Psilocibina e psilocina: effetti psichedelici e danni

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Un fungo allucinogeno Psilocybe Mexicana

La psilocibina e la psilocina sono composti alcaloidi estraibili da alcuni funghi di origine tropicale e subtropicale del Sud America, del Messico e degli Stati Uniti, denominati “funghi magici” o più semplicemente “funghetti”, e sono stati utilizzati per secoli in tutta l’area dell’altopiano del Messico Centrale. Esistono molte specie di questi funghi che presentano importanti variazioni dei composti; di conseguenza l’attività allucinogena, come pure il limite di tossicità prodotti dai funghi sono spesso sconosciuti prima dell’assunzione.

Psilocibina

La psilocibina è una triptammina psichedelica presente in alcuni funghi psichedelici del genere Psilocybe e Stropharia. Quando ingerita viene rapidamente defosforilata a psilocina che esercita effetti sul sistema nervoso centrale inducendo esperienze psichedeliche, enteogene ed effetti lievemente euforizzanti. Divenuta nota al grande pubblico solo negli anni ’60, acquisì notevole popolarità come stupefacente e ciò fece si venisse messa al bando in quasi tutti gli stati del mondo. Ben prima della sua scoperta, veniva utilizzata dalle civiltà dell’America latina nei riti sciamani ritrovandosi infatti nella formulazione delle bevande rituali. La psilocibina mostra interessanti proprietà terapeutiche per un ampio insieme di patologie, specie per il trattamento del dolore cronico e di alcune patologie psichiatriche: è usata, a livello sperimentale, nel trattamento dei disturbi della personalità e delle cefalee a grappolo resistenti alle terapie tradizionali.

Lista di funghi contenenti psilocibina

Ecco una lista di funghi contenenti psilocibina con la percentuale di sostanza in essi contenuta:

  • Psilocybe azurescens 1.78%
  • Psilocybe bohemica 1.34%
  • Psilocybe semilanceata 0.98%
  • Panaeolus cyanescens (“hawaiani”) 0.85%
  • Psilocybe tampanensis 0.68%
  • Psilocybe cubensis (“messicani”, vedi foto in alto) 0.63%

Una menzione a parte merita lo Psylocibe baeocystis, che oltre alle ordinarie psilocina e psilocibina contiene anche in dosi apprezzabili baeocistinae norbaeocistina, altri due alcaloidi con una struttura chimica quasi identica alle prime due triptamine.

Psilocina

La psilocina è una triptamina allucinogena psichedelica estraibile da alcuni funghi del genere Psilocybe e Stropharia. Essendo una triptamina, ha struttura chimica simile al neurotrasmettitore serotonina ed è chimicamente correlata alla psilocibina, alla baeocistina e alla norbaeocistina.

Aspetto dei “funghi magici”

I funghi che contengono psilocibina e psilocina hanno un aspetto comune; presentano gambo allungato con un piccolo cappello e un colore marrone chiaro.

Modalità di assunzione dei funghi

I “funghi magici” vengono semplicemente ingeriti, freschi oppure dopo stati essiccati.

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Dosaggio dei funghi

Il Psilocybe cubensis, anche chiamato “messicano” (vedi foto in alto) generalmente contiene 1,6 mg di psilocibina per grammo di fungo essiccato. Il dosaggio è differente in funzione dell’effetto ricercato e della tolleranza sviluppata dall’assuntore, e varia da 0,25 a 7 grammi di cubensis essiccato.

Effetti dei funghi

Gli effetti iniziano a manifestarsi tra i 10 e i 40 minuti in seguito all’ingestione, aumentando di potenza per i seguenti 20 o 60 minuti, raggiungendo e mantenendo il picco per 2 o 4 ore, e perdendo potenza per le successive 2 ore. Inoltre, è possibile risentire degli effetti fisici e psichici anche 8 ore dopo che gli effetti allucinatori e psichedelici sono sfumati. Gli effetti variano enormemente da persona a persona, ma alcuni si manifestano più o meno sempre:

