Sindrome di Rubinstein-Taybi: cause, sintomi, complicanze, diagnosi, terapie

DOTT. EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO DIRETTORE MEDICINA ONLINE SINDROME DI RUBINSTEIN TAYBI SYNDROME RTS GENETICA RITARDO MENTALE MANI PIEDI DITA ANOMALIE DEFORMITA PEDIATRIA BAMBINO RARA MALFORMAZIONI BASSOLa sindrome di Rubinstein-Taybi (in inglese “Rubinstein–Taybi syndrome“, da cui “RTS”) è una rara malattia genetica caratterizzata da bassa statura, difficoltà di apprendimento da moderata a Continua a leggere

Differenza tra scoliosi e rotoscoliosi

MEDICINA ONLINE SCHIENA COLONNA VERTEBRALE VERTEBRE SCOLIOSI LORDOSI CIFOSI FISIOLOGICO PATOLOGICO ASSE POSTURALE ATTEGGIAMENTO SCOLIOTICO POSTUROLOGIA ESERCIZI RIMEDI BAMBINO ZAINO PESO CONVESSO CONCAVO BUSTO CHIRURGIALa scoliosi è una forma di dismorfismo che – alterando le normali curvature della schiena – implica una complessa curvatura laterale e di rotazione della colonna vertebrale, la quale porta a deformazione della schiena ed alterazioni della componente muscolare dal momento che la colonna scoliotica contiene muscoli atrofici ad un lato e muscoli ipertrofici dall’altro. L’altezza dei dischi intervertebrali e delle vertebre diminuisce dal lato concavo della flessione: il corpo vertebrale diventa cuneiforme.

Le differenze di una colonna scoliotica rispetto ad una normale, sono le deviazioni dell’asse su vari livelli: sul piano frontale la deviazione determina la caratteristica forma ad “S”, ma anche su altri piani. Il termine “ROTOscoliosi” sta ad indicare proprio il fatto che, oltre ad una deviazione laterale della colonna (visibile sul piano frontale), si verifica anche una rotazione delle singole vertebre (deviazione sul piano orizzontale) che proprio per tale motivo perdono il loro caratteristico allineamento. Il termine rotoscoliosi indica quindi l’aspetto rotativo delle vertebre che si verifica nella scoliosi. La denominazione “rotoscoliosi lombare concava” indica ad esempio una scoliosi con rotazione vertebrale e concavità lombare. Il prefisso roto- sottolinea appunto la torsione del corpo delle vertebre coinvolte, a causa della quale il paziente perde la simmetria della propria colonna vertebrale.

Nella pratica clinica è difficile che si senta parlare di “rotoscoliosi”, proprio perché – sebbene sia il termine più corretto – appare per certi versi ridondante, visto che la semplice parola “scoliosi” è già abbastanza esaustiva. I due termini sono usati come sinonimi e ciò non deve trarre il paziente in errore.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Differenza tra scoliosi, cifosi e lordosi normale e patologica

La colonna vertebrale è una struttura anatomica che rappresenta il principale sostegno dell’intero scheletro del corpo umano, oltre a svolgere altre importanti funzioni; una protettiva e una motoria.

  • funzione protettiva: la colonna vertebrale protegge il midollo spinale e riduce la possibilità che urti o vibrazioni gli arrechino danni che possono portare a gravi patologie;
  • funzione motoria: grazie alle sue articolazioni, la colonna vertebrale riesce a capacitarci di muovere la testa nello spazio, di piegare il corpo in avanti ed estenderlo in senso opposto, di fletterlo e di ruotarlo.

I costituenti fondamentali della colonna vertebrale sono le vertebre, queste non sono tutte uguali fra di loro, ma presentano diverse caratteristiche che ci consentono di farne una generica descrizione. Le vertebre sono costituite da un corpo vertebrale che, insieme al cosiddetto arco vertebrale, delimita il foro vertebrale. Attraverso la sovrapposizione delle vertebre si forma una specie di canale per via dei ‘fori vertebrali’, questo canale contiene il midollo spinale che è parte del sistema nervoso centrale. Il corpo vertebrale è la parte più grande e resistente della vertebra, di forma pressoché cilindrica. Esso presenta tre facce, una superiore, una inferiore e una di contorno (detta anche circonferenza), l’arco vertebrale costituisce la parte posteriore della vertebra; esso è costituito da varie porzioni: due peduncoli, due masse apofisarie, due lamine e un processo spinoso.

