Differenza tra angina stabile, instabile e secondaria: cause, sintomi, diagnosi, cure

MEDICINA ONLINE CUORE HEART INFARTO MIOCARDIO NECROSI ATRIO VENTRICOLO AORTA VALVOLA POMPA SANGUE ANGINA PECTORIS STABILE INSTABILE ECG SFORZO CIRCOLAZIONE.jpgL’angina pectoris viene descritta come un “senso di peso”, “oppressione”, “soffocamento”, costrizione o dolore “simile a una morsa”, anche se alcuni pazienti hanno difficoltà a descrivere il dolore o negano che il fastidio da essi avvertito sia vero dolore. L’angina non è in genere acuta o lancinante e non viene di solito influenzata dalla posizione o dalla respirazione. Il dolore può verificarsi sotto sforzo o a riposo a seconda del tipo. La sede iniziale più frequente dell’angina è la zona centrale del torace e dell’area retrosternale; talvolta, però, la sede iniziale può essere la regione pettorale sinistra, gli arti superiori e le mani, la radice del collo, la zona epigastrica o anche l’emitorace destro. A volte i pazienti possono lamentare solo un dolore interscapolare o in sede infrascapolare posteriore sinistra. Un fastidio localizzato sotto l’ombelico o sopra la mandibola, con ogni probabilità, non è angina. Il dolore anginoso può essere localizzato in una sola sede, può irradiarsi a una o entrambe le braccia, alla schiena, all’epigastrio, alla parte inferiore della mascella o ad una qualsiasi delle sedi iniziali. La durata dell’angina è variabile, ma di solito essa dura da 2 a massimo 6 minuti. Molto raramente l’angina si presenta con un dolore molto breve (meno di 60 secondi) o prolungato (oltre 30 minuti, specie se l’angina è instabile).

Cause

Il dolore anginoso è determinato dall’ischemia del miocardio, che è causata da uno squilibrio tra la domanda (consumo) di ossigeno e la sua disponibilità a livello del miocardio. La disponibilità di ossigeno al miocardio viene principalmente assicurata dal flusso sanguigno coronarico: qualora tale flusso sia insufficiente al nutrimento del miocardio (perché il flusso sia ridotto o perché il miocardio abbia richieste troppo elevate che il flusso NON riesce a soddisfare), allora si verifica l’angina. I maggiori fattori determinanti la richiesta di ossigeno del miocardio e che quindi sono i maggiori fattori responsabili dell’angina, sono:

  • l’esercizio fisico intenso e prolungato;
  • lo stress della parete ventricolare (determinato dalla pressione sistolica, dal volume ventricolare e dallo spessore di parete);
  • la frequenza cardiaca;
  • la contrattilità del miocardio.

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Fattori di rischio

Possibili fattori di rischio generali, che aumentano le possibilità di soffrire di angina, sono:

  • iperlipidemia (colesterolo totale, colesterolo LDL e trigliceridi troppo alti; colesterolo HDL troppo basso);
  • diabete mellito;
  • ipertensione arteriosa cronica;
  • sovrappeso od obesità;
  • fumo di sigaretta;
  • menopausa;
  • età avanzata;
  • esercizio fisico molto intenso in individui non allenati;
  • dieta scorretta, ipercalorica, sbilanciata sui grassi;
  • famigliarità con malattie cardiovascolari.

Quanti tipi di angina esistono?

Ne esistono principalmente di due tipi:

  • angina pectoris stabile;
  • angina pectoris instabile.

Angina pectoris stabile

L’angina pectoris stabile (o “angina da sforzo” o “angina classica”) è causata da una lieve diminuzione del flusso coronarico, è la forma più diffusa e determina un dolore che si presenta a seguito di un esercizio fisico, come salire le scale oppure quando si sta vivendo in una situazione di stress o di emozione intensa. Questi sintomi fortunatamente durano pochi minuti (mediamente 3 o 4 minuti) e si possono lenire assumendo nitroglicerina. Il dolore tende a sparire con la cessazione dello sforzo o dello stress. Non mette a rischio la vita, anche se comunque è un campanello d’allarme per patologie che si potrebbero presentare più avanti, come l’ictus, o attacco cardiaco. L’angina pectoris stabile non peggiora nel tempo e risponde bene ai farmaci contro l’angina, tuttavia ciò non significa che sia una condizione da sottovalutare, dal momento che potrebbe essere la spia di una patologia anche grave.

