Alla domanda su cosa ci sia di peggio di rimanere soli su un pianeta ostile come Marte può rispondere solo Mark Watney, l’astronauta interpretato da Matt Damon in Sopravvissuto –The Martian. Tratto dal romanzo L’uomo di Marte di Andy Weir e diretto dal maestro del genere sci-fi Ridley Scott, Sopravvissuto racconta la storia di un’astronauta che, a causa di una tempesta di sabbia, viene abbandonato dal suo equipaggio sul Pianeta rosso. Dotato di scarse provviste e armato di arguzia e spirito di sopravvivenza, Watney tenta in tutti i modi di stabilire un contatto con la Nasa per far partire una missione di salvataggio ed abbandonare così lo scomodo ruolo di marziano. Il film, interpretato anche da Jessica Chastain, Kristen Wiig,Kate Mara e Jeff Daniels, esce il primo ottobre in Italia. Per arrivare preparati al cinema, ecco 5 cose da sapere su Sopravvissuto – The Martian.
1. Il ruolo di Sopravvissuto nel cinema di fantascienza
Alien, Blade Runner e Prometheus sono alcuni dei successi fantascientifici della storia del cinema.
Il comune denominatore di queste tre opere è il regista che le ha dirette, Ridley Scott. Un autore che, se nei film citati, ha dato largo spazio all’immaginazione creando emozionanti universi paralleli, per questo atteso The Martian ha voluto seguire un approccio più radicato nella scienza e nella realtà quotidiana: “La sfida della fantascienza è per lo più la fantasia. Quello che è veramente interessante di questo film è la realtà totale della situazione – ha dichiarato il regista Scott – c’è un film che amo molto, The Right Stuff di Philip Kaufmann, che racconta la vera storia dei primi astronauti“. Un obiettivo di estremo realismo che Scott ha perseguito inserendo in Sopravvissuto nove tecnologie a cui la Nasa sta già lavorando.
2. Gli errori del film
Nonostante Ridley Scott abbia fatto di tutto per rendere Sopravvissuto un film realistico, alcuni aspetti, come la rappresentazione dell’interazione con la gravità e la difficile ricerca di Watney dell’acqua, sono lontani dalla realtà.
La gravità su Marte è infatti solo il 40% di quella sulla Terra, ma i movimenti del protagonista suggeriscono un’atmosfera molto più vicina alla nostra che a quella del Pianeta rosso: “Non potevamo mostrare il 40% della gravità – ha affermato Matt Damon – ci siamo limitati a creare un effetto di leggerezza nei movimenti”. Sulla questione è intervenuto anche Ridley Scott che ha affermato che è il consistente peso della tuta a dare a Watney la possibilità di muoversi con quella facilità tanto criticata dai geek dello spazio.
Passando alla ricerca dell’acqua, il protagonista compie mille peripezie per creare la preziosa e indispensabile H₂O. Ma l’ironia della questione sta nel fatto che trovare l’acqua su Martesarebbe più facile di quello che Watney avrebbe mai immaginato: “Quando ho finito di scrivere The Martian non potevo più fare cambiamenti e aggiornare la storia – ha raccontato l’autore Andy Weir – Curiosity, analizzando dei campioni di terreno, ha scoperto che per ogni metro cubo di suolo marziano ci sono 35 litri di acqua. Watney avrebbe dovuto solo scaldare del terreno”. Ma, realismo a parte, è più divertente vedere i mille stratagemmi messi in gioco dal protagonista che immaginarlo nel suo Hab con una padella in una mano e del terreno nell’altra.
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3. Le telecamere hanno un ruolo centrale
Essere l’unico abitante di Marte comporta una serie infinita di disagi. Uno di questi è sicuramente la solitudine che, come costrinse Tom Hanks a parlare con un pallone nel Cast Away di Robert Zemeckis, porta Watney a dialogare con le piccole telecamere disposte nell’accampamento su Marte: “Le telecamere sono le sue uniche compagne di viaggio – ha spiegato Ridley Scott – parla con questo strumento come se fosse un amico. Inoltre se qualcosa è andato storto e si vuole sapere perché e come sia successo, le telecamerine sono il giusto espediente”. Ma, oltre a essere l’unica compagnia di Watney, rappresentano un ottimo stratagemma cinematografico per permettere al protagonista di parlare direttamente col pubblico in sala.
4. L’ironia è l’asse portante del film
Ridley Scott non ha mai realizzato film divertenti. Eppure Sopravvissuto grazie all’ironia del libro di Weir, ad alcune citazioni imprevedibili (Happy Days, Il Signore degli snelli e Iron Man sono le opere sbeffeggiate dal film) e a una colonna sonora che è un vero e proprio omaggio alla disco-music degli anni ’70, diverte lo spettatore come mai nessun film di genere sci-fi ha fatto: “Non avevo intenzione di fare un film simile a Interstellar – ha rivelato Matt Damon – ma Ridley mi ha assicurato che questo sarebbe stato diverso e incredibilmente divertente”. Una promessa che il regista de Il Gladiatore ha mantenuto sviluppando il primo film di fantascienza in cui l’umorismo e l’ironia prevalgono sulla drammaticità e l’epicità del cinema di genere.
5. Ispira e celebra la Mars Generation
Solitamente è la scienza ad ispirare registi e autori nella realizzazione di opere di genere fantascientifico. Ma nel caso diSopravvissuto – The Martian è avvenuto l’esatto contrario. Lo sceneggiatore Drew Goddard, oltre a voler rendere il film divertente e spettacolare, ha avuto come obiettivo principale quello di ispirare gli scienziati: “Ridley e io facciamo parte della Lunar Generation – ha raccontato Jim Green, il direttore del planetario scientifico della Nasa – ma dopo l’atterraggio di Curiosity su Marte è nata la Mars Generation. Ci serve la giusta ispirazione per spingere la nostra economia ad assumere scienziati ed ingegneri. E questo film è una grande opportunità per celebrare la Mars Generation“. Una più che valida ragione per sperare che ripeta il successo di brillanti opere che lo hanno preceduto come Interstellar e Gravity. Dopotutto, come il cinema dimostra, il Pianeta rosso è molto più vicino di quello che pensiamo.
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