Consigli per la prevenzione delle allergie da alimenti e additivi alimentari

MEDICINA ONLINE DIETA FIBRA VERDURA GRASSI ZUCCHERI PROTEINE GONFIORE ADDOMINALE MANGIARE CIBO COLAZIONE MERENDA PRANZO DIMAGRIRE PANCIA PESO MASSA BILANCIA COLON INTESTINO DIGESTIONE STOMACO CALORIE METABOLISMO FIANCHINelle sindromi da allergia/intolleranza ad alimenti o ad additivi alimentari, una volta identificati l’alimento o gli alimenti responsabili della sindrome nel singolo paziente, il medico deve opportunamente istruire il paziente stesso (o i familiari, quando si tratti di bambini) ad escludere accuratamente dalla dieta tutti quei cibi in cui si possano trovare tracce, anche minime, degli alimenti responsabili.

I pazienti dovranno attenersi scrupolosamente alla dieta prescritta, evitando qualsiasi “distrazione”, anche in occasioni speciali (festività, ricevimenti, pranzi fuori casa, etc.), prestando particolare attenzione a quegli “alimenti nascosti” che possono entrare nella composizione di alcuni cibi (salse, sughi, creme, etc.) ed escludendo l’assunzione di determinati alimenti in maniera categorica (nei casi di allergia all’uovo, ad esempio, non
deve essere ingerito nemmeno un biscotto o un singolo dolce).

Nei casi di allergia alle proteine del latte vaccino vanno esclusi dalla dieta, oltre al latte, tutti quei cibi che contengono (o che possono contenere) latte, soprattutto prodotti commerciali (latticini, burro, ricotta, panna, formaggi, cioccolato, biscotti e dolci, gelati, budini, creme, margarine, cibi precotti, maionese, etc.), spesso in forme non dichiarate sulle confezioni (salsicce ed altri insaccati, wurstel, fecola e purea di patate, prodotti solubili per caffè e tè, etc.). Va ricordato che tracce occulte di latte si ritrovano anche in vari alimenti per l’infanzia (farine di cereali e pappe, omogeneizzati, pastine, semolini, dolcificanti, etc.).

Sono allo studio alimenti ipoallergenici, prodotti con metodi agronomici,
processazioni termiche, proteolisi enzimatica o metodiche di ingegneria
genetica. Questi studi, ancora in fase iniziale, sono certamente interessan-
ti, ma l’ideale sarebbe ottenere alimenti con allergenicità del tutto assente,
e non soltanto ridotta.

Latte in neonati e bambini

L’allergia al latte vaccino è la sensibilizzazione alimentare più diffusa nei primi anni di vita: dalla seconda infanzia in poi gli allergeni più comuni sono infatti il pesce, i crostacei, le arachidi e le noci. Per l’alimentazione dei neonati sono state studiate specifiche formulazioni ipoallergeniche. Per approfondire: Allergia al latte vaccino in neonati e bambini

Latte e latticini negli adulti

E’ importante ricordare al lettore che è sempre necessario capire se si soffra realmente di allergia al latte o di intolleranza al lattosio: quest’ultimo, pur avendo alcuni sintomi simili all’allergia al latte, è un disturbo dovuto alla carenza dell’enzima lattasi (necessario per digerire lo zucchero tipico del latte e dei latticini); la severità dei sintomi, al contrario delle allergie, è dose-dipendente e non si ha alcun coinvolgimento del sistema immunitario.
Il latte di altri animali, come quello di capra, pecora o bufala, non può essere assunto da chi soffre di allergia al latte vaccino, a causa di un fenomeno chiamato cross-reattività (questi latti contengono proteine con sequenze amminoacidiche simili a quelle del latte vaccino). Questa caratteristica sembra invece assente nel latte di asina ed in quello di cavalla, che richiedono comunque ulteriori studi – sia di tipo clinico che tecnologico – prima di essere impiegati nell’alimentazione dei soggetti allergici al latte di mucca. Un alternativa ai latti animali è rappresentata da quelli a base di proteine vegetali più o meno idrolizzate, come il latte di soia. Quest’ultimo, tuttavia, può diventare a sua volta un allergene e, cosa non di poco conto, può contenere tracce più o meno importanti di soia transgenica. Per questo motivo alcuni neonati allergici al latte vengono alimentati con prodotti a base di proteine di riso idrolizzate. Se il bambino soffre di allergia al latte vaccino, talvolta è necessario allontanare l’alimento ed i suoi derivati anche dalla dieta della nutrice.

