La frattura di una costola (più correttamente “costa”) è un infortunio abbastanza comune, che consiste nella rottura più o meno grave delle coste del torace. Spesso la rottura riguarda una costola soltanto; tuttavia, in casi particolarmente sfortunati, può interessare contemporaneamente diverse coste adiacenti (frattura multipla alle costole).
CAUSE
La causa più comune della frattura alle costole è un forte trauma al torace.
Traumi d’intensità tale da rompere una o più coste possono verificarsi in occasione di un incidente stradale, di una caduta o di di uno scontro di gioco durante la pratica di un’attività sportiva.
In aggiunta agli eventi traumatici, possono causare una frattura alle costole anche:
- Una tosse molto forte. Può sembrare strano, ma colpi di tosse particolarmente violenti possono portare alla rottura delle ossa che costituiscono la gabbia toracica.
- Un movimento ripetitivo, svolto sul luogo di lavoro o durante uno sport. In questi frangenti, i medici parlano più propriamente di frattura alle costole da stress. Due possibili attività sportive che possono indurre una frattura alle costole da stress sono il golf e il canottaggio.
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FATTORI DI RISCHIO
Tra i fattori di rischio di una frattura alle costole, rientrano:
- L’osteoporosi. L’osteoporosi è una malattia sistemica dello scheletro, che provoca un forte indebolimento delle ossa. Tale indebolimento scaturisce dalla riduzione della massa ossea, che, a sua volta, è conseguenza del deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo.
Pertanto, le persone con osteoporosi sono più predisposte alle fratture, perché hanno ossa più fragili del normale. - La partecipazione a sport di contatto. Praticare sport in cui è previsto il contatto fisico è ad alto rischio di fratture, non solo a livello degli arti inferiori o superiori, ma anche a livello del torace.
Gli sportivi più a rischio sono i giocatori di rugby, calcio, football americano, hockey su ghiaccio e pallacanestro. - Le lesioni neoplastiche delle costole. Un tumore maligno, con origine in una costola, indebolisce quest’ultima, rendendola più fragile e particolarmente suscettibile alle fratture.
EPIDEMIOLOGIA
Le costole che più spesso subiscono una frattura sono quelle situate al centro della gabbia toracica.
Le fratture delle costole superiori (prima e seconda) sono di solito successive a traumi facciali o colpi alla testa.
Sintomi e complicazioni
Il sintomo caratteristico della frattura è il dolore localizzato in corrispondenza del punto di rottura ossea. La sensazione dolorosa varia da paziente a paziente, a seconda della posizione, del numero di costole interessate e della tolleranza individuale al dolore.
PARTICOLARITÀ DEL DOLORE
Il dolore post-frattura alle costole tende a peggiorare in alcune particolari circostanze:
- Quando il paziente respira profondamente.
- Con la compressione della zona toracica infortunata.
- Con i movimenti di torsione e piegatura del corpo.
Se, a causa di un dolore molto intenso, il paziente non riesce a respirare in maniera normale, ha la tendenza a soffrire di:
- Fiato corto
- Mal di testa
- Vertigini, giramenti di testa, stanchezza e/o sonnolenza
- Ansia e irrequietezza
SE LA FRATTURA È DOVUTA A UN TRAUMA
Spesso, quando all’origine della frattura c’è un trauma, sull’area toracica coinvolta nell’impatto compaiono due segni che non passano certo inosservati: gonfiore ed ematoma.
SE LA FRATTURA È MULTIPLA: POSSIBILI RISCHI
Se la frattura alle costole è multipla, può portare all’instaurarsi di una condizione medica potenzialmente mortale, identificata con il termine “volet costale“. A tale proposito leggi anche: Frattura costale multipla, volet costale e pneumotorace
QUANDO RIVOLGERSI AL MEDICO?
Se avvertono un dolore forte e permanente e se hanno problemi di respirazione, le persone vittime di forti traumi toracici dovrebbero rivolgersi al proprio medico o recarsi al più vicino centro ospedaliero.
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COMPLICAZIONI
Se grave o non trattata, la frattura di una o più costole può comportare diverse complicazioni, tra cui:
- Lesione dei vasi sanguigni toracici più importanti. Ciò ha luogo quando la rottura interessa le prime tre paia di costole superiori. A recare danno all’aorta o agli altri grossi vasi del torace è uno dei due monconi ossei appuntiti, risultanti dalla frattura.
- Lesione a carico di uno dei polmoni. Le costole che, se fratturate, possono danneggiare i polmoni sono quelle situate a metà della gabbia toracica. Come in precedenza, a “pungere” i polmoni è uno dei due monconi ossei appuntiti, che si creano dopo la rottura scomposta dell’osso.
La principale conseguenza di una costola che lede un polmone è il collasso del polmone stesso, dovuto all’ingresso di aria e sangue nella cavità pleurica. In medicina, tale condizione è nota anche come pneumotorace (PNX). - Lesione a carico di milza, fegato o reni. Questi tre organi sono a rischio di danneggiamento quando la frattura interessa le costole inferiori ed è tale da creare delle estremità molto appuntite.
