Era il primo giugno del 1999 quando uscì “Enema of the State”, il terzo album della band pop punk californiana Blink-182, che segnò la svolta della loro carriera rendendoli estremamente famosi. I “Blink” si distaccavano fortemente dalle precedenti band di ispirazione punk: non più denunce contro la corruzione della società, della droga, dei disagi giovanili, né manifestazioni di anarchia, ma storie divertenti che hanno lo scopo di divertire l’audience, il che si riverberava anche nei loro video musicali, sempre ricchi si situazioni paradossali e ridicole, come ad esempio in What’s my age again? dove corrono seminudi per Los Angeles, ma anche spesso parodistiche di altre band dell’epoca come in All The Small Things.
La canzone di Adam
L’album cambia completamente registro, sia musicale che in fatto di testo, in una celebre canzone uscita come singolo, la numero sette, chiamata: Adam’s Song. Non tutti sanno che il testo di Adam’s Song fu scritto da Mark Hoppus (basso e voce del gruppo) basandosi su un fatto realmente a lui accaduto: lui stesso racconta che durante un tour, ricevette un messaggio da parte di un fan in cui ringraziava di cuore la band per quello che gli aveva dato di positivo e diceva addio, perché stava per togliersi la vita a causa della sua depressione. Hoppus venne in seguito a sapere che quel ragazzo si era davvero suicidato dopo aver inviato la sua lettera, così scrisse il testo di Adam’s Song. Durante le esecuzioni dal vivo, specialmente nei primi anni seguenti all’uscita di Enema of the State, si avvertiva chiaramente una forte emozione nella voce di Hoppus quando presentava questo brano.
Piccoli grandi problemi
Nel videoclip di Adam’s song, il gruppo suona in una stanza tappezzata di vecchie foto da cui partono flashback che mostrano scorci di vita quotidiana della band, in cui – sullo sfondo – un personaggio mostra di avere problemi (come essere lasciato dalla propria ragazza, ricevere brutte notizie con una telefonata…) che sfuggono ad un occhio poco attento. Il video sembra ricordarci che ognuno di noi ha piccoli o grandi problemi, che gli altri non riescono a vedere, e sono proprio questi problemi ad essere fonte di disagio giovanile e spesso purtroppo di ispirazione per atti suicidari.
Il testo
Qui riporto due estratti dal testo, con traduzione:
I took my time, I hurried up
The choice was mine I didn’t think enough
I’m too depressed to go on
You’ll be sorry when I’m gone
[…]
I never thought I’d die alone
Another six months I’ll be unknown
Give all my things to all my friends
You’ll never step foot in my room again
Mi sono preso il mio tempo, mi sono sbrigato
La scelta doveva essere mia, non ho pensato abbastanza
Sono troppo depresso per andare avanti
Tu sarai dispiaciuta quando me ne sarò andato
[…]
Non avrei mai pensato di morire da solo
Altri sei mesi e sarò uno sconosciuto
Dai tutte le mie cose a tutti i miei amici
Tu non metterai più piede nella mia stanza
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