Principio attivo
Con “principio attivo” (in inglese “active ingredient”) in chimica si intende una specifica sostanza dotata di una specifica attività biologica; principio attivo è quindi considerata qualsiasi sostanza dotata di effetto biologico:
- tossico: veleni;
- benefico: vitamine e probiotici;
- terapeutico: farmaci.
In base a come vengono prodotti, i principi attivi possono essere distinti in:
- principi attivi naturali: come ad esempio gli alcaloidi ed estratti da piante usate nella medicina tradizionale o in fitoterapia;
- principi attivi semi-sintetici: come ad esempio l’acido acetilsalicilico contenuto nell’Aspirina;
- principi attivi sintetici: la maggior parte dei farmaci.
Tra i principi attivi naturali, a scopo farmacologico e medico, sono importanti la morfina, la nicotina, i terpeni (fra cui il carotene), i glicosidi, come la digossina e molti altri. I principi attivi delle piante possono essere estratte dal fitocomplesso attraverso particolari e numerose tecniche estrattive o assunti con la droga.
Principio attivo in un farmaco
Ogni farmaco contiene due tipi di sostanze:
- uno o più eccipienti: una o più sostanze che entrano nella composizione di un farmaco per dargli un determinato volume, forma, sapore o altre caratteristiche utili per la sua produzione, conservazione ed accettazione da parte del paziente. Pur non avendo un potere curativo diretto, gli eccipienti possono modificare il rilascio del principio attivo dalla forma farmaceutica in un modo considerato vantaggioso per il paziente e per l’efficacia del farmaco stesso;
- uno o più principi attivi.
Come dovrebbe apparire chiaro da quanto detto fino ad ora, il principio attivo di un farmaco è una specifica sostanza dotata di una specifica attività biologica curativa. In pratica il principio attivo di un farmaco è la parte farmacologicamente attiva dei farmaci, che sono formati anche dagli eccipienti. Due farmaci con nome commerciale diverso ma che hanno lo stesso principio attivo, possono anche avere eccipienti diversi, ma la loro azione curativa è la stessa. E’ il caso ad esempio di Tachipirina ed Efferalgan che contengono entrambi il principio attivo Paracetamolo. Un dato farmaco può contenere più di un principio attivo, come ad esempio il Gentalyn Beta 0,1%+0,1% crema che contiene sia la gentamicina (un antibiotico) che il betametasone (un antinfiammatorio steroideo).
Leggi anche: Fitoterapia: cos’è, prodotti, funziona, effetti collaterali
Fitocomplesso
Con “fitocomplesso” di una data pianta medicinale si intende un insieme di sostanze che comprende:
- uno o più principi attivi: una o più sostanze dotate di effetto biologico terapeutico;
- metaboliti secondari: sostanze diverse dal principio attivo, che collaborano e coadiuvano l’attività del principio attivo modulandone la farmacocinetica, l’assorbimento, il metabolismo, l’eliminazione e di conseguenza il profilo farmacologico.
L’attività del fitocomplesso ottenuto da una pianta medicinale va quindi considerata non come semplice effetto curativo determinato dal solo principio attivo, ma come il risultato dinamico ed armonico di tutte le sostanze contenute nel fitocomplesso, cioè principio attivo + metaboliti secondari: tale “unione” determina effetti non raggiungibili con l’impiego dei singoli principi attivi isolati.
Con il termine “fitocomplesso” possiamo quindi definire tutto ciò che della pianta costituisce la parte attiva e che serve a caratterizzare la sua particolare fisionomia clinica e farmacologica, composto da principi attivi + metaboliti secondari. Al variare dei metaboliti secondari, varia anche l’azione farmacologia e terapeutica della pianta medicinale, ciò ad indicare quanto siano importanti i metaboliti secondari nel determinare l’effetto curativo desiderato.
Differenza tra principio attivo e fitocomplesso
Semplificando i concetti, possiamo affermare che mentre il “fitocomplesso” è l’insieme di sostanze (principio attivo + metaboliti secondari) che conferisce ad una pianta uno specifico potere curativo, invece con il termine “principio attivo” si indica genericamente una qualsiasi sostanza dotata di una specifica attività biologica, che sia tossica (come quella presente nei veleni) o terapeutica (nei farmaci). Potremmo quindi fare un semplice parallelismo:
- principio attivo + metaboliti secondari = fitocomplesso (ottenuto dalla pianta):
- principio attivo + eccipienti = farmaco (ottenuto spesso in modo sintetico, oppure estraendolo dal fitocomplesso ricavato dalla pianta).
Leggi anche:
- Differenza tra omeopatia, fitoterapia ed erboristeria
- Eccipienti di un farmaco: significato, elenco, sinonimo, pericoli
- Differenza tra omeopatia e naturopatia
- Floriterapia e Fiori di Bach: elenco, classificazione, funzioni
- Differenza tra sostanza psicotropa, stupefacente e droga
- Omeopatia: cos’è? I farmaci omeopatici funzionano realmente?
- Principio attivo di un farmaco: significato, tipi, esempi
- Differenza tra principio attivo, eccipienti e nome commerciale di un farmaco
- Effetto paradosso in medicina e farmacologia: significato, esempi
- Effetto rebound (rimbalzo) in medicina: significato, esempi
- Differenza tra principio attivo e farmaco
- Fitocomplesso: significato e differenza con il principio attivo
- Forsizia: cos’è e quali proprietà curative possiede?
