Differenze tra livido, petecchia, porpora, ematoma ed ecchimosi

MEDICINA ONLINE MEDICINA TRAUMA FERITA FRATTURA CONTUSIONE LACERO CONTUSA ECCHIMOSI PELLE EMATOMA SANGUE ABRASIONE ESCORIAZIONE ROTTURA CONTINUITA INFEZIONE DANNO ARMA COLTELLO BIANCA ROSSORE ERITEMA SOLARE DIFFERENZALivido, ematoma, ecchimosi, petecchia e porpora sono tutti termini medici che si riferiscono a lesioni cutanee causate da un trauma più o meno violento che ha determinato la rottura di vasi sanguigni più o meno grandi, con conseguente emorragia ed accumulo di sangue in un tessuto o una cavità dell’organismo. Qualora il sangue fuoriuscito dai vasi sanguigni, si sia accumulato al di sotto della pelle, può determinare modificazioni visibili su quest’ultima, ad esempio chiazze cromatiche. Sebbene questi termini siano spesso usati come sinonimi, ci sono alcune differenze fondamentali tra di loro, tra cui le dimensioni della macchia, la grandezza dei vasi sanguigni lesionati, la quantità di sangue stravasato, la comparsa o meno di dolore e/o tumefazione e/o altri sintomi e segni, le cause a monte le hanno determinate.

Ematoma

Il termine “ematoma” si riferisce ad una raccolta di sangue localizzata al di fuori dei vasi sanguigni, tipica conseguenza di traumi o condizioni che hanno determinato lesione dei vasi ematici, fuoriuscita del sangue dal circolo sanguigno (emorragia) e sua concentrazione in un tessuto o in una cavità dell’organismo. In genere il sangue si presenta coagulato in tutto o in parte in relazione alle modalità e del tempo intercorso dalla emorragia. L’aspetto “esterno”, sulla pelle, di una ematoma – qualora la fuoriuscita di sangue si verifichi in prossimità della cute – varia anch’esso in funzione del tempo trascorso dall’emorragia e dell’entità dello stravaso ematico. L’ematoma ha dimensioni superiori a 2 cm: se l’ematoma ha dimensioni inferiori ai 2 cm, si parla più correttamente di “ecchimosi“. Pur se ecchimosi ed ematomi possono essere determinati da cause corrispondenti, i due termini non sono sinonimi: oltre alla differenza in fatto di grandezza prima menzionata, in caso di ecchimosi generalmente siamo di fronte ad una situazione meno grave, con lesione di capillari e piccole vene; al contrario, in caso di ematoma, ci troviamo più frequentemente di fronte a situazioni più gravi e con lesioni di vasi sanguigni più grandi, di medio o grande calibro.L’ematoma è generalmente associato a dolore, anche intenso.
Tra le cause principali di un ematoma vi sono:

  • traumi di moderata-elevata intensità, come colpi, cadute, infortuni sportivi, capaci di lacerare i vasi sanguigni;
  • rottura patologica vasi sanguigni già alterati da eventi morbosi come infezioni, tumori e vasculopatie;
  • disordini della coagulazione ematica (tra cui piastrinopenia ed emofilia);
  • terapie con farmaci anticoagulanti;
  • recente intervento chirurgico (ematoma delle ferite chirurgiche).

Un ematoma può essere più o meno grave in virtù della condizione o patologia a monte che l’ha determinato, alla quantità di sangue fuoriuscito, alla sede in cui si verifica ed alla rapidità con cui l’organismo riesce a sviluppare una emostasi spontanea.
La terapia dipende dalla causa a monte che ha determinato la comparsa dell’ematoma, dall’entità dell’ematoma e dalla sede dell’ematoma. Inalcuni casi l’ematoma va semplicemente monitorato, in altri casi serve un intervento chirurgico immediato mirato ad interrompere l’emorragia e/o ad intervenire su eventuali lesioni, ad esempio delle ossa, in altri casi ancora è sufficiente un semplice svuotamento dell’ematoma. Nei casi meno gravi, porre immediatamente una fonte fredda (ad esempio un impacco di ghiaccio) sulla parte interessata, migliora la situazione.

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Petecchia

La “petecchia” è una piccola macchia cutanea o mucosa, rossastra-violastra, piatta e rotondeggiante, causata dalla fuoriuscita di sangue dai piccoli vasi ematici cutanei. L’emorragia che porta alla petecchia è generalmente di lievissima entità, tanto che generalmente non è associata né a dolore né ad altri fastidi. La dimensione di una petecchia è generalmente compresa tra 1 e 2 millimetri e non supera i 3 millimetri. Le petecchie generalmente compaiono in gruppi. Il colore delle macchie può variare inizialmente dal rosso acceso al blu-violastro, per diventare poi, nello stadio finale, verde-giallastre. Possono essere localizzate in qualsiasi parte del corpo, tuttavia sono più frequenti negli arti inferiori o superiori. Le possibili cause che sono in grado di determinare la fuoriuscita di sangue dai piccoli vasi sanguigni, sono:

  • piastrinopenia (trombocitopenia, carenza di piastrine);
  • aumento della pressione arteriosa;
  • vasculopatie che aumentano la fragilità dei vasi sanguigni;
  • amiloidosi;
  • artrite reumatoide;
  • cellulite infettiva;
  • cirrosi epatica;
  • ebola;
  • endocardite infettiva;
  • leptospirosi;
  • leucemia;
  • pre-eclampsia;
  • rosolia;
  • scorbuto infantile;
  • shock settico;
  • sindrome di Cushing;
  • emofilia;
  • lupus eritematoso;
  • mononucleosi;
  • morbillo;
  • FANS e farmaci anticoagulanti come aspirina e warfarin;
  • carenza di vitamina K;
  • dengue;
  • endocardite batterica;
  • traumi.