La colonna vertebrale umana è costituita da:

  • 7 vertebre cervicali,
  • 12 toraciche (o dorsali),
  • 5 lombari,
  • 5 sacrali,
  • 4 coccigee (in alcuni individui sono 5).

Lordosi e cifosi fisiologiche della colonna vertebrale vista lateralmente

Le vertebre sono in tutto 33 o 34 (a seconda della presenza o assenza della quinta vertebra coccigea) e sono infilate le une sulle altre e fra loro articolate per formare la colonna vertebrale. Osservando la colonna vertebrale nella sua interezza, si potrà notare che essa non è perfettamente diritta neanche nel soggetto sano, ma presenta invece quattro lievi curvature assolutamente normali che formano una sorta di due “S” impilate una sull’altra, osservabili lateralmente, che sono, partendo dall’alto:

  • lordosi cervicale: è una curvatura corrispondente alle 7 vertebre cervicali con la convessità rivolta in avanti (verso il petto);
  • cifosi dorsale: è una curvatura corrispondente delle 12 vertebre toraciche con la convessità rivolta stavolta posteriormente (verso il dorso);
  • lordosi lombare: è una curvatura corrispondente alle 5 vertebre lombari con la convessità rivolta in avanti;
  • cifosi sacrococcigea: è una curvatura corrispondente alle 5 vertebre sacrali e delle 4/5 coccigee con la convessità rivolta stavolta posteriormente .

MEDICINA ONLINE SCHIENA COLONNA VERTEBRALE VERTEBRA COLONNA SPINALE SPINA DORSALE MIDOLLO DORSO TORACE COCCIGE OSSO SACRO NUMERO CIFOSI LORSOI STORTA FISIATRIA FISIOTERAPIA DOLORE L5 S1 ERNIA DISCOScoliosi fisiologica  della colonna vertebrale vista anteriormente

Sul piano frontale si riscontra fisiologicamente una lieve curvatura laterale a livello toracico o toraco-lombare, con convessità destra nei destrimani e convessità sinistra nei mancini, la “scoliosi fisiologica“. Due curve di compenso sono presenti a livello cervicale e lombare. Queste curve probabilmente sono determinate dall’ingombro del cuore e dall’uso prevalente di un solo arto. Ovviamente tale condizione fisiologica può essere accentuata per cause patologiche, e in particolare si possono avere curvature laterali (scoliosi patologiche) di cospicua entità.

Curvature patologiche della colonna vertebrale

Quelle che abbiamo visto precedentemente erano le curve fisiologiche della colonna vertebrale, cioè curve normali e lievi. Se tali curve si accentuano, possono diventare patologiche e dare origine a:

  • scoliosi: è una deformazione complessa di tipo tridimensionale della spina dorsale in cui la componente rotatoria è il fattore principale che ne determina la gravità.
    In presenza di una scoliosi, la colonna, osservata posteriormente, anziché essere diritta, presenta una o più curve ed è torta su sé stessa. Il metodo standard per valutare quantitativamente la curvatura della scoliosi è la misura dell’Angolo di Cobb;
  • cifosi patologica (o ipercifosi dorsale o dorso curvo): è una curvatura della colonna vertebrale con concavità anteriore che supera i 45° e che porta ad un incurvamento della schiena. Nel linguaggio popolare viene chiamata gobba;
  • lordosi patologica (o lordosi lombare): è caratterizzata da un infossamento profondo della colonna vertebrale nella regione lombare, che proietta indietro il bacino e crea un dorso curvo. In particolare, la condizione è considerata patologica quando l’angolo di curvatura lombare è maggiore di 40-50°.

