Fetus in fetu: gemelli evanescenti e sindrome del gemello parassita

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO Fetus in fetu gemelli evanescenti e sindrome del gemello parassita gravidanza pancione maternità concepimentoLa gravidanza gemellare suscita sempre un certo fascino anche misterioso e così anche il legame che può intrecciarsi tra due fratelli gemelli. Le varianti delle tipologie gemellari sono diverse, si va dai cosiddetti monozigoti, a una o due placente, a dizigoti, gemelli impropri in realtà, e comprendono anche una casistica più particolare e non sempre immune da problemi o esiti nefasti come quella rappresentata dai gemelli siamesi. Tra questi vi sono anche casi particolari che rappresentano un’incidenza bassa come i cosiddetti gemelli evanescenti e la sindrome del gemello parassita chiamata anche condizione “fetus in fetu”.

Gemello evanescente (o scomparso)

Nel caso di gemelli evanescenti, pur cominciando la gravidanza come multipla, uno dei due embrioni muore nella prima fase della gestazione, cioè uno dei due gemelli viene assorbito dall’altro e scompare, per questo viene definito evanescente, cioè che si dilegua a poco, a poco. Un gemello assume dunque uno sviluppo dominante a discapito dell’altro, il co-gemello recessivo cessa di svilupparsi e tale processo viene anche definito come “riassorbimento fetale”. Può accadere che, durante lo sviluppo primario da embrione a feto, uno dei due riceva un apporto di sangue insufficiente e lo sviluppo non avvenga in modo completo, il feto assume così un aspetto mummificato, definito papiraceo (QUI una immagine esplicita).

Gemello parassita

Un’altra anomalia embrionale è quella del gemello parassita. A differenza dei gemelli siamesi (in cui entrambi i feti continuano lo sviluppo), uno cessa lo sviluppo durante la gestazione ed è vestigiale di un gemello individuale per lo più completamente formato, altrimenti sano. Il gemello non sviluppato è definito come “parassita”, piuttosto che siamese, perché è formato in modo incompleto o totalmente dipendente dalle funzioni corporee del gemello indipendente (chiamato “autosita”). L’incidenza sembra essere maggiore tra gli individui maschi e si presenta in un caso su 500.000 nati vivi. Il feto così “prigioniero” del fratello avrà dimensioni ridotte e sarà malformato, generalmente presenterà una colonna vertebrale con gli arti superiori e inferiori solo abbozzati. Non sono normalmente presente encefalo e cuore ma vi è un organizzazione elementare degli organi interni riconoscibili. A volte il gemello parassita può “penzolare” fuori dal corpo del gemello indipendente. L’individuazione di questa condizione generalmente avviene durante le indagini ecografiche, ma anche dopo la nascita. Per essere certi che il fratello sano non subisca eventuali problematiche, si ricorre all’asportazione chirurgica del gemello parassita.

Generalmente la prognosi è buona e permette di riprendere una vita normale. I casi più gravi presentano una localizzazione intracranica che può volgere a leggeri problemi di tipo neurologico associati alla rimozione. A volte il gemello vitale può andare incontro a disturbi legati alla presenza del suo gemello parassita, ad esempio ritenzione urinaria o dispnea, determinati in base alla posizione, anche se la presenza è statisticamente più riscontrabile nell’addome. Il soggetto presenta allora dolori addominali sempre più forti ed un addome decisamente più grande e gonfio del normale, il gemello parassita infatti, seppur lentamente, può continuare a crescere a livello tissutale e comprimere gli organi del fratello ospite fino a creare seri problemi anche respiratori.

In alcuni casi il gemello parassita può essere completamente asintomatico e rimanere “nascosto” per anni, ci si trova così di fronte a casi emblematici al limite con l’incredibile di gemelli parassiti individuati anche dopo molti anni di distanza, anche fino a 47 anni dopo la nascita. Anche il peso è variabile, dai 13 grammi fino ai 2 chili, distribuiti su 20 e più centimetri.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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