- Che significa il termine “farmaco”: definizione ed etimologia
- Cos’è una sostanza stupefacente?
- Differenze tra Paracetamolo, Tachipirina, Ibuprofene, Aspirina, Oki, Efferalgan e Co-Efferalgan
- Differenza tra farmaco originale, generico ed equivalente
- Che significa “effetto placebo” e perché un placebo funziona?
- Differenze tra Efferalgan e Co-Efferalgan
- Differenze tra effetto collaterale, effetti indesiderati, reazione avversa, evento avverso
- Differenza tra farmaci di fascia A, B, C, H
- Differenza tra farmaco etico, da banco, senza obbligo di ricetta, speciale e limitativa
- Differenza tra farmaco a rilascio prolungato, ritardato, modificato, ripetuto, controllato
- Che significa farmaco di fascia C o Classe C?
- Che significa farmaco etico, esempio, classe A, è detraibile, elenco
- Farmaco “ideale”: quali sono le sue caratteristiche?
- Differenza tra farmaco etico e generico
- Che significa farmaco non steroideo?
- Che significa farmaco da banco?
- Antinfiammatori non steroidei (FANS): significato ed elenco di farmaci
- Meglio Aspirina o Ibuprofene?
- Differenza tra effetto paradosso ed effetto rebound in medicina
- Differenza tra controindicazioni ed effetti indesiderati
- Differenza tra controindicazione assoluta e relativa con esempi
- A che serve la Tachipirina (paracetamolo)?
- Il paracetamolo è… Tutte le domande e le risposte sul paracetamolo
- Il paracetamolo (Tachipirina) è un antinfiammatorio non steroideo (FANS)?
- Posso assumere Tachipirina in gravidanza e allattamento? Quante compresse?
- Supposta rettale: vantaggi e svantaggi rispetto ad altre vie di somministrazione
- Cosa succede ad una supposta dopo averla inserita? Come funziona?
- Supposte di glicerina: come usarle in bambini, adulti, gravidanza
- Come mettere facilmente una supposta a neonati, bambini, adulti
- Si possono tagliare o spezzare le supposte rettali?
- Lingua bianca, impastata, spaccata: cause e quando è pericolosa
- Vie di somministrazione di un farmaco: tipi, differenze, vantaggi e svantaggi
- Differenza tra tosse secca, grassa, cronica e con catarro
- Differenza tra Mucosolvan e Fluimucil
- Guida facile per fare una iniezione intramuscolare corretta ed indolore
- In quali parti del corpo e dove si esegue una iniezione intramuscolare?
- Che significa prendere un farmaco off label?
- Differenza tra Mucosolvan e Bisolvon
- Differenza tra Fluimucil e Fluibron: sono uguali?
- Cardioaspirin 100mg: effetti indesiderati, a cosa serve, dosaggi (foglio illustrativo)
- Che significa somministrazione di un farmaco PER OS o PO?
- Via di somministrazione orale, per os: vantaggi e svantaggi
- Com’è fatta una siringa e come si usa correttamente?
- Differenza tra dolore acuto, cronico, persistente ed episodico con esempi
- Differenza tra dolore somatico e psicosomatico
- Dolore: come si misura? La scala visiva e numerica verbale
- Dolore: quando chiamare il medico e cosa riferirgli
- Dolore: esistono esami specifici per rilevarlo?
- Quali sono i dolori più diffusi?
- Perché sentiamo dolore? Il meccanismo di trasmissione del dolore
- Tachipirina, paracetamolo, Efferalgan: posologia, controindicazioni ed effetti collaterali
- Differenza tra farmacodinamica e farmacocinetica
- Assorbimento dei farmaci: somministrazione orale, parenterale e forme a rilascio controllato
- Diffusione attiva, passiva o pinocitosi: il trasporto dei farmaci attraverso le membrane cellulari
- Biodisponibilità di un farmaco: cause di bassa biodisponibilità e valutazione
- Distribuzione, velocità di ingresso, equilibrio di distribuzione e legame di un farmaco
- Finestra terapeutica ed esempi di farmaci con ampi e ristretti indici terapeutici
- Eliminazione di un farmaco: metabolismo, citocromo P-450, coniugazione
- Eliminazione di un farmaco: escrezione renale e biliare
- Farmacocinetica, biodisponibilità, volume di distribuzione, emivita di un farmaco e variabilità individuale
- Farmacodinamica, interazioni farmaco-recettore e relazione dose-risposta
- Interazioni farmacologiche: farmacodinamiche e farmacocinetiche
- Reazioni avverse ai farmaci: effetti collaterali, tossicità, allergie, idiosincrasie
- Rapporto rischi-benefici nell’assunzione dei farmaci
- Mancata compliance del paziente: quando il paziente non prende i suoi farmaci
- Farmacogenetica: variabilità farmacocinetica e farmacodinamica
- Il bicarbonato di sodio cura il cancro?
- Banane anticancro: torna sul web la bufala della “cura miracolosa”
- Magnesio: proprietà curative, a cosa serve e controindicazioni
- Integratore di zinco: proprietà sessuali e sintomi della sua carenza
Lo Staff di Medicina OnLine
Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!