Differenze tra posizione di Fowler, semi-Fowler, Fowler alta, Fowler bassa

MEDICINA ONLINE POSIZIONE DI FOWLER SEMI FOWLER ALTA E BASSA ANGOLO DIFFERENZE GRADI SCHIENALE RIALZATO FOWLER POSITION

Con “posizione di Fowler” o “posizione del Fowler” o “decubito semiortopnoico” o “decubito semiseduto” (in inglese “Fowler’s position”) in medicina si intende una Continua a leggere

Differenza tra rotazione e torsione

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma TORSIONE TESTICOLO FUNICOLO SINTOMI CURE Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene VagiCon “rotazione” si indica il movimento che compie un corpo che segue una traiettoria circolare. Una figura posta su un Continua a leggere

Scoliosi lieve e grave in adulti e bambini: cure e rimedi

MEDICINA ONLINE SCHIENA COLONNA VERTEBRALE VERTEBRE SCOLIOSI LORDOSI CIFOSI FISIOLOGICO PATOLOGICO ASSE POSTURALE ATTEGGIAMENTO SCOLIOTICO POSTUROLOGIA ESERCIZI RIMEDI BAMBINO ZAINO PESO CONVESSO CONCAVO BUSTO CHIRURGIALa scoliosi è una forma di dismorfismo che – alterando le normali curvature della schiena – implica una complessa curvatura laterale e di rotazione della colonna vertebrale, la quale porta a deformazione della schiena ed alterazioni della componente muscolare dal momento che la colonna scoliotica contiene muscoli atrofici ad un lato e muscoli ipertrofici dall’altro. L’altezza dei dischi intervertebrali e delle vertebre diminuisce dal lato concavo della flessione: il corpo vertebrale diventa cuneiforme.

Cause di scoliosi

Si stima che, approssimativamente, il 65% dei casi di scoliosi sia idiopatica, circa il 15% siano congenite e circa il 10% siano secondarie a una patologia neuromuscolare (dopo poliomielite, distrofie muscolari, ecc.).

Scoliosi idiopatica

La scoliosi idiopatica è una condizione che perdura per l’intera vita, ma non influenza negativamente la speranza di vita degli individui affetti. Attualmente la scoliosi idiopatica dell’adolescente è generalmente considerata come originata da cause multifattoriali, anche se si ritiene che vi giochino un ruolo fattori genetici. Varie cause sono state implicate, nessuna delle quali ha raccolto il consenso degli scienziati quale causa della scoliosi, sebbene sia ampiamente accettato il ruolo di fattori genetici nello sviluppo di questa condizione. In uno studio, ad esempio, il gene CHD7 è stato associato a una forma idiopatica di scoliosi. In uno studio del 2006, tre polimorfismi di microsatelliti del gene MATN1 (responsabile della codifica della proteina Matrilin 1, cartilage matrix protein) costituiti, rispettivamente, da 103, 101, e 99 coppie di basi, sono stati messi in relazione alla scoliosi idiopatica.

Scoliosi congenite e secondarie

Forme congenite della scoliosi possono essere fatte risalire a malformazioni della spina tra la terza e la sesta settimana in utero. È il risultato sia di una incompleta formazione, sia di una mancanza di segmentazione, sia di una combinazione di entrambi. Scoliosi secondarie a patologie neuromuscolari possono svilupparsi durante l’adolescenza, come nel caso della sindrome del midollo spinale legato .

Segni e sintomi

Il segno principale della scoliosi è la classica alterazione della naturale curvatura della colonna vertebrale. Alcuni gravi casi di scoliosi possono portare a vari segni e sintomi come una diminuzione della capacità polmonare, a pressioni patologiche sul cuore ed alterazione in alcuni movimenti.

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Condizioni associate

La scoliosi è talvolta associata ad altre condizioni, come la Sindrome di Ehlers-Danlos, sindrome di Charcot-Marie-Tooth, sindrome di Prader-Willi, osteogenesi imperfetta, cifosi, paralisi cerebrale infantile, atrofia muscolare spinale, distrofia muscolare, disautonomia familiare, sindrome di CHARGE, atassia di Friedreich, sindrome dell’X fragile, sindrome di Proteo, spina bifida, sindrome di Marfan, neurofibromatosi, connettivite indifferenziata, ernia diaframmatica congenita, disturbi dell’asse craniospinale (ad esempio, la siringomielia, sindrome da prolasso valvolare mitralico, malformazione di Arnold-Chiari), e sindrome di banda amniotica.

