parlando viene talvolta presentato come evento drammatico in cui il soggetto
- si sveglia,
- avverte il dolore come in assenza di anestesia,
- ma è incapace di muoversi per avvertire l’équipe chirurgica.
Benchè teoricamente possibile, per verificarsi questa condizione dovrebbero coincidere diversi aspetti:
- inefficacia dell’anestesia (risveglio),
- inefficacia dell’analgesia (dolore),
- efficacia delle sostanze che prevengono la capacità di movimento.
Da un punto di vista generale la frequenza di questo fenomeno è stimata in circa un caso su mille, ma MOLTO più rara è la condizione più drammatica qui descritta.
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