Giocare a calcio combatte diabete, ipertensione e osteoporosi

MEDICINA ONLINE CRISTIANO RONALDO REAL MADRID MONEY RICH GOL GOAL CORNER FLY EMIRATES FOOT TALL WEIGHT HEIGHT SHORT SOCCER PORTOGALLO EUROPE MONDIALE PALLONE CALCIO FOOTBALL LEGEND WALLBuone notizie per le 500 milioni di persone che giocano a calcio in modo amatoriale: una partita abituale con gli amici contrasta le malattie legate alla sedentarietà, come ipertensione, diabete di tipo 2 ed osteoporosi. Giocare a calcio a scopo ricreativo un’ora due volte a settimana, tra le altre cose, fa diminuire la massa grassa e il colesterolo LDL (quello “cattivo”) nelle donne e negli uomini dai 18 ai 75 anni e fa abbassare la pressione arteriosa rispettivamente di 11 e 7 millimetri di mercurio per la massima e la minima tra i 30 e 70 anni. Sono i dati emersi da una metanalisi di 31 studi, guidata dalla University of Southern Denmark e pubblicata sul British Journal of Sports Medicine. La conclusione è che l’allenamento calcistico ha un grande potenziale per quanto riguarda i miglioramenti ad ampio spettro nel fitness cardiovascolare, metabolico e muscolo-scheletrico.

Ridotto il rischio di morte

Peter Krustrup, uno degli autori dello studio, ha affermato: “I risultati più importanti sono che l’allenamento di calcio a breve termine è efficace come i farmaci contro l’ipertensione. Gli effetti di questo sport sono paragonabili all’allenamento ad alta intensità intervallato da periodi di recupero in termini di aumento della forma fisica aerobica. Insieme questi effetti riducono il rischio di malattie cardiovascolari di oltre il 50% e possono ridurre notevolmente anche il rischio di morte. Inoltre, ci sono effetti positivi sulla composizione corporea e sul profilo lipidico, cosa che rende il calcio un tipo molto interessante di intervento non farmacologico ad ampio spettro contro le malattie legate allo stile di vita “. Il tipo di calcio utilizzato nei 31 studi non è però quello professionistico che vedete in TV: il team di ricerca raccomanda allenamenti amatoriali su un campo ridotto piuttosto che giochi competitivi in campo di calcio professionistico, poiché tra le altre cose il rischio di infortunio è più basso.

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