I due vaccini usati contro la poliomielite in tutto il mondo oggi disponibili sono i vaccini Salk e Sabin. I due vaccini hanno eliminato la poliomielite dalla maggior parte dei paesi del mondo, tra cui l’Italia ed hanno ridotto l’incidenza a livello mondiale da circa 350.000 casi registrati nel 1988 a 1.652 casi del 2007, sino al minimo storico di 223 casi nel 2012, valore ulteriormente in discesa negli ultimi anni.
La poliomielite
La poliomielite (chiamata anche “polio” o “paralisi infantile”) è una malattia acuta, virale, altamente contagiosa che si diffonde da individuo a individuo principalmente per via oro-fecale. La polio interessa il sistema nervoso centrale, dove colpisce di preferenza i neuroni motori, portando a debolezza muscolare e paralisi flaccida acuta in zone diverse del corpo a seconda dei nervi coinvolti. La polio spinale è la forma più comune, caratterizzata da paralisi asimmetrica che spesso coinvolge le gambe.
La polio può essere causata da tre virus diversi, detti Polio 1, 2 e 3. La malattia, a trasmissione prevalentemente oro-fecale, è altamente contagiosa e può decorrere senza sintomi o come un’infezione febbrile aspecifica. Con una proporzione di pazienti compresa fra 1:100 e 1:1000, l’infezione può interessare il sistema nervoso centrale e determinare, oltre che banali disturbi gastroenterici, la tipica paralisi flaccida asimmetrica degli arti. La poliomielite paralitica può essere fatale nel 2-10% dei casi.
Vaccino Salk (IPV) (polio inattivato)
Il primo vaccino fu sviluppato da Jonas Salk nel 1954 ed approvato nel 1962, si compone di una dose di poliovirus inattivati (morti) da iniettare per via intramuscolare. Il vaccino Salk, o polio inattivato (IPV), si basa su tre ceppi selvaggi, virulenti di riferimento: Mahoney (poliovirus di tipo 1), MEF-1 (poliovirus di tipo 2), e Saukett (poliovirus tipo 3), coltivati in un tipo di coltura tissutale ricavato dal rene di scimmia, che vengono poi inattivati con formalina. Il vaccino iniettato Salk conferisce una immunità IgG-mediata nel sangue, che impedisce la progressione dell’infezione da polio e protegge i motoneuroni, eliminando così il rischio di polio bulbare e la sindrome da post-poliomielite. Da qualche anno è in uso anche in Italia un vaccino Salk potenziato che contiene una maggiore quantità di antigeni rispetto a quello disponibile in passato. Perciò è in grado di determinare una protezione dell’individuo dalla malattia, sovrapponibile a quella ottenuta con il vaccino Sabin, e non si rende più necessaria l’esecuzione di numerosi richiami. Questo vaccino possiede ottimi requisiti di sicurezza: non sono mai stati documentati effetti indesiderati gravi. E’ però possibile, anche se estremamente rara, una reazione allergica agli antibiotici in esso contenuti (neomicina, polimixina B, streptomicina), per questo una comprovata grave allergia a questi farmaci costituisce una controindicazione alla vaccinazione. E’ inoltre sconsigliata la vaccinazione in gravidanza, anche se non sono mai stati descritti danni nei confronti di donne gravide o del loro feto. In caso di grave rischio di contagio, andrà però valutata l’opportunità di vaccinare.
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Il vaccino Sabin (OPV) (polio attenuati)
Il secondo vaccino, il vaccino Sabin (così chiamato da Albert Bruce Sabin, il suo inventore), contiene i virus polio vivi attenuati e viene somministrato per bocca, mimando in questo modo le vie naturali di accesso all’organismo umano. Per la facilità di somministrazione (attraverso un semplice contagocce), la grande efficacia e il basso costo (al quale contribuì anche la rinuncia di Albert Sabin ai diritti economici del brevetto), ha consentito di eliminare questa grave malattia nella maggior parte dei paesi del mondo. Inoltre, i virus attenuati contenuti nell’OPV sono in grado di competere ecologicamente con i virus selvaggi presenti nell’ambiente e ciò costituisce un ulteriore fattore di protezione dal contagio.
Il problema più rilevante collegato a questo vaccino è costituito dalla possibilità di retromutazione genetica, durante il transito intestinale, dei virus attenuati che ritornano così ad essere virulenti. Ciò può comportare l’insorgenza di una paralisi flaccida nella proporzione di 1 caso ogni 2,2 milioni i dosi complessive somministrate. Il rischio è maggiore dopo la somministrazione della prima dose (1 caso ogni 550.000 nuovi nati).
Il vaccino Sabin non deve essere utilizzato nei soggetti immunocompromessi e nei loro conviventi o nelle donne gravide, a meno che non si trovino in una situazione di altissimo rischio di contagio, come in caso di epidemia. Inoltre, poiché i virus contenuti nel vaccino vengono eliminati con le feci soprattutto nelle prime 4 settimane dopo la somministrazione, è bene consigliare ai familiari in questo periodo un’accurata igiene delle mani, dopo il contatto con le feci.
Chiudo facendovi notare che grazie a questa sensazionale scoperta, Albert Bruce Sabin sarebbe potuto diventare uno degli uomini più ricchi della terra, ed invece non brevettò la sua invenzione, rinunciando allo sfruttamento commerciale da parte delle industrie farmaceutiche, facendo in modo che il prezzo del farmaco rimanesse estremamente basso ed alla disponibilità di tutti, anche dei più poveri, salvando milioni di bambini da una terribile malattia. A chi gli chiese il perché di questa sua decisione, lui rispose:
«Tanti insistevano che brevettassi il vaccino, ma non ho voluto. È il mio regalo a tutti i bambini del mondo»
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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