I due Padri della medicina: Ippocrate di Coo e Galeno di Pergamo

MEDICINA ONLINE Ippocrate Giuramento “Fa’ che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”

Ippocrate

Chiunque voglia affrontare le tappe più significative del progresso scientifico, ed in particolare della medicina, non può non rendere rendere omaggio a coloro i quali vengono a ragione considerati i Padri della medicina, Ippocrate e Galeno. In questo articolo riportiamo alcuni rapidi cenni biografici che illustrano il contesto in cui nascono ed operano e anche i motivi della loro fama – in Grecia nel V -IV secolo a.C. per il primo e nella Roma nel II secolo d.C. per il secondo – affinché non sembri illogico che essi possano aver rappresentato un solido punto di riferimento medico-filosofico per oltre quattordici secoli e che alcune loro considerazioni possano essere ancora scientificamente valide a distanza di millenni, come la celebre frase: “Fa’ che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo” pronunciata da Ippocrate ben 2400 anni fa.

Ippocrate di Coo

Nell’antica Grecia, accanto a un vasto numero di maghi ciarlatani, si conoscono tre differenti tipi di medici: sacerdoti, filosofi e ginnici. I primi custodiscono le tradizioni diagnostiche e curative più solide, i secondi elaborano nuove teorie e gli ultimi si dedicano maggiormente alla chirurgia e alla dietetica. È in questo contesto che sull’isola di Coo, nel 460 a.c., nasce Ippocrate. La tradizione lo vuole diretto discendente di Esculapio, annoverato tra gli dei greci e nume tutelare della salute. È il padre Eraclide, anch’egli sacerdote del tempio di Esculapio, ad indirizzarlo fin da giovane agli insegnamenti degli Asclepiadi. Alla morte del genitore termina la sua educazione ad Atene, seguace di Erodico di Selimbria nella medicina ginnica e di Gorgia di Leonzio nella filosofia e nella retorica. Al termine di questo periodo trascorre molto tempo nel nord della Grecia e nell’isola di Tasso scrive la maggior parte delle sue opere. Ippocrate viaggia moltissimo e soprattutto è chiamato nei luoghi colpiti dalla peste. Ciò gli varrà grande onore e una fama di salvatore della patria, tanto che si narra che egli rifiuti prestigiosi inviti dai re delle regioni limitrofe pur di essere pronto a esser d’aiuto al suo popolo.

I lunghi viaggi e il contatto con genti diverse arricchiranno certamente le sue conoscenze mediche sulle virtù di piante prima sconosciute e sulle tradizioni conservate in luoghi diversi. Ippocrate tornerà poi in patria per fondare una scuola medica dove i discepoli sono ben disposti a remunerarlo per i preziosi insegnamenti e si dedicherà allo studio dei suoi predecessori. Da molti Ippocrate è ritenuto, a torto, l’ideatore della ben nota teoria umorale, che fa coincidere la buona salute con il perfetto equilibrio di quattro umori principali.  Ebbene la grandezza di Ippocrate risiede principalmente nel non dover spiegare verità preconcette con i fenomeni osservati, ma piuttosto nel cercare un significato a ciò che si osserva utilizzando concetti derivati dalla filosofia. Egli abbraccia la dottrina di Empedocle secondo cui la materia è composta di quattro elementi: il fuoco, l’aria, l’acqua e la terra, e riconduce a essi i quattro umori in base alle loro proprietà. Inoltre contraddice la filosofia naturale della scuola jonica, molto diffusa, che riconosce un solo elemento fondamentale, il fuoco per Eraclito o l’acqua per Talete.

Numerosi sono gli scritti attribuiti a Ippocrate e raccolti ad Alessandria nel Corpus hippocraucum (III sec. a.C), tuttavia è certo che tra questi si sono aggiunti sia testi apocrifi, sia testi compilati dai figli Tessalo e Dracone e dal genero Polibio, stretti collaboratori. Certamente suoi sono gli aforismi, i quali consistono di una serie di massime e di considerazioni spesso molto razionali e illuminate. La sua terapeutica poggia sulla convinzione che:

“le malattie cagionate da ripienezza si guariscono con l’evacuazione, come quelle cagionate da evacuazione con il nutrimento, e così gli altri morbi con i loro contrari”

Altro aforisma celebre ed ancora oggi scientificamente valido è:

“Ogni rimedio deve esser proporzionato all’importanza del morbo, quindi devesi rigettare ciascuno violento trattamento”.

Concetto quest’ultimo che avverte il medico di come esagerare nella terapia non sia quasi mai la scelta più giusta, ora fatto scontato, ma non 2400 anni fa quando molti pensavano che la teoria doveva essere sempre la più “imponente” possibile in ogni caso.

Ippocrate è l’autore del famoso giuramento ancora oggi utilizzato dai laureandi in medicina, giuramento che impegna il futuro medico ad agire per il bene del paziente e nel pieno rispetto della sua persona.

