Perché il venerdì 17 porta sfortuna? Da dove deriva questa paura?

MEDICINA ONLINE STUDIO STUDIARE LIBRO LEGGERE LETTURA BIBLIOTECA BIBLIOGRA LIBRERIA QUI INTELLIGENTE NERD SECCHIONE ESAMI 30 LODE UNIVERSITA SCUOLA COMPITO VERIFICA INTERROGAZIONE ORALE SCRITTO Library PICTURE HD WALLPAPERIn gergo tecnico si chiama “eptacaidecafobia“, parola che deriva dal greco ἑπτακαίδεκα “diciassette” e φόβος phóbos, “paura”: è la paura superstiziosa del numero 17, specialmente abbinata al quinto giorno della settimana, il venerdì. Non è una paura razionale: non è ovviamente vero che ogni venerdì 17 debba succederci necessariamente qualcosa di sfortunato, eppure è una superstizione che molti italiani hanno, specie nel centro-sud, basti pensare che nella smorfia napoletana il 17 è sinonimo di “disgrazia”. Il tema è stato spesso ripreso nella cultura di massa, come ad esempio nel film del 1956 “Era di venerdì 17”, diretto da Mario Soldati, ed è talmente radicato che in alcuni casi si arriva a situazioni estreme: ad esempio in alcuni ospedali manca la stanza e/o il letto numero 17, in alcuni aerei manca la fila numero 17, in alcuni palazzi addirittura manca il 17° piano.

Da dove deriva la paura del venerdì 17?

Non esiste una risposta univoca a questa domanda: l’eptacaidefobia tra spunto dalla cultura popolare legata ad alcune circostanze particolari. Ve ne elenchiamo alcune:

  • nell’antica Roma, sulle tombe dei defunti dell’antica Roma era diffusa la scritta “VIXI” (“vissi”, traducibile con “sono morto”), che è l’anagramma di “XVII” che rappresenta il numero 17 in numeri romani;
  • l’Antico Testamento riferisce che il diluvio universale cominciò il 17 del secondo mese (Genesi, 7-11);
  • i matematici seguaci di Pitagora, nell’antica Grecia, consideravano “fastidioso” il numero 17  poiché era posizionato tra il 16 e il 18, numeri dai essi considerati perfetti nella loro rappresentazione di quadrilateri 4×4 e 3×6;
  • osservando come viene scritto con i numeri arabi (17) alcuni intravedono l’immagine di un impiccato: il numero 1 è il condannato appeso e il 7 rappresenta il patibolo;
  • nella battaglia di Teutoburgo combattuta nel 9 d.C. tra Roma ed i germani di Arminio, le legioni romane 17, 18 e 19 furono annientate: dopo quella data questi numeri non furono più attribuiti a nessuna legione, poiché ritenuti infausti.

L’associazione di questo numero con il venerdì è una ricorrenza considerata particolarmente sfortunata in Italia, in quanto unione di due elementi considerati negativi: il venerdì (dal Venerdì Santo, giorno della morte di Gesù) ed il numero 17, ritenuto infausto dal popolo per i motivi sopra elencati.

Solo in Italia

La paura del numero 17 è diffusa principalmente in Italia e, in misura minore, in paesi di origine greco-latina, ma in altri contesti non si riscontra. Addirittura, secondo la Cabbala ebraica, il 17 è un numero propizio, poiché è il risultato della somma del valore numerico delle lettere ebraiche têt (9) + waw (6) + bêth (2), che lette nell’ordine danno la parola tôv cioè “buono”. Quindi all’estero non esistono superstizioni legate ai numeri ed ai giorni della settimana? Certo che esistono! In Spagna, Grecia e in Sudamerica il giorno sfortunato è martedì, specie se abbinato al numero 13, una credenza che forse trova origine nella tradizione romana: il martedì è legato al dio della guerra Marte, e per questo motivo considerato sfortunato.

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Nei paesi anglosassoni e del nord Europa è il 13

Nei paesi anglosassoni il numero sfortunato è il 13 e questo più di una volta ha generato la necessità nell’adattamento di alcune opera cinematografiche, ad esempio il film parodia del 2001 “Shriek – Hai impegni per venerdì 17?” di John Blanchard, si chiamava in originale “Shriek If You Know What I Did Last Friday the Thirteenth” (con riferimento al numero 13 e non al 17. Nella mitologia scandinava, il numero 13 è associato al dio Loki: colui che tradizionalmente si comportò in modo crudele con gli esseri umani. Se si pensa all’ultima cena di Cristo, il 13esimo apostolo era Giuda il traditore, fatto che a volte viene anche ricordato in Italia, dove un pasto consumato con 13 commensali porterebbe sfortuna. Secondo lo storico greco Diodoro Siculo (vissuto nel primo secolo avanti cristo), Filippo II, re di Macedonia e padre di Alessandro Magno, fu ucciso da una sua guardia del corpo dopo aver fatto mettere accanto a quelle delle dodici divinità dell’Olimpo, una tredicesima statua raffigurante sé stesso. Nell’astrologia assiro-babilonese il 12 era un numero sacro perché facilmente divisibile, mentre il 13, che viene dopo, è considerato sfortunato. Nella cultura popolare anglosassone, esempi di sfortuna legati al numero 13 sono il bel film di fantascienza del 1999 “Il tredicesimo piano” diretto da Josef Rusnak, o il cult horror del 1980 “Venerdì 13” diretto da Sean S. Cunningham.

Il venerdì 17 porta davvero sfortuna?

Ovviamente – ed è necessario ricordarlo con forza in un paese al primo posto per analfabetismo funzionale nella classifica OCSE 2013 – tutte le superstizioni legate al venerdì 17 sono enormi sciocchezze che mai e poi mai dovrebbero influenzare la vostra vita. In questo ci sentiamo fortemente vicini al CICAP che organizza, ogni anno, la “Giornata anti-superstizione”: un appuntamento che cade in occasione di un venerdì 17, con lo scopo di combattere credenze popolari che – a nostro avviso – offendono l’intelligenza umana.

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