Attenzione ai mozziconi di sigaretta: contengono gas tossici e polonio radioattivo

MEDICINA ONLINE FUMO FUMARE SIGARETTE SMETTERE MARIJUANA DROGA DHT DIPENDENZA MALE TUMORE CANCRO POLMONI TOSSICODIPENDENZA NICOTINA CANCEROGENO GRASSO METABOLISMO DIMAGRIRE INGRASSAREFin da piccolo sono sempre stato abituato dai miei genitori al rispetto per la natura e per l’ambiente. Ancora oggi faccio assiduamente la raccolta differenziata e sono un grande promotore delle energie rinnovabili. Eppure per tanti anni, da fumatore, ho inquinato il mondo senza neanche rendermene conto buttando a terra i mozziconi delle sigarette. Ho iniziato a fumare al penultimo anno di liceo. Voi neanche potete immaginare quante sigarette spente ho buttato sul marciapiede davanti al glorioso liceo classico Giulio Cesare di Roma (si, proprio quello che ha frequentato Venditti ed a cui ha dedicato la canzone omonima!). Poi all’università sono diventato più maturo: le sigarette spente finivano negli appositi posaceneri inseriti nei cestini dell’immondizia di Roma. Negli ultimi tempi, prima di smettere, sono andato oltre: ho iniziato a fare la raccolta differenziata del pacchetto (dividevo carta e plastica) e non uscivo di casa senza aver con me una specie di piccolo contenitore sigillato dove buttavo i mozziconi.

Quando gettiamo un mozzicone a terra non ci sentiamo incivili. Diciamo “il mozzicone è piccolo, non fa un grosso danno”. Il problema è che a fumare nel mondo ci sono un miliardo e mezzo di fumatori, che ogni giorno bruciano mediamente dalle 10 alle 30 sigarette per uno! Ammettendo che ognuno di loro fumi un pacchetto di sigarette giornaliero, ci ritroviamo con 30 miliardi di mozziconi al giorno! Che significa quasi 11 mila miliardi di mozziconi all’anno! Essi creano una massa tanto inquinante e pericolosa per l’ambiente e per la salute quanto i rifiuti industriali, anzi forse di più visto che mentre lo smaltimento dei rifiuti industriali è regolamentato e sono smaltiti in posti adibiti, invece i mozziconi sono tranquillamente depositati lungo le nostre strade, le nostre spiagge, i nostri parchi e li rimangono a volte per mesi/anni!
Purtroppo, a giudicare soltanto dalla quantità che vediamo dispersa nelle nostre strade, sembrano essere molto rari quei fumatori che si preoccupano di gettare la cicca della sigaretta nei cestini. C’è addirittura chi non si fa scrupoli a gettarla nel mare: nel Mediterraneo, per esempio, rappresentano il 40% dei rifiuti (il 9,5% sono bottiglie di plastica, l’8,5% sacchetti di plastica, il 7,6% lattine di alluminio).

Acetato di cellulosa

Le cicche sono realizzate in acetato di cellulosa, sostanza difficilmente biodegradabile (più di un anno di tempo per essere biodegradate), persistente, e quindi causa e fonte di molti problemi ambientali. In Italia, vengono consumate 72 miliardi di sigarette all’anno, e molte cicche finiscono inevitabilmente nell’ambiente. L’acetato di cellulosa è discretamente fotodegradabile (da non confondere con la biodegradabilità). Così acqua, sole e variazioni termiche ne provocano lo sgretolamento e la dispersione nell’aria e nell’acqua. Tuttavia circa 12.240 tonnellate di acetato di cellulosa vengono ogni anno emesse nell’ambiente: davvero troppo.

Le sostanze tossiche rimangono nel filtro

I produttori di sigarette utilizzano una quantità enorme di additivi (che debbono essere non tossici) per imprimere al loro prodotto delle caratteristiche di unicità. Nessuno però conosce, al di fuori dei produttori, l’additivo utilizzato, ma è noto che dalla loro combustione derivano poi centinaia e centinaia di composti chimici, anche pericolosi. Lo zucchero per esempio, bruciando, aumenta la percentuale di catrame, il semplice caramello produce catecolo, un potente agente cangerogeno, l’acroleina, che deriva dalla combustione della glicerina, irrita e danneggia le cilia vibratili dei bronchi. Tutte queste sostanze sono contenute nel tabacco, ma anche nella carta vergata che rappresenta solo il 5% in peso della sigaretta.
Il filtro è realizzato con fibre di acetato di cellulosa, incollate da glicerolo triacetato. È una struttura dal nome improprio, poiché trattiene solo una parte minima dei prodotti della combustione, e non può essere diversamente, dato che le sostanze farmacologicamente attive sprigionate dalla combustione del tabacco debbono essere inalate. Tuttavia una parte delle oltre 4.000 sostanze tossiche rimangono nel filtro. Nei mozziconi, quindi, è possibile trovare moltissimi inquinanti: nicotina, benzene, gas tossici quali ammoniaca e acido cianidrico, composti radioattivi come polonio 210, e acetato di cellulosa, la materia plastica di cui è costituito il filtro.