La data della morte del primo grande medico della storia umana rimane ancora oggi non del tutto chiara per le discrepanze accumulatesi nel tempo, vi sono però probabili indicazioni che sia morto a Larissa, in Tessaglia, nel 377 a.c.

Galeno di Pergamo

Claudio Galeno nasce nel 130 d.C. a Pergamo, in Asia Minore, e viene avviato ancora fanciullo agli studi scientifici dal padre Nicone, architetto assai colto. Dai quindici ai sedici anni è assiduo frequentatore dei ragionamenti tenuti da un Accademico, da uno Stoico e da alnuni Peripatetici, mentre è istruito in matematica dal padre. A diciassette anni è un sogno dello stesso padre a farlo indirizzare agli studi medici avvalendosi di celebri maestri tra cui Satiro, novus scriptor anatomiae, Stratonico, precettore ippocratico e l’empirico Eschrione. Alla morte del padre anch’egli, come Ippocrate, si sposta per completare la sua preparazione. Galeno va inizialmente a Smirne, dove segue Pelope, esperto di anatomia dei muscoli e del sistema nervoso, poi a Corinto e in ultimo si reca ad Alessandria spinto dal desiderio di vedere uno scheletro umano. Qui si fermerà a lungo apprendendo un metodo sperimentale rigoroso nell’osservazione dei fenomeni. Tornato in patria ventottenne viene nominato medico della scuola ginnica dei gladiatori, potendo così fare un’utile pratica sia di dietetica sia di chirurgia. La grande abilità e l’ancor più grande cultura spingono Galeno a un traguardo più ambizioso: cimentarsi a Roma.

Occorre sottolineare il clima storico in cui Galeno vive: siamo infatti nel momento di decadenza della Grecia, grande patria della cultura, e nel periodo di affermazione del Cristianesimo a Roma, in quel momento incontrastata capitale del mondo dal punto di vista politico, sociale, culturale, economico e religioso. A Roma Galeno ben presto acquista grande prestigio nell’alta società grazie a pubbliche conferenze mediche che tiene nel tempio della dea Pace, compiendo necroscopie e vivisezioni su animali. A questo associa una floridissima produzione letteraria che contribuirà ad estendere la sua fama oltre i confini romani. Purtroppo secondo alcuni suoi contemporanei a Galeno pare mancare l’umiltà, tanto da autocelebrare spesso i propri successi diagnostici e terapeutici in modo appariscente; ciò gli procurerà fama ma anche molta invidia, quindi molti nemici, e dopo quattro anni sarà costretto a partire improvvisamente e clandestinamente.

Nel viaggio di ritorno sosta in Campania, nelle miniere di rame a Cipro, in Palestina, sul Mar Morto e in Fenicia, prima di arrivare a Pergamo. Riparte dopo poco, chiamato da Marco Aurelio e Lucio Vero ad Aquileia, da cui però deve fuggire a causa di un’epidemia di peste che toglierà la vita a Lucio Vero. Ritorna così a Roma accompagnando Marco Aurelio e qui, medico del giovane Commodo, troverà pace e autorità.

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Galeno

La produzione scientifico-letteraria di Galeno sembra comprendere oltre quattrocento opere, di cui gran parte va purtroppo distrutta in un incendio del tempio della Pace e una parte, invece, viene tramandata ai posteri soprattutto grazie all’opera di conservazione di medici arabi medievali.

Lo scopo di Galeno è di creare un “sistema” perfetto che includa tutto, che risolva il dissidio tra la concezione di medicina come arte o come scienza. In tale sistema Galeno si basa su Aristotele da cui trae l’assioma che “tutto ciò che avviene, nel corpo dell’uomo e degli animali, ha un determinato scopo” e sostiene con forza la teoria ippocratica dei quattro elementi. L’affermazione dell’esistenza di un perché per ogni cosa che avviene è sottintesa anche nella sua fisiologia, descritta in dettaglio in alcuni dei capitoli che seguono. Il sangue, per esempio, si deve mescolare al pneuma nel cuore per essere trasportato negli organi. La grande intelligenza, la cultura e il metodo analitico di Galeno sapranno unire l’empirismo al dogmatismo nel riscrivere l’anatomia, la fisiologia e la medicina pratica e forse è proprio a causa di tali “dogmi”, che occorreranno tanti secoli per superare alcune barriere che il medico ha indirettamente creato (alcuni dogmi galenici errati sono purtroppo sopravvissuti fino al Rinascimento). Galeno morirà nel 201 d.C., ma non è chiaro se a Roma o a Pergamo.

I punti di vista di Galeno hanno dominato la medicina occidentale per tredici secoli, fino al Rinascimento, quando cominciarono lentamente ad essere messi in discussione, per esempio dall’opera di Vesalio. Dal nome di Galeno deriva la “galenica”, l’arte di preparare i farmaci da parte del farmacista in farmacia. L’espressione “farmaci galenici” (anche chiamati “preparati galenici” o “preparazioni galeniche”) è usata ancora oggi per indicare i medicinali preparati dal farmacista nel laboratorio di una farmacia, o di una parafarmacia.

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