Ogni volta che si produce un terremoto, due dati che vengono forniti per indicarne l’entità sono la magnitudo e l’intensità. La prima è indicata sulla basa di una scala chiamata Richter, mentre la seconda sulla base della scala Mercalli. Che differenza c’è fra questi due parametri?
Intensità e scala Mercalli
L’intensità è un parametro che ci permette di stabilire gli effetti che il terremoto ha causato sul territorio. Vengono presi in considerazione, nel calcolo dell’intensità, soprattutto gli effetti sulle strutture antropiche: case, infrastrutture, edifici. Vengono presi in considerazione anche gli effetti sul territorio, come modificazioni della topografia, sconvolgimento della rete idrica, generazione di frane: ma questo avviene solo per sismi distruttivi. Per misurare l’intensità si usa la scala Mercalli, modificata a inizio ‘900 dagli scienziati Cancani e Sieberg e perciò chiamata più correttamente scala MCS (Mercalli-Cancani-Sieberg). La scala va dal I grado, quando cioè il terremoto ha effetti nulli sulle strutture dell’uomo e non è percepito dagli esseri umani se non tramite strumenti (sismografi), al XII grado: distruzione totale delle costruzioni dell’uomo. I gradi intermedi vengono stabiliti sulla base di una serie di effetti come stabilità degli edifici, oscillazione degli oggetti nelle case, comportamento degli animali, oscillazione di fluidi, eccetera. A partire dal VI-VII grado si hanno lesioni agli edifici. L’intensità è quindi un parametro che dipende strettamente dal comportamento delle strutture antropiche rispetto alle onde sismiche, e non è necessariamente vincolata con la potenza del terremoto. L’intensità inoltre varia a causa dell’amplificazione locale delle onde sismiche, per quella che è conosciuta come risposta sismica locale. L’intensità sarà maggiore in aree alluvionali, con sedimenti fluviali o lacustri, minore in zone rocciose. Infine un elemento importante è la profondità dell’ipocentro: eventi sismici molto forti (magnitudo elevata) ma a gran profondità, hanno effetti minimi sul territorio.
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Magnitudo e scala Richter
La magnitudo viene utilizzata per esprimere la grandezza e la potenza di un terremoto sulla base di una scala relativa, la scala Richter. Quanto più alta è la magnitudo, tanto più grande è il terremoto. La magnitudo è strettamente vincolata con l’energia liberata: quanto più grande sarà la magnitudo, tanto più grande sarà l’energia sprigionata all’ipocentro dal terremoto. Si tratta quindi di un parametro fisico, che esprime una grandezza. E’ un parametro oggettivo ed univoco: un sisma non può avere varie magnitudo. Al massimo ci potranno essere piccoli margini di errore a seconda di come e da chi è stato calcolata. Non è l’unico parametro da considerare in caso di terremoto, ma certamente è un dato molto importante per capirne l’entità. Per misurare la magnitudo di un terremoto si usano le stazioni sismografiche. I terremoti più piccoli percepiti dall’uomo hanno magnitudo solitamente non superiori a 2.0, mentre il terremoto registrato più forte di sempre è stato quello del Cile del 1960 con magnitudo 9.5.
Esempi di differenza tra scala Richter e la scala Mercalli
Esempio:
Un terremoto con magnitudo elevata (ad esempio 5.0 sulla scala Richter) avrà:
- un’intensità molto ridotta sulla scala Mercalli (ad esempio 4° grado) se si verifica in una città costruita con criteri antisismici,
- un’intensità più elevata sulla scala Mercalli (ad esempio 8°) se si verifica in una città con edifici già pericolanti e/o costruita senza criteri antisismici.
Esempio numero 2:
Un terremoto con magnitudo molto elevata (ad esempio 7.0 sulla scala Richter) avrà, in pieno deserto, effetti nulli sul territorio e quindi intensità molto ridotta (2° grado sulla scala Mercalli).
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