Uova

Nelle forme di accertata allergia alle proteine dell’uovo, deve essere seguita una dieta che comporti l’esclusione dalla dieta di uova e di qualunque alimento che contenga tracce, anche minime, di uova (paste all’uovo; torte, biscotti e dolci in genere; gelati; cibi impanati e fritti; maionese e salse in genere; marsala all’uovo, etc.). Una dieta priva di qualunque traccia di uovo non è facile da realizzare e richiede notevole collaborazione da parte del paziente e/o dei familiari, in quanto piccole quantità di uovo possono essere contenute occultamente in vari alimenti, anche per l’infanzia (ad esempio, in alcune pappe e farine lattee).

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Frumento

Nei rari casi di allergia al frumento, cioè alle proteine dei chicchi del grano, la dieta deve escludere tutti gli alimenti confezionati con farina di grano (pane ed altri prodotti da forno, pasta, prodotti di pasticceria, cereali per prima colazione, etc.), sostituendoli con alimenti prodotti con farine di mais, segale o riso.  Piccole quantità di farina di frumento possono trovarsi, in forma occulta, in alimenti conservati, specie in scatola (salse e sughi, carni preconfezionate, etc.), in cibi impanati e fritti, nella birra, nel whisky, in prodotti solubili per caffè e tè, etc.

Nei pazienti con allergia al mais la dieta deve prevedere, oltre all’eliminazione di oli e margarine di mais, l’esclusione di polenta, di pane giallo, dipop corn e com flakes e, in genere, di tutti i cibi, commerciali e non, preparati con la farina di questo cereale (tortillas messicane, etc.). Va considerata anche la possibilità che piccole quantità di mais siano presenti in forma occulta in vari alimenti commerciali contenenti farina di mais, “corn syrup” o “maizena” (prodotti di pasticceria e dolciumi vari, gelati, gelatine, insaccati, birra ed alcolici a base di malto, prodotti solubili per caffè e tè, etc.).

Per quanto concerne le diete prive di glutine, per i pazienti affetti da celiachia, leggi: Celiachia, cos’è il glutine, in quali alimenti è contenuto ed in quali no?

Soia

Nell’allergia alla soia vanno eliminati dalla dieta tutti i prodotti a base di questo legume (pane di soia, oli e margarine di soia, lecitina di soia, germogli di soia, “latte” di soia, etc.), oggi divenuti di moda ed ormai di largo consumo anche in Italia. In forma occulta tracce di soia possono trovarsi in vari prodotti commerciali (salsicce ed insaccati, salse e sughi,
etc.).

Pesci e crostacei

Nei casi di allergia al pesce, spesso le manifestazioni cliniche dell’allergia alimentare si presentano soltanto dopo l’ingestione di un’unica specie di pesce (ad esempio, del merluzzo dei nostri mari), mentre altri pesci sono ben tollerati. Lo stesso si verifica nel caso di allergia a crostacei. È evidente che, nei casi di dimostrata allergia, il paziente dovrà evitare l’ingestione di quel determinato tipo di pesce o di crostaceo, cosa generalmente non difficile.

Molluschi

Quando vi sia un’ allergia ai molluschi, deve esserne accuratamente evitata l’ingestione. Come riportato in precedenza, spesso l’allergia è limitata ad un’unica specie di mollusco (ad esempio, ad una sola specie di lumache di terra) e si osserva con particolare frequenza in pazienti allergici ai drmatofagoidi, cioè agli acari della polvere di casa. Non vi è cross-reattività tra lumache di terra e lumache di mare.

