I sintomi che presenta il paziente con asma bronchiale persistente di grado severo sono molto simili a quelli di un paziente con BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva), per cui la distinzione tra le due malattie alcune non è sempre facile, anche perché sono entrambe malattie infiammatorie croniche delle vie aeree che provocano difficoltà respiratorie.
BPCO
- insorgenza nelle età medie della vita;
- sintomi lentamente progressivi;
- storia di abitudine al fumo;
- dispnea (mancanza di respiro) da sforzo;
- limitazione al flusso nelle vie aeree scarsamente reversibile o irreversibile;
- impatto economico sul PIL italiano: circa 9 miliardi di euro;
- in Italia è la causa del 50% circa delle morti per malattie respiratorie, la mortalità è quasi 3 volte maggiore nel sesso maschile. Il Global Burden of Disease Study prevede che nel 2030 la BPCO diverrà la terza causa di morte a livello mondiale.
Asma bronchiale
- insorgenza nelle prime età della vita (spesso nell’infanzia);
- sintomi variabili di giorno in giorno, prevalenti di notte o nel primo mattino;
- presenza di allergia, rinite e/o eczema, predisposizione familiare;
- crisi dispnoiche (di mancanza di respiro) acute;
- limitazione al flusso nelle vie aeree ampiamente reversibile;
- impatto economico sul PIL italiano: circa 5 miliardi di euro;
- mortalità non elevata, diffusa ugualmente in entrambi i sessi ed in riduzione negli ultimi decenni.
Per approfondire:
- Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO): sintomi, diagnosi e cura
- Asma bronchiale in bambini e adulti: cause, sintomi e cura
Quali sono i principali sintomi dell’asma?
Nei pazienti con asma bronchiale i sintomi insorgono fin dall’età più giovanile, i pazienti hanno spesso una condizione di “atopia” (facilità a produrre anticorpi IgE cioè allergia) ed una familiarità per asma. I sintomi dell’asma variano da persona a persona e, nella stessa persona, possono variare di giorno in giorno e anche nella stessa giornata e si presentano soprattutto durante il periodo notturno o nelle prime ore del mattino.
Spesso coesiste una condizione di iperreattività bronchiale, anche se essa non è del tutto specifica, in quanto può essere presente, seppure meno frequentemente, anche nella bronchite cronica ed in altre condizioni morbose respiratorie. In genere, le crisi del respiro insorgono in modo improvviso, al contrario di quello che avviene nella BPCO. La reversibilità completa o quasi completa dell’ostruzione bronchiale (cioè l’aumento significativo del valore di FEV1 > del 12% e > 200 ml rispetto al valore di base) dopo somministrazione di broncodilatatori a rapida azione depone in favore di una diagnosi di asma bronchiale.
Livelli di gravità dell’asma bronchiale
La gravità dell’asma viene inquadrata in vari “step”:
- step 1 (intermittente);
- step 2 (lieve persistente);
- step 3 (moderato persistente);
- step 4 (grave persistente).
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Spirometria nell’asma bronchiale
- reversibilità dell’ostruzione (>VEMS 12% o 200 ml basale);
- test di bronco-provocazione positivo (Metacolina – PC20; PD20; < VEMS 20% basale);
- generalmente la capacità di diffusione del CO (DLCO) è normale.
Leggi anche: Asma bronchiale: spirometria e diagnosi differenziale
Quali sono i principali sintomi della BPCO?
La BPCO ha una insorgenza più tardiva, nelle età medie della vita, con sintomi lentamente progressivi riferiti da pazienti che normalmente sono o sono stati fumatori. L’ostruzione, il rimodellamento delle vie aeree periferiche e l’enfisema, caratteristici della BPCO, sono dovuti a un’abnorme risposta infiammatoria delle vie aeree del parenchima polmonare e alla sistemica inalazione del fumo di sigaretta o di altri fattori irritanti, come polveri, gas, vapori e infezioni ricorrenti.
