La “compliance di un paziente” è il grado di adesione di un paziente a un regime terapeutico: semplificando un’alta compliance indica che il paziente assume correttamente i farmaci assegnatogli, al contrario una bassa compliance indica che il paziente non assume i farmaci nella maniera consigliata dal medico. Secondo alcuni studi sul comportamento del paziente, soltanto circa la metà dei pazienti che escono da uno studio medico con una prescrizione assume il farmaco secondo le direttive indicate. La spiegazione più comune addotta per la mancata adesione alle prescrizioni è la dimenticanza, la quale può essere più appropriatamente definita come rifiuto della malattia; la necessità di assumere un farmaco è infatti un costante richiamo al fatto di essere malati.
I bambini sono meno portati degli adulti a seguire un piano terapeutico. In uno studio condotto su bambini con infezioni streptococciche per le quali era stato prescritto un ciclo di terapia penicillinica di 10 giorni, il 56% di essi ha interrotto l’assunzione del farmaco entro il terzo giorno, il 71% entro il sesto giorno e l’82% entro il nono giorno. La compliance è peggiore nel caso di malattie croniche che richiedono trattamenti complessi e prolungati (p. es., il diabete giovanile, l’asma). È possibile che i genitori non comprendano chiaramente le istruzioni contenute nella prescrizione e, secondo alcuni studi, 15 minuti dopo la visita dimenticano circa la metà delle informazioni fornite loro dal medico.
Le persone più anziane possono assumere diversi farmaci contemporaneamente; il regime terapeutico può essere complesso e difficile sia da ricordare sia da seguire, aumentando quindi la probabilità di un’interazione farmacologica indesiderata (v. Cap. 304).
Conseguenze della mancanza di compliance
Senza la collaborazione del paziente, anche il miglior piano terapeutico è destinato a fallire. La conseguenza più ovvia della mancanza di compliance è che la malattia non può essere migliorata o curata. Secondo una stima effettuata dall’Office of the U.S. Inspector General, la mancanza di compliance è responsabile di 125000 decessi per malattia cardiovascolare ogni anno. Se i pazienti assumessero i loro farmaci secondo le prescrizioni, potrebbe essere evitato fino al 23% dei ricoveri nelle RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali, le quali, a differenza delle “nursing home” statunitensi, possono necessitare della costante presenza di un medico), il 10% dei ricoveri ospedalieri, molte visite mediche, numerose indagini di laboratorio e un gran numero di trattamenti non necessari. La mancanza di compliance può peggiorare la qualità della vita, oltre ad aumentare il costo dell’assistenza sanitaria. Per esempio, la mancata assunzione di un farmaco per il glaucoma può condurre alla compromissione del nervo ottico e alla cecità; la mancata assunzione di un farmaco cardiologico può provocare aritmie e arresto cardiaco; la mancata assunzione di un antiipertensivo può causare un ictus; e il trascurare di assumere le dosi prescritte di un antibiotico può causare la riaccensione di un’infezione e può portare alla selezione di batteri resistenti al farmaco.
Metodi per migliorare la compliance
È più probabile che i pazienti si attengano alle prescrizioni se hanno un buon rapporto con il loro medico, che li coinvolga nelle decisioni da prendere e che mostri interesse riguardo al fatto che essi seguano le sue indicazioni. La chiarezza della prescrizione e le spiegazioni sui motivi per cui il trattamento è necessario e su cosa ci si possa attendere da esso (p. es., un ritardo nella comparsa del beneficio clinico o l’insorgenza di effetti collaterali sistemici) aiutano anch’esse ad assicurare la compliance. La fiducia nel medico è di importanza fondamentale.
Incoraggiare i pazienti a porre domande e a esprimere le loro preoccupazioni può aiutarli ad adattarsi alla gravità della loro malattia e a soppesare in modo consapevole i vantaggi e gli svantaggi di un regime terapeutico. Sviscerare il meccanismo inconscio del rifiuto della malattia e come esso conduca a “dimenticare” o a non assumere il farmaco secondo le prescrizioni può aiutare i pazienti a evitare questa insidia. Essi devono essere esortati a riferire al loro medico qualunque effetto indesiderato o inaspettato prima di modificare o interrompere il trattamento da soli. I pazienti spesso hanno delle buone ragioni per non seguire un regime terapeutico e il loro medico può mettere in atto le correzioni più opportune solo dopo aver affrontato con franchezza il problema.
I farmacisti e gli infermieri possono individuare e aiutare a risolvere i problemi di compliance. Per esempio, il farmacista può notare che il paziente non si procura i farmaci necessari per proseguire la terapia o che una prescrizione è illogica o scorretta. Riguardando le istruzioni contenute nella prescrizione insieme con il paziente, un farmacista o un infermiere può accorgersi di un errore di comprensione o di qualche timore da parte del paziente e così risolverli. è importante che fra tutti gli operatori sanitari coinvolti nella cura di un paziente ci sia un processo di comunicazione continuo. I gruppi di sostegno per i pazienti affetti da determinate patologie possono spesso rinforzare i programmi terapeutici e fornire suggerimenti per affrontare i problemi.
Per approfondire:
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Lo Staff di Medicina OnLine
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