Le ricerche che evidenziano il problema

Uno studio ENEA – AUSL di Bologna di qualche tempo fa mette proprio in evidenza il potenziale nocivo delle cicche di sigarette. Il lavoro valuta il carico inquinante delle cicche di sigaretta sul territorio italiano, argomento sul quale esiste un vuoto culturale e normativo. Sebbene il carico nocivo di ogni cicca sia basso (dell’ordine di milligrammi), il fattore che amplifica il problema è l’elevato numero di cicche prodotte.

La valutazione si basa su: il numero di fumatori (circa 13 milioni anche se altri studi indicano un numero molto più alto di fumatori), il numero medio di sigarette fumate da ciascuno (15 sigarette al giorno), i quantitativi di alcuni agenti chimici presenti in ogni cicca e il numero complessivo di cicche immesse in ambiente ogni anno (che come prima ricordato corrisponde a 72 miliardi di cicche/anno).

Tenuto conto del potere filtrante dell’acetato di cellulosa del filtro è comunque possibile affermare che il carico nocivo immesso in ambiente con i mozziconi di sigaretta è alquanto rilevante.

  • Nicotina 324 tonnellate
  • Polonio 210 1872 milioni di Bq
  • Composti organici volatili 1800 tonnellate
  • Gas tossici 21,6 tonnellate
  • Catrame e condensato 1440 tonnellate
  • Acetato di cellulosa 12240 tonnellate

Lo studio sottolinea inoltre che non esistendo normative nazionali che ne limitino la dispersione in ambiente, ma solo singole iniziative da parte di alcuni comuni più attenti, la maggior parte delle cicche imbrattano il suolo o finiscono nelle fogne e nelle acque superficiali contaminandole. Da tutti questi fattori emerge la necessità di classificare le cicche come un rifiuto tossico per l’ambiente e trattarle come tale.

I comuni, gli amministratori locali, i datori di lavoro dovrebbero non solo emanare norme di comportamento, ma anche installare, come accade per altre tipologie di rifiuti, appositi raccoglitori per i mozziconi di sigaretta.

Il problema, è evidente, va affrontato da vari punti di vista, coinvolgendo diversi attori e notevoli risorse finanziarie. La sua risoluzione resta comunque legata intimamente al modo di agire dei fumatori: non basta ridurre il consumo di sigarette ma è necessaria l’adozione di comportamenti responsabili e rispettosi della propria e altrui salute.

Spiaggia, mare, ed il singolo mozzicone che uccide una tartaruga marina

È recente l’indagine dimostrativa promossa da Focus sull’impatto ambientale delle cicche di sigarette. Ogni metro quadro di spiaggia contiene in media 2 mozziconi, poi tappi di plastica, cannucce e stecchi di gelato. In media quindi sulle nostre spiagge vi sono 12.4 milioni di nuovi mozziconi di sigarette all’anno. Anche all’estero la situazione è analoga. Negli Stati Uniti e in Australia i mozziconi di sigarette sulle spiagge sono un problema. E quasi nessuna località, con rare eccezioni, è attrezzata per lo smaltimento dei mozziconi. E sono pochi gli stabilimenti che mettono a disposizione dei portacenere sotto gli ombrelloni.
Il passaggio dalle spiagge al mare è inevitabile. Per questo i composti tossici dei mozziconi di sigaretta entrano nella complessa rete alimentare del mare. La tossicità di un singolo mozzicone è paragonabile a quella di molti pesticidi, quindi la qualità dei corsi d’acqua e delle acque di balneazione ne risente notevolmente.
Attualmente stanno aumentano di numero anche i piccoli filtri usati per le sigarette “fai da te”, che sono più facilmente ingeriti da animali come pesci, uccelli e piccoli animali. Spesso tale ingestione provoca la morte di molti animali marini.
Sino ad ora solo l’Australia ha dato via a delle sperimentazione finalizzate alla raccolta dei mozziconi da parte del singolo fumatore, attraverso un portacenere portatile resistente al fuoco e riutilizzabile.
Nel resto del mondo non esiste nessuna norma che regolamenti lo smaltimento delle cicche di sigaretta e nessuna vera campagna di sensibilizzazione (esclusa quella di Marevivo, vedere sitografia), quindi è sicuramente utile, anzi necessario, formare i singoli fumatori, illustrare loro i problemi legati al pericolo del fumo e dei mozziconi che inconsapevolmente gettano in qualsiasi posto, munirli di portacenere portatili e attrezzare le aree per fumatori con portacenere ermetici, ed eventualmente smaltire i mozziconi allo stesso modo delle pile e comunque secondo procedimenti da studiare al fine di alleviare l’impatto ambientale dei mozziconi. Basterebbe aumentare di pochi centesimi il costo di un pacchetto di sigarette per mettere a punto dei piani efficaci di raccolta e smaltimento delle cicche.
Ricordiamo che un singolo mozzicone ingerito da una tartaruga marina può ucciderla in poco tempo.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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