Un maestro un giorno portò moltissimi palloncini nella sua scuola e ne regalò uno ad ogni studente, dicendo di scrivere il proprio nome sul Continua a leggere
Archivi tag: racconto
Favole nei bambini: quando iniziare a raccontarle e quanto sono importanti?
È già qualche anno che vivo il ritorno piacevole di ascoltare e raccontare favole. Favole della buonanotte, favole africane, fiabe medioevali, fiabe giapponesi. Ogni volta è come entrare in contatto con qualcosa di speciale, e la cosa più speciale che ad ogni lettura, ascolto o visione, la magia si ripete. Vedere una favola rappresentata a teatro, al cinema o sui fogli di un libro non cambia di molto il risultato. Perché in ognuno di noi c’è ancora una parte bambina che con le fiabe è cresciuta e attraverso le quali ha imparato a conoscere se stesso, ad accettarsi e a vincere le proprie paure.
Le favole guidano i bambini nella scoperta del proprio mondo emotivo
Le favole danno la possibilità ai bambini, e non solo, di entrare alla scoperta del proprio mondo emotivo. È possibile attraverso le fiabe apprendere schemi nuovi di comportamento, imparare a rispondere più efficacemente a situazioni difficili o di disagio. In questo modo si impara a non rimanere vinti dalle emozioni che si vivono. Riconoscersi nei protagonisti, identificandosi, darà loro modo di entrare in contatto con quelle emozioni, impareranno a riconoscerle, a dargli un nome e quindi ad esprimerle. Spesso, quando si ascolta una fiaba si viene totalmente assorbiti da questa. Ancora di più nel caso dei bambini. Il bambino infatti entra totalmente nel mondo fatato, si veste degli abiti e delle azioni dei suoi protagonisti. Eccolo diventare allora una fata, un leone, un mago, una Winx, un principe o una principessa.
Leggi anche:
- Differenza tra mito, fiaba e favola: esempi e caratteristiche
- Le 12 cose che ogni genitore fa di nascosto dai propri figli
- Leggere male a tuo figlio influenza lo sviluppo del suo cervello
- Lina Medina è la mamma più giovane al mondo: ha partorito il suo primo figlio a 5 anni
- Sindrome di Asperger in bambini ed adulti: primi sintomi, terapie
Un momento speciale
Il momento delle storie raccontate e ascoltate dalla mamma e dal papà, magari accoccolati tra le loro braccia, prende un significato emotivo molto più grande del gesto in sé. È unico nel suo genere. Il tempo del racconto prima di andare a ninna è molto importante per la relazione tra genitori e figli. Il tempo che un genitore dedica al proprio figlio parla di generosità, istruisce circa il piacere del dare e del ricevere. È un tempo che manifesta affetto e pazienza. È un tempo ricco di presenza, in cui il solo “stare” è già di per sé un momento che dona sicurezza al bambino, lo aiuta nella crescita delle sue capacità emotive e cognitive. Questo spazio può essere riempito di domande, racconti su come è andata la propria giornata, riflessioni, fantasie e immagini. È uno spazio fecondo in cui possono crescere la fiducia verso se stessi, la capacità di superare piccole paure, insicurezze e conflitti. Per cui è molto meglio far addormentare i bimbi in questo modo, piuttosto che davanti alla tv o nella stanza da soli. Le favole possono essere utili a favorire la fiducia in se stessi, a comprendere meglio alcuni eventi che possono essere fonte di disagio, e in ultimo forniscono e lasciano traccia, nella memoria emotiva, di cosa vuol dire “sentirsi accuditi e accolti”, esperienza fondamentale per la crescita. Lavorando con gli adulti, mi capita di rilevare nel mio lavoro, come alcuni di questi non abbiano sviluppato nella loro vita uno spazio di accoglienza e di accudimento verso le loro sensazioni dolorose, risultando incapaci di reperire dentro loro stessi momenti in cui si siano sentiti accuditi, accolti, ascoltati. Pensate, quindi, come può essere importante il momento delle favole della buonanotte: 15 minuti a sera potrebbero aiutare vostro figlio nel futuro a far fronte a numerose esperienze dolorose. Perché attraverso le favole, attraverso l’uso della metafora, si aiutano i bambini a scoprire diversi modi di interpretare le situazioni e a migliorare le loro capacità di risolverle. Le favole insegnano ad avere pazienza, a essere empatici, ad osservarsi, ad avere coraggio, ad apprendere regole di comportamento, a capire cosa sono la bellezza e la generosità. In questo modo aiutiamo i bambini a sviluppare l’intelligenza emotiva. Questa è una grande risorsa che non in tutti è sviluppata, ma è di fondamentale importanza per la gestione delle emozioni (ansie, paure, ecc) e per migliorare le capacità relazionali con gli altri.