Cifosi e lordosi sono ambedue deformazioni strutturali della colonna vertebrale osservabili lateralmente, mentre la scoliosi è una deformazione strutturale osservabile posteriormente, come facilmente intuibile dalla seguente foto:

MEDICINA ONLINE SCHIENA COLONNA VERTEBRALE VERTEBRE SCOLIOSI LORDOSI CIFOSI FISIOLOGICO PATOLOGICO ASSE POSTURALE ATTEGGIAMENTO SCOLIOTICO POSTUROLOGIA ESERCIZI RIMEDI BAMBINO ZAINO PESOScoliosi, cifosi e lordosi: quando si manifestano?

In genere tali malformazioni della colonna vertebrale si manifestano macroscopicamente nel periodo compreso tra i 10 e i 13 anni. Il loro sviluppo è molto veloce in quanto è collegato direttamente allo sviluppo della colonna in corrispondenza della grande crescita del periodo puberale. Bisogna stare molto attenti ai propri ragazzi in quanto queste patologie non provocano alcun dolore

Scoliosi, cifosi e lordosi: colpiscono più i maschi o le femmine?

Dipende dalla malformazione: la scoliosi colpisce l’80% delle ragazze e il 20% dei ragazzi, mentre la cifosi e la lordosi per l’80% colpisce i maschi e per il 20% le femmine.

Leggi anche:

Come capire se mio figlio ha scoliosi, cifosi o lordosi?

Basta anche una semplice ma attenta osservazione da parte dei genitori e degli insegnanti a individuare un inizio di scoliosi: una lieve deviazione della spina dorsale guardando da dietro, o un dislivello delle spalle e delle scapole, o un’asimmetria dei fianchi già indicano una presenza di scoliosi. Cosi come lo stare curvati in avanti indica una possibile cifosi e un bacino con una curva lombare accentuata è sintomo di una lordosi. Prendere in tempo, cioè prima dell’inizio dello sviluppo puberale, queste patologie è fondamentale.

Filo a piombo

Con un filo a piombo si può anche ampliare la valutazione della schiena. I valori considerati normali a livello di C7 devono essere compresi tra i 30 ed i 55 mm, e a livello di L3 tra i 30 mm e i 70 mm. I valori a livello di C7 devono essere pari a 60 mm ed a livello di L3 pari a 75 mm.

Scoliosi, cifosi e lordosi: quando fare i controlli?

Va effettuato uno screening preventivo prima del compimento dei 9/10 anni per le ragazze e gli 11/12 per i ragazzi presso un medico ortopedico o un medico fisiatra, specializzati in patologie vertebrali. La visita ortopedica per la diagnosi di una sospetta scoliosi è assolutamente indolore e non è invasiva. Durante l’esame, al paziente viene chiesto di mettersi a petto nudo e di piegarsi in avanti. Questo è noto come test Adams con il piegamento in avanti e viene spesso effettuato sugli studenti. Se si nota un rilievo, si ha la possibilità che sia presente una scoliosi e quindi il paziente viene inviato a compiere un esame radiologico per confermare la diagnosi.

Scoliosi, cifosi e lordosi: quali terapie sono disponibili?

I risultati migliori si hanno quando si è seguiti da un team di specialisti:

  • Medico Fisiatra o Medico Ortopedico che diagnostica la patologia posturale e prescrive il tipo di busto necessario per la sua correzione;
  • Tecnico Ortopedico che materialmente realizza il tipo di busto prescritto dal medico specialista e segue, insieme a quest’ultimo, l’evoluzione della scoliosi, apportando le piccole modifiche necessarie per seguire e sostenere il processo di guarigione dalla scoliosi, cifosi, lordosi;
  • Rieducatore che segue il ragazzo nell’attività motoria di supporto alla correzione della scoliosi attraverso esercizi fisici e respiratori.

