Con il termine “distopia” (pronunciato “distopìa”, in lingua inglese “dystopia”) si intende per definizione un assetto politico, e/o sociale e/o religioso immaginario, che non trova riscontro nella Continua a leggere
Archivi tag: distopia
Un mondo maledetto fatto di bambole (1972) trama e recensione del film
Regia di Michael Campus, con Geraldine Chaplin, Oliver Reed, Diane Cilento, Don Gordon, David Markham, Sheila Reid. Genere: fantascienza. Gran Bretagna, USA, 1972, durata 96 minuti.
Trama senza spoiler
Nel futuro il pianeta Terra è così inquinata che bisogna indossare delle Continua a leggere
Differenza tra distopia, utopia e ucronia: spiegazione e esempi
Utopia
Con il termine “utopia” (pronunciato con l’accento sulla “i”) si intende un assetto politico, e/o sociale e/o religioso immaginario, che non trova riscontro nella realtà, ma che viene proposto come ideale e come modello, inteso nell’uso comune più come obiettivo puramente ideale che come una meta realmente raggiungibile. Un’utopia è per esempio l’idea di una società umana in cui tutti gli esseri viventi possano vivere senza alcuna patologia, senza guerre e senza povertà: società senz’altro auspicabile ma – nei fatti – di difficile se non impossibile realizzazione. L’utopia è, per certi versi, l’amplificazione di quel che c’è di buono nella nostra società attuale: ad esempio una persona che aiuta una anziana signora ad attraversare la strada, diventa – nell’utopia – una umanità fatta di persone che si aiutano tutte a vicenda, in modo disinteressato. Quello che per una persona è una utopia, può però non esserlo affatto per un’altra persona, pensiamo ad esempio ad un mondo interamente governato dal comunismo o ad un mondo dove non esiste più alcuna religione.
Una persona “utopista“, nel gergo comune, è generalmente colui che tende a credere nella reale possibilità del realizzarsi di una società perfetta e che nel suo piccolo prova ad impegnarsi per realizzarla. L’utopista è generalmente visto dalle altre persone, specie quelle più realiste e pessimiste, come una sorta di “sognatore”.
Distopia
Con il termine “distopia” (pronunciato “distopìa”) si intende invece un assetto politico, e/o sociale e/o religioso immaginario, che non trova riscontro nella realtà, ma che viene proposto come modello di società o comunità altamente indesiderabile o spaventosa, almeno dal punto di vista del cittadino “buono”: una distopia in cui si sviluppa ad esempio un totalitarismo politico potrebbe infatti essere altamente desiderabile dal dittatore che ne è a capo. Sinonimi di distopia sono vari altri termini, tra cui: antiutopia, pseudo-utopia, utopia negativa o cacotopia. Le distopie sono esattamente l’opposto delle utopie e sono un tema ricorrente nel filone cyberpunk. Per approfondire l’argomento, leggi anche: Distopia: definizione, significato, etimologia, esempi nei film
Ucronia
Con “ucronia” (pronunciata con l’accento sulla “i”) si intende un genere di narrativa fantastica spesso fantapolitica basata sulla premessa generale che la storia del mondo – in un dato momento storico – abbia seguito un corso alternativo rispetto a quello reale, per questo motivo viene anche detta storia alternativa, allostoria o fantastoria. Una ucronia classica è immaginare come sarebbe il mondo attuale se Hitler avesse vinto la Seconda Guerra Mondiale (come accade in “Fatherland“, romanzo giallo fantapolitico del 1992 scritto da Robert Harris da cui è stato tratto il film “Delitto di stato” del 1994) o se Mussolini fosse sceso in guerra al fianco degli USA anziché con Hitler. Una ucronia è “Bastardi senza gloria” di Quentin Tarantino che nel 2009 immaginava un mondo in cui Adolf Hitler e Joseph Goebbels muoiono assassinati dagli “Inglourious Basterds”, quando nella storia vera invece muoiono suicidandosi rispettivamente il 30 aprile ed il 1º maggio del 1945, pochi giorni prima della resa della Germania nazista. Altra ucronia cinematografica decisamente fantascientifica è quella rappresentata nel film “Iron Sky” del 2012 diretto da Timo Vuorensola che narra la storia di nazisti che, dopo essere stati sconfitti nel 1945, hanno creato una colonia sulla Luna dove hanno costruito una flotta di dischi volanti per conquistare la Terra. Una interessante ucronia è rappresentata nel film del 2006 “Fido” di Andrew Currie, dove si racconta come negli anni ’50, al termine della guerra degli zombie, questi ultimi siano stati sottomessi e trasformati dalla scienza in servitori.