Da che età?
Ci sono favole per ogni età. Per quanto possa sembrare incredibile, già ad un anno, i bambini possono prestare attenzione a brevi e semplici racconti, per esempio piccoli libricini fatti di figure semplici. Poi crescendo, si noterà che i bimbi sono in grado di seguire racconti via via sempre più complessi. Intorno ai 3-4 anni il loro interesse sarà focalizzato attorno a quelle storie che rimandano alle loro attività quotidiane, come per esempio mangiare, dormire, vestirsi, giocare, lavarsi denti. Invece attorno ai 4-5 anni gli piacerà ascoltare e identificarsi con storie riguardanti fate, principesse, cavalieri, maghi, animali. È importante sviluppare il “muscolo” dell’immaginazione, sia per l’età bambina che, in futuro, per quella adulta. E’ utile per capire e superare i drammi della vita, come l’abbandono, la cattiveria, la paura. La lettura delle fiabe viene vissuta piacevolmente da entrambi i sessi. E così come abbiamo detto all’inizio di questo scritto le favole non sono ad uso esclusivo dei bambini. Se un adulto rifiuta o si trova in difficoltà rispetto al contatto con questo mondo, ci sarebbero da porsi diverse domande riguardo alle cause di tale posizione. Quindi sceglietevi una bella favola, che sia in un libro, a teatro, al cinema e…buona immersione!
Leggi anche:
- Creatività in psicologia: definizione, significato, pensiero divergente
- Cosa può fare l’insegnante per stimolare la creatività degli alunni?
- Disturbo specifico del linguaggio: sintomi, classificazione, si guarisce?
- Ritardo semplice di linguaggio: definizione e classificazione
- Quando il bambino inizia dire le prime parole? Come aiutarlo a parlare?
- Disturbi specifici di apprendimento (DSA): definizione, cause, sintomi, cure
- Disgrafia: esempi, come riconoscerla precocemente, test, rimedi
- Disortografia: cause, come riconoscerla, esempi, rimedi, si guarisce?
- Deficit di attenzione: quando un bambino è iperattivo, che fare?
- Come affrontare la dislessia? Il percorso terapeutico nel bimbo dislessico
- Bambino con dislessia e scuola: un apprendimento attraverso l’esempio e la sperimentazione
- Ritardo mentale nei bambini lieve, moderato, grave: si guarisce?
- Vostro figlio soffre di autismo? I primi segnali per capirlo e come comportarsi con lui
- Discalculia: significato, tipi, sintomi, diagnosi e terapia
- Disprassia a scuola: sintomi, esercizi, si guarisce?
- Disturbo specifico della compitazione: significato, sintomi, cure
- Quanto devono crescere di peso ed altezza un neonato ed un bambino?
- A che età i bambini imparano a leggere?
- A che età i bambini imparano a scrivere?
- Come e quando iniziare a lavare i denti ai bambini?
- Quando il bambino inizia a camminare e quando camminerà bene?
- Bambini scoprono per prima volta la loro ombra
- Arinia: la mancanza congenita del naso
- Ipertimesia: la donna che ricorda tutto da quando è nata
- Ollie, il “bambino Pinocchio” nato con il cervello nel naso
- Sindrome del bambino scosso: i gravissimi danni della violenza sul neonato
- Persone famose con la Sindrome di Asperger
Lo staff di Medicina OnLine
Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!
Leggere male a tuo figlio influenza lo sviluppo del suo cervello
Leggere una storia ai propri figli è un’abitudine molto diffusa ed importante che potenzia lo sviluppo del bambino, anche se i neuroscienziati avvertono che staremmo sprecando una buona opportunità, perché, a quanto pare, non lo stiamo facendo correttamente.
Infatti, la maggior parte dei genitori legge ai figli la notte prima che si addormentino, per conciliare velocemente il sonno. Così il racconto prima di addormentarsi si trasforma in una routine il cui obiettivo principale è quello di rilassare il bambino. Altri genitori sono più attenti e si preoccupano che la lettura migliori le competenze linguistiche dei bambini o consolidi determinati valori.
