Cosa sono i trigliceridi?
I trigliceridi dal punto di vista chimico sono esteri neutri del glicerolo in cui al posto degli atomi di idrogeno dei gruppi ossidrilici sono presenti le catene di tre acidi grassi a lunga catena e per questo vengono anche chiamati “triacilgliceroli“. La maggior parte dei grassi o lipidi che introduciamo con la dieta (circa il 95%) sono rappresentati proprio dai trigliceridi. Quando ingeriamo del cibo, grazie all’azione di bile e delle lipasi del pancreas, vengono liberati i grassi dal cibo, pronti per essere assorbiti dall’intestino. Poi tramite i chilomicroni, i grassi così assorbiti e relativi trigliceridi viaggiano nel sangue e raggiungono le cellule per essere usati o come fonte di energia o immagazzinati negli adipociti.
Funzioni dei trigliceridi
Nel nostro corpo, i trigliceridi sono il costituente principale del tessuto adiposo che funziona come energia di riserva: si accumulano dentro gli adipociti e vengono liberati quando le riserve energetiche scarseggiano.
Trigliceridi e fegato
Ma i trigliceridi hanno anche un’altra fonte: il nostro fegato è capace di sintetizzare i trigliceridi partendo da aminoacidi e zuccheri, il che vi spiega anche in parte perché quando si hanno i trigliceridi alti, oltre a ridurre i grassi nella dieta, vengono ridotti anche gli zuccheri. Un dettaglio: l’insulina, oltre a favorire l’ingresso degli zuccheri nelle cellule, favorisce anche l’ingresso dei trigliceridi, il che a sua volta spiega perché per i diabetici è più facile avere i trigliceridi alti.
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Trigliceridi: i valori di riferimento in bambini ed adulti
Quando si parla di valori di trigliceridi nel sangue, il termine medico di riferimento è trigliceridemia, che può essere a sua volta:
- eutrigliceridemia o normotrigliceridemia: i trigliceridi rientrano entro i limiti nei valori normali di riferimento;
- ipertrigliceridemia: aumento dei valori di trigliceridi nel sangue oltre i limiti del range normale di riferimento;
- ipotrigliceridemia: diminuzione dei valori di trigliceridi nel sangue al di sotto dei limiti del range normale di riferimento.
I valori normali di riferimento dei trigliceridi, in base all’età, sono:
Età (anni) | Valori desiderabili (mg/dl) | Valori Limite (mg/dl) | Valori Alti (mg/dl) | Valori molto Alti (mg/dl) |
---|---|---|---|---|
Adulti | Tra 50 e 150 | Tra 150 e 199 | Tra 200 e 499 | 500 o più |
Da 2 a 17 | Minore di 90 | Tra 90 e 129 | 130 o superiori |
Trigliceridi alti (ipertrigliceridemia)
Abbiamo visto che i trigliceridi nel sangue devono essere inferiori a 150 mg/dl. Superare questo valore vuol dire aumentare il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, fra cui infarti, aterosclerlosi, trombosi e angina. Tuttavia non è sempre detto che i trigliceridi alti vogliano per forza dire che si manifesterà una di queste patologie, bisogna mettere in relazione il loro aumento con i livelli di colesterolo LDL e HDL. Normalmente, quando si hanno i trigliceridi alti, è possibile avere anche un contestuale aumento del colesterolo totale per aumento del colesterolo LDL o colesterolo cattivo (in contrapposizione al colesterolo HDL o colesterolo buono).
Cause e fattori di rischio di ipertrigliceridemia
Esistono vari fattori predisponenti l’aumento dei trigliceridi, tra cui:
- obesità;
- eccessivo consumo di alcol;
- vita sedentaria (poca attività fisica);
- dieta scorretta;
- diabete mellito;
- sindrome nefrosica.
Alcuni farmaci possono aumentare il rischio di ipertrigliceridemia, tra cui:
- cortisonici usati cronicamente;
- estrogeni;
- pillola anticoncezionale;
- alcuni farmaci diuretici;
- alcuni farmaci antimicotici;
Queste sono alcune delle condizioni che causano l’aumento dei trigliceridi ematici:
- scarsa attività fisica;
- dieta ipercalorica con troppi carboidrati/grassi e poche proteine;
- consumo eccessivo di alcolici;
- fumo;
- gravidanza.
