Che atteggiamento adottare con una persona schizofrenica? Come gestire l’assunzione dei farmaci? Che fare in caso di crisi? Tante domande con le quali chi sta vicino ai malati si confronta regolarmente. La famiglia e la cerchia di familiari e amici rappresentano spesso il principale sostegno delle persone schizofreniche. Giocano un ruolo importante per aiutare il paziente nella sua vita quotidiana. Ma devono anche sapere identificare i segni premonitori di una ricaduta e riuscire ad affrontare episodi acuti.
I seguenti consigli valgono per chiunque stia vicino ad un paziente che soffre di schizofrenia.
Creare un ambiente stabile
L’atteggiamento da adottare dipende dallo stadio della malattia e dallo stato di ansia o di agitazione della persona. Durante le crisi, è importante assicurare allo schizofrenico un ambiente il più stabile possibile. Le discussioni o le conversazioni troppo animate devono essere evitate in sua presenza. Al contrario bisogna rivolgerglisi con fare calmo e parole semplici, frasi brevi, spiegando semplicemente ciò che si fa o si sta per fare. È indispensabile provare a stabilire qualche regola riguardante ad esempio l’igiene o le sigarette, e provare a scandire la giornata con attività di routine (igiene personale, pasto, passeggiate…).
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Discutere senza imporsi
Queste regole renderanno più facile la vita in famiglia e aiuteranno il malato a strutturarsi. Se queste regole non sono rispettate, bisogna ricordargliele e provare a discutere con la persona il modo in cui preferirebbe che le cose fossero organizzate, senza criticarlo, né dargli la sensazione di imporgli delle azioni. La preferenza va data agli incoraggiamenti piuttosto che alle rimostranze. Infine bisogna evitare sollecitazioni eccessive, ad esempio, non insistere per un pasto al ristorante o con invitati e lasciargli sempre una possibilità di ritirarsi in un luogo tranquillo. Progressivamente sarà possibile incoraggiare la partecipazione alle attività quotidiane della casa o al tempo libero e aiutare la persona a ritrovare una certa autonomia. A questo stadio si impone ancora la vigilanza. Occorre esporgli chiaramente i rischi dell’alcool, della droga e del comportamento al volante sotto gli effetti del trattamento e identificare i segni di degrado che potrebbero seguire all’abbandono del trattamento.
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Restare in ascolto
La cerchia di familiari e amici gioca un ruolo importante nel far rispettare le prescrizioni e gli appuntamenti medici. Se un’altra persona, a casa, segue una terapia, può essere utile instaurare un momento in comune per l’assunzione dei farmaci, al fine di ridurre i rischi di dimenticanza o negligenza. È essenziale essere sempre attenti alle lamentele della persona schizofrenica, non negare né ridurre al minimo le sue paure o le sue preoccupazioni. Gli effetti collaterali dei farmaci possono essere fastidiosi. Alcuni sono transitori, scompaiono dopo qualche giorno di trattamento, altri possono essere corretti con farmaci o devono condurre a modificare la terapia. Infine occorre sforzarsi di convincere il malato a prendere i suoi farmaci, non serve a niente rassicurarlo e soprattutto non bisogna provare ad obbligarlo a prenderli, né somministrarglieli a sua insaputa.
Scoprire i segni di ricaduta
I cambiamenti di comportamento devono allertare sulla possibilità di una recidiva e portare a domandare rapidamente un consiglio medico. Si tratta spesso degli stessi segni che hanno segnato l’inizio della malattia: ripiegamento su se stesso, insonnia, allucinazioni, pensiero incoerente, trasandatezza… È importante fare attenzione a questi segni e spiegare al malato che devono portarlo subito dal medico per adattare il trattamento. Generalmente, è il frutto della propria esperienza, brancolando e adattandosi costantemente allo stato della persona schizofrenica, che si finisce per trovare l’atteggiamento più adatto. Tuttavia è importante poter beneficiare dell’esperienza di altre persone che curano e si può rimpiangere, a questo proposito, la mancanza di sostegno e di formazione per le famiglie.
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