A Brighton apre il nuovo “Museo della vagina”

MEDICINA ONLINE VAGINA MUSEUM MUSEO.jpgAprire un museo della vagina ci renderà tutti meno sessisti, meno fallocrati, più aperti? No, aprire un museo vagina-centrico molto probabilmente non sortirà l’effetto filo femminista desiderato dalla sua ideatrice, la youtuber, comica e divulgatrice scientifica (sì, a quanto pare tutto può coesistere in questa donna) Florence Schechter. Aprire un museo per la/con la/sulla vagina è “solo” una provocazione, una reazione alla galleria islandese dedicata al pene in tutte le sue forme, che ci renderà – al massimo – tutti meno chiusi, più informati, più istruiti rispetto a ciò che c’è sotto la linea della cintura.

Con sede a Brighton, il Vagina Museum nei sogni di Florence Schechter e della caterva di volontari che ne stanno finanziando il progetto, tra donazioni e acquisto di merchandising sul sito, nulla avrebbe a che fare con la pornografia o il divertissement tout court. Qui, l’apparato genitale femminile viene come dis-erotizzato, ogni accezione ludica è rimasticata ed esposta in una declinazione scientifica, culturale, storica. Un carme alla sessualità, al “non vergognarsi del proprio corpo e di chi si è”, come liquidava la svedese Carolina Falkholt, quando il Guardian le chiese il motivo del suo murale abnorme in piena Manhattan raffigurante un pene in erezione, suggerisce Mariacristina Ferraioli su Artribune.

Quello che vedremo al museo della vagina, che potrebbe aprire i portoni già l’anno prossimo, saranno mostre permanenti su mestruazioni, menopausa, identità di genere e contraccezione. Showcase con focus cinematografici (a partire dalla serie Netflix The Handmaid’s Tale) e artistici (a partire dall’epico muro di vagine dello scultore Jamie McCartney). E ancora, l’epopea dei metodi di contraccezione nei secoli, l’evoluzione di tamponi e assorbenti, l’analisi del posto occupato veramente dai genitali nella società. Gli eventi correlati, poi, saranno tutto un pot-pourri di commedie femministe, concerti, quizzoni, lezioni di disegno dal nudo (ça va sans dire) e lezioni di educazione sessuale (grande mancanza opstabù scolastico anche nel 2018). Questo e molto molto altro vedremo al museo della vagina dove, tra una galleria e l’altra, potremo mandar giù cupcake a forma di vagina, biscotti a forma di vagina, panini a forma di vagina, mentre compreremo gadgets a forma di vagina: ciondoli a forma di vagina, cartoline a forma di vagina e shopper con vagine a fumetti, souvenir da (s)mostrare per strada e con gli amici, per ricordarci di quella volta in cui visitammo il museo contro l’oggettificazione della vagina.

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Lo staff di Medicina OnLine

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