Distopia o ucronia?
Non sono considerate ucroniche le storie ambientate in un’epoca futura rispetto a quella in cui sono state scritte, come ad esempio il romanzo 1984 di Orwell scritto nel 1948 che è invece una distopia. Altro esempio di distopia che apparentemente potrebbe sembrare una ucronia è il film “The Day After – Il giorno dopo” girato nel 1983, che ipotizza una improvvisa escalation di violenza nella guerra fredda, in cui Stati Uniti ed Unione Sovietica usano armamenti nucleari: lo stesso identico film girato oggi (quando sappiamo che la guerra fredda non terminò con bombardamenti nucleari) sarebbe considerato ucronia, ma siccome è stato girato quando gli eventi narrati erano ancora possibili nel prossimo futuro, si parla di distopia.
Un caso interessante è il capolavoro grottesco di Terry Gilliam “Brazil“, interpretato dal grande Jonathan Pryce. Il film esce al cinema nel 1985 ed è ambientato “da qualche parte nel Ventesimo Secolo”. Non essendo specificato l’anno ma solo il secolo (1900), potrebbe essere ambientato nel futuro rispetto all’anno di uscita del film, ad esempio nel 1995 ed essere considerato distopia, oppure essere ambientato nel passato rispetto al 1985, ad esempio nel 1980, ed essere considerato una ucronia.
La questione del tempo
Fin qui abbiamo parlato di “ucronia” come passato alternativo dove qualcosa è andata peggio di come i nostri libri di storia raccontano, mentre abbiamo relegato la “distopia” solo al futuro, ma è davvero così? E’ importante ricordare che, secondo alcuni, la distopia (così come l’utopia), non ha a che vedere tanto con il tempo, quanto con il tipo di società descritta, mentre solo con “ucronia” s’intende invece una catena di eventi alternativi a quelli reali e quindi necessariamente ambientata nel passato: in questo senso una realtà alternativa del passato non desiderabile, sarebbe considerata “ucronia distopica“, mentre una realtà alternativa del passato desiderabile, sarebbe considerata “ucronia utopica“. Ad esempio nel film Bastardi senza gloria Hitler viene ucciso anzitempo rispetto alla storia vera, quindi è una “ucronia utopica”, mentre nel film Fatherland Hitler vince la guerra, quindi è una “ucronia distopica”. Secondo alcuni quindi la distopia – pur essendo comunemente collocata nel futuro – non è necessariamente un termine correlato al tempo futuro, bensì potrebbe essere anche applicato al passato.
Leggi anche:
- Bootstrap paradox e paradosso della predestinazione: spiegazione ed esempi nei film
- Distopia in romanzi e film: cos’è e cosa significa
- Le 38 curiosità che ancora non conosci su Ritorno al Futuro
- Le 5 cose che ancora non sai sul film The Martian – Sopravvissuto
- Le 20 curiosità che ancora non conosci su Blade Runner
- Le 20 curiosità che ancora non conosci sul film Aliens – Scontro Finale
- Le 20 curiosità che ancora non conosci sui Goonies
- Le 20 curiosità che ancora non conosci sui Ghostbusters
- Le 20 curiosità che ancora non conosci su RoboCop
- Le 20 curiosità che ancora non conosci su Indiana Jones e i Predatori dell’Arca perduta
- Le 20 curiosità che ancora non conosci su 1997: Fuga da New York
- Black Mirror: trama e spiegazione del finale di Giochi pericolosi (Playtest)
- Vuoi perdere peso senza fatica? Guarda un film horror
- In che lingua è cantata “Now we are free”?
- Mi hai conosciuto in un momento molto strano della mia vita
- Black Mirror, recensione dell’episodio San Junipero: la vita infinita dopo la tua morte
- American Beauty (1999): c’è così tanta bellezza nel mondo, che non riesco ad accettarla…
- The Lobster (2015): trama, recensione e spiegazione del film
- Differenza tra congelato e surgelato
- Differenza tra mito, fiaba e favola: esempi e caratteristiche
Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube e su Pinterest, grazie!