Scoliosi, cifosi e lordosi: busti correttivi

La realizzazione di busti correttivi per la scoliosi, cifosi, lordosi è fondamentale nella cura verso la soluzione di queste patologie. Esperienza, aggiornamento e attenzione alle innovazioni da parte dei Tecnici Ortopedici che realizzano i busti correttivi su misura sono i fattori di successo nel perseguire i risultati attesi.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Differenza tra scoliosi ed atteggiamento scoliotico

MEDICINA ONLINE SCHIENA COLONNA VERTEBRALE VERTEBRE SCOLIOSI LORDOSI CIFOSI ASSE POSTURALE ATTEGGIAMENTO SCOLIOTICO POSTUROLOGIA ESERCIZI RIMEDI BAMBINO SEDUTO BANCO ZAINO PESO CONVESSO CONCAVO BUSTO CHIRURGIA.jpgAccade spesso che una mamma osservi con preoccupazione l’abitudine del proprio figlio, bambino o adolescente, nel sedersi o a camminare in maniera scomposta, con una spalla più rialzata dell’altra, con il bacino in fuori o il collo in avanti. E a volte le mamme si chiedono – spaventate – se non si tratti di un inizio di scoliosi (che è una patologia molto seria dell’apparato vertebro-scheletrico). Quello che queste madri possono aver notato è piuttosto un atteggiamento scoliotico, che non rappresenta in realtà un problema strutturale dello scheletro, com’è invece la scoliosi, e che può essere risolto spontaneamente con dei piccoli accorgimenti nella postura (seduta o in piedi) senza l’utilizzo di busti o interventi chirurgici, cosa invece che non si verifica nella scoliosi dove la cura NON è spontanea ed abbisogna di interventi specialistici mirati. Un atteggiamento scoliotico non deve però lasciarci tranquilli: il bambino deve imparare fin da piccolo quali sono le posizioni giuste da tenere seduti o durante la deambulazione, per evitare problemi posturali da adulto.

Correzione spontanea e non spontanea

La differenza fondamentale tra scoliosi e atteggiamento scoliotico è la strutturazione vertebrale, caratterizzata nel primo caso da una rotazione, associata a rigidità e fissità non presenti in un soggetto con atteggiamento scoliotico, basti vedere l’immagine in alto: la colonna scoliotica sulla destra è profondamente diversa rispetto alla colonna di un individuo sano (a sinistra), seppur con atteggiamento scoliotico. La scoliosi è una deviazione vertebrale che si manifesta con una inflessione laterale accompagnata da una rotazione delle vertebre verso la concavità della curva. Non si corregge spontaneamente e si manifesta clinicamente con una sporgenza (gibbo) costale o lombare. Nella scoliosi, infine, la rotazione e la cuneizzazione vertebrali sono costanti e rendono rigida ed evolutiva la deformità. Se la rotazione e l’evoluzione sono state definite caratteristiche peculiari della scoliosi, risulta dunque semplice differenziare la scoliosi dall’atteggiamento scoliotico.  All’esame clinico e – a prima vista – a quello radiografico, i due quadri clinici appaiono molto simili: in entrambi i casi si osserverà una sopra elevazione della spalla e, alle radiografie, una deviazione laterale del rachide. Ma l’atteggiamento scoliotico – disordine posturale non strutturale né evolutivo – non presenta alcun gibbo costale o lombare alla vista clinica, né rotazione vertebrale a un attento esame delle radiografie.

Deformazione strutturale e non strutturale

La scoliosi è una deformazione strutturale della colonna (per questo viene anche chiamata “scoliosi strutturata”), invece l’uso di posizioni scorrette (sul banco, nel letto, a tavola) o l’assunzione di pesi (zaino) producono deformazioni non strutturali (cioè non associate a rotazione) e reversibili istantaneamente alla sospensione dello stimolo. Inoltre il periodo di assunzione di tali posture scorrette è limitato nel tempo, pertanto non in grado di produrre deformità permanenti.  Se realmente vi fosse una relazione di causa-effetto tra la cattiva postura e l’insorgenza di scoliosi, la quasi totalità degli scolari dovrebbe risultare affetta da questa malattia. I ripetuti screening scolastici eseguiti hanno invece costantemente mostrato incidenze oscillanti tra il 4 per mille e l’1% della popolazione, mentre molto più alta è l’incidenza dell’atteggiamento scoliotico, che è un disordine posturale non evolutivo.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Differenza tra atteggiamento scoliotico e scoliosi strutturata

MEDICINA ONLINE SCHIENA COLONNA VERTEBRALE VERTEBRE SCOLIOSI LORDOSI CIFOSI FISIOLOGICO PATOLOGICO ASSE POSTURALE ATTEGGIAMENTO SCOLIOTICO POSTUROLOGIA ESERCIZI RIMEDI BAMBINO PESO CONVAtteggiamento scoliotico

La deviazione dell’asse normale della colonna vertebrale compare solo quando il soggetto assume alcune posizioni: in piedi per esempio.
A parte alcune eccezioni, la deviazione si riduce completamente e spontaneamente in posizione distesa a bacino equilibrato o con il soggetto seduto.

