Il compito del medico non è solo curare il paziente nel momento in cui questi contrae una malattia o un’allergia stagionale, ma anche aiutarlo nella prevenzione, fornendo consigli utili circa i comportamenti da adottare e i metodi atti a limitare la comparsa di sintomi. Nel caso delle allergie stagionali, è necessario valutare innanzitutto quali siano gli allergeni a cui il paziente è sensibile e in quali periodi dell’anno risulta maggiormente soggetto. Una volta individuata la causa dell’allergia e alleviati i sintomi già presenti, sarà possibile fornire un piano di prevenzione che lo aiuti a limitare il rischio di ricomparsa anche negli anni successivi. Tra le soluzioni più efficaci, ideali per ridurre il contatto con l’allergene, rientra l’utilizzo delle mascherine ospedaliere, utili anche per limitare la trasmissione di virus e batteri.
Allergia stagionale: individuare l’allergene responsabile
Le allergie stagionali si manifestano generalmente in periodi ben definiti dell’anno, ossia quando sono presenti i pollini a cui il soggetto è sensibile. Il paziente potrebbe restare sorpreso dallo scoprire che le allergie stagionali non sono tipiche esclusivamente dei mesi estivi, quando si manifestano i sintomi di quella che viene popolarmente definita “febbre da fieno”. Compito del medico è dunque prima di tutto quello di far comprendere che l’allergia ai pollini può verificarsi anche in altri periodi dell’anno e non deve essere confusa con altre manifestazioni che possono causare congiuntivite e rinite. La stagione nella quale si presenta può aiutare a determinare la famiglia di appartenenza delle piante responsabili. Il paziente che soffre di allergie stagionali durante il periodo estivo, dovrà prestare attenzione a erbe infestanti, come il cardo selvaggio, o alle graminacee, tra cui il sorgo. Se i sintomi si manifestano durante l’autunno, la responsabile potrebbe essere l’ambrosia. Le allergie primaverili sono invece generalmente provocate da alcuni alberi, tra cui il frassino, la quercia e la betulla.
L’utilità della diagnosi nella prevenzione delle allergie stagionali
La diagnosi fornisce un grande aiuto al paziente che soffre di allergie stagionali. Questa tipologia di allergie tende infatti a cronicizzare e a ripresentarsi per tutto il corso della vita dell’individuo. Individuare l’elemento che scatena la reazione e impostare un piano di prevenzione permette dunque di migliorare la qualità della vita del paziente. Per giungere a una diagnosi sono in genere sufficienti l’anamnesi e la valutazione dei sintomi, ma in alcuni casi possono risultare utili esami delle secrezioni nasali o test delle allergie come il prick test o il test con dosaggio delle immunoglobuline.
Il piano di prevenzione delle allergie stagionali
Secondo gli esperti, la prevenzione delle allergie stagionali è di difficile attuazione in quanto gli allergeni, che in questo caso sono pollini specifici, sono presenti nell’ambiente e dispersi nell’aria. Questo implica un’esposizione del tutto involontaria all’elemento a cui il paziente è sensibile, con conseguente comparsa del quadro sintomatico. Il percorso da fare consiste nell’impostare un piano che limiti l’esposizione agli allergeni e preveda eventualmente un trattamento farmacologico preventivo, nonché un piano terapeutico che consenta di intervenire prontamente in caso di comparsa dei sintomi tipici, al fine di ridurre al minimo il disagio fin dal primo momento.
I monitoraggi aerobiologici
Per individuare il periodo dell’anno sensibile, dopo aver effettuato la diagnosi e scoperto l’elemento responsabile dei sintomi, potrà risultare utile consultare periodicamente i monitoraggi aerobiologici della POLLnet, la rete italiana dell’SNAP che si occupa dell’emissione di bollettini relativi al rilevamento di spore e pollini diffusi nell’aria. Grazie a questo supporto, il paziente saprà sempre quando mettere in atto i sistemi di prevenzione stabiliti con il medico e l’allergologo.
Limitare l’esposizione agli allergeni utilizzando le mascherine
Un metodo efficace per aiutare i pazienti a ridurre l’esposizione ai pollini consiste nel far indossare loro delle mascherine protettive nei periodi dell’anno durante i quali l’aria risulta maggiormente satura di allergeni. A farlo sapere è stata l’AAIITO, l’Associazione Allergologi ed Immunologi Italiani Territoriali Ospedalieri, la quale, durante la pandemia, ha effettuato alcuni studi per verificare quanto l’uso delle mascherine avessero contribuito a proteggere i pazienti non solo dal Covid 19, ma anche dai pollini allergeni. Secondo quanto è emerso, le mascherine avrebbero ridotto sensibilmente la comparsa di sintomi stagionali, dimostrando di essere in grado di fornire un’importante protezione ai soggetti sensibili. Le mascherine che possono essere utilizzate dai pazienti per prevenire le allergie sono dunque le stesse utilizzate durante il periodo pandemico, ossia mascherine chirurgiche e FFP2.
La terapia farmacologica
I farmaci possono essere impiegati sia per prevenire la comparsa dei sintomi, sia per alleviare quelli già comparsi in seguito all’esposizione alle sostanze allergizzanti. Tra i più utilizzati rientrano i decongestionanti, i corticosteroidi nasali e gli antistaminici.
Immunoterapia specifica per allergie
Tra i metodi preventivi utilizzati soprattutto per i pazienti che manifestano quadri sintomatici gravi rientra l’immunoterapia specifica o ITS, la quale consiste nella somministrazione di piccoli quantitativi di allergene per periodi di tempo variabili. La somministrazione è volta a far abituare l’organismo all’allergene, riducendo la risposta immunitaria.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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