Bambino di 5 anni cade dalla tromba delle scale a scuola: è gravissimo

MEDICINA ONLINE Bambino di 6 anni cade dalla tromba delle scale a scuola è gravissimo

Un bambino di 5 anni è stato trasportato in ospedale questa mattina subito dopo essere precipitato nella tromba delle scale al secondo piano della Continua a leggere

Emorragia cerebrale da caduta e trauma cranico: sintomi, diagnosi e cure

MEDICINA ONLINE CERVELLO CRANIO EMORRAGIA CEREBRALE ISCHEMIA EMORRAGICA ICTUS SANGUE EMATOMA EMIPARESI EMIPLEGIA TETRAPARESI TETRAPLEGIA MORTE COMA PROFONDO STATO VEGETATIVO PARALISI DECUBITO RECUPERO SUBARACNOIDEA.jpgL’emorragia cerebrale (in inglese conosciuta come intracranial hemorrhage, intracranial bleed o ICH), corrisponde ad una fuoriuscita più o meno abbondante di sangue da un vaso arterioso o venoso dell’encefalo. La fuoriuscita di sangue ha la principale conseguenza di un danno alle cellule celebrali, a causa sia della privazione del nutrimento garantito dal flusso sanguigno, che della compressione dell’ematoma sul tessuto cerebrale che si crea all’interno del cranio dal momento che quest’ultimo è inespandibile. Tale fuoriuscita di sangue è provocata dalla rottura di un vaso sanguigno che può essere sia il risultato di un picco ipertensivo che è andato a rompere un vaso cerebrale già dilatato (aneurisma cerebrale), oppure la conseguenza di un trauma, ad esempio una caduta o un incidente stradale in cui la testa viene sottoposta ad una forte decelerazione ed impatto.

Tutti i traumi cranici determinano emorragia cerebrale?

Fortunatamente no. Non tutti i traumi cranici hanno come conseguenza una emorragia cerebrale: ciò dipende principalmente dal tipo di trauma e dalla presenza o meno di alcuni fattori di rischio che possono favorire la rottura del vaso sanguigno, come ad esempio la presenza di:

  • malformazioni vascolari (aneurismi, malformazioni artero-venose);
  • depositi di sostanza amiloide all’interno delle pareti vasali (angiopatia amiloide);
  • neoplasiecerebrali.

Inoltre il trauma ha un maggior rischio di determinare un maggior danno emorragico, in caso di:

  • presenza di coagulopatie (malattie della coagulazione del sangue);
  • impiego di alcuni farmaci (come gli anticoagulanti);
  • paziente con pregresso ictus cerebrale o infarto del miocardio;
  • uso cronico di sostanze stupefacenti;
  • presenza di ipertensione arteriosa;
  • paziente già debilitato (anziano, con altre patologie come il diabete).

Quali sono i sintomi dell’emorragia cerebrale?

I sintomi di norma compaiono all’improvviso subito dopo il trauma e possono evolvere anche molto rapidamente. Essi sono:

  • cefalea intensa ed improvvisa (descritta spesso come un colpo di pugnale alla nuca);
  • vomito;
  • nausea;
  • compromissione dello stato di coscienza e del controllo degli sfinteri;
  • emiparesi o emiplegia;
  • disturbi del linguaggio (disartria o afasia);
  • disturbi della sensibilità;
  • disturbi della coordinazione.

In alcuni casi tuttavia l’emorragia da traumi può essere lieve e rimanere asintomatica, cioè non determinare alcun sintomo, motivo per cui, in caso di urti alla testa, è comunque importante tenere sotto controllo medico il soggetto.

Il decorso poi può essere complicato da:

  • crisi comiziali
  • irregolarità respiratorie
  • instabilità o aumento della pressione arteriosa
  • anomalie della temperatura corporea che peggiorano la prognosi del paziente.

Vi può poi essere la comparsa di edema cerebrale che determina un peggioramento del quadro neurologico fino al coma.

