L’anchiloglossia (in inglese chiamata “ankyloglossia” o “tongue-tie” o “tongue tied“, traducibile con “lingua annodata” o “lingua legata“), è un’anomalia congenita della cavità orale che consiste nella eccessiva aderenza della lingua al pavimento della bocca, con la conseguenza che i movimenti della lingua sono limitati. L’anchiloglossia, essendo congenita, è già presente alla nascita. L’anchiloglossia è anche chiamata “frenulo linguale corto” o “frenulo linguale alterato“. Il frenulo linguale è una porzione di tessuto che collega la lingua al pavimento della bocca e si trova nella porzione ventrale della lingua: lo possiamo osservare mettendoci davanti allo specchio, sollevando la punta della lingua fino a toccare il palato: il frenulo linguale ci apparirà come una pieghetta di tessuto, sottile e mobile.
Etimologia
Il termine “anchiloglossia” deriva dai termini greci ἀγκύλος (leggi “ànchilos”, che significa “curvo”) e γλῶσσα (leggi “glossa”, che significa “lingua”), ad indicare la posizione curva che può assumere la lingua a causa di un frenulo linguale alterato (vedi immagine in alto).
Epidemiologia
L’anchiloglossia interessa circa il 5 % dei neonati in Italia ed è più diffusa tra i bambini di sesso maschile. In l’Inghilterra la condizione è molto più diffusa, interessando circa il 10% dei neonati.
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Cause e fattori di rischio
L’anchiloglossia è determinata da una alterazione congenita, cioè già presente alla nascita, del frenulo linguale, che collega il pavimento della bocca alla lingua. Normalmente il frenulo è sottile, agile e dinamico, permettendo così piena mobilità alla lingua. Nell’anchiloglossia, invece, il frenulo è generalmente spesso, statico, corto, “pesante” ed in posizione anomala: ciò impedisce la normale mobilità della lingua.
Sintomi e segni
L’anchiloglossia rende difficile i movimenti della lingua, soprattutto quelli della punta della lingua. L’anchiloglossia può influenzare negativamente l’alimentazione del neonato, in particolare l’allattamento al seno, l’alimentazione dell’adulto, la capacità di parlare normalmente e l’igiene orale, con maggior rischio di sviluppare infezioni orali. La difficoltà di parlare può avere conseguenze sul lavoro, sui rapporti sociali e sulle relazioni, potendo diventare causa indiretta di depressione e fobia sociale. L’anchiloglossia può impedire alla lingua di entrare in contatto con il palato anteriore: ciò può quindi favorire una deglutizione infantile e ostacolare la progressione verso una deglutizione adulta che può provocare deformità della bocca. Può anche provocare prognatismo mandibolare: ciò accade quando la lingua entra in contatto con la porzione anteriore della mandibola con spinte anteriori esagerate. Altri sintomi e segni di anchiloglossia, possono essere:
- dolore quando si prova ad allungare troppo la lingua;
- problemi dentali;
- bruxismo;
- pianto inconsolabile nel neonato che incontra difficoltà ad alimentarsi durante l’allattamento;
- dolore alla mandibola;
- dolore all’articolazione temporo-mandibolare (ATM);
- dolori alla schiena (in particolare alla zona cervicale);
- emicranie.
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Gravità
L’anchiloglossia varia in grado di gravità, da casi lievi e spesso asintomatici o paucisintomatici, caratterizzati da bande di membrana mucosa, all’anchiloglossia completa in cui la lingua è ancorata al pavimento della bocca e non può praticamente muoversi. Nella maggioranza dei casi, tuttavia, una alterazione lieve del frenulo linguale, non determina gravi problemi. Le opinioni variano riguardo alla frequenza con cui l’anchiloglossia causi realmente problemi: alcuni ricercatori ritengono che sia raramente sintomatica, mentre altri ritengono che sia associato a una serie di problemi. Il disaccordo tra i professionisti è stato documentato in uno studio di Messner e Lalakea (2000).
Diagnosi
Secondo Horton et al. la diagnosi di anchiloglossia può essere difficile; non è sempre evidente guardando la parte inferiore della lingua, ma spesso dipende dall’ampiezza di movimento consentito dai muscoli genioglosso. Per i neonati, il semplice sollevamento passivo della punta della lingua con un abbassalingua può rivelare il problema, se macroscopico. Per i bambini più grandi, far muovere la lingua al massimo grado dimostrerà la restrizione della punta della lingua. Inoltre, la palpazione del genioglosso sulla parte inferiore della lingua aiuterà a confermare la diagnosi. Alcuni sintomi e segni di anchiloglossia rilevabili all’anamnesi ed all’esame obiettivo, possono essere difficoltà a parlare, difficoltà a mangiare, dolore quando si prova ad allungare troppo la lingua, problemi dentali in corso, dolore alla mandibola o emicranie. L’uso di una scala di gravità per l’anchiloglossia, che valuta l’aspetto e la funzione della lingua, è raccomandata dall’Academy of Breastfeeding Medicine.
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Terapie
La terapia principale per l’anchiloglossia include un intervento chirurgico di frenotomia (chiamato anche frenectomia o frenulectomia) o di frenuloplastica. Questa procedura relativamente comune può essere eseguita con laser per tessuti molli, come il laser a CO2. Una frenotomia può essere eseguita come procedura autonoma o come parte di un altro intervento chirurgico. La procedura è in genere rapida e viene eseguita in anestesia locale. Innanzitutto, l’area sotto la lingua viene intorpidita con un’iniezione di anestetico locale. Una volta che il paziente è insensibile, viene praticata una piccola incisione nel tessuto e la lingua viene liberata dal legame col frenulo. L’incisione viene quindi chiusa con suture solubili. Il recupero da una frenotomia è in genere rapido (pochi giorni) e la maggior parte dei pazienti avverte poco o nessun dolore o disagio. Spesso, però, occorrono più operazioni per il completo recupero dell’uso della lingua. Secondo Lalakea e Messner, l’intervento chirurgico può essere preso in considerazione per i pazienti di qualsiasi età con un frenulo corto e con una storia di difficoltà nel linguaggio, nell’alimentazione o di natura meccanica/sociale.
Terapie non chirurgiche
Horton et al., in base ai loro studi, sono convinti che alcuni pazienti affetti da anchiloglossia possano compensare nel loro linguaggio un range limitato di movimento della lingua, pertanto, hanno proposto trattamenti non chirurgici per l’anchiloglossia. I trattamenti non chirurgici per l’anchiloglossia sono tipicamente eseguiti da specialisti di miologia orofacciale e comportano l’uso di esercizi per rafforzare e migliorare la funzione dei muscoli facciali e quindi promuovere la corretta funzione del viso, della bocca e della lingua. Un’alternativa alla chirurgia per i bambini affetti da anchiloglossia è quella di adottare un approccio di attesa, che è più comune se non ci sono impatti sull’alimentazione. Ruffoli et al. riferiscono che il frenulo si ritira naturalmente durante il processo di crescita di un bambino tra i sei mesi e i sei anni di età, quindi è sempre bene non affrettare i tempi di un intevento chirurgico nei bambini molto piccoli.
Consigli
Consigliati, nei pazienti con anchiloglossia, una corretta igiene orale, l’uso di un puliscilingua, un frequente uso di collutorio ed una masticazione del cibo più lenta.
Per approfondire:
- Anchiloglossia: le conseguenze meccaniche e sociali del movimento anomalo della lingua
- Frenulo linguale: cos’è e cosa fare se è troppo corto
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine