L’acrodinia (anche chiamata “malattia da calomelano“, “malattia rosa“, “eritredema” o “polineuropatia da eritredema“) è un tipo di avvelenamento causato dal mercurio che può colpire a qualsiasi età, tuttavia interessa prevalentemente i bambini in età prescolare e scolare (acrodinia infantile). In inglese prende il nome di “acrodynia“, “pink disease“, “Bilderbeck’s disease“, “Selter’s disease“, “Swift’s disease“, “Swift-Feer disease“, “erythredema” o “erythredema polyneuropathy“.
Origine del termine
La parola “acrodinia” deriva dallle due parole greche άκρο (estremità) e οδυνη (dolore). In quanto tale, il termine acrodina viene a volte utilizzato (erroneamente) per indicare il sintomo di un paziente che riferisce dolore alle mani e/o ai piedi.
Cenni storici
I composti del mercurio come il calomelano (un minerale costituito da cloruro mercuroso), sono stati storicamente utilizzati per vari scopi, anche in medicina: come lassativi, diuretici, antisettici o farmaci antimicrobici per la sifilide, il tifo e la febbre gialla. Le polveri per la dentizione erano una fonte diffusa di avvelenamento da mercurio fino al riconoscimento della tossicità del mercurio negli anni ’40 del secolo scorso. Tuttavia, l’avvelenamento da mercurio e l’acrodinia esistono ancora oggi. Le moderne fonti di intossicazione da mercurio includono vecchi tipi di termometro e di sfigmomanometri, cioè di apparecchi per misurare la pressione (non più in produzione) che – una volta rotti – fanno fuoriuscire il mercurio. La prevalenza di acrodinia è diminuita notevolmente dopo che il calomelano è stato escluso dalla maggior parte delle polveri da dentizione ed oggi si utilizzano prevalentemente amalgami dentali “metal free”.
Cause e fattori di rischio
La causa dell’avvelenamento da mercurio risiede nell’esposizione, acuta o cronica, dell’organismo, al mercurio. L’esposizione può essere accidentale o (più raramente) volontaria. L’esposizione al mercurio può verificarsi:
- mangiando cibi contenenti mercurio o che hanno acquisito residui di mercurio durante la lavorazione;
- respirando aria contaminata;
- essendo esposti ai vapori di mercurio nei restauri dentali in amalgama di mercurio;
- lavorando in industrie che trattano sostanze chimiche;
- a causa dell’uso o dello smaltimento improprio di mercurio e di oggetti contenenti mercurio, ad esempio dopo fuoriuscite di mercurio elementare o smaltimento improprio di lampade fluorescenti.
Alcuni composti del mercurio, in particolare i composti organomercurici, possono essere facilmente assorbiti anche attraverso il contatto diretto con la pelle.
Sintomi e segni
I sintomi e segni iniziali, includono:
- febbre;
- rapido decadimento delle condizioni generali;
- alterazioni del carattere;
- anoressia (diminuzione dell’appetito);
- irritabilità;
- eritema acrale;
- insonnia;
- modificazione del suo ritmo sonno-veglia;
- atteggiamenti insoliti;
- tendenza alla silenziosità
- labilità emotiva con scoppi di pianto senza motivo apparente;
- sovvertimento dei gusti;
- sete intensa;
- bruxismo;
- perdita dei denti;
- alterazioni della sensibilità delle estremità (mani e piedi);
- formicolio;
- ipertensione arteriosa;
- tachicardia;
- sensazione di intenso calore;
- sudorazione abbondante.
Il bambino con acrodinia tende a rifiutare di camminare e anche semplicemente di rimanere in piedi a causa del dolore accusato alle gambe ed all’addome. Oltre alla neuropatia periferica (che si presenta come parestesia o prurito, bruciore o dolore) e scolorimento della cute, possono verificarsi gonfiore (edema) e desquamazione. La pelle si solleva in bolle e vescicole che rompendosi lasciano scoperta una piccola zona di cute che rappresenta una porta ideale per la penetrazione di batteri e conseguenti processi infettivi secondari. Sulla mucosa orale si possono notare numerose ulcere. Il paziente presenta inoltre forte salivazione e bruxismo, con tendenza alla perdita dei denti. Poiché il mercurio blocca la via di degradazione delle catecolamine, l’eccesso di epinefrina provoca sudorazione profusa (diafora), tachicardia, salivazione e pressione sanguigna elevata. Si suggerisce che il mercurio inattivi la S-adenosil-metionina, che è necessaria per il catabolismo delle catecolamine da parte della catecol-o-metil transferasi. I bambini affetti possono mostrare guance e naso arrossati, labbra rosse (eritematose), perdita di capelli, denti e unghie, eruzioni cutanee transitorie, ipotonia e fotofobia. Altri sintomi possono includere disfunzione renale (ad esempio la sindrome di Fanconi) o sintomi neuropsichiatrici (labilità emotiva, disturbi della memoria, insonnia). La presentazione clinica può assomigliare al feocromocitoma o alla malattia di Kawasaki. Esistono prove che lo stesso avvelenamento da mercurio possa predisporre alla sindrome di Young (uomini con bronchiectasie e basso numero di spermatozoi).
Diagnosi
Il dosaggio dell’eliminazione di mercurio nelle urine consente di confermare la diagnosi. Tuttavia è stato ipotizzato che l’eziologia di questa sindrome sia una reazione idiosincratica o di ipersensibilità al mercurio, poiché spesso vi è mancanza di correlazione con i livelli di mercurio ematici ed escreti nelle urine.
Terapie
L’obiettivo del trattamento è la rimozione dell’agente scatenante, quindi l’allontanamento dalla fonte di mercurio. Correggere le perdite di liquidi ed elettroliti e rettificare eventuali squilibri nutrizionali (diete ricche di vitamine, complesso di vitamine del gruppo B) sono della massima importanza nel trattamento della malattia. L’agente chelante acido meso 2,3-dimercaptosuccinico ha dimostrato di essere la modalità di trattamento preferita. Può prevenire quasi completamente l’assorbimento del metilmercurio da parte degli eritrociti e degli epatociti. In passato, il dimercaprolo (antilewisite britannica; 2,3-dimero-capto-l-propanolo) e la D-penicillamina erano le modalità di trattamento più popolari. È stato utilizzato anche l’edetato disodico (Versene). Né l’edetato disodico né l’antilewisite britannica si sono dimostrati affidabili. È stato ora dimostrato che l’antilewisite britannica aumenta i livelli del sistema nervoso centrale ed esacerba la tossicità. La N-acetil-penicillamina è stata somministrata con successo a pazienti con neuropatie indotte dal mercurio e tossicità cronica, sebbene non sia approvata per tali usi. Ha un profilo di effetti avversi meno favorevole rispetto all’acido meso 2,3-dimercaptosuccinico. L’emodialisi con e senza l’aggiunta di L-cisteina come agente chelante è stata utilizzata in alcuni pazienti con danno renale acuto dovuto alla tossicità del mercurio. Anche la dialisi peritoneale e la plasmaferesi possono essere di beneficio. È stato dimostrato che la tolazolina (Priscolina) offre sollievo sintomatico dall’iperattività simpatica. Gli antibiotici sono necessari quando è presente una massiccia iperidrosi, che può portare rapidamente alla miliaria rubra. Questa può facilmente progredire verso un’infezione batterica secondaria con tendenza alla piodermite ulcerosa.
Per approfondire: Acrodinia, avvelenamento da mercurio: sintomi e terapia
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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