Angina pectoris instabile

L’angina pectoris instabile è causata da una più grave diminuzione del flusso coronarico, è meno diffusa rispetto alla forma stabile ed i suoi sintomi durano mediamente più lungo rispetto all’angina stabile (fino a circa 30 minuti). Al contrario del tipo stabile i sintomi dell’angina instabile possono comparire anche a riposo, non cessano al cessare di uno sforzo, peggiorano nel tempo e nella maggioranza delle volte il trattamento con la nitroglicerina risulta inefficace. I casi di angina instabile si possono verificare in persone che hanno già avuto episodi di quella stabile, ma in entrambi i casi è sempre meglio farsi controllare in ospedale. L’angina instabile può essere il campanello d’allarme per patologie ben più gravi come può essere ad esempio, un infarto del miocardio oppure un ictus cerebrale; il trattamento può essere sia chirurgico che farmacologico.

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Differenze tra angina stabile ed instabile

Semplificando, mentre l’angina stabile:

  • è più diffusa;
  • è generalmente meno grave (anche se non deve essere sottovalutata);
  • dipende da una riduzione lieve dell’afflusso di sangue al miocardio;
  • comporta un dolore toracico che insorge soltanto in occasione di sforzi fisici e non subisce peggioramenti nel tempo;
  • compare sempre con la stessa frequenza;
  • risponde positivamente ai farmaci contro l’angina,

al contrario l’angina instabile:

  • è meno diffusa;
  • è generalmente più grave e necessita di intervento medico;
  • dipende da una riduzione grave dell’afflusso di sangue al miocardio;
  • comporta un dolore toracico che insorge anche a riposo;
  • comporta un dolore che subisce peggioramenti nel tempo;
  • non risponde in modo efficace ai farmaci contro l’angina.

Angina secondaria

L’angina può anche essere “secondaria“. Nel gruppo delle angine secondarie rientrano tutte quelle forme di ischemia cardiaca che non sono provocate da patologie correlate al flusso coronarica, ma da altre malattie come l’insufficienza della valvola aortica, la stenosi della valvola mitralica, l’anemia grave, l’ipertiroidismo ed alcune aritmie.

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Quali sono i sintomi dell’angina stabile?

Il sintomo più importante è accusare la presenza di un forte peso nel petto, sensazione dolorosa che cessa dopo qualche minuto. Dal petto il dolore si può irradiare alla mandibola, al braccio sinistro ed alla schiena e di solito di manifestano dopo un’intensa attività fisica, oppure a seguito di eventi stressanti. Altri sintomi che si possono avvertire sono:

  • affanno;
  • nausea;
  • fatica;
  • irritazione cutanea;
  • stato di ansia;

in presenza di questi sintomi si parla di attacco di angina.

Sintomi dell’angina pectoris instabile

Sono molto simili a quelli dell’angina stabile, ma spesso si presentano sotto altra forma che però non devono essere sottovalutati. Ad esempio:

  • si possono presentare senza i classici sintomi dell’angina stabile;
  • possono perdurare anche se si è a riposo;
  • supera i 5 minuti di manifestazione;
  • la nitroglicerina può essere inefficace.

In presenza di questi sintomi o di altri che possono far pensare a qualcosa di grave, allora è meglio chiamare l’ambulanza per il trasporto in ospedale. Di solito se non si è soggetti allergici all’aspirina, si può assumere dell’aspirina in attesa dell’ambulanza, poiché previene la coagulazione del sangue e si scongiura così un infarto o ictus.

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Quali sono le principali cause che provocano l’angina stabile?

