Il 1994 fu un anno decisamente sfortunato per quanto riguarda la storia della Formula 1: il tragico Gran Premio di San Marino rimase negli annali grazie ad un bollettino medico che ricorda più quello di una guerra che quello di un evento sportivo: 15 feriti e 2 morti, Ratzemberger ed il mitico Senna, a tal proposito vi consiglio di leggere anche: La morte di Ayrton Senna, campione di Formula 1 mai dimenticato
A tre mesi da quel drammatico GP, il 31 luglio si corse ad Hockenheim il Gran Premio di Germania, la gara che segnò il ritorno alla vittoria della Ferrari con l’austriaco Gerhard Berger, dopo quasi quattro anni di assenza dal gradino più alto del podio, ovvero dal Gran Premio di Spagna 1990 vinto dall’ex ferrarista Alain Prost. Alla partenza avviene un primo incidente nelle retrovie che coinvolge quattro monoposto, ma il peggio accade qualche istante dopo: alla fine del rettilineo, Hakkinen stringe verso il centro della pista e causa un contatto con la Williams-Renault di Coulthard. Il pilota della Mclaren perde il controllo della vettura, che si gira ed esce di pista tagliando la strada alle monoposto che sopraggiungono. Ben sei vetture vengono coinvolte in questo incidente e sono costrette al ritiro, mentre altre, essendo danneggiate, rientrano ai box il giro seguente. Anche l’italiano Alex Zanardi, in Lotus, è costretto ad abbandonare la gara senza aver completato neanche un giro. Per fortuna non c’è nessuna conseguenza fisica per nessuno dei piloti coinvolti.
Anche Alesi è costretto a ritirarsi poche centinaia di metri più avanti per problemi all’elettronica della monoposto Ferrari. Nonostante il pericolo di detriti in pista e di vetture ferme in vari punti del tracciato, la gara non viene interrotta. Uno degli sfortunati protagonisti in questo caso fu il pilota olandese Jos Verstappen, padre di Max Verstappen, che è attualmente pilota della Red Bull. Sfortunato per l’incidente che gli capitò, ma fortunatissimo per come ne uscì, incredibilmente solo con qualche graffio e lieve ustione sul viso.
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Verstappen era alla guida della Benetton ed al 15esimo giro si fermò ai box per il consueto pit stop per il rifornimento e il cambio gomme. Tutto sembrava procedere per il meglio ma qualcosa andò storto: mentre i meccanici tentavano di inserire il bocchettone della benzina (che già in precedenza – durante il rifornimento del compagno di squadra Schumacher – aveva avuto qualche problema), il carburante finì in grande quantità sulla monoposto, come si vede chiaramente nel video. Questo accadde perché nel completare le operazioni i meccanici sfilarono troppo rapidamente il bocchettone di rifornimento del carburante: tale manovra impropria, complice la particolare soluzione implementata dalla scuderia britannica sulla valvola d’immissione del liquido (priva di filtro, in modo tale da velocizzare il travaso nel serbatoio e rendere l’operazione più veloce), causa una copiosa fuoriuscita di benzina che inonda la monoposto e, a contatto con il retrotreno rovente, s’incendia.
L’olandese si sbracciò immediatamente indicando il pericolo, ma subito una fiammata incredibile avvolse la Benetton che andò letteralmente a fuoco assieme al proprio pilota e ad alcuni meccanici che iniziarono a dimenarsi in una scena che faceva presagire il peggio agli spettatori, tra cui il sottoscritto. Per fortuna invece l’incendio fu domato in pochi secondi, ma il rischio corso da Verstappen e dai suoi meccanici è stato sicuramente grandissimo.
In seguito si scoprì che il team aveva modificato artigianalmente – male – le apparecchiature di rifornimento per velocizzare l’immissione del carburante nel serbatoio e per questo fu anche punito. Ora un incidente simile non si potrebbe verificare con le stesse modalità dal momento che il rifornimento in gara è stato abolito. Qualcosa di simile, anche se in misura minore, era successa anche alla Renault di Magnussen in pitlane nelle prime libere a Sepan, nel 2016.
Ecco alcune incredibili immagini ed un video dell’accaduto:

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