Diagnosi di scoliosi

I pazienti che presentano scoliosi vengono inizialmente esaminati per determinare se la deformità è una causa sottostante. Durante l’esame, al paziente viene chiesto di mettersi a petto nudo e di piegarsi in avanti. Questo è noto come test Adams con il piegamento in avanti e viene spesso effettuato sugli studenti. Se si nota un rilievo, si ha la possibilità che sia presente una scoliosi e quindi il paziente viene inviato a compiere un esame radiologico per confermare la diagnosi. Viene, in seguito, valutata la capacità di deambulazione del paziente e si controlla la presenza di altre anomalie (ad esempio, spina bifida, nevi pelosi, lipomi o emangioma). Viene eseguito, inoltre, un approfondito esame neurologico. Quando si sospetta scoliosi, vengono effettuate delle radiografie, in carico, complete della colonna, sia in antero-posteriore che in laterale. I raggi X sono solitamente utilizzati per valutare le curve di scoliosi, la cifosi e la lordosi, in quanto questi ultimi possono essere presenti frequentemente nei soggetti con scoliosi. La radiografia, su tutta la lunghezza della colonna vertebrale in piedi, è il metodo standard per la valutazione della gravità e della progressione della scoliosi, e permette, inoltre, di valutare se è congenita o idiopatica. Nei soggetti in crescita, si possono eseguire una serie di radiografie in intervalli che vanno dai tre ai 12 mesi, per seguire la progressione della curva, e in alcuni casi, si può completare l’indagine con una risonanza magnetica per valutare il midollo spinale.

Angolo di Cobb

Il metodo standard per valutare quantitativamente la curvatura è la misura dell’angolo di Cobb. Questo è l’angolo tra due linee, perpendicolari alla faccia superiore dell’ultima vertebra coinvolta superiormente e alla faccia inferiore dell’ultima vertebra coinvolta inferiormente. Per i pazienti con due curve, gli angoli di Cobb sono calcolati per entrambe le curve.

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I progressi del trattamento della scoliosi in una giovane paziente

Trattamento

La ricerca scientifica ha dimostrato che in una malattia muscolo-scheletrica come la scoliosi tutti i trattamenti (dai corsetti alla chirurgia) causano una disabilità psicologica, fisica e funzionale (transitoria nel caso del corsetto e permanente nel caso della chirurgia). Un buon approccio conservativo basato sull’uso di esercizi specifici cerca quindi di compensare o, se possibile, prevenire un simile danno secondario e mira a prevenire la progressione della scoliosi e il conseguente uso del corsetto. Come diceva Sibilla “le scoliosi andrebbero trattate un gradino per volta, ma il problema è cominciare con il gradino giusto”. In questa ipotetica scala, se il disallineamento della colonna è molto lieve, l’inizio del trattamento può prevedere la sola osservazione, oppure, in casi che necessitano un trattamento correttivo, la scelta degli esercizi, che, se non sufficienti, verranno affiancati all’uso del corsetto (di diversa tipologia e con diverso dosaggio, a seconda della gravità della situazione), con l’obiettivo finale di evitare l’intervento chirurgico. Fra i più conosciuti metodi di trattamento con esercizi ce ne sono alcuni che sono rimasti immutati (Mézières, Sohier, Klapp o Dobomed) ed altri (Schroth, RPG, SEAS) che sono cambiati nel tempo sulla spinta delle nuove proposte degli autori che propongono l’approccio.

Corsetti e busti

Quando, nelle forme un po’ più gravi, verrà applicato al paziente il corsetto o il busto in gesso, un esercizio al fine di mobilizzare la curva, sarà lo sgusciamento, e possibili esercizi isotonici e isometrici, da svolgere durante tutta la giornata. Importante è l’incremento della capacità respiratoria, con esercizi di ginnastica, al fine di rieducare la respirazione del paziente nell’apparecchio gessato. Se il corsetto o il busto in gesso sono adatti al problema della persona ci sarà miglioramento oppure la situazione rimarrà statica, invece se non sono adatti al problema potrebbe verificarsi un peggioramento e anche una rotazione. I corsetti si classificano in inamovibili e amovibili. Tra i corsetti inamovibili, troviamo il Risser e il modello E.D.F. Tra i corsetti amovibili più utilizzati, troviamo il corsetto Sforzesco, il corsetto Milwaukee, il corsetto Boston, il corsetto Lapadula, il Lionese, il Riviera e lo Cheneau.