Frutta e verdura

Nei casi di allergia a vegetali (frutta: mela, pesca, kiwi; verdure: sedano, finocchio, etc.) non basta che il paziente si astenga rigorosamente dall’ingerire i vegetali (soprattutto crudi) verso cui è allergico, o dal contatto con i medesimi, ma è anche necessario che eviti del tutto o assuma con grande prudenza frutti e verdure appartenenti alla stessa famiglia botanica, infatti vi è una spiccata cross-reattività tra vegetali appartenenti ad una stessa famiglia, ad esempio tra frutti della famiglia delle Rosacee e tra verdure della famiglia delle Umbellifere; spesso si osserva anche una cross-reattività tra vegetali appartenenti a famiglie diverse, probabilmente per l’esistenza di un allergene comune (o di una specie di superallergene), come la profilina.  Ad esempio, sono di frequente osservazione casi di allergia crociata tra Solanacee (pomodoro) e Cucurbitacee (anguria, melone, etc.) e tra pere e nocciole, pur appartenenti a famiglie vegetali diverse.
In proposito, di particolare rilievo è la cross-reattività tra le arachidi (noccioline americane), altri vegetali della famiglia delle Leguminose (lenticchie, fagioli, piselli, soia, etc.) ed altri frutti in guscio (nocciole, noci, pinoli, etc.), in quanto questi vegetali vengono largamente impiegati nell’industria dolciaria (torroni, cioccolato, pasta di mandorle o di nocciole, etc.) e conserviera (salse, etc.). Inoltre, esiste spesso una cross-reattività tra frutti in guscio e semi vegetali (può esservi un’allergia verso un gruppo molto eterogeneo di vegetali, detto di “noci e semi”), per cui i pazienti con dimostrata allergia verso uno di questi vegetali debbono evitare tutti i cibi contenenti oli e margarine di semi (patatine fritte commerciali, alimenti sott’olio o precotti, sughi e salse, etc.), la qual cosa non è sempre facile quando si consumino i pasti fuori casa.

Poiché l’allergia ad alimenti vegetali insorge spesso in soggetti affetti da pollinosi, tali soggetti, a scopo cautelativo, dovrebbero essere informati di assumere con prudenza quegli alimenti vegetali che, da un punto di vista statistico, a seconda dei pollini cui essi si sono dimostrati sensibili, danno luogo a manifestazioni allergiche cross-reattive e di comunicare immediatamente al medico specialista la comparsa di eventuali sindromi re attive da alimenti.

Additivi alimentari

Nei casi di dimostrata intolleranza ad additivi alimentari il paziente deve essere opportunamente istruito affinché possa evitare accuratamente tutti gli alimenti che potrebbero contenerli. Per una dieta che escluda gli additivi, almeno nei limiti del possibile, bisognerebbe evitare soprattutto:

  • vini, specie commerciali e bianchi, contenenti elevate quantità di solfiti;
  • bevande commerciali (cola, succhi, sciroppi, aperitivi…);
  • maionese, ketchup e salse;
  • alimenti preconfezionati e in scatola, come merendine, dolci, ravioli, tonno o carne in scatola;
  • alimenti sott’olio e sott’aceto;
  • insaccati;
  • gelati preconfezionati;
  • marmellate preconfezionate;
  • frutta candita.

Alimenti occulti

Un problema di notevole interesse pratico, come accennato in precedenza per alcuni alimenti, è quello degli “alimenti occulti” (farine, latte, uova, soia, arachidi, pinoli, etc.) contenuti in varie preparazioni commerciali. Per un’efficace opera di prevenzione dell’allergia alimentare, sarebbe indispensabile che le autorità sanitarie esigessero, per legge, che sulle confezioni commerciali fosse dichiarata la composizione completa del prodotto. Inoltre, sarebbe utile che le Società scientifiche o le varie Associazioni di
sostegno ai pazienti allergopatici predisponessero liste di prodotti commerciali “sicuri” per pazienti affetti da allergia alimentare, analogamente a quanto viene fatto per la celiachia, per la quale sono state compilate liste di prodotti sicuramente privi di glutine.

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