Si può sviluppare per:

  • un difetto ad un arto inferiore (DISMETRIA)
  • una deviazione laterale (per dolore)
  • alterazioni posturali del periodo evolutivo di crescita

Scoliosi strutturata

Il rachide risulta deformato in modo permanente e la deformazione non è spontaneamente né volontariamente riducibile. La deformazione sul piano trasverso costituita da una rotazione localizzata a formare il gibbo, è l’elemento più dannoso per la morfologia del soggetto. La scoliosi può essere IDIOPATICA (la più frequente) oppure associata a DEFORMAZIONI VERTEBRALI oppure associata a SINDROMI O MALATTIE come come

  • la paralisi cerebrale,
  • la distrofia muscolare,
  • la poliomielite,
  • l’ipotonia congenita,
  • l’atrofia muscolo-spinale e
  • l’atassia di Freidrich.

Forme di scoliosi ad eziologia nota possono inoltre essere associate ad alcune malattie del collageno come:

  • Sindrome di Marfan,
  • neurofibromatosi,
  • Sindrome di Down,
  • displasie ossee,
  • nanismo.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Scoliosi lieve e grave in adulti e bambini: cure e rimedi

MEDICINA ONLINE SCHIENA COLONNA VERTEBRALE VERTEBRE SCOLIOSI LORDOSI CIFOSI FISIOLOGICO PATOLOGICO ASSE POSTURALE ATTEGGIAMENTO SCOLIOTICO POSTUROLOGIA ESERCIZI RIMEDI BAMBINO ZAINO PESO CONVESSO CONCAVO BUSTO CHIRURGIALa scoliosi è una forma di dismorfismo che – alterando le normali curvature della schiena – implica una complessa curvatura laterale e di rotazione della colonna vertebrale, la quale porta a deformazione della schiena ed alterazioni della componente muscolare dal momento che la colonna scoliotica contiene muscoli atrofici ad un lato e muscoli ipertrofici dall’altro. L’altezza dei dischi intervertebrali e delle vertebre diminuisce dal lato concavo della flessione: il corpo vertebrale diventa cuneiforme.

Cause di scoliosi

Si stima che, approssimativamente, il 65% dei casi di scoliosi sia idiopatica, circa il 15% siano congenite e circa il 10% siano secondarie a una patologia neuromuscolare (dopo poliomielite, distrofie muscolari, ecc.).

Scoliosi idiopatica

La scoliosi idiopatica è una condizione che perdura per l’intera vita, ma non influenza negativamente la speranza di vita degli individui affetti. Attualmente la scoliosi idiopatica dell’adolescente è generalmente considerata come originata da cause multifattoriali, anche se si ritiene che vi giochino un ruolo fattori genetici. Varie cause sono state implicate, nessuna delle quali ha raccolto il consenso degli scienziati quale causa della scoliosi, sebbene sia ampiamente accettato il ruolo di fattori genetici nello sviluppo di questa condizione. In uno studio, ad esempio, il gene CHD7 è stato associato a una forma idiopatica di scoliosi. In uno studio del 2006, tre polimorfismi di microsatelliti del gene MATN1 (responsabile della codifica della proteina Matrilin 1, cartilage matrix protein) costituiti, rispettivamente, da 103, 101, e 99 coppie di basi, sono stati messi in relazione alla scoliosi idiopatica.