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Porpora

Con “porpora” in medicina si intende la presenza di piccole macchie ematiche cutanee o mucose rossastre-violacee causate da lieve emorragia, cioè da fuoriuscita di una modesta quantità di sangue da un vaso sanguigno lesionato. Il termine “porpora” deriva dal colore purpureo che la cute assume a causa dell’accumulo anomalo del sangue. Piccole lesioni puntiniformi, generalmente di dimensioni di 1-2 millimetri, sono definite “petecchie” o “porpora petecchiale“, mentre le lesioni più grandi, comprese tra 1 e 2 centimetri, sono denominate “ecchimosi” o “lividi“. Inizialmente di colore tendente al rosso o al viola, le lesioni petecchiali nello stadio finale possono diventare verde-giallastre. La porpora può essere correlata a trombocitopenia (deficit nel numero di piatrine nel sangue), infezioni, tumori, alterata coagulazione e situazioni di stress psicofisico. Le possibili cause che sono in grado di determinare la presenza di porpora sulla cute, sono:

  • trombocitopenia (porpora trombocitopenica);
  • anemia megaloblastica;
  • cirrosi epatica;
  • fragilità dei vasi sanguigni;
  • leucemia;
  • mieloma;
  • febbre tifoide;
  • sconosciute (porpora trombocitopenica idiopatica);
  • terapia con farmaci anticoagulanti;
  • terapia con farmaci steroidei;
  • trasfusione di sangue;
  • varicella;
  • amiloidosi;
  • danni ai piccoli vasi sanguigni;
  • traumi;
  • emangioma;
  • infezioni gravi;
  • ipertensione arteriosa;
  • aumento improvviso della pressione arteriosa;
  • parto vaginale;
  • vasculite;
  • coagulazione intravascolare disseminata;
  • meningite da meningococco;
  • scorbuto;
  • splenomegalia;
  • condizioni emotive ansiose e stress cronico (porpora psicogena).

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Ecchimosi

Il termine “ecchimosi” si riferisce a uno stravaso di sangue causato nella maggioranza dei casi da un trauma contusivo, generalmente di lieve-moderata gravità, capace di danneggiare le pareti dei vasi sanguigni, senza interrompere la cute. La lesione del vaso determina fuoriuscita di sangue (emorragia) che porta ad un suo accumulo ed alla tipica manifestazione cutanea di macchia inizialmente di colore rossastro-nerastro, poi violaceo-bluastro (entro 5-7 giorni), poi verdastro-marrone-giallastro dorato (entro 7-10 giorni), per poi scomparire qualche tempo dopo (in genere un paio di settimane), quando il versamento di sangue viene riassorbito. Non tutte le zone dell’ecchimosi cambiano colore contemporaneamente: ad esempio nelle zone centrali della lesione il colore potrebbe tendere al rossastro, mentre in quelle periferiche al giallastro. Il cambiamento cromatico è correlato alla degradazione degli eritrociti fagocitati dai macrofagi: il rosso-bluastro dell’emoglobina passa al verdastro della birilubina fino a divenire emosiderina dal colore marrone-giallo dorato.
La lesione ecchimosica può avere dimensione e forma variabile ma generalmente è tonteggiante e misura tra 1 e 2 centimetri. Se l’ecchimosi supera i 2 cm, si parla di “ematoma“. L’ematoma è generalmente il risultato di lesioni maggiormente gravi e con lesione di vasi sanguigni di calibro maggiore, rispetto alle ecchimosi. Le ecchimosi sono generalmente associate a dolore.
Le ecchimosi possono essere causate da una varietà di traumi contusivi, determinati da cadute, urti, colpi e lesioni sportive. Oltre ai traumi contusivi, possibili cause della presenza di ecchimosi sono: alterazioni della coagulazione del sangue, emofilia, leucemia, trombocitopenia, flebite, lupus, scorbuto ed usop di farmaci anticoagulanti.
La terapia per le ecchimosi varia in funzione della causa a monte che le hanno determinate. Le ecchimosi, se manifestazione di un trauma contusivo di minore gravità, di solito guariscono da sole nel tempo, senza bisogno di alcun trattamento medico specifico. Per ecchimosi più importanti, ma limitate, un impacco di ghiaccio applicato rapidamente può limitare il possibile gonfiore ed il fastidio. In caso di dolore, si possono usare farmaci antinfiammatori non steroidei assunti per os (come l’ibuprofene 600 mg in compresse), sia applicare localmente – direttamente sulla superficie dell’ecchimosi – pomate analgesiche. Le ecchimosi, specie se di grande dimensioni ed associate a gonfiore ed intenso dolore che non accennano a diminuire nel tempo, potrebbero essere manifestazione di una patologia sottostante come fratture ed emorragie interne: in questo caso è consigliabile consultare il medico affinché prescriva esami di approfondimento come ecografie articolari, risonanza magnetica, radiografie o TC.

Livido

Il termine “livido” è sinonimo di ecchimosi. Ecchimosi e livido significano la stessa cosa.

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Terapie

Non esiste una unica terapia in grado di curare tutte le lesioni descritte in questo articolo: per ogni tipo di lesione, il medico dovrà indagare sui motivi a monte che l’hanno determinata e solo in base alla causa, potrà decidere una terapia specifica. Nella maggioranza dei casi, i lividi, gli ematomi, le ecchimosi e le porpore sono lesioni benigne che guariscono da sole nel tempo, tuttavia, se una di queste lesioni è particolarmente grande o dolorosa e non accenna a diminuire di intensità nel tempo, oppure se si suppone sia la spia di una patologia grave o di somministrazione errata di farmaci anticoagulanti, è importante consultare un medico.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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