Il cuore e tutti gli altri organi del nostro corpo hanno bisogno, per un loro corretto funzionamento, della giusta quantità di sangue ossigenato. Il sangue arriva al cuore attraverso un complesso sistema circolatorio che si avvale di importanti vene, come le coronarie e le arterie, ma per semplificare possiamo individuare nell’arteria coronaria destra ed arteria coronaria sinistra, i due grossi vasi sanguigni che fanno affluire il sangue ossigenato nel cuore. La principale causa dell’angina stabile altro non è che un indurimento ed ispessimento di una delle arterie coronarie, che impedisce il normale afflusso di sangue al cuore e che viene chiamata aterosclerosi. Pertanto se si è a riposo la persona non sente alcun sintomo, ma nel momento in cui inizia una qualsiasi attività fisica iniziano a sentirsi tutti i sintomi classici dell’angina di cui si è parlato poc’anzi.

Quali sono le principali cause che provocano l’angina instabile?

L’aterosclerosi è la cattiva circolazione che caratterizza sia i piccoli che i grossi vasi sanguigni, ed è provocata dalle cosiddette placche che sono dei depositi di grasso localizzati all’interno dei vasi stessi. Queste placche possono staccarsi e frantumarsi andando a formare col sangue un grumo che impedisce il normale flusso sanguigno. La cattiva circolazione sanguigna dell’arteria interessata provoca un ridotto apporto di sangue ossigenato al cuore e si verifica il malore che prende il nome di angina instabile.

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Da cosa è provocata l’aterosclerosi?

Sono diversi i fattori che arrecano danni seri alle arterie:

  • diete molto ricche di grassi;
  • poco esercizio fisico;
  • uso di tabacco;
  • diabete;
  • essere avanti con gli anni;
  • casi simili in famiglia.

Diete ricche di grassi e colesterolo

Quando parliamo di colesterolo non è detto che sia sempre nell’accessione negativa. Una sua importante funzione è quella di favorire la produzione di ormoni e costituisce la barriera di protezione delle membrane cellulari. Esistono due tipi di colesterolo:

  • colesterolo “cattivo” o LDL, che ha un’alta percentuale di grassi ed una minore di proteine ed è quello che provoca i danni alle arterie per via della formazione di placche;
  • colesterolo “buono” o HDL, che ha invece un’alta percentuale di proteine ed una minore di grasso e può aiutare a prevenire la formazione di placche arteriose.

Il fegato è l’organo che produce il colesterolo per cui se si ha una dieta bilanciata, avremo una giusta percentuale sia di LDL che di LDL, in caso contrario la differenza percentuale delle due tipologie di colesterolo sarà molto diversa. Pertanto sono da evitare il più possibile cibi ad alto contenuto di grassi, latticini e derivati come burro e panna. L’essere in sovrappeso, il mancato esercizio fisico quotidiano e l’abuso di bevande alcoliche possono provocare l’aumento di colesterolo LDL nel sangue.

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Tabacco

Il fumo è risultato essere causa di seri danni alle arterie e le piastrine, che sono una parte delle cellule che formano il sangue, cercano di tamponare questi danni. Quest’intervento di riparazione tessutale provoca una riduzione delle arterie e della loro capacità di inviare e ricevere sangue dal cuore. Non solo, il fumo impedisce che il sangue si ossigeni, provocando pertanto una scarsa ossigenazione a tutti gli organi del corpo e aumentando il rischio di formazione di coaguli sanguigni.

Ipertensione arteriosa

I danni causati dalla pressione alta (o “ipertensione arteriosa”) possono essere paragonati ai danni provocati dal fumo della sigaretta, infatti la pressione alta danneggia le arterie in quanto supera i valori di quella normale necessaria per assolvere alla funzione di ossigenazione del corpo. Le principali cause di ipertensione sono:

  • obesità;
  • stress;
  • tabacco;
  • attività fisica assente.

In molti casi la predisposizione genetica porta ad avere nel proprio dna questa patologia che comunque va monitorata.

Diabete

Chi soffre di questa patologia deve periodicamente eseguire dei controlli, per valutare la percentuale di glucosio nel sangue che oltre a peggiorare la sintomatologia diabetica, provoca danni alle pareti arteriose.

Età

Col passare degli anni il fisico è soggetto non solo a trasformazioni ma anche a problemi che se non presi in tempo posso diventare pericolosi. Tra questi il fatto che le arterie man mano che si invecchia si induriscono e maggiore è la possibilità che si manifestino episodi di angina.