- Polmonite e altri disturbi a livello polmonare. L’incapacità di respirare profondamente, perché tale azione provoca dolore, può portare all’insorgenza di un’infiammazione polmonare anche grave.
Differenze rispetto alla costola incrinata
L’aspetto sintomatologico che maggiormente differenzia la frattura di una costola dall’incrinatura è il fatto che, nel secondo caso, non esiste il rischio di una lesione agli organi interni del torace.
Diagnosi
In genere, l’iter diagnostico per l’individuazione di una frattura alle costole prevede, per prima cosa, un accurato esame obiettivo e, in secondo luogo, l’esecuzione di una serie di esami strumentali, in alcuni casi anche alquanto invasivi.
Poiché una costola fratturata può comportare alcune pericolose complicanze, diagnosticarne correttamente la presenza è molto importante.
Ciò spiega per quale motivo i medici, in presenza di un dolore costale, sono particolarmente scrupolosi nel voler capire l’esatta causa del quadro sintomatologico presente.
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ESAME OBIETTIVO
Durante l’esame obiettivo, il medico visita il paziente, ricercando eventuali segni clinici esterni (ematomi, gonfiore ecc), e lo interroga sui sintomi:
- In che cosa consistono?
- A seguito di quale evento sono comparsi?
- Quali movimenti o gesti ne acuiscono l’intensità?
Domande di questo genere permettono di capire, a grandi linee, il problema di base e che cosa l’ha provocato. Dopo il questionario, l’esame obiettivo termina con la palpazione della zona dolorante (per vedere qual è la risposta del paziente), l’auscultazione dei polmoni e del cuore (alla ricerca di eventuali suoni anomali) e l’analisi del capo, del collo, del midollo spinale e del ventre.
ESAMI STRUMENTALI
Gli esami strumentali sono fondamentali, in quanto le informazioni che forniscono permettono il raggiungimento di una diagnosi finale corretta e sicura.
Tra le procedure prescritte, possono rientrare:
- Raggi X. Permettono di individuare la maggior parte delle fratture alle costole.
Infatti, presentano dei limiti solo in presenza di fratture costali “fresche” e non nette.
I raggi X sono radiazioni ionizzanti nocive per la salute; tuttavia è bene ricordare che la dose di tali radiazioni è minima. - TAC. Fornisce una serie di immagini tridimensionali, che riproducono molto chiaramente l’anatomia interna del corpo.
È molto utile per analizzare non solo le ossa dell’intera gabbia toracica, ma anche lo stato di salute dei vasi sanguigni toracici, dei polmoni e degli organi addominali.
Si basa sull’utilizzo di quantitativi non trascurabili di radiazioni ionizzanti. - Risonanza magnetica nucleare (RMN). È un esame radiologico che prevede l’esposizione del paziente a campi magnetici del tutto innocui, senza bisogno di radiazioni ionizzanti nocive.
Come la TAC, è utile per valutare una vasta gamma di elementi: costole, vasi sanguigni passanti per il torace, polmoni e organi dell’addome. - Scintigrafia ossea. È un esame di medicina nucleare molto sensibile, in quanto mostra qualsiasi alterazione ossea, anche la meno evidente.
Proprio per la sua sensibilità, i medici la prescrivono quando sospettano fratture minime, poco visibili mediante i precedenti esami strumentali. Fratture siffatte sono quelle che può provocare un gesto ripetitivo o un forte colpo di tosse.
Purtroppo, è una tecnica diagnostica alquanto invasiva. Infatti, prevede l’iniezione venosa di un farmaco radioattivo.
Trattamento
La terapia che i medici adottano in caso di costola fratturata prevede riposo, applicazione di ghiaccio sulla zona dolente e assunzione di farmaci antidolorifici. Tra gli antidolorifici più prescritti, rientrano l’aspirina, i derivati dell’aspirina e l’ibuprofene.
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IMPORTANZA DI RIDURRE IL DOLORE
La pianificazione di una cura farmacologica che riduca il dolore ha un’importanza terapeutica fondamentale. Infatti, dopo la riduzione della sensazione dolorosa, il paziente riesce nuovamente ad eseguire respiri profondi e ciò riduce fortemente il rischio di polmonite.
PREVENIRE LE POLMONITI
Per prevenire l’insorgenza di polmoniti, i medici consigliano di tossire o compiere un respiro profondo una o due volte ogni ora.
Prognosi
Attenendosi alle raccomandazioni e ai consigli del medico, una frattura alle costole guarisce in genere nel giro di 6-8 settimane.
Prevenzione
Indossare sempre il giusto equipaggiamento sportivo, arredare la propria residenza in modo da minimizzare il rischio di caduta e assumere le giuste quantità di calcio con la dieta, sono le tre principali indicazioni mediche per prevenire (o comunque ridurre fortemente il rischio di) una frattura alle costole.
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Lo Staff di Medicina OnLine
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