Regia di Michael Campus, con Geraldine Chaplin, Oliver Reed, Diane Cilento, Don Gordon, David Markham, Sheila Reid. Genere: fantascienza. Gran Bretagna, USA, 1972, durata 96 minuti.
Trama senza spoiler
Nel futuro il pianeta Terra è così inquinata che bisogna indossare delle maschere per poter respirare all’esterno e tutti gli animali, compresi quelli domestici, sono morti. Non c’è più cibo “normale”: la gente mangia un’insipida pasta dai colori vividi in contenitori di plastica, inoltre, per ridurre il problema della sovrappopolazione, il governo mondiale decreta che nessuno potrà concepire un bambino per i successivi 30 anni: ogni casa è dotata di uno strumento abortivo e tutti coloro che metteranno al mondo un figlio sono condannati a morte per crimini contro l’umanità ed immediatamente uccisi col gas in pubblica piazza. Chi denuncia i trasgressori, viene ricompensato con buoni pasto. Al posto di avere figli veri, i genitori possono avere solo dei grotteschi bambini bambola-robot. Ma per Carole Evans, la protagonista, l’idea di accettare uno dei neonati robot è ripugnante: lei vuole e ha bisogno di un vero e proprio bambino.
La nostra impressione
Girato interamente in studio in Danimarca ed ispirato al saggio best seller di Paul R. Ehrlich The Population Bomb, questo film è una sconosciuta perla della fantascienza anni ’70. L’atmosfera di inquinamento e di oppressione sono presenti in tutto il film, a cominciare dalle maschere ad ossigeno necessarie per muoversi all’aperto, fino al controllo del governo autoritario fin dentro le biblioteche dove è persino punito chi solo prova ad interessarsi ad argomenti ritenuti sconvenienti, come le nascite premature. Interessante la recitazione della protagonista, Geraldine Chaplin, figlia del grande Charlie Chaplin (ancora attiva oggi), che ben trasmette il desiderio di maternità, insito in ogni essere umano, ancor più nelle donne. I bambini animatronici a grandezza naturale sono stati creati da Derek Meddings, uno dei più grandi effettisti del cinema, che ha creato modellini per pietre miliari come Batman (di Tim Burton), Superman (di Richard Donner) e per molti film su James Bond. Non vi fate ingannare dal titolo italiano, abbastanza ridicolo per la verità, come spesso accade nelle traduzioni nostrane: in originale il film si chiama “Z.P.G.” iniziali per “Zero Population Growth“, cioè “crescita zero”.
A chi lo consigliamo
Interessante se vi piace il genere fantascienza distopica “old school” sul filone di “2022: i sopravvissuti (Soylent Green)”, quindi con particolare focus sul problema dell’eccessivo aumento della popolazione mondiale, che – come spesso accade – tanto distante dalla realtà non è visto che ad esempio in Cina dal 1979 fino al 2015 mettere al mondo il secondo figlio era illegale. Non aspettatevi effetti speciali, azione o esplosioni. Consigliato per gli appassionati di una fantascienza “psicologica” che si confronta con la psiche umana e mette particolare accento sullo scontro tra l’autorità distopica ed il più innato tra i desideri umani: quello di mettere al mondo un bimbo.
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