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Diagnosi

Per la diagnosi di emorragia cerebrale vengono utilizzati – in emergenza – i seguenti esami diagnostici per immagini:

  • tomografia computerizzata (TC) cerebrale, che in fase di urgenza può essere eseguita anche senza mezzo di contrasto, che permette di visualizzare il sanguinamento e permette la diagnosi differenziale nei confronti di un ictus ischemico;
  • la risonanza magnetica dell’encefalo, con gadolinio come mezzo di contrasto, viene utilizzata per escludere la presenza di malformazioni sottostanti, pregresse emorragie e microsanguinamenti (che possono suggerire la presenza di angiopatia amiloide);
  • lo studio angiografico con angio-TCangio-RM permette infine di evidenziare eventuali malformazioni vascolari.

Trattamenti

L’intervento chirurgico di riduzione dell’ematoma è solitamente richiesto per i pazienti con ematoma lombare e deterioramento progressivo delle condizioni neurologiche e per i pazienti con ematoma del cervelletto (cerebellare) di dimensioni superiori ai tre centimetri.
Nei pazienti per i quali non è necessario l’intervento chirurgico è fondamentale un attento e continuo monitoraggio dello stato neurologico e dei parametri vitali: particolare attenzione deve essere rivolta al controllo dell’ipertensione arteriosa. In caso di importante edema cerebrale può essere richiesta la somministrazione di diuretici osmotici. In caso di emorragia cerebrale in concomitanza con una terapia anticoagulante si fa solitamente uso di preparati in grado di ripristinare la normale coagulazione del sangue (vitamina K, protamina, concentrati piastrinici).

Conseguenze dell’emorragia cerebrale

L’emorragia cerebrale è un evento grave, in alcuni casi gravissimo, che mette a rischio la sopravvivenza di chi lo subisce e le sue conseguenze possono essere irreversibili o solo lievemente reversibili e rappresentare il motivo di serie disabilità per il resto della vita. In alcuni casi, purtroppo, il paziente colpito da emorragia cerebrale, può entrare in coma e rimanere in stato di incoscienza fino alla morte, che può sopraggiungere in tempi estremamente variabili in base all’età, alla gravità del danno cerebrale ed allo stato di salute generale del paziente. In altri casi il paziente rimane cosciente, ma può avere dei danni molto variabili, che riflettono la zona e la gravità del danno cerebrale, come ad esempio disturbi del linguaggio (afasie), anosognosia, disturbi del movimento, della vista… Sono comunque disponibili dei trattamenti riabilitativi che riducono, per quanto possibile, le invalidità del paziente.

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Differenza tra costole e vertebre

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Le costole (coste)

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La colonna vertebrale e le sue vertebre

Vertebre e costole (o più correttamente “coste”) sono ossa importanti del nostro corpo, poiché costituiscono la gabbia toracica e contribuiscono alla stabilità dello scheletro. La gabbia toracica è formata dalle cartilagini costali, dallo sterno, dalle coste e dalle vertebre toraciche, così suddivise:

  • posteriormente, 12 vertebre (vertebre toraciche);
  • latero-anteriormente, 12 paia di costole (o coste);
  • anteriormente, le cartilagini costali e un osso chiamato sterno.

Le 12 vertebre toraciche formano (assieme alle 7 cervicali, 5 lombari, 5 sacrali e 3 coccigee) la colonna vertebrale o rachide o spina dorsale, che è il principale sostegno del corpo umano. Dalla colonna vertebrale partono le 12 paia di costole: ogni paio di costole origina infatti da una delle 12 vertebre toraciche.

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Costola incrinata: cause, sintomi, diagnosi, terapia e tempi di recupero

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma COSTOLA INCRINATA SINTOMI TEMPI DI RECUPERO Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Pene.jpgUna costola si dice “incrinata” quando – principalmente in seguito a un trauma nella zona del torace – risulta essere indolenzita, specialmente durante gli atti di respirazione profonda. A volte l’incrinatura è anche più estesa, interessando anche i muscoli intercostali, quelli che sono frapposti fra costola e costola. Per poterla diagnosticare correttamente, oltre all’anamnesi ed all’esame obiettivo, è opportuno procedere con alcuni esami strumentali di tipo radiologico.

