Con “angiografia” si intende una tecnica di diagnostica per immagini e radiologia interventistica che permette la rappresentazione grafica dei vasi sanguigni o linfatici del corpo umano tramite un metodo che prevede l’infusione di un mezzo di contrasto idrosolubile all’interno dei vasi e la generazione di immagini mediche tramite varie tecniche di imaging biomedico. Le tecniche angiografiche comprendono la radiografia (specificamente nella tecnica dell’angiografia sottrattiva, o DSA da Digital Subtraction Angiography), la tomografia computerizzata, la risonanza magnetica, l’ecografia. Un tipo particolare di angiografia è la coronarografia (o angiografia coronarica) che permette di indagare le coronarie.
La scintigrafia miocardica è una metodica diagnostica incruenta che consente di valutare la perfusione del muscolo cardiaco e, in alcuni casi, la sua funzione. Ne esistono diversi tipi, ma tutti sono caratterizzati sostanzialmente dalla necessità di iniettare una sostanza particolare, il cosiddetto tracciante radioattivo, e dalla misurazione di come questo sia captato dal cuore. Nella maggior parte dei casi è necessario eseguirla sia a riposo che dopo sforzo. La quantità di sostanza radioattiva iniettata è modesta e quindi non pericolosa. In ogni caso il minimo rischio è giustificato dalle importanti informazioni che possono essere ottenute con questo esame. Intendiamoci, a differenza dell’ECG da sforzo, si tratta di un esame costoso, sia per la strumentazione utilizzata e sia per il costo del tracciante. Per pinta è necessaria la presenza di più figure professionali: il medico specialista in medicina nucleare, il cardiologo, l’infermiere e il tecnico di radiologia. L’uso di traccianti radioattivi impone, peraltro, alcuni obblighi nella costruzione dei locali e nello smaltimento dei rifiuti che incidono sui costi.
COME SI ESEGUE? Nella modalità più comune al paziente viene fatto compiere uno sforzo pedalando su una bicicletta. Al picco dello sforzo si inietta il tracciante radioattivo che verrà catturato bene nelle regioni ben irrorate del cuore e meno bene nelle regioni mal irrorate. Nelle regioni in cui c’è stato un infarto il tracciante non verrà catturato per nulla. Dopo un certo periodo di tempo (in genere quattro ore), e mentre il paziente è a riposo, si esegue una seconda misurazione della captazione del tracciante da parte del cuore. Se esistono differenze tra le due misurazioni si può diagnosticare una ischemia da sforzo che apparirà come una zona che non cattura il tracciante dopo lo sforzo mentre lo cattura in condizioni di riposo.
Alcuni pazienti non sono in grado di compiere uno sforzo? Ebbene, in essi, anziché sfruttare l’attività fisica per identificare la presenza della malattia coronaria, si può infondere prima dell’esame un farmaco che fa lavorare il cuore come se fosse sottoposto ad uno sforzo o che modifica le modalità di perfusione del cuore. In questo modo è possibile eseguire l’esame anche se il paziente non è in grado per qualunque motivo di pedalare. La captazione del tracciante si misura con uno strumento definito “gamma camera”. Si tratta in sostanza di un cilindro che viene avvicinato al torace e che raccoglie i fotoni emessi dalla sostanza iniettata nel paziente e “catturata dal cuore”. Il confronto tra le immagini acquisite al picco del test e quelle acquisite in condizioni di riposo consente di evidenziare 3 situazioni diverse: assenza di difetti di captazione (ciò che equivale alla certificazione di uno stato di normalità); difetto di captazione nella fase di sforzo che scompare o si attenua a riposo (cioè un’ischemia); difetto di captazione dopo test provocativo che non si modifica a riposo (cioè necrosi).
I segmenti ipoperfusi ma vitali (espressione di cellule sofferenti che lavorano con difficoltà e che potrebbero giovarsi di una rivascolarizzazione) possono essere individuati con un’ulteriore dose di tracciante a riposo (reiniezione) o un’acquisizione più tardiva (a 24 ore). Con l’aiuto di computers riusciamo anche a calcolare con buona approssimazione se il territorio ipoperfuso è dipendente da un ramo coronarico o da un altro. Se la scintigrafia miocardica da sforzo sarà positiva, cioè con difetti di perfusione reversibili, a quel punto sarà indicata la coronarografia che potrà con precisione informarci sulla sede precisa della stenosi e sulla sua entità. E’ solo così che potrà essere valutata con precisione la situazione coronarica e quindi potranno essere presi i provvedimenti necessari per risolvere la situazione. Questo molto spesso è oggi possibile con la cardiologia interventistica (angioplastica e stent) che in tanti casi può evitare l’intervento chirurgico di rivascolarizzazione miocardica (by-pass).
MOLTI SINONIMI. Scintigrafia perfusionale, angiocardioscintigrafia al primo passaggio o all’equilibrio, scintigrafia miocardica con tallio o con tc-99msestamibi, scintigrafia a riposo e/o dopo sforzo, scintigrafia dopo stress farmacologico. Si tratta di nomi che esprimono diverse forme di scintigrafia tutte accumunate dalle caratteristiche che abbiamo appena descritto ma che si differenziano per il tipo di tracciante utilizzato e/o per la metodologia con cui si raccolgono i rilevamenti o per il modo con cui viene “stressato” il cuore del paziente. È il medico a scegliere l’esame più opportuno per dare risposta al quesito clinico che il paziente gli pone.
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