L’autopalpazione del testicolo ti salva dal cancro testicolare

MEDICINA ONLINE PENE EREZIONE SPERMA LIQUIDO SEMINALE ANATOMIA EIACULAZIONE PENETRAZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE SESSO UOMO RAPPORTO SESSUALE SEX Male Genital and Rectal AnatomyL’incidenza del cancro testicolare è in continuo aumento con tre picchi significativi: il primo in età infantile, il secondo dai 15 ai 35 anni (il tumore più diffuso in questa fascia d’età) ed il terzo oltre i 50 anni. In Italia colpisce cinque uomini ogni centomila abitanti, un numero che, purtroppo, tende ad aumentare; quelli bilaterali hanno un’incidenza del 2 per cento.

Cause del cancro testicolare
Tra le cause ipotizzate per il tumore al testicolo vengono  annoverati: gli estrogeni (ormoni femminili) contenuti nella carne, negli insaccati ed in altri alimenti con grassi animali; l’inquinamento atmosferico, specialmente nelle grandi città; la predisposizione familiare; l’ipogonadismo (volume testicolare notevolmente ridotto); il criptorchidismo (testicoli non discesi nella sacca scrotale, anche se fissati successivamente nello scroto, cioé l’orchidopessi) hanno un’incidenza 10-20 volte superiore al normale.

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Sintomi
I sintomi possono iniziare con un’infiammazione e manifestarsi come epididimite e/o orchite, idrocele o semplice dolore. In ogni caso, ogni alterazione testicolare o tumefazione che non regredisca con cure mediche dev’essere considerata sospetta e, quindi, meritevole di un’ecografia scrotale e di un eventuale dosaggio dei marker tumorali.
Vi sono dei segnali, anche se non strettamente patognomonici di tumore al testicolo, da non trascurare, come il rigonfiamento del testicolo, la perdita di volume di un testicolo, la sensazione di pesantezza nello scroto, un dolore sordo nella parte inferiore dell’addome o all’inguine, l’improvvisa formazione di liquido nello scroto, dolore o senso di “disagio” nel testicolo o nello scroto, sangue nelle urine, il rigonfiamento o il rammollimento delle mammelle. Un test importante da potere fare a casa è l’autopalpazione.

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Come si fa l’autopalpazione del testicolo
La palpazione dei testicoli va effettuata dopo la doccia o un bagno caldo, quando lo scroto è del tutto rilasciato. Davanti ad uno specchio, in piedi, bisogna verificare che non siano presenti rigonfiamenti, quando siano presenti non allarmiamoci: può trattarsi semplicemente di una raccolta di liquido (idrocele), di una dilatazione delle vene del funicolo spermatico (varicocele) o di un’ernia inguino-scrotale.

Un testicolo più basso e/o leggermente più grosso rispetto all’altro non è patologico. Il testicolo va esaminato con entrambe le mani, con indice e medio nella zona inferiore e pollice in quella superiore. Un movimento inizialmente superficiale e rotatorio consentirà di esplorarne la superficie che, in condizioni di normalità, è liscia, uniforme e teso-elastica. La presenza di una irregolarità e/o formazione dura, aderente al piano sottostante, è da considerare sospetta.
Si continua l’esplorazione esercitando una modesta pressione in modo da percepire, se presente, un nodulo nel parenchima testicolare che potrà avere forma e dimensioni variabili, solitamente quanto una piccola nocciola, più duro rispetto al tessuto circostante. Questo tipo di palpazione non dovrebbe determinare dolore in condizioni fisiologiche.
Un altro elemento del testicolo da esplorare dall’alto in basso è l’epididimo (la struttura molle-parenchimatosa, tubulare, situata dietro e lateralmente al testicolo). Se l’epididimo è dolente al tatto, il più delle volte si tratta di epididimite (infiammazione dell’epididimo), o, se si apprezzano formazioni rotondeggianti da pochi millimetri a qualche centimetro, si tratta di comuni cisti.
L’autopalpazione dovrebbe essere eseguita una volta al mese dai quattordici anni in su, in modo da individuare con precocità qualsiasi formazione sospetta.

In caso di tumore, la chirurgia è indicata
Accertata la presenza di un tumore, l’asportazione del testicolo è sempre indicata, oltre che per estirpare il cancro, per studiare la malattia con l’esame istologico, indispensabile per la successiva fase terapeutica: radioterapia per i tumori seminomatosi, linfoadenomectomia retro peritoneale associata a cicli di chemioterapia per quelli non seminomatosi.
Oggi, grazie a nuovi chemioterapici, dopo la chirurgia, oltre il 95 per cento dei pazienti affetti dal tumore al testicolo guarisce. La maggiore complicanza è rappresentata dall’infertilità, ma, con le tecniche di fecondazione assistita, in molti casi è risolvibile.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo

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