Centocinquanta euro di sussidio statale per aiutare i fumatori ad intraprendere un percorso di cessazione del vizio. Non possono però utilizzarli per accedere agli strumenti da inalazione come la sigaretta elettronica ma soltanto per iscriversi a terapie individuali o di gruppo o per acquistare cerotti con nicotina. Purtroppo non succede in Italia, bensì in Francia dove l’annuncio è stato dato dal ministro della salute Marisol Touraine.
Una scelta contestata dagli operatori del settore del fumo elettronico che, al contrario, considerano la sigaretta elettronica il principale strumento per smettere di fumare. In Inghilterra, ad esempio, la sigaretta elettronica può essere prescritta dal sistema sanitario nazionale nei confronti di chiunque voglia smettere di fumare. Caso unico al mondo, però, perché nessuno altro Paese è riuscito ad imitare il progetto a casa propria.
Pierre Rouzaud, presidente di una associazione antifumo, si fa da portavoce della protesta: “Il diabete ostruisce le arterie e le cure contro il diabete sono passate integralmente dalla mutua. Il tabacco blocca le arterie ma lo Stato non solo non fa niente per combatterlo ma addirittura lo sostiene. L’unico strumento utile a far smettere di fumare è la sigaretta elettronica ma Marisol Touraine non riesce ad ammetterlo e continua a combatterla”.
Il provvedimento è stato contestato da tutti gli utilizzatori di sigaretta elettronica, soprattutto da coloro che sono riusciti a smettere di fumare, dimostrando come il vaporizzatore sia l’unico strumento che abbia un’incidenza significativa nella riduzione dei danni da tabacco. “Aiutare i fumatori con la sigaretta elettronica – spiegano in un comunicato i rappresentanti dei vapers – vuol dire avere un terzo di probabilità di successo. Affidarsi a cerotti o terapie di gruppo serve più che altro a foraggiare l’industria farmaceutica“.
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