Distopia in romanzi e film: cos’è e cosa significa
Con il termine “distopia” (pronunciato “distopìa”) si intende invece un assetto politico, e/o sociale e/o religioso immaginario, che non trova riscontro nella realtà, ma che viene proposto come modello di società o comunità altamente indesiderabile o spaventosa. Sinonimi di distopia sono vari altri termini, tra cui: antiutopia, pseudo-utopia, utopia negativa o cacotopia. E’ esattamente l’opposto dell’utopia. La distopia è l’amplificazione di quel che c’è di negativo nella nostra società: ad esempio un poliziotto violento che ha malmenato un cittadino inerme col manganello, diventa – nella disopia – una polizia fatta interamente di persone violente che reprimono ogni minimo atto di ribellione al regime con atti aggressivi e sproporzionati nei confronti dei cittadini. La distopia porta quindi ad estremi ancora più negativi le tendenze sociali e politiche già avvertite come negative nel presente, ma può anche immaginare i risvolti negativi di una tendenza attualmente positiva, ad esempio immaginando come tecnologie che hanno migliorato la nostra vita possano in futuro crearci danno (televisori, smartphone, tablet, personal computer, robot…). Esempi classici di distopie sono presenti in numerose opere fantascientifiche, libri, film e serie tv, come ad esempio:
- L’uomo che visse nel futuro (The Time Machine, 1960) scritto da Herbert George Wells, da cui è stato tratto anche un film;
- Blade Runner, film del 1982, diretto da Ridley Scott e interpretato da Harrison Ford e Rutger Hauer;
- Black Mirror, serie televisiva britannica prodotta da Charlie Brooker;
- L’uomo che fuggì dal futuro (THX 1138), film del 1971 diretto da George Lucas;
- 28 giorni dopo, film horror fantascientifico del 2002, diretto da Danny Boyle;
- Equilibrium, film del 2002 scritto e diretto da Kurt Wimmer;
- Io sono leggenda, romanzo del 1954 dello scrittore statunitense Richard Matheson, da cui è stato tratto il film omonimo con Will Smith;
- Matrix, film del 1999 scritto e diretto dalle sorelle Larry ed Andy Wachowski;
- Io, Robot, film del 2004 diretto da Alex Proyas;
- Ritorno al futuro – Parte II, film del 1989 diretto da Robert Zemeckis;
- Arancia meccanica (A Clockwork Orange) celebre film del 1971 diretto da Stanley Kubrick.
Il filone distopico è generalmente distinto in due grosse parti: c’è la tipologia dei “regimi politici totalitari” di cui è un chiaro esempio “1984” (Nineteen Eighty-Four, 1949) scritto da George Orwell, da cui è stato anche tratto il famoso film omonimo; l’altra tipologia è quella della “società post apocalittica” come quella di “The Road” film del 2009 diretto da John Hillcoat.
Regime totalitario distopico
Nel tipico regime totalitario distopico è presente una società gerarchica, in cui le divisioni fra le classi sociali sono rigide e insormontabili; la propaganda del regime e i sistemi educativi costringono la popolazione al culto dello Stato e del suo governo, convincendola che il proprio stile di vita è l’unico (o il migliore) possibile; il dissenso e l’individualità sono visti come valori negativi, in opposizione al conformismo dominante. Si assiste a una depersonalizzazione dell’individuo e le pene, in risposta a qualsiasi atto di ribellione, sono spropositate e non tengono conto dei diritti dell’individuo.
Lo Stato è spesso caratterizzato da corporazioni economiche o religiose al cui comando c’è un leader carismatico adorato dalla gente e oggetto di culto della personalità, che non deve MAI essere messo in discussione. Notate come molte di queste caratteristiche sono presenti attualmente in una vera nazione del mondo, considerata in effetti una distopia reale: la Corea del Nord.
Società post apocalittica distopica
Nella distopia post apocalittica, le persone sono sopravvissute ad un qualche tipo di disastro (esplosione nucleare, meteorite che colpisce la terra, virus…) ma a che prezzo? La popolazione umana è infatti ridotta ai minimi termini. Pochissime persone sono riuscite a salvarsi dal cataclisma e le relazioni umane sono dettate esclusivamente dal dogma della sopravvivenza individuale in un mondo scarsissimo di risorse. I raggruppamenti umani esistono, ma soltanto in forme primitive e degradate che fanno spesso uso della forza bruta per sopravvivere. Non esiste più legge, non esistono forze dell’ordine. Gli individui sopravvissuti a disastri nucleari sono spesso malati a causa delle mutazioni indotte dalle radiazioni oppure sono diventati sorta di zombie a causa del propagarsi di un virus misterioso.