Ma i neuroscienziati affermano che leggere libri ai bambini, senza fare pause o promuovere la riflessione, è come guardare un film. In pratica, i bambini vengono attratti nella trama e sono così ansiosi di arrivare alla fine per scoprire come termina la storia che si perdono i dettagli più importanti, o almeno si lasciano sfuggire le maggiori opportunità di crescita. La buona notizia è che i genitori possono rimediare a questo “errore” cambiando semplicemente il modo di leggere.
La lettura cambia il cervello del bambino
Uno studio condotto da psicologi della Princeton University ha scoperto che quando leggiamo un romanzo sviluppiamo un atteggiamento più empatico e comprendiamo meglio gli stati mentali degli altri. Questo perché i romanzi catturano la nostra attenzione e, attraverso la trama, ci coinvolgono nei pensieri e le emozioni dei personaggi, aiutandoci a metterci nei panni degli altri.
Un altro studio condotto presso la Emory University ha fatto un passo ulteriore scoprendo che gli effetti della lettura sul cervello non sono effimeri, ma si mantengono nel tempo. Secondo questi neuroscienziati, leggere un buon romanzo è come ricevere un dolce ma potente “massaggio”, direttamente nel cervello. E la cosa più interessante è che questi cambiamenti persistono anche cinque giorni dopo aver terminato la lettura, indicando che gli effetti della lettura non terminano quando chiudiamo il libro.
Ovviamente, la maggior parte dei libri per bambini non sono così profondi e ricchi di dettagli, ma in generale tutti i racconti infantili possono essere utilizzati per favorire l’empatia e sviluppare il processo decisionale. In effetti, uno studio condotto presso l’Ospedale di Cincinnati con bambini tra 3 e 5 anni d’età, ha rivelato che il cervello dei piccoli ai quali i genitori solevano leggere, mostrava una maggiore attività in risposta alla lettura nei settori connessi alla comprensione narrativa e le immagini visive.
Il segreto per ottenere che la lettura potenzi ulteriormente l’apprendimento e lo sviluppo del cervello infantile è molto semplice: leggere facendo delle pause.
Enfatizzare i conflitti migliora l’apprendimento
Secondo i neuroscienziati, la chiave perché i bambini ottengano il massimo beneficio dalla maggior parte dei libri è che i genitori siano in grado di evidenziare i conflitti che si presentano nella trama, esattamente l’opposto di ciò che gli adulti fanno di solito.
Infatti, spesso sorvoliamo velocemente i conflitti che si presentano nei libri, leggiamo rapidamente per arrivare alla fine, che in genere è: “e vissero tutti felici e contenti”. Ma in realtà, dovremmo proprio fare una pausa quando nella trama si presentano delle situazioni conflittuali e chiedere al bambino cosa farebbe al posto dei protagonisti della vicenda.
A questo proposito, gli studi hanno dimostrato che quando stiamo imparando e dobbiamo prendere una decisione, ricordiamo meglio. Ciò che avviene in questi casi è che il cervello inizia a funzionare nel suo complesso. Quando il bambino ascolta il racconto che gli leggono i genitori assume un ruolo passivo. Tuttavia, quando partecipa attivamente e prende decisioni circa il corso degli eventi si attivano diverse aree cerebrali che facilitano ulteriormente l’apprendimento.
Ed è proprio questo momento di riflessione che permette un apprendimento più olistico, che lascia tracce profonde nel cervello del bambino. Infatti, spesso la parte più interessante del racconto si verifica proprio quando i genitori chiudono il libro e il bambino riflette su ciò che ha sentito. Per questo si dice che i libri migliori sono quelli che fanno pensare quando la storia è finita.
Un momento per la trama e un’altro per l’ apprendimento
È importante che genitori e insegnanti comprendano che l’obiettivo della lettura non è semplicemente che i bambini imparino parole nuove o sviluppino l’amore per la lettura, ma generare esperienze più intense dal punto di vista intellettuale che favoriscano anche lo sviluppo delle funzioni cognitive. Inoltre, questa forma di lettura stimola anche l’empatia, dato che motiva il bambino a mettersi al posto dei personaggi, “buoni” o “cattivi”, contribuendo a sviluppare la “Teoria della Mente”. Inoltre, trovarsi di fronte a un dilemma morale è anche un potente strumento per trasmettere dei valori.