  • Dosi basse provocano euforia e ilarità, un lieve stato allucinatorio e midriasi.
  • Dosi medie provocano un’esperienza psichedelica forte con allucinazioni notevoli. A occhi chiusi è possibile vedere caleidoscopi e frattali, e il tempo sembra dilatarsi.
  • Dosi alte provocano viaggi ancora più realistici, esperienze mistiche, riflessioni religiose e sensazioni di astrazione totale dalla vita materiale (le cosiddette near death experiences). Il soggetto può essere completamente isolato dalla realtà, può perdere cognizione dello spazio e del tempo, e in casi estremi perdere cognizione del proprio ego e non riuscire a distinguere confini tra sé stesso e la realtà. Terence Mckennanel suo libro Vere allucinazioni descrive un viaggio con il fratello e degli amici in Amazzonia dove, assumendo dosi considerevoli di funghi della specie Stropharia Cubensis ottiene effetti per intensità paragonabili a quelli della DMT con comparsa di allucinazioni estremamente intense e visione degli archetipi junghiani presenti nell’inconscio quali elfi, alieni, macchine trasformanti ed altre creature.

Effetti “positivi” tipici sono:

  • effetti visivi che includono luminosità e distorsione dei colori;
  • modelli visivi e movimenti ondulatori delle superfici;
  • volti alterati;
  • aumento della temperatura corporea;
  • rossore facciale;
  • tachicardia (aumento della frequenza cardiaca);
  • dilatazione delle pupille, sudorazione;
  • senso di irrealtà e di depersonalizzazione;
  • stato sognante;
  • percezione ridotta delle distanze, incoordinazione, sensazione alterata del tempo.

Effetti “negativi” tipici sono:

  • aumento della temperatura corporea;
  • rossore facciale;
  • tachicardia (aumento della frequenza cardiaca);
  • tachipnea (aumento della frequenza respiratoria);
  • dilatazione delle pupille;
  • sudorazione;
  • vomito persistente
  • dolori muscolari
  • febbre;
  • aumento degli enzimi epatici;
  • metaemoglobinemia;
  • incoordinazione;
  • danni e traumi derivanti da alterata percezione delle distanze (ad esempio ci si può lanciare dal balcone pensando di essere al primo piano mentre invece si è al 10°);
  • sentimenti di panico.

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Morte determinata da funghetti allucinogeni

Molti avvelenamenti e morti attribuiti a funghi allucinogeni sono in realtà il risultato di identificazione erronea dei funghi (velenosi al posto degli allucinogeni). Forse il più grande fattore nella valutazione delle reazioni avverse a questi funghi è l’elevata percentuale di finti funghi psilocybe venduti sul mercato nero, che sono legati ad adulteranti. In un’analisi del 1985, su 886 funghi venduti illegalmente come allucinogeni, solo il 28% erano “autentici”, mentre il 31% erano funghi comuni o altre varietà con l’aggiunta di LSD o PCP, ed il 37% erano addirittura inerti.  Estremamente rari – ma non impossibili – i casi di morte da sovradosaggio, mentre sono più frequenti le morti indirette derivanti dalla cattiva valutazione delle distanze unita all’incordinazione muscolare che possono portare a traumi gravi e decessi.

Danni derivanti dall’uso di funghi allucinogeni a lungo termine

Mentre i sovradosaggi letali con gli allucinogeni in generale, e la psilocibina in particolare, sono rari, ci sono una serie di casi di segnalazioni di disturbi psichiatrici e neurologici a lungo termine attribuiti all’abuso di allucinogeni, che sembrano indicare che tali sostanze esercitino una neurotossicità più duratura, almeno in un sottogruppo di soggetti. L’LSD, che ha una struttura simile alla psilocibina, ha causato persistente palinopsia (visione continua di un’immagine anche quando questa è lontana dal campo visivo) in alcuni individui cinque anni dopo che avevano cessato l’assunzione della sostanza. Pare che questo fenomeno (in precedenza chiamato ‘flashback’) sia un evento abbastanza frequente al quale è stato attribuito il termine medico di Hallucinogen Persisting Perceptual Disorder (HPPD). L’HPPD è pensato essere causato da alterazioni permanenti dei centri visivi del cervello da parte dell’LSD, tuttavia non è ancora chiaro se la psilocibina possa causare o no l’HPPD.

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