Leggi anche:
- Differenza tra distopia, utopia e ucronia: spiegazione e esempi
- Bootstrap paradox e paradosso della predestinazione: spiegazione ed esempi nei film
- Le 38 curiosità che ancora non conosci su Ritorno al Futuro
- Le 5 cose che ancora non sai sul film The Martian – Sopravvissuto
- Le 20 curiosità che ancora non conosci su Blade Runner
- Le 20 curiosità che ancora non conosci sul film Aliens – Scontro Finale
- Le 20 curiosità che ancora non conosci sui Goonies
- Le 20 curiosità che ancora non conosci sui Ghostbusters
- Le 20 curiosità che ancora non conosci su RoboCop
- Le 20 curiosità che ancora non conosci su Indiana Jones e i Predatori dell’Arca perduta
- Le 20 curiosità che ancora non conosci su 1997: Fuga da New York
- Black Mirror: trama e spiegazione del finale di Giochi pericolosi (Playtest)
- Vuoi perdere peso senza fatica? Guarda un film horror
- In che lingua è cantata “Now we are free”?
- Mi hai conosciuto in un momento molto strano della mia vita
- Black Mirror, recensione dell’episodio San Junipero: la vita infinita dopo la tua morte
- American Beauty (1999): c’è così tanta bellezza nel mondo, che non riesco ad accettarla…
- The Lobster (2015): trama, recensione e spiegazione del film
- Differenza tra congelato e surgelato
- Differenza tra mito, fiaba e favola: esempi e caratteristiche
Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube e su Pinterest, grazie!
Brazil (1985): trama, recensione e interpretazione del film
Brazil. Un film di Terry Gilliam. Con Robert De Niro, Jonathan Pryce, Katherine Helmond, Bob Hoskins, Jim Broadbent Fantastico, Ratings: Kids+16, durata 131 min. – USA 1985
Un capolavoro, ma non un film per tutti. Uno di quei lungometraggi che ti capita per caso di vedere da bambino e per certi versi ti fa ancora paura in alcune distopiche scene, come è successo a me. Esce nel 1985, ma potrebbe anche essere uscita nell’1984 di orwelliana memoria, l’opera terza, nonché quella che l’ha consacrato tra i Maestri della Settima Arte, di Terry Gilliam, visionario autore ex-membro dello storico gruppo dei Monty Python. Se già nelle due pellicole precedenti da regista “in solitario” (Jabberwocky e I banditi del tempo) si intravedevano potenzialità in parte penalizzate da budget non esorbitanti, è con Brazil che Gilliam trova la summa artistica di tutto il suo Cinema realizzando un capolavoro destinato ad entrare nella leggenda, facendo ridere, pensare ed al tempo stesso terrorizzando la platea. Un film onnivoro, che racchiude in sé tante influenze, sia dal mondo della celluloide che da altri media, e che si propone alla perfezione come una visione moderna proprio del romanzo di Orwell, fonte d’ispirazione principale per il tipo di società in cui è ambientato il racconto.
Leggi anche: Andromeda (1971): trama senza spoiler e recensione del film
Trama (SPOILER in questo paragrafo)
Il protagonista Sam Lowry è infatti un umile impiegato del Ministero dell’Informazione che da qualche tempo ha diversi sogni ad occhi aperti nei quali, indossando un’armatura alata, si trova a salvare una misteriosa ragazza bionda, a lui sconosciuta, da spaventose creature. Per errore viene arrestato un certo Archibald Buttle a causa dello scambio di una lettera nel nome: il vero ricercato infatti era ‘Tuttle‘, interpretato da un Robert De Niro meno presente rispetto ad altri suoi film ma comunque fantastico nella recitazione. In seguito all’errore, Sam è incaricato dal suo strano capo di recarsi dalla famiglia dell’arrestato (nel frattempo ucciso in seguito alle torture seguite all’ingiusta condanna) e scopre che la donna dei suoi sogni è proprio la vicina di casa dell’uomo. Ma questa, sotto indagine per possibili collegamenti con i movimenti terroristici, fugge costringendo Sam da una spasmodica ricerca. Nel frattempo il protagonista viene a contatto anche col vero ricercato, Tuttle, che lavora in incognito come tecnico libero-professionista (stato lavorativo illegale nella società del tempo), finendo così in giri pericolosi che mettono a repentaglio la sua stessa vita, fino ad un finale che ancora oggi, dopo averlo visto decine di volte, è ancora un colpo di scena che mi lascia a bocca aperta.
