La salmonella è un’infezione batterica causata dal batterio della salmonella (Salmonella enteritidis e Salmonella typhimurium) ed è causata dalla contagio fecale-orale, dal contatto con superfici contaminate e dall’assunzione di acqua e cibi contaminati, specie se gli alimenti sono crudi. In genere la salmonella non dà grossi problemi, ma cosa accade quando si contrae in gravidanza?
Donna in gravidanza più suscettibile
Va detto che la donna in gravidanza, soprattutto nel primo trimestre, è più suscettibile a questo tipo di infezioni. Questo anche a causa di un indebolimento del sistema immunitario che si ha proprio durante la gravidanza stessa a causa di tutti i cambiamenti legati ad essa.
Sono a maggior rischio infezione da salmonella le donne che:
- sono affette da acloridria (disfunzione dell’apparato digerente, consistente nell’assenza di acido cloridrico nel succo gastrico) e da malattie neoplastiche;
- assumono farmaci anti-acido, in pregressa o concomitante terapia antibiotica ad ampio spettro;
- sono immunodepresse (HIV, AIDS) o stanno seguendo una terapia immunosoppressiva;
- che hanno da poco subito interventi chirurgici a carico dell’apparato gastrointestinale.
Trasmissione della salmonella al feto
La salmonella in gravidanza può essere trasmessa al feto e ciò avviene attraverso il passaggio per la placenta, oppure durante il passaggio del bimbo nel canale del parto.
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Consigli per evitare la salmonella in gravidanza e cibi da escludere
Per evitare rischi per il bambino è bene evitare di contrarre la salmonella in gravidanza. A questo scopo si consiglia di cuocere molto bene le uova e il pollame e fare attenzione, quando li si prepara, a non toccare direttamente con le mani sporche altri alimenti che si devono consumare. Per evitare la salmonella in gravidanza e i conseguenti rischi per il feto, poi, andrebbe escluso proprio il consumo di alcuni alimenti come le uova crude, ma anche la maionese. In genere, per ridurre il rischio è bene:
- lavare le mani prima, durante e dopo la preparazione degli alimenti;
- cuocere tutti i cibi di derivazione animale e limitare il consumo di uova crude o poco cotte;
- lavare bene frutta e verdura;
- lavare tutti gli utensili e i gli eventuali macchinari;
- mettere nel frigo gli alimenti preparati e non consumati;
- proteggere i cibi preparati dalla contaminazione di insetti e roditori;
- consumare latte pastorizzato;
- evitare le contaminazioni tra cibi, separando i crudi e i cotti;
- evitare che persone con diarrea preparino alimenti e assistano soggetti a rischio;
- non utilizzate lo stesso coltello usato per tagliare la carne cruda per tagliare anche la carne cotta.
Particolare attenzione andrebbe riservata nel corso dei viaggi in Paesi dalle condizioni igieniche scarse, in particolar modo durante la balneazione, nell’approvvigionamento di acqua e nell’utilizzo di ghiaccio, nel consumo di carne e di frutti di mare, infine nell’usufruire dei servizi igienici. Nei Paesi con un’elevata diffusione della zoonosi non è da escludere la possibilità di ricorrere a piccole quantità di disinfettante, come ipoclorito di sodio, per rendere sicuri alimenti, oggetti ed anche l’acqua da bere.
Gli alimenti a rischio:
- uova crude oppure poco cotte e derivati a base di uova, come creme;
- latte crudo e derivati del latte crudo, compreso il latte in polvere;
- carne e derivati soprattutto se poco cotti;
- salse e i condimenti per le insalate;
- preparati per dolci;
- gelato artigianale e commerciale;
- pesce crudo e sushi;
- frutta e verdura contaminate durante il taglio.
Salmonella e uova
Sciacquate bene le uova prima del loro utilizzo e non usatele se dalla confezione sono uscite col guscio già crepato: una piccola spaccatura, infatti, è già sufficiente per consentire la penetrazione nell’uovo del batterio eventualmente presente nelle feci della gallina.
Si calcola che nel mondo il 50% delle epidemie di salmonellosi sia dovuto a uova contaminate, mentre la carne bovina e suina (consumata cruda o poco cotta) e i derivati del latte possono provocare, rispettivamente, il 15% e il 5% dei casi.
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