Familiarità

Il discorso della familiarità è valido soprattutto per i problemi cardiaci, se in casa ci sono parenti molto prossimi con serie patologie cardiologiche.

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Diagnosi angina pectoris stabile

Nel momento in cui si iniziano ad avvertire i primi sintomi di cui si è parlato poco prima, è buona norma rivolgersi al proprio medico di famiglia che dopo aver valutato tutte le possibili ipotesi, invierà il paziente presso una struttura ospedaliera dove saranno eseguiti esami specifici, in particolare:

  • misurazione della pressione;
  • elettrocardiogramma;
  • ecografia del cuore con Doppler (ecolordoppler cardiaco, utile nello studio della morfologia del cuore e della dinamica del sangue all’interno del cuore);
  • esame del sangue;
  • valutazione del peso corporeo.

Il paziente dovrà fornire altre utili informazioni come ad esempio:

  • se è un fumatore;
  • se è un bevitore assiduo di alcolici;
  • se assume droghe;
  • il tipo di alimentazione che segue;
  • se ha familiari con patologie cardiache.

Se a seguito dei risultati degli esami, ci sono valori che fanno pensare ad una diagnosi legata all’angina, il paziente sarà allora inviato presso una clinica specializzata in malattie del cuore per gli approfondimenti del caso che confermeranno o meno l’angina e scongiurare un infarto o un ictus nel futuro. Questi esami specifici sono:

  • ECG, elettrocardiogramma che valuta la funzionalità cardiaca attraverso degli elettrodi fissati con delle ventose sul petto vicino al cuore, ed alle estremità degli arti;
  • ETT, elettrocardiogramma che viene eseguito sotto sforzo, molto simile all’ECG solo che mentre il primo viene eseguito da sdraiato, l’altro viene eseguito mentre il paziente è sottoposto a sforzo o su una cyclette oppure su un tapis roulant; quest’ultimo test è molto importante perché serve per valutare non il comportamento del cuore nel caso di comparsa di angina ma anche di che tipo di angina è.

Scintigrafia miocardica perfusionale ( MPS )

E’ un tipo di esame che viene effettuato quando l’ETT non fornisce elementi importanti di valutazione del problema e viene eseguito iniettando una sostanza radioattiva nel sangue. Una volta iniettata questa sostanza nel sangue, attraverso una speciale macchina viene monitorata questa sostanza come circola nelle vene e per verificare che il sangue segua la sua strada correttamente senza interruzioni. È un tipo di esame che può essere eseguito anche solo a riposo, visto che è il percorso della sostanza che deve essere analizzato.

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Coronarografia

La coronarografia o angiogramma coronarico è un esame che viene eseguito per valutare qual è la percentuale di ostruzione delle coronarie e va eseguito su pazienti che hanno già avuto scompensi cardiaci. Un catetere, che è un tubicino che viene inserito in un’arteria dell’inguine oppure nel braccio, viene fatto arrivare fino alle coronarie ed il suo percorso è seguito da una apparecchiatura a raggi x che evidenzierà i punti delle coronarie che presentano problemi o ostruzioni. È un tipo di esame che può presentare dei rischi e sarà cura del medico stabilire la tipologia di pazienti sui quali poterlo eseguire ed in particolare:

  • su pazienti che hanno una diagnosi di angina appurata;
  • su pazienti che malgrado la cura per l’angina, presentano sempre gli stessi sintomi;
  • su pazienti che possono correre il rischio di avere un attacco cardiaco o ictus.

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Diagnosi angina pectoris instabile

Nel caso si sospetti un caso di angina instabile, che potrebbe portare a gravi complicazioni, il paziente è ricoverato presso una terapia intensiva, dopo essere stato sottoposto ad elettrocardiogramma. Una volta ricoverato al paziente vengono fatti dei prelievi di sangue per verificare se i valori di particolari enzimi si siano alterati, cosa che si verifica in caso di danneggiamento al muscolo cardiaco.

Cura per l’angina stabile

Per stabilizzare un caso di angina stabile ci sono da perseguire tre obiettivi:

  • alleviare i sintomi che l’angina provoca;
  • cercare di evitare il ripetersi nel futuro di questi episodi;
  • allontanare il rischio di avere un ictus oppure un infarto.

