Eritrofobia, la paura di arrossire: cause, caratteristiche, cure e consigli

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO DONNA CHE ARROSSISCE IN VOLTO VERGOGNA SI COPRE FACCIA VISO CON MANI ERITROFOBIA TIMIDEZZA PAURAL’eritrofobia, chiamata anche ereutofobia, è la paura intensa e irrazionale di arrossire in pubblico. Non si tratta del semplice imbarazzo che si può provare quando si diventa rossi in una situazione socialmente spiacevole, ma di una vera e propria fobia che, come tutte le fobie, può condizionare in modo significativo la vita di chi ne soffre ed abbassarne notevolmente la qualità di vita. L’eritrofobia può essere un disturbo che si presenta da solo o può far parte di un quadro psicologico più ampio (cioè si manifesta in soggetti che soffrono di altre fobie e/o disturbi d’ansia e/o disturbi dell’umore o altre patologie psichiatriche).

Etimologia

Il termine eritrofobia deriva dalle parole greche ἐρυθρός (che significa “rossore”) e φόβος (che significa “paura, panico).

Cause e fattori di rischio

Le specifiche cause dell’eritrofobia, non sono state del tutto comprese, tuttavia esistono alcuni fattori che possono aumentare il rischio di soffrirne, tra cui:

  • giovane etè (adolescenza);
  • sesso femminile;
  • timidezza o emotività;
  • bullismo;
  • esperienze negative del passato (aver vissuto esperienze traumatiche, ad esempio essere preso in giro a scuola perché si è arrossiti in pubblico in una situazione di vulnerabilità emotiva);
  • soffrire di altre patologie psichiatriche (depressione, disturbo ossessivo compulsivo, altre fobie, disturbo da stress post traumatico…).

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Caratteristiche

L’arrossimento del volto (tipicamente delle guance), è dovuto a iperemia dei vasi capillari: i vasi superficiali si riempiono di sangue in gran quantità e ciò genera rossore e senso di calore in volto (la “vampata”). L’arrossimento del volto può capitare a tutti in situazioni di disagio o imbarazzo nei rapporti interpersonali, ma la maggior parte delle persone non sviluppa la paura che ciò possa avvenire facilmente. Tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo infatti avuto “paura di arrossire”, perché quel rossore, in una particolare situazione, veicolava a chi ci stava di fronte, qualcosa che non volevamo così chiaramente mostrare, ad esempio che eravamo molto emozionati, come quando siamo di fronte ad una persona che ci piace e siamo molto timidi. Nel caso dell’eritrofobia, tuttavia, tale paura è qualcosa di totalmente irrazionale e determina sensazioni talmente esagerate e fastidiose, che la persona può arrivare ad avere problemi relazionali, fino ad arrivare al totale isolamento sociale. Ecco alcune caratteristiche dell’eritrofobia:

  • paura eccessiva di arrossire: la persona ha un timore sproporzionato di arrossire, anche in situazioni in cui non ci sarebbe nulla di male.
  • preoccupazione costante: chi soffre di eritrofobia è ossessionato dal pensiero di arrossire e dalle reazioni negative che potrebbero avere gli altri. La persona arriva anche a convincersi che qualcuno lo stia fissando perché è arrossita, anche se ciò è improbabile o del tutto falso;
  • ansia e disagio “anticipatori”: la paura di arrossire provoca ansia e disagio, che a loro volta possono paradossalmente portare ad arrossire più facilmente;
  • evitamento: per evitare di arrossire, le persone con eritrofobia possono arrivare a evitare situazioni sociali in cui credono che sia alto il rischio di mostrarsi arrossati in volto o a limitare le interazioni con gli altri, arrivando all’isolamento completo;
  • uso di precauzioni: la persona tende a coprirsi il volto con sciarpe molto ampie o indossare occhiali da sole o ancora usare fondotinta molto coprenti per ridurre l’evidenza del rossore;
  • rimanere in posti dove c’è ombra, evitando l’esposizione al sole (che aumenta il rossore); o indossa sempre, anche in inverno, occhiali da sole scuri;
    Nascondersi spesso dietro un fazzoletto, con la scusa di soffiarsi il naso;
  • reazione di fuga: se si sviluppa un intenso rossore in viso, la persona può improvvisamente e letteralmente “scappare” dalla situazione, anche se le circostanze sociali normalmente lo impedirebbero;
  • attacco di panico: la paura di arrossire, può scatenare un attacco di panico.