Scoliosi congenite e secondarie

Forme congenite della scoliosi possono essere fatte risalire a malformazioni della spina tra la terza e la sesta settimana in utero. È il risultato sia di una incompleta formazione, sia di una mancanza di segmentazione, sia di una combinazione di entrambi. Scoliosi secondarie a patologie neuromuscolari possono svilupparsi durante l’adolescenza, come nel caso della sindrome del midollo spinale legato .

Segni e sintomi

Il segno principale della scoliosi è la classica alterazione della naturale curvatura della colonna vertebrale. Alcuni gravi casi di scoliosi possono portare a vari segni e sintomi come una diminuzione della capacità polmonare, a pressioni patologiche sul cuore ed alterazione in alcuni movimenti.

Leggi anche:

Condizioni associate

La scoliosi è talvolta associata ad altre condizioni, come la Sindrome di Ehlers-Danlos, sindrome di Charcot-Marie-Tooth, sindrome di Prader-Willi, osteogenesi imperfetta, cifosi, paralisi cerebrale infantile, atrofia muscolare spinale, distrofia muscolare, disautonomia familiare, sindrome di CHARGE, atassia di Friedreich, sindrome dell’X fragile, sindrome di Proteo, spina bifida, sindrome di Marfan, neurofibromatosi, connettivite indifferenziata, ernia diaframmatica congenita, disturbi dell’asse craniospinale (ad esempio, la siringomielia, sindrome da prolasso valvolare mitralico, malformazione di Arnold-Chiari), e sindrome di banda amniotica.

Diagnosi di scoliosi

I pazienti che presentano scoliosi vengono inizialmente esaminati per determinare se la deformità è una causa sottostante. Durante l’esame, al paziente viene chiesto di mettersi a petto nudo e di piegarsi in avanti. Questo è noto come test Adams con il piegamento in avanti e viene spesso effettuato sugli studenti. Se si nota un rilievo, si ha la possibilità che sia presente una scoliosi e quindi il paziente viene inviato a compiere un esame radiologico per confermare la diagnosi. Viene, in seguito, valutata la capacità di deambulazione del paziente e si controlla la presenza di altre anomalie (ad esempio, spina bifida, nevi pelosi, lipomi o emangioma). Viene eseguito, inoltre, un approfondito esame neurologico. Quando si sospetta scoliosi, vengono effettuate delle radiografie, in carico, complete della colonna, sia in antero-posteriore che in laterale. I raggi X sono solitamente utilizzati per valutare le curve di scoliosi, la cifosi e la lordosi, in quanto questi ultimi possono essere presenti frequentemente nei soggetti con scoliosi. La radiografia, su tutta la lunghezza della colonna vertebrale in piedi, è il metodo standard per la valutazione della gravità e della progressione della scoliosi, e permette, inoltre, di valutare se è congenita o idiopatica. Nei soggetti in crescita, si possono eseguire una serie di radiografie in intervalli che vanno dai tre ai 12 mesi, per seguire la progressione della curva, e in alcuni casi, si può completare l’indagine con una risonanza magnetica per valutare il midollo spinale.

Angolo di Cobb

Il metodo standard per valutare quantitativamente la curvatura è la misura dell’angolo di Cobb. Questo è l’angolo tra due linee, perpendicolari alla faccia superiore dell’ultima vertebra coinvolta superiormente e alla faccia inferiore dell’ultima vertebra coinvolta inferiormente. Per i pazienti con due curve, gli angoli di Cobb sono calcolati per entrambe le curve.

MEDICINA ONLINE SCHIENA COLONNA VERTEBRALE VERTEBRE SCOLIOSI LORDOSI CIFOSI ASSE POSTURALE ATTEGGIAMENTO SCOLIOTICO POSTUROLOGIA ESERCIZI RIMEDI BAMBINO SEDUTO BANCO ZAINO PESO CONVESSO.jpg