Trattamento chirurgico

Da alcuni la chirurgia viene indicata nei casi in cui gli altri rimedi non abbiano portato a miglioramenti e soltanto quando la curva scoliotica raggiunga i 45-50°. Ad alcuni adolescenti viene proposto l’intervento dopo aver indossato corsetti in gesso ed in plastica per più di sei anni.

L’intervento viene effettuato prima dei diciotto anni d’età e consiste in un innesto nella zona bersaglio di tessuto osseo, autoplastico endogeno o esogeno (banca dell’osso), per correggere il tratto anormale e portare alla maturazione della artrodesi. Se l’intervento viene effettuato prima dei diciotto anni d’età significa che il consenso viene dato dai genitori e non dal soggetto interessato che raggiunta l’età adulta potrebbe rammaricarsi dell’evento. Dopo l’intervento si può ottenere un incremento notevole della statura, più il soggetto è alto più consistente sarà l’aumento, post-operatorio, di cm dovuto al recupero della deviazione della colonna vertebrale. Il dolore post-operatorio è elevato ma parzialmente controllabile.

Esiste un trattamento neurochirurgico eziologico, la Sezione del Filum terminale, che elimina la causa e arresta o riduce l’evoluzione ulteriore della curvatura scoliotica. Tutto ciò è indicato nei casi di scoliosi idiopatica in cui si conferma, con un esame completo di Risonanza Magnetica della colonna, che la patologia è dovuta alla forza di trazione anomala provocata dal legamento del Filum terminale, quando questo è eccessivamente teso (nella maggior parte dei casi per motivi congeniti). Il trattamento di Sezione del Filum terminale nella Scoliosi Idiopatica si applica anche qualora non associata a Sindrome d’Arnold Chiari I e/o Siringomielia: arresta l’avanzare della scoliosi quando ancora non vi influisce anche la forza di gravità (sotto i 40-50 gradi di curvatura), e previene alcuni rischi e complicazioni della fissazione vertebrale quando la scoliosi è già superiore a 50 gradi ed è necessario stabilizzare la colonna successivamente.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Differenza tra costole e vertebre

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Le costole (coste)

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La colonna vertebrale e le sue vertebre

Vertebre e costole (o più correttamente “coste”) sono ossa importanti del nostro corpo, poiché costituiscono la gabbia toracica e contribuiscono alla stabilità dello scheletro. La gabbia toracica è formata dalle cartilagini costali, dallo sterno, dalle coste e dalle vertebre toraciche, così suddivise:

  • posteriormente, 12 vertebre (vertebre toraciche);
  • latero-anteriormente, 12 paia di costole (o coste);
  • anteriormente, le cartilagini costali e un osso chiamato sterno.

Le 12 vertebre toraciche formano (assieme alle 7 cervicali, 5 lombari, 5 sacrali e 3 coccigee) la colonna vertebrale o rachide o spina dorsale, che è il principale sostegno del corpo umano. Dalla colonna vertebrale partono le 12 paia di costole: ogni paio di costole origina infatti da una delle 12 vertebre toraciche.

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Costola incrinata: cause, sintomi, diagnosi, terapia e tempi di recupero

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma COSTOLA INCRINATA SINTOMI TEMPI DI RECUPERO Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Pene.jpgUna costola si dice “incrinata” quando – principalmente in seguito a un trauma nella zona del torace – risulta essere indolenzita, specialmente durante gli atti di respirazione profonda. A volte l’incrinatura è anche più estesa, interessando anche i muscoli intercostali, quelli che sono frapposti fra costola e costola. Per poterla diagnosticare correttamente, oltre all’anamnesi ed all’esame obiettivo, è opportuno procedere con alcuni esami strumentali di tipo radiologico.

