La “floriterapia” o “terapia dei fiori di Bach” ha avuto la sua origine in Inghilterra ad opera del Dott. Edward Bach, medico gallese che la elaborò nella prima metà del ‘900. La terapia dei fiori si basa sul presupposto che sia uno stato d’animo negativo a provocare una malattia e non viceversa e, partendo da questo presupposto, si pone come scopo fondamentale quello di ricostruire l’armonia con se stessi “guarendo” la mente in modo che il corpo ne tragga i vantaggi.
Come è noto, la medicina attuale spesso rivolge l’attenzione al sintomo e alla cura di questo senza soffermarsi adeguatamente ad analizzare cosa possa esserne stata la causa. Recenti scoperte hanno tuttavia messo in luce che in molti casi la malattia o il malessere che genera il sintomo non sono altro che l’espressione di un disagio profondo che coinvolge la persona sia a livello fisico, sia psichico ed è proprio questo disagio che dovrebbe essere analizzato e curato. L’oggetto della cura si dovrebbe perciò spostare dal sintomo della malattia alla persona, ne sono esempi i disturbi psicosomatici.
Un approccio di questo tipo contraddistingue le teorie del Dott. Bach, secondo cui tutte le patologie hanno origine da uno stato d’animo negativo che mina l’equilibrio e l’armonia. Il metodo migliore per guarire è quello di recuperare l’armonia persa, possibilmente non con una terapia violenta, ma con l’arma della dolcezza. Bach ha trovato questa arma “dolce” negli elementi della natura, capaci di trasmettere forza e vibrazioni. Le persone sono di varie tipologie, sono “vari mondi” come ama definire Bach, e perciò un’accurata analisi della persona è necessaria per poter trovare la cura adeguata. I rimedi floreali per Bach aiutano a ristabilire la connessione della conoscenza con il proprio sé valorizzando il proprio mondo, la propria essenza.
Nel suo libro “I Dodici Guaritori”, che corrispondono ai dodici stati d’animo da cui deriva il malessere psicofisico dell’essere umano, Edward Bach suddivide i fiori in sette gruppi d’emozioni:
- Fiori per la paura: Mimolo giallo, Pioppo tremulo, Eliantemo, Ippocastano rosso, Mirabolano.
- Fiori per dubbio ed incertezza: Carpino Bianco, Piombaggine, Centigrani.
- Fiori per la mancanza d’interesse per il presente: Vitalba, Rosa canina.
- Fiori per la solitudine: Balsamina.
- Fiori per l’ipersensibilità nei confronti degli altri: Agrimonia, Centaurea minore.
- Fiori per scoraggiamento e disperazione: Larice, Pino silvestre.
- Fiori per la preoccupazione eccessiva per il benessere degli altri: Cicoria selvatica, Verbena.
Una volta individuato il fiore più adatto, sulla base di un’accurata diagnosi emotiva della persona, la somministrazione dipende dal tipo di trattamento e vasempre affidata al medico curante. In linea generale se si utilizza una miscela composta da più fiori diluiti con acqua e brandy la posologia indicata è di 4 gocce sotto la lingua per 4 volte al giorno aumentando la frequenza in base ai bisogni soggettivi.
Del fiore puro si possono assumere, più volte al giorno, tre gocce sotto la lingua o diluite in un bicchiere d’acqua da sorseggiare nell’arco della giornata.
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