Cause

L’incrinatura della costola (in medicina più correttamente denominata “costa“) è in genere la conseguenza di un trauma diretto o – meno frequentemente – indiretto, alla gabbia toracica. Ad esempio una costa si può incrinare in seguito ai colpi che è possibile ricevere al torace durante la pratica di un’attività sportiva, agli incidenti automobilistici, a quelli domestici o, perfino, ai contraccolpi al torace di una tosse violenta o di lunga durata. Un mio paziente una volta si incrinò una costa stando seduto su una sedia dotata di robusti braccioli: il mio paziente si piegò lateralmente e velocemente su di un lato ed il suo torace sbattè su un bracciolo. Questo per farvi capire che anche banali gesti quotidiani possono risultare in un trauma alla gabbia toracica che può incrinare una o più costole adiacenti.

Leggi anche: Differenza tra costola incrinata e rotta

Sintomi e segni

Quando una costola si incrina, si determina una infiammazione che genera dolore e, a volte, anche gonfiore ed ematoma, in corrispondenza dell’area traumatizzata. Il dolore tipico della costola incrinata è generalmente intenso, ma quando il busto è fermo in posizione di riposo, è in molti casi del tutto assente. Il dolore in genere compare o peggiora durante il compimento di alcune azioni, come:

  • il respiro profondo;
  • la compressione della zona toracica infortunata;
  • i movimenti di torsione e di piegatura del corpo;
  • gli sforzi a livello dell’addome e del torace;
  • tossire;
  • starnutire;
  • singhiozzare;
  • “tirare” il naso;
  • urinare;
  • defecare;
  • emettere gas intestinali;
  • sbadigliare;
  • mangiare esagerate quantità di cibo e liquidi.

L’eventuale presenza di una massa anomala (ad esempio un tumore) a livello di torace e/o addome, può aumentare la sensazione dolorosa. Il dolore in genere aumenta di intensità la notte ed è estremamente fastidioso in quanto rende spesso impossibile dormire sul fianco della zona traumatizzata, inoltre anche il semplice cambiare posizione, può generare dolore.

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Diagnosi

La presenza della costola incrinata determina sintomi e segni molto simili a quelli prodotti da una costola fratturata. Per cercare di giungere a una corretta diagnosi, al medico saranno richieste un’attenta anamnesi (raccolta dei dati del paziente, delle sue abitudini, di altre sue patologie e soprattutto del tipo di evento che ha fatto scaturire il dolore) un esame obiettivo che indaghi a fondo la zona traumatizzata e l’uso di esami strumentali di tipo radiologico, come la radiografia, la TC e la risonanza magnetica nucleare.

Terapia

La terapia prevista per le costole incrinate consiste principalmente nel riposo, con applicazione di ghiaccio sulla zona dolorante e con l’assunzione di paracetamolo (Tachipirina) o di FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei, come l’aspirina e l’ibuprofene) per diminuire il dolore, soprattutto assumendo i farmaci la sera, prima di andare a dormire, in modo che l’effetto antidolorifico si estenda a tutta la notte. L’obiettivo principale sarà quello di garantire il corretto respiro, considerando che un respiro non profondo può predisporre all’insorgenza di polmoniti e di infezioni polmonari, specie negli anziani e negli allettati cronici. In aggiunta ai farmaci antidolorifici sarà necessario mantenersi al riposo da qualsiasi attività fisica (sportiva o lavorativa) che includa torsioni e movimenti del busto. Utile l’applicazione del ghiaccio sulla zona gonfia e con l’ematoma (sono sufficienti almeno 15-20 minuti 3-4 volte al giorno) e ancora eseguire sporadici colpi di tosse “controllata” almeno una o due volte ogni ora per ridurre il rischio di polmoniti e di infezioni polmonari. È opportuno non avvolgere il torace con bendaggi, il che renderebbe ancora più difficile la respirazione profonda, non fumare e non eseguire movimenti improvvisi o sollevare pesi. In alcuni casi meno gravi, in palestra è possibile eseguire alcuni esercizi, ad esempio usando manubri per potenziare i bicipiti, purché il torace e l’addome restino fermi.

