
Una bimba prematura di 26 settimane dal peso di 990 grammi
Si definisce “parto pretermine” o “prematuro” un parto il cui travaglio ha luogo tra la 22ª e la 37ª settimana completa di gestazione: in questo caso il neonato è detto “pretermine” o prematuro” e le sue possibilità di sopravvivenza si riducono tanto più precoce è stato il parto. Oltre ad un ridotta possibilità di sopravvivenza, il bimbo prematuro ha più elevato rischio di sviluppare una serie di patologie e condizioni, tanto più superiore quanto più è stata precoce la data del parto.
Parti pretermine: quanto sono diffusi?
La frequenza di parti pretermine è dell’ordine del 4-10% di tutte le gravidanze. Il periodo tra la 24ª e la 32ª settimana comprende l’1-2% ma il 65% di tutte le morti. La mortalità perinatale è un indicatore dello stato socio-economico e assistenziale di una nazione.
Cause di parto prematuro
Il parto prematuro può verificarsi a causa di svariate patologie e condizioni, tra queste l’eziologia infiammatorio/infettiva è la probabilmente la più diffusa. Tali modificazioni avverrebbero soprattutto alla giunzione deciduo-coriale (metabolicamente molto attiva) che, producendo interleuchine, farebbe scatenare l’aumento delle prostaglandine locali con successiva contrazione prematura dell’utero. Inoltre, in risposta allo stress il feto produce cortisolo che, arrivando al liquido amniotico, incrementerebbe ulteriormente la produzione di interleuchine e prostaglandine, alimentando così un circolo vizioso. Le pazienti con parto pretermine presentano più spesso vaginosi batteriche e un’alta concentrazione nel liquido amniotico di interleuchine e prostaglandine. Tuttavia, solo raramente sono presenti segni di infezione sistemici (febbre, aumento della VES…). Altri fattori eziologici coinvolti sono l’impianto anomalo, una placentazione non corretta, una placenta piccola o con trombosi al suo interno oppure una pre-eclampsia). Un ruolo potrebbe averlo, inoltre, l’alterazione dell’orologio biologico che regola l’inizio della contrazione uterina.
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Cause e fattori di rischio
Di seguito un elento di cause e fattori di rischio che rendono più probabile un parto pretermine:
- malformazioni dell’utero;
- gravidanze gemellari;
- grave sottopeso della madre durante la gravidanza;
- incontinenza cervicale;
- distacco di placenta;
- eccesso di contrattilità uterina;
- eccesso di liquido amniotico (polidramnios);
- età della madre inferiore a 20 anni;
- età della madre superiore ai 38 anni;
- fibromi uterini;
- fumo di sigaretta (anche passivo);
- alcol;
- uso di droghe;
- gestosi;
- infezioni vaginali asintomatiche;
- iposviluppo del feto;
- malattie infettive;
- infezioni placentari asintomatiche;
- stress intenso.
Diagnosi di rischio di parto prematuro
Diagnosi di rischio di un parto pretermine (criterio necessario): più di quattro contrazioni al minuto o più di otto in un’ora e almeno uno dei seguenti segni:
- raccorciamento del collo maggiore dell’80% (se minore di 2,5 cm la minaccia è avanzata);
- rottura delle membrane;
- dilatazione maggiore di 2 cm;
- dopo un’ora la clinica della donna è modificata;
- presenza di fibronectina.
Diagnosi di rottura prematura delle membrane:
- ecografia;
- esame speculare;
- pH vaginale (basico);
- fibronectina vaginale.
Trattamento del neonato prematuro
Il trattamento del pretermine viene effettuato all’interno dei reparti di terapia intensiva neonatale dove il bimbo viene solitamente trasferito in una incubatrice neonatale, la quale riproduce condizioni simili a quelle della vita intrauterina, assicurando al neonato il giusto grado di ossigenazione, temperatura, umidità, nutrimento, fino a quando non sia in grado di sopravvivere autonomamente nelle normali condizioni ambientali.
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Risvolti psicologici per la madre di neonato prematuro
La nascita di un bimbo pretermine ha un forte impatto psicologico sulla coppia di genitori, specie per la madre, che può sentirsi responsabile – anche se inconsciamente – del parto prematuro. Sentimenti come shock, disperazione, rabbia, senso di frustrazione e di colpa richiedono spesso lunghi tempi di accettazione ed elaborazione. Per esempio in una ricerca pubblicata su JAMA Pediatrics si è riscontrato che nelle settimane immediatamente dopo la nascita dei loro bambini, il 40% delle madri e il 36% dei padri ha sperimentato sintomi clinicamente significativi di depressione. Questo comparato con solo il 6% delle madri e il 5% dei padri di bambini sani, nati a termine della gestazione. La maggior parte dei reparti di terapia intensiva neonatale dispongono di psicologi per aiutare i genitori a superare queste difficoltà, specie se il bambino prematuro non è sopravvissuto: in questi casi la cura consigliata ad i genitori è la psicoterapia.
Prevenzione del parto prematuro
- riposo a letto;
- evitare stress intensi;
- dieta ed idratazione corretta;
- stile di vita sano;
- evitare fumo di sigaretta, alcol e droghe;
- identificazione precoce dei pazienti a rischio;
- terapia della vaginosi batterica (clindamicina o metronidazolo) e di altre infezioni;
- cerchiaggio della cervice uterina;
- tocolisi.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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