Cause

L’incrinatura della costola (in medicina più correttamente denominata “costa“) è in genere la conseguenza di un trauma diretto o – meno frequentemente – indiretto, alla gabbia toracica. Ad esempio una costa si può incrinare in seguito ai colpi che è possibile ricevere al torace durante la pratica di un’attività sportiva, agli incidenti automobilistici, a quelli domestici o, perfino, ai contraccolpi al torace di una tosse violenta o di lunga durata. Un mio paziente una volta si incrinò una costa stando seduto su una sedia dotata di robusti braccioli: il mio paziente si piegò lateralmente e velocemente su di un lato ed il suo torace sbattè su un bracciolo. Questo per farvi capire che anche banali gesti quotidiani possono risultare in un trauma alla gabbia toracica che può incrinare una o più costole adiacenti.

Leggi anche: Differenza tra costola incrinata e rotta

Sintomi e segni

Quando una costola si incrina, si determina una infiammazione che genera dolore e, a volte, anche gonfiore ed ematoma, in corrispondenza dell’area traumatizzata. Il dolore tipico della costola incrinata è generalmente intenso, ma quando il busto è fermo in posizione di riposo, è in molti casi del tutto assente. Il dolore in genere compare o peggiora durante il compimento di alcune azioni, come:

  • il respiro profondo;
  • la compressione della zona toracica infortunata;
  • i movimenti di torsione e di piegatura del corpo;
  • gli sforzi a livello dell’addome e del torace;
  • tossire;
  • starnutire;
  • singhiozzare;
  • “tirare” il naso;
  • urinare;
  • defecare;
  • emettere gas intestinali;
  • sbadigliare;
  • mangiare esagerate quantità di cibo e liquidi.

L’eventuale presenza di una massa anomala (ad esempio un tumore) a livello di torace e/o addome, può aumentare la sensazione dolorosa. Il dolore in genere aumenta di intensità la notte ed è estremamente fastidioso in quanto rende spesso impossibile dormire sul fianco della zona traumatizzata, inoltre anche il semplice cambiare posizione, può generare dolore.

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Diagnosi

La presenza della costola incrinata determina sintomi e segni molto simili a quelli prodotti da una costola fratturata. Per cercare di giungere a una corretta diagnosi, al medico saranno richieste un’attenta anamnesi (raccolta dei dati del paziente, delle sue abitudini, di altre sue patologie e soprattutto del tipo di evento che ha fatto scaturire il dolore) un esame obiettivo che indaghi a fondo la zona traumatizzata e l’uso di esami strumentali di tipo radiologico, come la radiografia, la TC e la risonanza magnetica nucleare.

Terapia

La terapia prevista per le costole incrinate consiste principalmente nel riposo, con applicazione di ghiaccio sulla zona dolorante e con l’assunzione di paracetamolo (Tachipirina) o di FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei, come l’aspirina e l’ibuprofene) per diminuire il dolore, soprattutto assumendo i farmaci la sera, prima di andare a dormire, in modo che l’effetto antidolorifico si estenda a tutta la notte. L’obiettivo principale sarà quello di garantire il corretto respiro, considerando che un respiro non profondo può predisporre all’insorgenza di polmoniti e di infezioni polmonari, specie negli anziani e negli allettati cronici. In aggiunta ai farmaci antidolorifici sarà necessario mantenersi al riposo da qualsiasi attività fisica (sportiva o lavorativa) che includa torsioni e movimenti del busto. Utile l’applicazione del ghiaccio sulla zona gonfia e con l’ematoma (sono sufficienti almeno 15-20 minuti 3-4 volte al giorno) e ancora eseguire sporadici colpi di tosse “controllata” almeno una o due volte ogni ora per ridurre il rischio di polmoniti e di infezioni polmonari. È opportuno non avvolgere il torace con bendaggi, il che renderebbe ancora più difficile la respirazione profonda, non fumare e non eseguire movimenti improvvisi o sollevare pesi. In alcuni casi meno gravi, in palestra è possibile eseguire alcuni esercizi, ad esempio usando manubri per potenziare i bicipiti, purché il torace e l’addome restino fermi.

Leggi anche: Frattura costale multipla, volet costale e pneumotorace

Prevenzione

Non sempre è facile cercare di prevenire le costole incrinate, tenendo in considerazione che gli infortuni alla cassa toracica possono avvenire in diversi contesti e in differenti situazioni, alcune domestiche e quasi “banali”. È tuttavia opportuno cercare di ridurre i rischi indossando sempre l’appropriato equipaggiamento sportivo, utilizzando la cintura di sicurezza alla guida dell’auto e arredando la propria casa in maniera tale che possano essere minimizzati i rischi di caduta: si tratta infatti delle tre principali indicazioni mediche che è opportuno seguire per poter prevenire questo e altri infortuni tipici alla gabbia toracica. Quando si svolge qualsiasi movimento del torace, anche quello più banale, bisogna mettere in conto che una compressione a livello costale può esitare in una dolorosa incrinatura, quindi tale movimento deve essere eseguito con attenzione se c’è possibilità di urtare da qualche parte.

