Allergia alimentare
L’allergia alimentare è una forma specifica di intolleranza a componenti alimentari che attiva il sistema immunitario. Una proteina (detta allergene) contenuta nell’alimento a rischio, innesca una reazione anomala del sistema immunitario tra cui la produzione di anticorpi. Tale allergene nella maggior parte delle persone è del tutto innocuo e non determina sintomi mentre nella persona ad esso allergica determina i fastidiosi sintomi. Gli anticorpi, stimolati dall’allergene, scatenano il rilascio di potenti sostanze organiche, come l’istamina, che provocano vari sintomi: naso che cola, tosse, affanno, l’orticaria (prurito e ponfi come punture di zanzara), talora con gonfiore delle palpebre, delle labbra o della lingua, l’asma, il raffreddore allergico, la diarrea e in casi gravi importanti e improvvisi cali della pressione arteriosa. Le allergie agli alimenti o ai componenti alimentari colpiscono spesso più esponenti della stessa famiglia e vengono in genere diagnosticate nei primi anni di vita. L’allergia alimentare è dose-indipendente: cioè qualsiasi quantità di un determinato alimento a cui si è allergici, è capace di scatenare la reazione allergica, anche una quantità molto ridotta come pochi grammi. La sintomatologia generalmente si scatenata in modo rapido (pochi minuti o poche decine di minuti) e può essere anche molto violenta. Il medico che in particolare si occupa delle allergie, è l’immunologo allergologo.
Intolleranza alimentare
I sintomi dell’intolleranza alimentare sono in parte simili a quelli di una allergia (nausea, diarrea, crampi allo stomaco), ma generalmente sono meno violenti, compaiono in modo più sfumato e graduale e appaiono anche dopo molto tempo dall’assunzione del cibo. Mentre nell’allergia si verifica una anomala reazione da parte di un sistema immunitario alterato, al contrario nell’intolleranza alimentare la “causa” dei sintomi è il sistema digerente: mentre nell’allergia c’è una anomala risposta immunitaria, nell’intolleranza tale risposta è assente. I fastidiosi sintomi sono determinati da particolari molecole presenti negli alimenti oppure da disfunzioni dell’apparato digerente (deficit enzimatici). Un tipico esempio è l’intolleranza al lattosio: le persone che ne sono affette hanno una carenza di lattasi, l’enzima digestivo che scompone lo zucchero del latte ed in assenza di tale enzima l’assunzione del latte porta ad una cattiva digestione che scatena i sintomi dell’intolleranza. Altro esempio è il favismo. In parole semplici mentre nell’allergia il cibo viene digerito normalmente ma si scatena una reazione immunitaria, nell’intolleranza il cibo invece non viene digerito normalmente. Altra importante differenza è che mentre l’allergia è dose-indipendente, l’intolleranza alimentare (con alcune eccezioni) è invece dose-dipendente: i sintomi generalmente si manifestano soltanto qualora il paziente superi una quantità dell’alimento a cui è intollerante. Tale quantità è soggettiva ed il paziente spesso impara a riconoscerla: cioè arriva a mangiare l’alimento a cui è intollerante entro una data soglia ed in questo modo evita i sintomi fastidiosi. Ciò è invece impossibile nell’allergia, in cui qualsiasi quantità di cibo, anche minima, è capace di scatenare la reazione immunitaria e quindi i sintomi. Tale concetto si riflette anche nelle terapie: in caso di allergia una volta identificati gli alimenti, l’unico modo per prevenire la reazione allergica nei soggetti sensibili è eliminare tali alimenti dalla dieta o dall’ambiente. In caso di intolleranza alimentare, invece, nella maggioranza dei casi il solo fatto di ridurre le porzioni può essere sufficiente ad evitare i sintomi. I medici che in particolare si occupano delle intolleranze alimentari, sono i gastroenterologi ed i dietologi.
Reazioni pseudoallergiche
Le reazioni pseudoallergiche hanno tutte le caratteristiche principali delle allergie (tipo di sintomi, rapidità di insorgenza), ma – al contrario delle allergie – non sono caratterizzate dal coinvolgimento del sistema immunitario. Sono causate da alimenti di per sé ricchi di tiramina o di istamina, o comunque altre sostanze capaci di stimolare il rilascio di istamina da parte dell’organismo, cioè il punto finale della cascata delle reazioni allergiche. L’intolleranza alle fragole appartiene ad esempio alla categoria delle reazioni pseudoallergiche, perché questo alimento stimola il rilascio di istamina. Una volta ingeriti, questi cibi, pur essendo privi di potere allergizzante, possono mimare una reazione allergica dal punto di vista sintomatologico. Tali manifestazioni vengono controllate mediante terapia antistaminica e non provocano pericoli concreti per la salute dell’individuo (che sono invece tipici di un’allergia alimentare vera e propria). Oltre alle fragole, alimenti che tipicamente possono dare reazioni pseudoallergiche sono i pomodori e i crostacei. In una reazione pseudoallergica possono comparire vari tipi di sintomi e segni che coinvolgono sia il sistema respiratorio che la cute. Spesso compaiono rush cutanei (punti rossi pruriginosi sulla pelle). Cessata la somministrazione, i sintomi regrediscono rapidamente, al contrario delle allergie dove i sintomi invece tendono a perdurare. Le reazioni pseudoallergiche sono dose-dipendenti: le quantità capaci di scatenare la reazione allergica variano da persona a persona ed anche in questo caso i pazienti tendono a riconoscere il valore soglia di quantità di alimento che scatena i sintomi. I medici che in particolare si occupano delle pseudoallergie sono in genere sia i gastroenterologi, che i dietologi che gli immunologi allergologi. A tal proposito, leggi:
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Lo Staff di Medicina OnLine
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