I progressi del trattamento della scoliosi in una giovane paziente

Trattamento

La ricerca scientifica ha dimostrato che in una malattia muscolo-scheletrica come la scoliosi tutti i trattamenti (dai corsetti alla chirurgia) causano una disabilità psicologica, fisica e funzionale (transitoria nel caso del corsetto e permanente nel caso della chirurgia). Un buon approccio conservativo basato sull’uso di esercizi specifici cerca quindi di compensare o, se possibile, prevenire un simile danno secondario e mira a prevenire la progressione della scoliosi e il conseguente uso del corsetto. Come diceva Sibilla “le scoliosi andrebbero trattate un gradino per volta, ma il problema è cominciare con il gradino giusto”. In questa ipotetica scala, se il disallineamento della colonna è molto lieve, l’inizio del trattamento può prevedere la sola osservazione, oppure, in casi che necessitano un trattamento correttivo, la scelta degli esercizi, che, se non sufficienti, verranno affiancati all’uso del corsetto (di diversa tipologia e con diverso dosaggio, a seconda della gravità della situazione), con l’obiettivo finale di evitare l’intervento chirurgico. Fra i più conosciuti metodi di trattamento con esercizi ce ne sono alcuni che sono rimasti immutati (Mézières, Sohier, Klapp o Dobomed) ed altri (Schroth, RPG, SEAS) che sono cambiati nel tempo sulla spinta delle nuove proposte degli autori che propongono l’approccio.

Corsetti e busti

Quando, nelle forme un po’ più gravi, verrà applicato al paziente il corsetto o il busto in gesso, un esercizio al fine di mobilizzare la curva, sarà lo sgusciamento, e possibili esercizi isotonici e isometrici, da svolgere durante tutta la giornata. Importante è l’incremento della capacità respiratoria, con esercizi di ginnastica, al fine di rieducare la respirazione del paziente nell’apparecchio gessato. Se il corsetto o il busto in gesso sono adatti al problema della persona ci sarà miglioramento oppure la situazione rimarrà statica, invece se non sono adatti al problema potrebbe verificarsi un peggioramento e anche una rotazione. I corsetti si classificano in inamovibili e amovibili. Tra i corsetti inamovibili, troviamo il Risser e il modello E.D.F. Tra i corsetti amovibili più utilizzati, troviamo il corsetto Sforzesco, il corsetto Milwaukee, il corsetto Boston, il corsetto Lapadula, il Lionese, il Riviera e lo Cheneau.

Trattamento chirurgico

Da alcuni la chirurgia viene indicata nei casi in cui gli altri rimedi non abbiano portato a miglioramenti e soltanto quando la curva scoliotica raggiunga i 45-50°. Ad alcuni adolescenti viene proposto l’intervento dopo aver indossato corsetti in gesso ed in plastica per più di sei anni.

L’intervento viene effettuato prima dei diciotto anni d’età e consiste in un innesto nella zona bersaglio di tessuto osseo, autoplastico endogeno o esogeno (banca dell’osso), per correggere il tratto anormale e portare alla maturazione della artrodesi. Se l’intervento viene effettuato prima dei diciotto anni d’età significa che il consenso viene dato dai genitori e non dal soggetto interessato che raggiunta l’età adulta potrebbe rammaricarsi dell’evento. Dopo l’intervento si può ottenere un incremento notevole della statura, più il soggetto è alto più consistente sarà l’aumento, post-operatorio, di cm dovuto al recupero della deviazione della colonna vertebrale. Il dolore post-operatorio è elevato ma parzialmente controllabile.

Esiste un trattamento neurochirurgico eziologico, la Sezione del Filum terminale, che elimina la causa e arresta o riduce l’evoluzione ulteriore della curvatura scoliotica. Tutto ciò è indicato nei casi di scoliosi idiopatica in cui si conferma, con un esame completo di Risonanza Magnetica della colonna, che la patologia è dovuta alla forza di trazione anomala provocata dal legamento del Filum terminale, quando questo è eccessivamente teso (nella maggior parte dei casi per motivi congeniti). Il trattamento di Sezione del Filum terminale nella Scoliosi Idiopatica si applica anche qualora non associata a Sindrome d’Arnold Chiari I e/o Siringomielia: arresta l’avanzare della scoliosi quando ancora non vi influisce anche la forza di gravità (sotto i 40-50 gradi di curvatura), e previene alcuni rischi e complicazioni della fissazione vertebrale quando la scoliosi è già superiore a 50 gradi ed è necessario stabilizzare la colonna successivamente.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!