Una volta stabiliti gli obiettivi bisogna valutare il tipo di cura, che viene prescritta dopo un esame obiettivo del paziente. Se il medico ritiene che il rischio per un paziente di avere un ictus o un infarto è alto, perché lo stesso presenta delle problematiche legate al diabete ed alla ipertensione, prescriverà una cura iniziale con dei farmaci e laddove non fosse sufficiente, si farà ricorso alla chirurgia. Se il medico ritiene che il rischio per un paziente di avere un ictus o infarto è lieve, allora la cura sarà sia farmacologica che mirata al cambiamento dello stile di vita.

Farmaci per la cura ed il trattamento della angina pectoris

Uno dei farmaci ampiamente usati nei casi di angina è la nitroglicerina che fornisce sia immediato benessere in presenza dei sintomi tipici, sia preventivo perché può essere assunta prima di fare uno sforzo fisico che fa scatenare l’angina. La nitroglicerina fa parte di una categoria di farmaci chiamati nitrati che sono vaso dilatatori e come tali dilatano i vasi sanguigni favorendo l’afflusso di sangue al cuore. È un tipo di farmaco che può essere assunto sia sotto forma di compresse sublinguali, da far sciogliere lentamente sotto la lingua, oppure sotto forma di spray e può avere degli importanti effetti collaterali come la cefalea e senso di vertigini. Nel momento in cui si assumono questi farmaci bisogna evitare l’assunzione di bevande alcoliche, perché gli effetti collaterali potrebbero amplificarsi ed è sconsigliato di guidare. Gli effetti della nitroglicerina si dovrebbero sentire dopo un paio di minuti dall’assunzione della stessa, laddove non ci fossero benefici se ne può assumere un’altra dose dopo 5 minuti, e la terza dose sempre dopo che siano trascorsi 5 minuti. Se dopo aver assunto 3 pastiglie non si ottiene giovamento, è meglio chiamare un’ambulanza ed essere trasportati in ospedale per avere consulto con un cardiologo. Si parla di monoterapia quando il cardiologo utilizza un farmaco per stabilizzare il paziente, mentre si parla di terapia combinata quando il medico fa assumere due farmaci diversi.

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Farmaci beta bloccanti

Sono i farmaci maggiormente utilizzati nella prevenzione dell’angina e rallentano il battito cardiaco e di conseguenza vanno a diminuire la pressione sanguigna. Il ricorso a questi farmaci è importante perché diminuendo il battito cardiaco, minore è la richiesta di sangue e di ossigeno per il cuore e di conseguenza tutti i sintomi dell’angina spariscono oppure si presentano sporadicamente. Anche questi farmaci presentano degli effetti collaterali che sono:

  • stanchezza;
  • estremità fredde ( mani e piedi );
  • diarrea e nausea.

Altri effetti meno comuni sono insonnia, incubi ed impotenza e poiché possono interagire con altri farmaci amplificandone l’effetto, è buona norma prima di assumere i beta bloccanti far presente al proprio medico quali altri farmaci si stanno prendendo per evitare gravi effetti collaterali. Questo tipo di farmaco è assolutamente vietato per quei pazienti affetti da asma o da problemi di natura polmonare come l’enfisema e valutare l’assunzione di altri tipi di farmaci.

Farmaci calcio antagonisti

Questa categoria di farmaci agisce sulle pareti muscolari delle arterie facendole rilassare e permettendo al sangue di circolare agevolmente fino al cuore. Anche questi farmaci hanno effetti collaterali che sono:

  • viso arrossato;
  • caviglie gonfie;
  • vertigini;
  • debolezza;
  • eruzioni cutanee;

tutti questi effetti dovrebbero sparire dopo qualche giorno dall’assunzione, dopo che il corpo li ha metabolizzati, e nel corso di questa terapia è assolutamente vietato fare uso di succo di pompelmo in quanto potrebbe portare ad un repentino abbassamento della pressione.

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Nitrati ad ampio spettro

Sono utilizzati per fornire una prevenzione a lungo termine piuttosto che nell’immediato e presentano anch’essi degli effetti collaterali come la cefalea che dovrebbe sparire dopo un certo periodo di tempo ed inoltre è fatto divieto assumere il Viagra e altri farmaci similari, in quanto l’assunzione concomitante di nitrati e Viagra porterebbe ad abbassamento della pressione.

