Madre! (Mother!) 2017: spiegazione del film e del finale

Madre! Mother! film del 2017 scritto, diretto e co-prodotto da Darren Aronofsky, con protagonisti Jennifer Lawrence e Javier Bardem TERRA BIBBIA ALLEGORIA METAFORA SIMBOLO ADAMO EVA DIO EARTH.jpgAvete appena finito di vedere Madre!, l’ultimo film di Darren Aronofsky, e non ci avete letteralmente capito un tubo? Pensavate di vedere un thriller horror ed invece avete visto un… non lo sapete neanche voi cosa? Non preoccupatevi, siete in buona compagnia. Vi aiutiamo noi!

Attenzione: se state invece cercando la spiegazione del film “I Am Mother”, vi invitiamo a leggere qui: I Am Mother (2019) trama e spiegazione del film e del finale

In Madre! ogni personaggio, oggetto, situazione simboleggia qualcosa che ha a che fare col Vecchio e Nuovo Testamento della Bibbia cattolica:

  • Jennifer Lawrence rappresenta Madre Terra.
  • La casa è il microcosmo rappresentante il pianeta Terra, di cui Madre Terra si prende cura.
  • Il poeta (Javier Bardem) è Dio. Uno scrittore che deve scrivere il testo sacro della sua religione.
  • Lo studio del poeta, dove lui non vuole che entri nessuno, è il giardino dell’Eden o, più precisamente rappresenta l’albero del Giardino dell’Eden, che non deve essere toccato da nessuno.
  • Inizialmente Madre Terra e Dio sono soli e tranquilli, fino a quando arrivano i primi ospiti (Ed Harris e Michelle Pfeiffer) che rappresentano Adamo ed Eva. In un primo momento è presente solo Adamo, che però sta male, almeno fin quando non arriva anche Eva.
  • I loro figli sono Caino ed Abele, infatti poi uno uccide l’altro.
  • Il cristallo rotto rappresenta il “frutto proibito” mangiato da Adamo ed Eva. Non a caso dal momento in cui entra in casa, Eva continua a recarsi nello studio (l’albero del frutto proibito) per guardare lo “stupendo” ed invitante cristallo, nonostante non le sia concesso avvicinarsi.
  • Tutti gli ospiti che arrivano, in quantità sempre più elevata e con comportamenti sempre più fastidiosi, intrusivi e distruttivi, sono l’umanità: l’insieme degli esseri umani che popola la Terra. Non a caso gli ospiti si macchiano di fanatismo e guerra, che porterà poi alla distruzione del pianeta.

Ma le metafore bibliche non si fermano certo qui!

Dopo la rottura del lavandino (cioè il diluvio universale) il personaggio della Lawrence rimane incinta e lei e il poeta vivono un’esistenza pacifica dopo aver esiliato gli “intrusi” che l’avevano infastidita prima del diluvio universale. Una volta che il poeta finisce però il suo nuovo poema, un’orda di sconosciuti ripiomba nella casa, acclamandolo con lodi e acclamazioni. Il nuovo poema è un’analogia al Nuovo Testamento della Bibbia ed è caratterizzato da guerra, violenza e creazione della religione.

Quando finalmente giunge il momento per la Lawrence di far nascere il loro bambino, lei e il poeta si ritirano nel suo ufficio al piano superiore, che è – ricordiamo – il Giardino dell’Eden/paradiso. La madre partorisce, ma rifiuta di lasciare che il poeta prenda il bambino e lo porti in mezzo agli spettatori adoranti al piano inferiore. Purtroppo, poiché la privazione del sonno ha alla fine la meglio su di lei, il poeta le strappa il bambino dalle braccia e lo dà alla gente.

Il bambino, in questo caso, è Gesù Cristo. Coloro che hanno familiarità con il Nuovo Testamento sanno cosa sarebbe venuto dopo: il poeta dà il suo bambino alla gente, che poi lo uccide con violenza (la crocefissione di Gesù). La madre è sconvolta, addirittura impietrita quando le persone iniziano a mangiare il bambino mentre piangono (ovvero consumare il corpo di Cristo come nella “Comunione”, quando si mangia l’ostia che corrisponde al corpo di Cristo appunto, durante la quale si ricorda il sacrificio del figlio di Dio per i nostri peccati).