Naturalmente, non è necessario fare una pausa per riflettere ogni volta che leggiamo loro una storia, perché è anche importante che i bambini godano della magia della trama e si lascino trasportare dagli eventi. Tuttavia, è importante che genitori e insegnanti siano consapevoli del fatto che la lettura veloce non permette di ottenere il massimo beneficio da quei libri speciali che contengono lezioni di vita in attesa di essere scoperte.
Leggi anche:
- “Se lo fai ancora, mamma si arrabbia”: il senso di colpa nei bambini
- Favole nei bambini: quando iniziare a raccontarle e quanto sono importanti?
- Münchhausen per procura: perché questa mamma tortura il proprio bambino?
- Le 12 cose che ogni genitore fa di nascosto dai propri figli
- Mamma va in coma dopo il parto: poi un’infermiera…
- Sua moglie di soli 12 anni è incinta: arrestato
- Muore bimba di 18 mesi dimenticata in auto quattro ore sotto il sole. La mamma: “Ho avuto un vuoto di memoria”
- Neonata gravissima in terapia intensiva dopo parto in acqua
- Bimba nata con organi fuori dal corpo, glieli avvolgono con una pellicola
- Gemelli siamesi: italiani, i più longevi al mondo, quelli divisi
- Differenza tra gemelli omozigoti ed eterozigoti
- Cina: bambino di due anni “incinta” del gemello parassita
- La donna che convive da 40 anni con un feto pietrificato nella pancia
- Operata a Pechino la bambina cinese con un gemello parassita sulla schiena
- Fetus in fetu: gemelli evanescenti e Sindrome del gemello parassita
- E’ vero che il gemello partorito per primo è quello minore?
- Partorisce e abbandona il suo bimbo a morire in strada in una busta di plastica
- Partorisce e tenta di buttare il neonato nella spazzatura chiuso in una busta
- Ecco perché amo la medicina e la scienza
- Il miracolo della bambina nata con mezzo cuore
- La sindrome che fa crescere il pene alle bambine di 12 anni
- Coppia di cannibali conservava i resti di 30 persone nel freezer
- Partorisce e tenta di buttare il neonato nella spazzatura chiuso in una busta
- Ragazza è sterile per un tumore: sua madre partorisce un figlio per lei
- Colleghi le donano le ferie per stare con la figlia malata: morta la bimba di 6 anni
- Tenuta in casa come una schiava e costretta a subire violenze per 8 anni
- L’infermiera cade in ospedale e schiaccia neonato che teneva in braccio
Lo staff di Medicina OnLine
Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!
Niente sesso: siamo sposati, poi ho scoperto che mi tradiva
La mia non è una storia di sesso, ma una storia di non-sesso. Quello che da anni non faccio con mio marito. Quello che vorrei ricominciare a fare con mio marito: con lui l’intesa sessuale c’è sempre stata, da quando ci siamo sposati ormai 27 anni fa. Io ne avevo 22, lui – 8 anni più di me – è stato il mio primo amore. Nel giro di pochi anni ci siamo conosciuti, sposati e abbiamo fatto due figli. Il sesso? Bellissimo: non solo c’è sempre stata grande intesa ma eravamo entrambi molto aperti e senza tabù. Intesa che, con gli anni, ha iniziato a scemare. Io lo cercavo, lui diceva di essere stanco. Finché un giorno, una decina di anni fa, ho trovato il messaggio di una donna sul suo telefono.
L’amore? Una volta al mese
Non c’era nulla di compromettente, ma ho iniziato a farmi qualche domanda quando, alla mia richiesta di spiegazioni, lui ha fatto finta di nulla. A quel punto le cose fra noi hanno iniziato a ad andare sempre peggio, ci siamo allontanati. Però non sono il tipo da far finta di nulla: dopo un po’ ho deciso di parlargliene e ho sollevato il problema, sentendomi rispondere che pretendevo troppo. Facevamo l’amore una volta al mese, secondo lui per una coppia sposata da tanto era già una buona media e poi, diceva, era stanco per via dei continui spostamenti sul lavoro. Io insistevo che dovevamo ritornare alle scintille di prima, lui diceva che esageravo, che il sesso non era poi così importante.
