David James “Dave” Wottle, nato a Canton nell’Ohio (USA) il 7 agosto 1950 è un ex mezzofondista statunitense, diventato famoso per come affrontò la finale degli 800 metri piani ai XX Giochi olimpici di Monaco di Baviera del 1972.
Il cappellino bianco
Alle Olimpiadi di Monaco del 1972 si fece notare subito da tutti per via di un appariscente cappellino da golf bianco, che indossava durante le gare e che gli conferiva un aspetto da tutti giudicato piuttosto buffo e ridicolo. Gli avversari smisero però presto di ridere visto che l’atleta aveva tutta l’intenzione di “vendere cara la propria pelle”, arrivando addirittura a qualificarsi per la finale degli 800 metri piani, che certamente non lo vedeva tra i favoriti. Per la finale si qualificarono, oltre a Wottle, anche il keniota Boit, autore del miglior tempo in semifinale (1’45″9), il suo connazionale Ouko, il sovietico Aržanov, campione europeo in carica, il britannico Carter, il tedesco occidentale Kemper, il tedesco orientale Fromm ed il polacco Kupczyk.
L’incredibile gara
In finale Wottle partì malissimo, e si ritrovò immediatamente ultimo tra gli otto concorrenti della gara:
“All’inizio della gara provai terrore, poiché ero molto dietro rispetto agli altri. Avevo circa 10 metri di distacco dall’ultimo atleta del gruppo e pensai che ormai non avevo più possibilità”
I due kenioti si erano posti subito alla testa del gruppo. Alla fine del primo dei due giri di distanza, al metro 400 ed al secondo 52 di gara, Wottle aveva recuperato alcuni metri dal gruppo, ma era ancora ultimo a circa tre metri di distanza dal 7° posto ed a dieci metri della testa della corsa. Al metro 500 l’atleta era però riuscito a riavvicinarsi al gruppo:
“Avevo ripreso contatto con il resto del gruppo e pensai di essere nuovamente in gara”
Presa fiducia nelle proprie possibilità, Wottle iniziò ad accelerare visibilmente tanto che al metro 600 Wottle era sesto ed al metro 700 addirittura quarto, dietro ai due kenioti Boit ed Ouko ed al potente sovietico Aržanov che – scattato 200 metri prima – si avviava agevolmente a vincere la gara.
“In quel momento pensavo di poter almeno competere per il terzo posto”
Negli ultimi 100 metri succede l’impensabile. Sul rettilineo finale dalle retrovie rinviene Wottle che, superati i due kenioti, si avvicina all’ignaro Aržanov che era ancora alla testa della gara, ormai certo della vittoria. Il sovietico per un attimo sembra poter resistere agevolmente all’attacco, ma negli ultimi 10 metri Wottle ha una marcia in più e supera Aržanov, vincendo clamorosamente la gara per 3 centesimi di secondo. Quel ragazzo con quel buffo cappellino da golf bianco aveva impartito a tutti una importante lezione di sport, ma soprattutto di vita: MAI MOLLARE!
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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