Tempi di guarigione

Di solito, se non vi sono particolari complicazioni, le costole incrinate guariscono in un arco temporale che oscilla tra le 2 e le 4 settimane. Generalmente il dolore è più intenso nella prima settimana e diminuisce gradatamente giorno dopo giorno, in particolare durante la seconda settimana. Se l’evento traumatico è piuttosto forte e vi è un interessamento dei muscoli intercostali, il processo di guarigione di una costola incrinata potrebbe essere anche molto più lungo, e in grado di durare anche un mese e mezzo od oltre, specie nei pazienti anziani oppure in quei pazienti che – nonostante le indicazioni al riposo da parte del medico – continuino a sforzare e traumatizzare la zona costale.

Rischi

I possibili rischi e complicanze legate ad una incrinatura costale, sono:

  • polmonite;
  • stipsi (a causa del dolore che avverte durante l’evacuazione delle feci, il paziente potrebbe evitare intenzionalmente di andare a bagno per più giorni di seguito e ciò può portare a costipazione);
  • infezioni delle vie urinarie (urinare potrebbe aumentare il dolore e ciò spinge il paziente a trattenere a lungo l’urina, con maggior rischio di cistite e cistouretrite).

Uno dei rischi è quello di interpretare il dolore costale come causato da una incrinatura, quando potrebbe essere invece causato da una frattura della costa.

Quando andare dal medico?

In caso di infortunio lieve, in pazienti che non presentano sintomi né segni, in particolare difficoltà respiratoria ed ematomi, non è strettamente inecessario l’intervento medico. Il parere del medico sarà necessario in presenza di:

  • sintomi e segni che possono indicare complicanze, come la dispnea e l’ematoma;
  • gravidanza;
  • paziente in età pediatrica;
  • osteoporosi grave;
  • tumore delle ossa;
  • incremento graduale del dolore al torace (anziché la sua diminuzione);
  • dolore intenso che si estende alla spalla o all’addome;
  • tosse continua;
  • febbre, che potrebbe essere correlata ad una polmonite;
  • sospetto che in realtà l’incrinatura sia una frattura costale.

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Costola rotta (frattura costale): sintomi, diagnosi e terapia

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma COSTOLA ROTTA FRATTURA COSTALE SINTOMI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgLa frattura di una costola (più correttamente “costa”) è un infortunio abbastanza comune, che consiste nella Continua a leggere

Frattura costale multipla, volet costale e pneumotorace

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma FRATTURA COSTALE VOLET COSTALE PNEUMOTORACE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Pene.jpgQuando una frattura costale è multipla, cioè interessa più coste, può portare all’instaurarsi di una condizione medica potenzialmente mortale, identificata con il termine “volet costale“.

Il volet costale consiste in un parziale o completo scollamento di un gruppo di costole dalla restante gabbia toracica. Ciò può comportare una situazione di movimento paradosso, in cui il gruppo di coste scollate compie movimenti opposti a quelli della gabbia toracica restante.

Il volet costale può risultare letale quando determina uno pneumotorace associato a grave insufficienza respiratoria. Infatti, in siffatte condizioni, i polmoni si irrigidiscono e gli atti respiratori diventano gradualmente sempre più difficili.

Secondo uno studio statistico anglosassone, ogni 13 individui che si presentano in ospedale per una frattura alle costole ve n’è uno con volet costale. Alcuni sinonimi di volet costale sono: lembo costale mobile, lembo toracico mobile e flail chest.