Queste sono alcune delle patologia che causano l’aumento dei trigliceridi ematici:
- ipotiroidismo;
- pancreatite;
- cirrosi epatica;
- obesità;
- sindrome metabolica;
- diabete mellito;
- insufficienza renale cronica;
- sindrome nefrosica;
- iperlipidemie famigliari ereditarie.
Si può parlare di ipertrigliceridemia quando i valori di trigliceridi salgono sopra i 200 mg/dl, seguendo questa tabella:
- trigliceridi normali: tra 50 e 150 mg/dl
- trigliceridi border-line: 150-199 mg/dl
- trigliceridi alti: 200-499 mg/dl
- ipertrigliceridemia severa: uguale o oltre i 500 mg/dl.
Cosa succede quando i trigliceridi aumentano troppo nel sangue?
Possono comparire coliche addominali, xantoma e pancreatite acuta. L’aumento dei trigliceridi è, insieme all’ipertensione arteriosa, un fattore di rischio cardiovascolare importante, che può aumentare le probabilità di avere ictus cerebrale ed infarto del miocardio.
Cosa fare però se si hanno i trigliceridi alti?
La prima cosa da fare è migliorare la propria alimentazione ed il proprio stile di vita, eliminando da subito le cattive abitudini. Quindi via alcol, fumo e diete troppo ricche di carboidrati e grassi. Attenzione anche alla frutta: banane, uva, cachi, mandarini, fichi e frutta disidratata andrebbero ridotti di parecchio perché ricchi di zuccheri semplici.
Dieta per abbassare i trigliceridi
E’ necessario mangiare pesce più volte a settimana, sostituire ogni tanto la carne con i legumi (anche se non bisogna eliminare del tutto la carne), evitare di mangiare troppi latticini e prediligere l’olio di oliva o gli oli vegetali al burro, evitare la margarina e consumare cibi ricchi di antiossidanti. Per i carboidrati, meglio prediligere quelli complessi (pasta e creali integrali), sempre senza esagerare. Se necessario bisognerà aumentare la quota di fibra nella dieta, quindi più verdura e frutta. Poi si agirà sul fronte medico: qui starà al vostro medico curante prescrivervi farmaci per abbassare i trigliceridi come fibrati, carnitina e acidi grassi essenziali, senza dimenticare le statine, i derivati dell’acido nicotinico e anche i farmaci che sequestrano gli acidi biliari. Prendere i farmaci per abbassare i trigliceridi non vuol dire potersi abbuffare:
“Posso mangiare tutto quello che voglio perché tanto prendo le medicine per abbassare i trigliceridi”
è un ragionamento del tutto sbagliato!
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Trigliceridi bassi (ipotrigliceridemia)
Si parla di ipotrigliceridemia quando i trigliceridi ematici sono inferiori al valore di 50 mg/dl. Pure essendo generalmente considerata meno pericolosa dell’ipertrigliceridemia, è necessario non sottovalutare questo dato, dal momento che potrebbe essere un campanello di allarme di una patologia asintomatica.
Cause e fattori di rischio di ipotrigliceridemia
Queste sono alcune delle cause di ipotrigliceridemia:
- dieta ipoglucidica e/o ipolipidica (con troppi pochi carboidrati e grassi);
- celiachia;
- insufficienza epatica;
- ipertiroidismo;
- forme di malnutrizione;
- sindrome da malassorbimento;
- forme di abetalipoproteinemia e ipobetalipoproteinemia;
- alcuni farmaci come le statine, i fibrati o l’acido nicotinico;
- integratori a base di olio di pesce, prebiotici e fibre alimentari.
In caso di ipotrigliceridemia, il medico indagherà le sue possibili cause e, una volte individuate, metterà in atto la cura adeguata per riportare i trigliceridi ematici a valori ottimali.
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