La madre viene calpestata e picchiata ferocemente, quasi fino a ucciderla, prima che riesca a divincolarsi. Il parallelo è qui con l’umanità che uccide il pianeta (cioè Madre Natura) e – mentre stiamo sempre più sperimentando il cambiamento climatico – Madre Natura reagisce e si ribella ad una sovrappopolazione che interferisce con la sua esistenza in modo insostenibile. Il personaggio della Lawrence urla di terrore, scuotendo le fondamenta della casa (cioè della Terra, metafora del terremoto), prima di correre verso lo scantinato, dove scatena del tutto la sua ira. Non a caso, un bidone di cherosene come sua arma (ossia l’industria del combustibile fossile) e dà fuoco a tutto, uccidendo così l’intera l’umanità, metafora di un pianeta che – sovrappopolato e sfruttato nelle sue risorse fino all’inverosimile – presenta il conto all’essere umano, sterminandolo.

Il poeta, essendo Dio/creatore e quindi immortale, sopravvive e porta la madre gravemente ustionata al piano di sopra. Lei protesta, chiedendogli di fermarsi, ma lui procede, aprendole il ​​petto ed estraendo un altro cristallo uguale a quello che i personaggi di Ed Harris e Michelle Pfeiffer avevano infranto tempo prima (metafora del frutto proibito da non toccare). È qui che il cupo finale si presenta in tutto il suo potenziale, in quanto scopriamo che la Lawrence altro non era se non semplicemente una delle tante ‘Madre Terra’ che Dio ha creato in una sorta di “eterno ritorno” tanto caro a Friedrich Nietzsche. La Madre Terra lo supplica di smettere, avvertendo che l’umanità continuerà a fare quello che ha fatto per sempre: rivoltarsi contro il suo Creatore e contro sé stessa, ma lui si sforza di creare ancora una volta e così prende il cristallo nella stanza al piano superiore, lo pone nel suo piedistallo e la casa si ‘ripristina’ e una nuovissima Madre si sveglia nel letto, ignara di essere la prossima iterazione del ciclo, con il nuovo arrivo dell’essere umano che riporterà alla sua distruzione in un vero e proprio circolo vizioso infinito.

La parola al regista Darren Aronofsky

Ci sono elementi completamente biblici che mi hanno sorpreso – alcune persone li hanno colti immediatamente, altre non ne hanno avuto idea, e penso dipenda esclusivamente dal modo in cui siano state educate. La struttura per il film è stata la Bibbia, utilizzandola come un modo per discutere di come gli esseri umani hanno vissuto qui sulla Terra. Ma doveva essere anche ambigua, perché non è una storia, è qualcosa di più strutturale. Molte persone non stanno guardando il quadro completo, ci sono molte piccole cose ed Easter Eggs e su come le cose si collegano tra di loro, e penso che sia parte del divertimento di eviscerare il film. Ho iniziato con le tematiche, l’allegoria; ho voluto raccontare la storia di Madre Natura dal suo punto di vista. Mi sono anche reso conto che renderla una persona che si occupa della sua casa e che si occupa del suo uomo creava un legame, che c’era una connessione. Quindi, questo è il tema da cui sono partito, ho scritto la storia, che è diventata una storia molto umana su questa coppia che viene invasa da queste orde. E poi mentre giri un film ritorni sempre a quei temi originari e inizi a capire: ‘Bene, come posso esprimere questa cosa visivamente e acusticamente con tutti i diversi strumenti che ho a disposizione come regista?’ Quindi è qualcosa di circolare più o meno.

La parola a “Madre Terra” Lawrence:

Anche la Lawrence ha spiegato direttamente di cosa parla il film:

Rappresenta la violenza e il tormento della Madre Terra. Non è per tutti. È un film duro da guardare. Ma è importante per la gente capisca l’allegoria che abbiamo inteso. Che sappiano che io rappresento la Madre Terra e che Javier, il poeta, rappresenta una forma di Dio, un creatore; Michelle Pfeiffer è una Eva per l’Adamo di Ed Harris, ci sono Caino e Abele e l’ambientazione a volte richiama il Giardino dell’Eden.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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