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Differenza tra costola incrinata e rotta

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIFFERENZA COSTOLA INCRINATA ROTTA FRATTURATA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano.jpgUna costola incrinata (incrinatura costale) o rotta (costa fratturata) è quasi sempre conseguenza di un trauma diretto alla gabbia toracica, come avviene nel caso di incidenti stradali, traumi sportivi (negli sport di contatto) o incidenti domestici (cadute ed urti contro spigoli dei mobili). Nel caso della costola incrinata perfino una tosse cronica può determinare la contusione; la rottura della costa si verifica spesso anche in persone anziane, specie se soffrono di osteoporosi. L’osteoporosi è una malattia sistemica dello scheletro, che provoca un forte indebolimento delle ossa. Tale indebolimento scaturisce dalla riduzione della massa ossea, che, a sua volta, è conseguenza del deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo. Pertanto, le persone con osteoporosi sono più predisposte alle fratture, perché hanno ossa più fragili del normale. La frattura costale può essere anche causata da lesioni neoplastiche delle costole. Un tumore maligno, con origine in una costola, indebolisce quest’ultima, rendendola più fragile e particolarmente suscettibile alle fratture.

Differenze e gravità

L’incrinatura costale è un infortunio abbastanza comune, quasi sempre di modesta gravità, in cui la costa rimane integra e rimane nella sua sede naturale. Invece la frattura costale può, in alcuni casi, rappresentare una urgenza medica, dal momento che la costa si rompe (anche in più pezzi), può spostarsi dalla sua posizione naturale, lesionare la cute e può potenzialmente causare emorragie e determinare danni gravi gli organi interni, specie i polmoni. Se la frattura alle costole è multipla, può portare all’instaurarsi di una condizione medica potenzialmente mortale, identificata con il termine “volet costale”.  A tale proposito leggi anche: Frattura costale multipla, volet costale e pneumotorace

Sintomi e segni

In entrambi i casi il sintomo principale è il dolore, associato a gonfiore e formazione di un ematoma, tuttavia nel caso della costola incrinata essi sono generalmente di minore entità. Il dolore che caratterizza una costola incrinata ed una costola rotta tende a peggiorare in alcune particolari circostanze:

  • Quando il paziente respira profondamente.
  • Con la compressione della zona toracica infortunata.
  • Con i movimenti di torsione e piegatura del corpo.
  • Quando il paziente dorme dalla parte della zona traumatizzata.

Se, a causa di un dolore molto intenso, il paziente fatica a respirare in maniera normale, può sviluppare:

  • dispnea;
  • mal di testa;
  • vertigini;
  • giramenti di testa;
  • senso di stanchezza;
  • sonnolenza ricorrente;
  • ansia.

Leggi anche:  Caviglia slogata (distorsione) e gonfia: cosa fare? Fasciatura ed altri rimedi

Diagnosi

Nel dubbio se si tratti di costola incrinata, con microfratture o rotta, si procede con le indagini strumentali:

  • I raggi X. In genere, permettono di stabilire con facilità se una costola è solo incrinata oppure fratturata. Risultano poco chiari soltanto in presenza di fratture lievi, non nette.
  • La TAC. Fornisce una serie di immagini tridimensionali, che riproducono molto chiaramente l’anatomia interna del corpo.
    È molto utile per escludere la presenza di una frattura. Infatti, permette di valutare non solo le ossa della gabbia toracica, ma anche lo stato di salute dei vasi sanguigni toracici, dei polmoni e degli organi addominali che potrebbero essere stati lesionati in caso di frattura costale.
  • La risonanza magnetica nucleare (RMN). Come la TAC, è utile per valutare una vasta gamma di elementi: costole, vasi sanguigni passanti per il torace, polmoni e organi dell’addome.

Leggi anche: Ernia del disco e mal di schiena: sintomi, diagnosi e cura

Trattamento

Nel caso di costola incrinata il trattamento prevede

  • riposo;
  • applicazione di ghiaccio sulla zona dolorante per almeno 15-20 minuti 3-4 volte al giorno;
  • respirare profondamente o eseguire un colpo di tosse controllato almeno una o due volte ogni ora. Serve a ridurre il rischio di polmoniti e infezioni polmonari.
  • assunzione di farmaci antidolorifici (aspirina e ibuprofene).

Nel caso di costola fratturata può invece rendersi necessario un intervento chirurgico.

Cosa NON fare in entrambi i casi

  • Non avvolgere il torace con bendaggi. In caso contrario, c’è il rischio di rendere ancora più difficile la respirazione profonda.
  • Non fumare.
  • Non eseguire movimenti improvvisi o sollevare pesi.

Per approfondire, leggi gli articoli relativi alle due patologie:

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