Leggi anche: Frattura costale multipla, volet costale e pneumotorace

Prevenzione

Non sempre è facile cercare di prevenire le costole incrinate, tenendo in considerazione che gli infortuni alla cassa toracica possono avvenire in diversi contesti e in differenti situazioni, alcune domestiche e quasi “banali”. È tuttavia opportuno cercare di ridurre i rischi indossando sempre l’appropriato equipaggiamento sportivo, utilizzando la cintura di sicurezza alla guida dell’auto e arredando la propria casa in maniera tale che possano essere minimizzati i rischi di caduta: si tratta infatti delle tre principali indicazioni mediche che è opportuno seguire per poter prevenire questo e altri infortuni tipici alla gabbia toracica. Quando si svolge qualsiasi movimento del torace, anche quello più banale, bisogna mettere in conto che una compressione a livello costale può esitare in una dolorosa incrinatura, quindi tale movimento deve essere eseguito con attenzione se c’è possibilità di urtare da qualche parte.

Tempi di guarigione

Di solito, se non vi sono particolari complicazioni, le costole incrinate guariscono in un arco temporale che oscilla tra le 2 e le 4 settimane. Generalmente il dolore è più intenso nella prima settimana e diminuisce gradatamente giorno dopo giorno, in particolare durante la seconda settimana. Se l’evento traumatico è piuttosto forte e vi è un interessamento dei muscoli intercostali, il processo di guarigione di una costola incrinata potrebbe essere anche molto più lungo, e in grado di durare anche un mese e mezzo od oltre, specie nei pazienti anziani oppure in quei pazienti che – nonostante le indicazioni al riposo da parte del medico – continuino a sforzare e traumatizzare la zona costale.

Rischi

I possibili rischi e complicanze legate ad una incrinatura costale, sono:

  • polmonite;
  • stipsi (a causa del dolore che avverte durante l’evacuazione delle feci, il paziente potrebbe evitare intenzionalmente di andare a bagno per più giorni di seguito e ciò può portare a costipazione);
  • infezioni delle vie urinarie (urinare potrebbe aumentare il dolore e ciò spinge il paziente a trattenere a lungo l’urina, con maggior rischio di cistite e cistouretrite).

Uno dei rischi è quello di interpretare il dolore costale come causato da una incrinatura, quando potrebbe essere invece causato da una frattura della costa.

Quando andare dal medico?

In caso di infortunio lieve, in pazienti che non presentano sintomi né segni, in particolare difficoltà respiratoria ed ematomi, non è strettamente inecessario l’intervento medico. Il parere del medico sarà necessario in presenza di:

  • sintomi e segni che possono indicare complicanze, come la dispnea e l’ematoma;
  • gravidanza;
  • paziente in età pediatrica;
  • osteoporosi grave;
  • tumore delle ossa;
  • incremento graduale del dolore al torace (anziché la sua diminuzione);
  • dolore intenso che si estende alla spalla o all’addome;
  • tosse continua;
  • febbre, che potrebbe essere correlata ad una polmonite;
  • sospetto che in realtà l’incrinatura sia una frattura costale.

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Costola rotta (frattura costale): sintomi, diagnosi e terapia

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma COSTOLA ROTTA FRATTURA COSTALE SINTOMI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgLa frattura di una costola (più correttamente “costa”) è un infortunio abbastanza comune, che consiste nella Continua a leggere

Frattura costale multipla, volet costale e pneumotorace

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma FRATTURA COSTALE VOLET COSTALE PNEUMOTORACE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Pene.jpgQuando una frattura costale è multipla, cioè interessa più coste, può portare all’instaurarsi di una condizione medica potenzialmente mortale, identificata con il termine “volet costale“.

Il volet costale consiste in un parziale o completo scollamento di un gruppo di costole dalla restante gabbia toracica. Ciò può comportare una situazione di movimento paradosso, in cui il gruppo di coste scollate compie movimenti opposti a quelli della gabbia toracica restante.