Le mail dell’altra
Con me, di certo. Con l’altra, invece, il sesso era importante sì. Un giorno, per caso, ho scoperto sul suo pc uno scambio di mail con una donna. Mail molto esplicite – sia lei che lui si raccontavano le cose che avevano fatto a letto insieme. Parlavano di momenti di passione ma anche di trasgressione, come una volta in cui lui aveva fatto da guardone mentre lei aveva un rapporto con un altro. Mi sono infuriata, gli ho messo davanti le email e lui non ha potuto negare, anche se in un primo momento ci ha provato. Non ero arrabbiata solo per il tradimento, ma per il fatto che in quelle mail avevo riscoperto un lato di lui che conoscevo bene: l’uomo aperto, curioso, senza tabù nel sesso. L’uomo con cui avevo passato momenti bellissimi a letto. L’uomo con cui avrei volentieri sperimentato le cose che invece lui aveva condiviso con la sua amante. Sesso anale, per esempio. Ma anche sesso a tre, perché no.
E adesso, il vuoto
Gliel’ho detto: gli ho chiesto di fare le stesse cose con me, di ricominciare la nostra vita, anche e soprattutto sessuale, da zero. Cosa mi ha risposto? Che mi ama, che io sono la sua compagna di vita e la mamma dei suoi figli, che «queste cose» con me non riesce a farle. Da quella discussione sono passati anni: viviamo ancora insieme ma non abbiamo più rapporti. Io non faccio sesso da anni (né con lui né con altri: non l’ho mai tradito) e con il tempo ho anche smesso di masturbarmi: lo faccio solo raramente, è come se mi fossi «ibernata». Ho provato a comprarmi un vibratore per vedere se riuscivo a risvegliarmi da questo torpore ma non mi ha convinto, e quindi è rimasto nel cassetto. Non so come finirà la nostra storia. Non so se questa situazione, per noi, sia superabile.
Maria, 49 anni
Leggi anche:
- Come capire se una donna ha avuto davvero un orgasmo? Ecco i segnali del piacere femminile
- Non ho mai raggiunto l’orgasmo: è un problema? Quali soluzioni?
- Il sesso è davvero importante in una coppia?
- Amore senza sesso o sesso senza amore?
- Come distinguere un vero orgasmo femminile da uno “finto”
- L’orgasmo femminile è tutta questione di ritmo
- Lui ha il pene piccolo? I 6 trucchi per raggiungere lo stesso l’orgasmo
- Le 6 cose che gli uomini con il pene piccolo vogliono che la donna sappia
- Micropene: intervista a due uomini che hanno il pene piccolo
- Le donne rivelano le 16 piccole cose che rendono un uomo irresistibile
- Orgasmo femminile: dieci consigli per raggiungerlo più facilmente
- Ragazza si fa tatuare il nome del fidanzato sull’ano [VIDEO]
- In un rapporto anale dove va a finire e cosa accade allo sperma? Può dare problemi alla salute? Posso rimanere incinta?
- Lubrificanti, clisteri e lavande anali: 6 consigli per il sesso anale
- Guida completa al sesso anale piacevole e sicuro
- Le 4 fantasie sessuali più diffuse tra le donne
- I 6 motivi per preferire un pene più piccolo ad uno grande
- Squirting: quello che c’è da sapere sull’eiaculazione femminile
- Né donna, né uomo: io sono una transessuale
- Perché alcuni uomini sono feticisti dei piedi?
- Quanto sesso deve fare una coppia sposata per essere felice?
- Vivere senza fare sesso: le 5 conseguenze di cui potresti soffrire
- Sex toy rimane incastrato nell’ano durante il sesso anale
- Camel Toe: le mutandine a “zampa di cammello” che spopolano in Giappone
- Sesso anale: le confessioni delle donne senza censura
- Le 10 cose da fare quando ricevi sesso orale
- Tutte le età del sesso
Lo Staff di Medicina OnLine
Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!
Lui ama il sesso, lei no: quanto pesa la mancata intesa sessuale?
Dieci anni fa, ad un cineforum estivo, un’amica mi ha presentato una ragazza. Mi ha colpito subito: molto carina, anche se un po’ timida e riservata. Tra noi è subito scattato un bel feeling e dopo la prima serata in gruppo abbiamo iniziato ad uscire da soli. Non ci abbiamo messo molto ad affezionarci e a metterci insieme, ma con calma. Con tanta calma. Anche dal punto di vista sessuale: lei non era proprio il tipo da andare a letto con uno la prima sera. Neanche la seconda né la terza, per la verità. Finché un giorno ho deciso di invitarla da me. In programma: a cena un piatto di pasta e un’insalata (non sapevo cucinare), nel dopocena baci ed effusioni fino a, speravo io, il dunque. La cena è filata liscia, il dopo cena pure anche se lei era un po’ rigida e nervosa, e nemmeno io riuscivo a rilassarmi molto.
