Differenza tra profilassi attiva e passiva con esempi

MEDICINA ONLINE INVASIVITA VIRUS BATTERI FUNGHI PATOGENI MICROBIOLOGIA MICROORGANISMI CLINICA BIOLOGICA BIOLOGIA MICROBI LABORATORIO ANALISI PARETE INFEZIONE ORGANISMO PATOGENESI MICROBIOLOGY WALLPAPER DNACon “profilassi” si intende un’azione medica di prevenzione atta ad eliminare o almeno ridurre gli effetti dovuti a determinati fattori di rischio o ad una certa patologia principalmente infettiva e consiste in vaccini, antibiotici, disinfettanti e norme igieniche di base. La profilassi può essere:

  • primaria: l’adozione di interventi e comportamenti in grado di evitare o ridurre a monte l’insorgenza e lo sviluppo di una malattia: il suo scopo è quindi quello di evitare che una malattia si presenti, in individui sani;
  • secondaria: l’adozione di interventi e comportamenti in grado di evitare o ridurre lo sviluppo di una malattia quando è già presente nell’individuo, sia quando i sintomi non sono ancora comparsi (ad esempio nel periodo di incubazione di un virus) sia se i sintomi sono già presenti ma sono lievi/aspecifici.

Profilassi è quindi un termine che include un’ampia varietà di azioni mediche: ad esempio anche il lavarsi le mani con un sapone adeguato è profilassi primaria, perché elimina l’accumulo di sporco sulla pelle e quindi riduce il rischio di sviluppare una infezione. Il vaccino, stimolando la produzione di anticorpi, rende il soggetto immune e quindi previene la malattia virale, intervenendo prima ancora che essa sia contratta: il vaccino è quindi un tipo di profilassi primaria.

Alcuni tipi di profilassi, come i vaccini, hanno come scopo l’immunizzazione della persona. Con tale termine si intende dotare l’organismo di una resistenza aspecifica e specifica all’azione di patogeni e/o tossine. L’immunizzazione acquisita- in particolare – rappresenta l’insieme delle risposte di tipo specifico (umorali e cellulo-mediate) attivate dal sistema immunitario verso i microrganismi patogeni e comprende la produzione di anticorpi specifici (chiamati anche “immunoglobuline”). L’immunizzazione specifica può essere:

  • attiva: quando spinge l’organismo a produrre da solo i propri anticorpi, in seguito all’esposizione del patogeno in modo naturale (contraendo la malattia) o artificiale (vaccino);
  • passiva: quando all’organismo viene fornita dall’esterno una certa quantità di anticorpi specifici già formati, in modo naturale (ottenendoli dalla madre, nei neonati) o artificiale (tramite siero).

Quindi l’immunizzazione specifica può essere ottenuta in quattro modi:

  • naturale e attivo: si raggiunge poiché il sistema immunitario conserva il ricordo di malattie già avute (antigeni già incontrati in passato);
  • naturale ma passivo: si raggiunge grazie ad anticorpi preformati ottenuti da altro organismo, nel caso dell’uomo tipicamente di origine materna, detta anche immunità acquisita naturale passiva o immunità del neonato, che è temporanea ed è necessaria per permettere al neonato di sviluppare una propria immunità;
  • artificiale e attivo: si raggiunge mediante la somministrazione di vaccini che contengono parti di virus o virus morti o vivi attenuati, i quali stimolano l’organismo a produrre anticorpi specifici che – in caso di successiva futura infezione – entreranno subito in azione;
  • artificiale ma passivo: si raggiunge mediante la somministrazione di sieri contenenti anticorpi (immunoglobuline) già formati e subito attivi.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!