Il volet costale può risultare letale quando determina uno pneumotorace associato a grave insufficienza respiratoria. Infatti, in siffatte condizioni, i polmoni si irrigidiscono e gli atti respiratori diventano gradualmente sempre più difficili.

Secondo uno studio statistico anglosassone, ogni 13 individui che si presentano in ospedale per una frattura alle costole ve n’è uno con volet costale. Alcuni sinonimi di volet costale sono: lembo costale mobile, lembo toracico mobile e flail chest.

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Differenza tra costola incrinata e rotta

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIFFERENZA COSTOLA INCRINATA ROTTA FRATTURATA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano.jpgUna costola incrinata (incrinatura costale) o rotta (costa fratturata) è quasi sempre conseguenza di un trauma diretto alla gabbia toracica, come avviene nel caso di incidenti stradali, traumi sportivi (negli sport di contatto) o incidenti domestici (cadute ed urti contro spigoli dei mobili). Nel caso della costola incrinata perfino una tosse cronica può determinare la contusione; la rottura della costa si verifica spesso anche in persone anziane, specie se soffrono di osteoporosi. L’osteoporosi è una malattia sistemica dello scheletro, che provoca un forte indebolimento delle ossa. Tale indebolimento scaturisce dalla riduzione della massa ossea, che, a sua volta, è conseguenza del deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo. Pertanto, le persone con osteoporosi sono più predisposte alle fratture, perché hanno ossa più fragili del normale. La frattura costale può essere anche causata da lesioni neoplastiche delle costole. Un tumore maligno, con origine in una costola, indebolisce quest’ultima, rendendola più fragile e particolarmente suscettibile alle fratture.

Differenze e gravità

L’incrinatura costale è un infortunio abbastanza comune, quasi sempre di modesta gravità, in cui la costa rimane integra e rimane nella sua sede naturale. Invece la frattura costale può, in alcuni casi, rappresentare una urgenza medica, dal momento che la costa si rompe (anche in più pezzi), può spostarsi dalla sua posizione naturale, lesionare la cute e può potenzialmente causare emorragie e determinare danni gravi gli organi interni, specie i polmoni. Se la frattura alle costole è multipla, può portare all’instaurarsi di una condizione medica potenzialmente mortale, identificata con il termine “volet costale”.  A tale proposito leggi anche: Frattura costale multipla, volet costale e pneumotorace

Sintomi e segni

In entrambi i casi il sintomo principale è il dolore, associato a gonfiore e formazione di un ematoma, tuttavia nel caso della costola incrinata essi sono generalmente di minore entità. Il dolore che caratterizza una costola incrinata ed una costola rotta tende a peggiorare in alcune particolari circostanze:

  • Quando il paziente respira profondamente.
  • Con la compressione della zona toracica infortunata.
  • Con i movimenti di torsione e piegatura del corpo.
  • Quando il paziente dorme dalla parte della zona traumatizzata.

Se, a causa di un dolore molto intenso, il paziente fatica a respirare in maniera normale, può sviluppare:

  • dispnea;
  • mal di testa;
  • vertigini;
  • giramenti di testa;
  • senso di stanchezza;
  • sonnolenza ricorrente;
  • ansia.

Leggi anche:  Caviglia slogata (distorsione) e gonfia: cosa fare? Fasciatura ed altri rimedi

Diagnosi

Nel dubbio se si tratti di costola incrinata, con microfratture o rotta, si procede con le indagini strumentali:

  • I raggi X. In genere, permettono di stabilire con facilità se una costola è solo incrinata oppure fratturata. Risultano poco chiari soltanto in presenza di fratture lievi, non nette.
  • La TAC. Fornisce una serie di immagini tridimensionali, che riproducono molto chiaramente l’anatomia interna del corpo.
    È molto utile per escludere la presenza di una frattura. Infatti, permette di valutare non solo le ossa della gabbia toracica, ma anche lo stato di salute dei vasi sanguigni toracici, dei polmoni e degli organi addominali che potrebbero essere stati lesionati in caso di frattura costale.
  • La risonanza magnetica nucleare (RMN). Come la TAC, è utile per valutare una vasta gamma di elementi: costole, vasi sanguigni passanti per il torace, polmoni e organi dell’addome.