Una caratteristica abbastanza tipica di questi malati è dapprima la tosse cronica produttiva, poi un aumento progressivo della difficoltà di respiro, prima in occasione di sforzi più o meno intensi e, quindi, nelle fasi più avanzate della malattia, anche a riposo. In genere, le crisi del respiro non insorgono in modo improvviso come in chi ha l’asma. La BPCO, se non adeguatamente trattata ha, sempre, un decorso peggiorativo, cosa che non accade di regola con l’asma, in particolare se seguita e trattata in maniera opportuna.
Nella maggioranza dei casi di BPCO la spirometria indica un’ostruzione bronchiale irreversibile o scarsamente reversibile (il valore del FEV1, dopo somministrazione di broncodilatatore a rapida azione, non si modifica o aumenta in misura non significativa).
Livelli di gravità della BPCO
La BPCO è stata classificata in quattro diversi livelli di gravità:
- stadio 0: soggetto a rischio, che presenta tosse cronica e produzione di espettorato. La funzionalità respiratoria risulta ancora normale alla spirometria
- stadio I: malattia lieve, caratterizzata da una leggera riduzione della capacità respiratoria
- stadio II: malattia moderata, caratterizzata da una riduzione più consistente della capacità respiratoria e da dispnea in caso di sforzo
- stadio III: malattia severa caratterizzata da una forte riduzione della capacità respiratoria oppure dai segni clinici di insufficienza respiratoria o cardiaca.
Spirometria nella BPCO
- FEV1e FEV1/FVC (<70% dopobroncodilatatore);
- ostruzione non reversibile dopo somministrazione di broncodilatatore (salbutamolo);
- volumi polmonari: aumento del VR, CFR e TLC ( intrappolamento gassoso alveolare e iperdistensione polmonare;
- DLCO è ridotta.
Terapia nell’asma bronchiale e nella BPCO
Non esistono cure capaci di guarire definitivamente l’asma, ma è possibile gestire i sintomi garantendo a chi ne soffre una vita del tutto normale. Il trattamento più efficace per l’asma può essere determinato dopo aver identificato i fattori scatenanti, come il fumo di sigaretta, la presenza di animali domestici o l’assunzione di particolari sostanze, ed eliminando quindi l’esposizione ad essi. Se ciò non fosse sufficiente, si consiglia l’uso di farmaci selezionati in base alla gravità della malattia e alla frequenza dei sintomi e l’uso di broncodilatatori. Farmaci specifici per l’asma sono classificati in categorie ad azione rapida e prolungata, e sono principalmente corticosteroidi a basso dosaggio per via inalatoria o, in alternativa, si consiglia un antagonista dei leucotrieni orale o uno stabilizzatore dei mastociti.
La terapia farmacologica per la BPCO si basa sull’utilizzo delle seguenti classi di medicinali:
- broncodilatatori: particolarmente utili nella fase acuta, quando cioè insorge una dispnea (difficoltà respiratoria) importante. In caso di BPCO lieve vengono utilizzati solo al momento del bisogno e rappresentano l’unico trattamento farmacologico necessario. Esistono broncodilatatori a durata d’azione lunga (salmeterolo, formeterolo) ed ultralunga (indacaterolo) per l’utilizzo quotidiano in caso di BPCO moderata e severa. I broncodilatatori più utilizzati appartengono alla categoria dei beta 2-agonisti; meno utilizzati sono invece le metilxantine (teofillina) e gli anticolinergici (o antimuscarinici);
- antibiotici: utilizzati per prevenire e per curare le infezioni batteriche; si rendono spesso necessari in caso di peggioramento della tosse e della quantità di espettorato (catarro);
- cortisonici: assunti esclusivamente sotto controllo medico (possono causare alcuni importanti effetti collaterali, soprattutto se assunti per via orale) vengono associati ai broncodilatatori nei casi più gravi di BPCO;
- vaccino antinfluenzale: particolarmente utile nell’evitare possibili aggravamenti della condizione.
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