Trapianto di fegato: complicanze, indicazioni, effetti negativi, tecnica

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Quanto dura un trapianto di fegato?

Un trapianto di fegato dura generalmente tra le 7 e le 12 ore.

Indicazioni

Il trapianto di fegato è praticato in tutte le malattie croniche che producano un malfunzionamento irreversibile del fegato, purché il paziente non presenti altre patologie che precludano possibilità di successo al trapianto. La maggior parte dei trapianti viene effettuata in caso di malattie che portano a lesioni permanenti del fegato o di cirrosi (come le epatiti virali, alcoliche ed autoimmuni e la cirrosi biliare primitiva) con conseguente rischio per la vita del soggetto. Le principali patologie per le quali è indicato un trapianto di fegato:

  • Malattie croniche evolutive del fegato che riducono nettamente la prognosi del paziente. E’ senza dubbio l’indicazione al trapianto di fegato principale, quella in cui l’intervento viene eseguito per evitare il potenziale decesso del soggetto, nonché per migliorarne la qualità della vita. Tra le patologie croniche evolutive del fegato, che trovano indicazione nel trapianto, si annoverano: la cirrosi epatica da infezioni virali quali l’epatite C e B, la cirrosi alcolica, nonché la cirrosi biliare primitiva, la colangite sclerosante e le forme autoimmunitarie.
  • Insufficienza epatica acuta: si tratta di patologie acute che insorgono all’improvviso per ragioni differenti, danneggiando irreparabilmente un fegato sino a quel momento sano. In queste circostanze, la patologia improvvisa può causare il decesso del paziente anche nell’arco di pochi giorni o settimane, tuttavia in alcuni casi può risolversi consentendo la guarigione. Attualmente è quasi impossibile stabilire quali pazienti saranno in grado di sopravvivere e quali invece si ritroveranno a dover affrontare un trapianto di fegato in una condizione di totale emergenza.
  • Malattie metaboliche del fegato: esistono alcune rare condizioni, in cui pazienti in età pediatrica si ritrovano con un fegato portatore di un difetto ereditario del metabolismo che genera danni agli altri organi. In questi casi il trapianto di fegato consente di correggere il difetto genetico e garantire quindi al soggetto una buon condizione di vita.
  • Epatocarcinoma su fegato cirrotico non recidibile, consentendo la rimozione totale della massa. I criteri di selezione dei pazienti con epatocarcinoma, che vengono valutati per il trapianto di fegato, sono estremamente rigidi.

Tecniche

Quasi tutti i trapianti sono eseguiti in modo ortotopico, ovvero il fegato originale viene rimosso e il nuovo fegato è trapiantato nella stessa posizione anatomica. L’operazione può essere concettualmente divisa in tre parti, epatectomia (rimozione del fegato malato del ricevente), fase anepatica (senza fegato), e trapianto. L’operazione si effettua con un lungo taglio a L (oppure come una Y rovesciata che parte 6 cm circa sopra lo sterno, poi si divide e segue le ultime costole, alla destra arriva fino al fianco, a sinistra partendo dallo sterno va per circa 10/12 cm) sull’addome superiore. Il prelievo consiste nella resezione di tutti i legamenti del fegato, del condotto biliare, dell’arteria epatica e della vena porta. Normalmente la parte dietro al fegato della vena cava viene rimossa, sebbene esista una tecnica chirurgica che la mantiene. L’impianto del nuovo fegato consiste nel connettere la parte inferiore della vena cava, la vena porta e l’arteria epatica. Dopo che la circolazione sanguigna è ripresa nel nuovo fegato, il condotto biliare viene ricostruito e connesso al condotto o all’intestino. La maggior parte dei trapianti di fegato usa un fegato intero da un cadavere, specialmente nel caso di pazienti adulti. Un grande miglioramento nei trapianti per bambini fu lo sviluppo del trapianto di porzioni ridotte di fegato; in questi casi una parte del fegato di un adulto può essere usata per un bambino. Altri sviluppi hanno portato alla tecnica split, in cui un fegato viene diviso e trapiantato su due persone (due adulti o un adulto ed un bambino che pesi meno di 10 kg). Nel caso dei due adulti, il fegato sarà diviso in 2 parti perfettamente uguali (segmenti I-IV nel primo, segmenti V-VIII nel secondo); nell’altro caso, il bimbo riceverà i segmenti II-III, mentre all’adulto sarà trapiantato il resto. Sempre in questo campo si può oggi effettuare il trapianto da un donatore vivente.

Controindicazioni al trapianto

Le principali controindicazioni al trapianto di fegato, sono:

  • tumori non epatici;
  • gravi disturbi cardiaci;
  • gravi disturbi polmonari;
  • abuso di alcol;
  • uso di droghe;
  • infezioni gravi;
  • HIV+ e AIDS;
  • incapacità di seguire le istruzioni del medico;
  • mancanza totale di assistenza.

 

Complicanze

Le 72 ore successive all’intervento sono decisive per poter determinare la buona riuscita dell’operazione, tuttavia superato il delicato momento, si apre per il paziente uno scenario di vita completamente nuovo. La maggior parte dei problemi insorge a causa della costante e inevitabile assunzione di farmaci immunosoppressori, i quali hanno lo scopo fondamentale di impedire che il sistema immunitario aggredisca l’organo trapiantato, tuttavia allo stesso tempo, espongono l’organismo a numerosi rischi. Le possibili complicanze di un trapianto di fegato, sono:

  • rigetto del fegato trapiantato;
  • fallimento del trapianto;
  • malattie linfoproliferative post-trapianto;
  • problemi alle vie biliari;
  • infezioni;
  • trombosi;
  • diabete;
  • insufficienza renale;
  • neoplasie.

Immunosoppressione

Come per tutti i trapianti, anche quello di fegato è soggetto a rigetto da parte del paziente ricevente a meno che non siano usati farmaci immunosoppressivi: tali farmaci sono praticamente gli stessi per tutti i tipi di trapianti. A tale scopo vengono usati corticosteroidi, tacrolimus, ciclosporina e alcuni derivati dell’acido micofenolico. Fortunatamente per il fegato il problema del rigetto è un problema minore rispetto ai trapianti di altri organi come cuore e rene.

Rigetto

Il rigetto nel trapianto di fegato è la complicanza più grave e – se non gestita – può condurre al decesso del paziente. La maggior parte dei casi di rigetto avviene entro il primo anno dal trapianto, trascorso tale periodo, i rischi diminuiscono nettamente, tanto che i controlli in ospedale si riducono ad una volta all’anno.

Sintomi di rigetto

I sintomi di rigetto sono:

  • malessere generale;
  • febbre;
  • vomito;
  • diarrea;
  • ittero (colorazione giallastra di pelle e sclere degli occhi);
  • urine scure;
  • feci chiare (ipocoliche);
  • prurito.

Trapianto del fegato e sopravvivenza

La sopravvivenza al primo anno di un paziente con trapianto di fegato è del 79%, al terzo del 73% mentre al quinto oscilla tra 60 e 67%, tuttavia tali dati sono fortemente influenzati da vari fattori come condizioni generali del paziente, la sua età e la presenza di eventuali altre patologie come ipertensione arteriosa, diabete mellito ed obesità.

Trapianto di fegato: età massima

Il trapianto di fegato a seconda delle politiche dei centri e delle liste di attesa, si effettua generalmente entro i 65-70 anni del paziente.

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