Leggi anche: Ernia del disco e mal di schiena: sintomi, diagnosi e cura

Trattamento

Nel caso di costola incrinata il trattamento prevede

  • riposo;
  • applicazione di ghiaccio sulla zona dolorante per almeno 15-20 minuti 3-4 volte al giorno;
  • respirare profondamente o eseguire un colpo di tosse controllato almeno una o due volte ogni ora. Serve a ridurre il rischio di polmoniti e infezioni polmonari.
  • assunzione di farmaci antidolorifici (aspirina e ibuprofene).

Nel caso di costola fratturata può invece rendersi necessario un intervento chirurgico.

Cosa NON fare in entrambi i casi

  • Non avvolgere il torace con bendaggi. In caso contrario, c’è il rischio di rendere ancora più difficile la respirazione profonda.
  • Non fumare.
  • Non eseguire movimenti improvvisi o sollevare pesi.

Per approfondire, leggi gli articoli relativi alle due patologie:

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Gabbia toracica: dove si trova, a che serve e da cosa è composta

MEDICINA ONLINE MUSCOLI DEL TORACE ANATOMIA FUNZIONI INTRINSECI ESTRINSECI DIFFERENZE COSTE COSTOLE PETTORALI TRASVERSO DIAFRAMMA SUCCLAVIO DENTATO TRAPEZIO SCAPOLA ROMBOIDE DORSALE INTERCOSTALILa gabbia toracica (a volte chiamata anche “cassa toracica“; in inglese ” thoracic cage” o “rib cage“) è una struttura anatomica ossea molto importante del corpo umano, con compiti sia strutturali che funzionali essenziali per l’organismo.

Dove si trova la gabbia toracica?

La gabbia toracica si trova nella metà superiore del corpo umano, tra collo e diaframma.

Da quali ossa e cartilagini è costituita?

La gabbia toracica è costituita dalle cartilagini costali, dallo sterno, dalle coste e dalle vertebre toraciche, così suddivise:

  • posteriormente, 12 vertebre (vertebre toraciche);
  • latero-anteriormente, 12 paia di costole (o coste);
  • anteriormente, le cartilagini costali e un osso chiamato sterno.

Ogni paio di costole origina da una delle 12 vertebre posteriori, facenti parte della gabbia toracica.  Nella parte anteriore, le coste terminano con le cartilagini costali; queste ultime rappresentano il punto d’unione con lo sterno solo per le prime 7 paia di coste superiori. Infatti, dall’ottavo al decimo paio, le singole costole si uniscono (sempre tramite cartilagine) alla costa superiore (quindi le ottave alle settime, le none alle ottave ecc); mentre dal decimo al dodicesimo paio, sono libere.
Tra le costole ci sono numerosi muscoli, noti come muscoli intercostali. I muscoli intercostali consentono alla gabbia toracica di espandersi durante gli atti respiratori; pertanto giocano un ruolo fondamentale per l’introduzione dell’aria nei polmoni.

Leggi anche: Differenza tra costola incrinata e rotta

Costole vere, spurie, fluttuanti

Le prime sette coste dall’alto verso il basso, sono dette costole vere e si uniscono direttamente allo sterno,l’ottava, la nona e la decima sono coste spurie (o false) , raggiungono lo sterno tramite la cartilagine che va prima a formare un tratto comune e poi a legarsi allo sterno, mentre le ultime due paia non sono unite allo sterno, per tale motivo sono dette fluttuanti.

Leggi anche: Frattura costale multipla, volet costale e pneumotorace

A che serve la gabbia toracica?

La gabbia toracica ha principalmente compito strutturale e funzionale alla respirazione, inoltre protegge meccanicamente organi interni importanti come cuore e polmoni, ma non solo: in essa sono anche contenute le porzioni toraciche dell’esofago, della trachea e dell’aorta. La gabbia toracica inoltre affianca il diaframma nel partecipare ai movimenti respiratori: traumi alla gabbia toracica possono rendere difficoltosa o addirittura impedire la normale respirazione.

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