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Sintomi e segni

L’eritrofobia determina spesso anmche una serie di sintomi e segni, come:

  • tachicardia (aumento del battito cardiaco);
  • tachipnea (aumento della frequenza respiratoria);
  • dispnea (respirazione affannosa);
  • aumento della pressione arteriosa;
  • vertigini;
  • svenimento;
  • nausea e vomito;
  • secchezza nella bocca;
  • tremori;
  • formicolio, specie a gambe e braccia;
  • vista sfocata;
  • sudorazione abbondante;
  • pianto.

Terapia

L’eritrofobia è una condizione molto rara ed è più frequente durante l’adolescenza. Nella maggioranza dei casi scompare al termine della pubertà. Nel caso ciò non avvenga, soprattutto se tale fobia arriva ad interferire pesantemente con le relazioni, la socialità e/o l’attività professionale, è consigliabile chiedere un aiuto specialistico, soprattutto perché in alcuni casi l’eritrofobia può essere un sintomo di una importante patologia psichiatrica, come il disturbo ossessivo compulsivo o depressione o può essere legata – nei casi più gravi – a deliri, ideazioni suicidarie ed altri sintomi psichiatrici. Esistono trattamenti efficaci, come la psicoterapia cognitivo-comportamentale, che possono aiutare a gestire la fobia e migliorare la qualità della vita. Solo in rari casi può essere necessario l’aiuto farmacologico, in genere con farmaci ansiolitici o antidepressivi. Solo in casi molto rari, si propone al paziente un intervento di simpatectomia.

Terapia non farmacologica

Per la cura non farmacologica dell’eritrofobia, la terapia cognitiva-comportamentale ha mostrato elevata percentuale di successo. La psicoterapia può essere associata alle tecniche di rilassamento, come training autogeno, esercizi di respirazione, yoga e rilassamento progressivo. La terapia non farmacologica include anche strategie espositive e dell’esposizione narrativa.

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Terapia espositiva

La terapia espositiva “costringe” il paziente ad affrontare la situazione (o le situazioni) che gli genera l’attacco di fobia: il soggetto è invitato a parlare e/o scrivere ripetutamente del peggior evento traumatico che ha affrontato (o dei peggiori eventi), rivivendo nel dettaglio tutte le emozioni associate alla situazione. Attraverso questo processo molti pazienti subiscono un “abituarsi” alla risposta emotiva scatenata dalla memoria traumatica, che di conseguenza, col tempo, porta a una remissione dei sintomi della fobia quando la situazione si ripresenta nella realtà. La terapia espositiva – praticata per un periodo di tempo adeguato – secondo la nostra esperienza aiuta circa 9 pazienti su 10. Per approfondire, leggi questo articolo: Terapia espositiva: essere esposti alla propria fobia per superarla

Terapia dell’esposizione narrativa

La terapia dell’esposizione narrativa (in inglese “Narrative Exposure Therapy” da cui l’acronimo “NET“) è una terapia a breve termine per individui che soffrono del disturbo post-traumatico da stress ed in alcuni casi delle fobie. Il trattamento prevede l’esposizione emotiva ai ricordi degli eventi traumatici e la riorganizzazione di questi ricordi in una coerente narrazione cronologica di vita. La terapia dell’esposizione narrativa può essere usata sia da sola che in associazione con la terapia espositiva, la psicoterapia, la medicina narrativa e/o la terapia farmacologica. Per approfondire: Terapia dell’esposizione n

Terapia farmacologica

I farmaci che vengono solitamente indicati nelle eritrofobie più gravi sono le benzodiazepine (ansiolitici), i betabloccanti, gli antidepressivi triciclici, gli antidepressivi inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e gli inibitori delle monoamino ossidasi (MAOI).

Terapia chirurgica

Nei casi più gravi di eritrofobia, che compromettono fortemente la qualità della vita del paziente, può essere consigliato un intervento chirurgico di simpatectomia toracica eseguito per via endoscopica, che determina una ridazione della risposta del sistema nervoso che porta al rossore. L’intervento permette solo di ridurre il rossore, ma i problemi psicologici a monte permangono, a meno che all’intervento non si associ un intervento psicoterapico e/o farmacologico.

Consigli per evitare di arrossire

Esistono vari sistemi per limitare al massimo il rossore, li potete trovare in questo articolo: I 5 modi per evitare di arrossire sul volto ed apparire imbarazzati

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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