Tutto perfetto…tranne il sesso
Tra un bacio e l’altro, non riuscivo a capire bene fino a dove potevo spingermi fino a che lei, di colpo, si è spogliata e sdraiata sul divano. Rifiutando però tutti i miei tentativi di preliminari, anche quelli più semplici come i baci sul collo. Nel rapporto si è sciolta un po’, anche se restava rigida a taciturna. Come se non riuscisse a godersi la nostra intimità e il momento che stavamo vivendo insieme. Le volte successive non è andata meglio, anche perché io ho iniziato a pensare di non essere capace, che fosse colpa mia. Un peccato, perché fuori dal letto invece andava tutto alla grande: ci piacevano le stesse cose, avevamo le stesse idee. Un giorno ho deciso di prendere in mano la questione, anche se l’ho fatto con tatto, ridendo e sdrammatizzando la nostra mancata intesa sessuale. Lei però è diventata subito seria e mi ha detto che odiava il sesso orale – sia farlo che riceverlo. E che anche il sesso in generale, a dirla tutta, per lei aveva un’importanza relativa in una relazione: stare bene con il partner non implicava per forza andarci a letto.
Quanto pesa l’intesa sessuale, se non c’è?
Questo discorso mi ha tranquillizzato molto, ho capito che non era colpa mia. L’ho accettato senza sforzi: per me è importante che nelle relazioni in generale e nel sesso in particolare ognuno faccia ciò che si sente. Inoltre il poco interesse per il sesso era coerente con la sua storia. All’epoca io avevo 34 anni, lei 29: sapevo che aveva fatto sesso per la prima volta a 25 anni, che veniva da una famiglia molto religiosa. In ogni caso, la nostra storia andò avanti senza particolari problemi e quando finì, circa un anno dopo, fu per altri motivi legati al fatto che avevo perso il lavoro e stavo passando un brutto momento. Certo, il fatto che tra noi non ci fosse intesa sessuale ha pesato: forse essere più affiatati a letto ci avrebbe unito di più anche nei momenti difficili. Oggi credo che va bene scendere a compromessi, ma che in una coppia debba esserci equilibrio: in un percorso di vita con un’altra persona il sesso non sarà fondamentale, ma di certo resta importante.
Leggi anche:
- Come capire se una donna ha avuto davvero un orgasmo? Ecco i segnali del piacere femminile
- Non ho mai raggiunto l’orgasmo: è un problema? Quali soluzioni?
- Il sesso è davvero importante in una coppia?
- Amore senza sesso o sesso senza amore?
- Come distinguere un vero orgasmo femminile da uno “finto”
- L’orgasmo femminile è tutta questione di ritmo
- Lui ha il pene piccolo? I 6 trucchi per raggiungere lo stesso l’orgasmo
- Le 6 cose che gli uomini con il pene piccolo vogliono che la donna sappia
- Micropene: intervista a due uomini che hanno il pene piccolo
- Le donne rivelano le 16 piccole cose che rendono un uomo irresistibile
- Orgasmo femminile: dieci consigli per raggiungerlo più facilmente
- Ragazza si fa tatuare il nome del fidanzato sull’ano [VIDEO]
- In un rapporto anale dove va a finire e cosa accade allo sperma? Può dare problemi alla salute? Posso rimanere incinta?
- Lubrificanti, clisteri e lavande anali: 6 consigli per il sesso anale
- Guida completa al sesso anale piacevole e sicuro
- Le 4 fantasie sessuali più diffuse tra le donne
- I 6 motivi per preferire un pene più piccolo ad uno grande
- Squirting: quello che c’è da sapere sull’eiaculazione femminile
- Né donna, né uomo: io sono una transessuale
- Perché alcuni uomini sono feticisti dei piedi?
- Quanto sesso deve fare una coppia sposata per essere felice?
- Vivere senza fare sesso: le 5 conseguenze di cui potresti soffrire
- Sex toy rimane incastrato nell’ano durante il sesso anale
- Camel Toe: le mutandine a “zampa di cammello” che spopolano in Giappone
- Sesso anale: le confessioni delle donne senza censura
- Le 10 cose da fare quando ricevi sesso orale
- Tutte le età del sesso
Lo staff di Medicina OnLine
Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!
Ho 30 anni e ho amato due donne: le ho consumate e perse entrambe
Ho l’anima in fiamme e il cuore sempre in gola. Sono circondato da migliaia di persone diverse, quelle di tutta una vita, ma non piaccio nemmeno a Continua a leggere