Leggi anche: Arrival (2016): trama, recensione e spiegazione del film
1984 e 1/2
Magica follia per oltre due ore di assoluta estasi cinefila. Gilliam realizza a suo modo un film rivoluzionario, un’opera destinata a rimanere ai posteri per molto, molto tempo. Una società schiava delle regole più assurde (il titolo originale doveva essere 1984 & 1/2, in omaggio sia ad Orwell che a Fellini) in cui un uomo qualunque, un po’ imbranato e privo di ambizioni, si ritrova coinvolto in un’incredibile avventura che cambierà anche il suo modo di pensare. Messaggio visivo e politico al contempo in un racconto ricco e citazionista, Brazil riesce ad unire in una mirabile complessità narrativa tutto il suo amore per il cinema, capace di reinterpretare la commedia e l’horror, il dramma e il noir, con un istinto umoristico (tendente al dark) raffinato, esuberante e raggelante, riuscendo al contempo a far ridere ma anche ad aprire inquietanti spunti di riflessione su una società a cui lentamente ci stiamo sempre più avvicinando. L’abilità del regista di orchestrare lo spazio scenico, creare ambientazioni geniali nella loro oppressiva omogeneità, strutture claustrofobiche nelle quali le persone si trasformano in semplici “macchine lavorative” di poco valore, risalta più volte agli occhi durante la visione, in una sorta di esegesi psichedelica che nonostante la sua complessità nascosta, risulta fruibile a qualsiasi tipo di pubblico.
Schiavo fino a quando scopri l’amore
Fantasia al potere nei suoi più puri e genuini eccessi, in cui la forte carica grottesca non è mai gratuita ma anzi necessaria a rappresentare, tramite metafore di ogni sorta, il decadimento morale che rende gli uomini schiavi inconsapevoli di una dittatura nascosta, proprio avviene nel 1984 di Orwell. Anche qui, come nel romanzo, il risveglio è scaturito dall’amore per una donna, dapprima solo presenza sconosciuta nei conturbanti scorci onirici e poi “corpo” reale dei propri sentimenti, capaci di mutare le più ferree convinzioni. Brazil è una farsa intelligentemente morale tra Kafka e Blade Runner, pregna di un’inventiva dissacrante che coniuga pensiero e spettacolo ludico in maniera impeccabile, con un finale dalla doppia interpretazione comunque non privo di amarezza. Una costruzione complessiva pensata in grande, dalle sfarzose scenografie sino a degli effetti speciali “artigianali” ma pregni di una potenza sontuosamente esplosiva, dalla colonna sonora di grande importanza sottotestuale (il titolo Brazil deriva proprio dal motivetto Aquarela do Brasil di Ary Barroso, ripetuto più volte nelle sequenze significative della trama, testi di coda inclusi) sino ad un cast in assoluto stato di grazia. Se è doveroso citare camei d’eccezione come quello dei grandi Ian Holm (Il signore degli anelli, Alien) e Bob Hoskins (Hook, Danny the dog) e di un quasi irriconoscibile, ma strabordante, Robert de Niro, è di notevole caratura la performance del protagonista Jonathan Pryce (Il domani non muore mai, Ronin), caratterista di livello proveniente dal teatro e forse qui nella sua prova più memorabile su grande schermo. Consigliato, specie se siete dei sognatori!
Articolo di Maurizio Encari, https://cinema.everyeye.it/articoli/recensione-brazil-21852.html
Leggi anche:
- Fight Club (1999): trama, recensione e interpretazione del film
- Bootstrap paradox e paradosso della predestinazione: spiegazione ed esempi nei film
- L’inquilino del terzo piano (1976): trama e spiegazione del film
- Enter the Void (2009): trama, recensione e spiegazione del finale
- La scoperta (2017): trama, recensione e spiegazione del film
- Seven (1995): trama, recensione e interpretazione del film
- Resident Evil (2002): trama e recensione del film
- Operation Avalanche (2016): trama senza spoiler e recensione del film
- Matrix (1999): trama, recensione e interpretazione del film
- Black Mirror: trama e spiegazione del finale di Giochi pericolosi (Playtest)
- Vuoi perdere peso senza fatica? Guarda un film horror
- La lista dei film che ti fanno dimagrire solo a guardarli
- Another Earth (2010): trama senza spoiler e recensione del film
- Le 38 curiosità che ancora non conosci su Ritorno al Futuro
- Le 5 cose che ancora non sai sul film The Martian – Sopravvissuto
- Le 20 curiosità che ancora non conosci su Blade Runner
- Le 20 curiosità che ancora non conosci sul film Aliens – Scontro Finale
- Le 20 curiosità che ancora non conosci sui Goonies
- Le 20 curiosità che ancora non conosci sui Ghostbusters
- Le 20 curiosità che ancora non conosci su RoboCop
- Le 20 curiosità che ancora non conosci su Indiana Jones e i Predatori dell’Arca perduta
- Le 20 curiosità che ancora non conosci su 1997: Fuga da New York
- Enemy (2013): trama, recensione e spiegazione del film
- Daria: 5 motivi per vedere un cartone ancora attuale
- In che lingua è cantata “Now we are free”?
- Mi hai conosciuto in un momento molto strano della mia vita
Lo staff di Medicina OnLine
Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!