Farmaci attivatori di potassio

La loro funzione è molto simile a quella degli antagonisti del calcio, favoriscono la dilatazione delle arterie coronariche per aumentare l’affluenza di sangue al cuore. Ci possono essere effetti collaterali come nausea, vomito e vertigine ed è sconsigliato guidare.

Statine

Le statine sono una tipologia di farmaco che interviene per abbassare i livelli di colesterolo nel sangue e di conseguenza limitare i danni a coronarie ed arterie e allontanare il più possibile ictus o infarto. Focalizzano il loro operato su un enzima prodotto dal fegato bloccandone gli effetti, anche se la loro assunzione provoca dei fastidiosi effetti collaterali come costipazione, diarrea, cefalee e dolori all’addome.

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Antipiastrinici

Le piastrine sono delle particelle del sangue che hanno il compito di favorire la coagulazione dello stesso. In caso di ferite le piastrine coagulandosi velocemente impediscono la fuoriuscita di grosse quantità di sangue.
Se in presenza di lesioni arteriose le piastrine dovessero comportarsi come in qualunque altra circostanza, si posizionerebbero sulla parte lesa per cercare di sanarla. In questo modo si verrebbe a formare un coagulo di sangue che se dovesse arrivare all’arteria coronaria provocherebbe un infarto. Proprio per questo motivo sono prescritti i farmaci antipiastrinici come l’aspirina che hanno il compito di rendere il sangue più fluido ed evitare che si possa addensare. Nel caso di soggetti fabici oppure in presenza di allergia proprio all’aspirina, sono disponibili in commercio altri tipi di farmaci antiaggreganti piastrinici.

ACE inibitori

Sono farmaci che sono utilizzati per abbassare la pressione sanguigna nel caso in cui un paziente abbia dei parametri pressori elevati. Infatti l’ipertensione porta ad un eccesso di lavoro il cuore con conseguente rischio di creare danni al muscolo cardiaco e cosa ben più grave ad avere un infarto. Questi enzimi vanno a inibire (limitare) notevolmente e quasi a bloccare un ormone che si chiama angiotensina che fa parte di una cascata regolatrice della pressione arteriosa: il blocco dell’angiotensina determina una riduzione della pressione arteriosa. Prima di assumere questi farmaci bisogna eseguire tutta una serie di analisi del sangue per verificare il corretto funzionamento degli organi e questo perché gli enzimi limitano l’afflusso di sangue ai reni e di conseguenza la loro attività. Pertanto i pazienti che fanno uso degli ACE, devono monitorare periodicamente i valori attraverso esami del sangue e delle urine. Come la stragrande maggioranza dei farmaci anche questi hanno degli effetti collaterali come ad esempio:

  • capogiri;
  • debolezza;
  • cefalea;
  • tosse frequente.

Tutti questi sintomi di solito passano alcuni giorno dopo aver iniziato la terapia, anche se la maggior parte dei pazienti in cura ritengono che la tosse sia un effetto permanente. Questi farmaci presi in associazione ad altri potrebbero creare importanti effetti collaterali, per cui prima di assumere farmaci di propria iniziativa, il paziente in cura deve prima chiedere autorizzazione al medico che lo segue.

Angioplastica coronarica

Il ricorso alla chirurgia è prevista in tutti quei casi in cui la sola terapia farmacologica è insufficiente. Questo tipo di chirurgia non è assolutamente invasiva perché non crea grosse lesioni sul corpo. Si tratta in pratica di inserire un filo, al cui capo c’è una sorta di palloncino, in un’arteria all’inguine oppure nel braccio, il suo percorso attraverso i vasi sanguigni, viene monitorato dai raggi X fino ad arrivare all’arteria coronarica lesionata. Il palloncino viene fatto espandere in modo tale da far allargare l’arteria ristretta ed in questo modo viene inserito uno stent che ha il compito di mantenere il più a lungo possibile l’arteria libera. Anche in interventi molto semplici come questo, si possono verificare delle complicanze spesso anche gravi:

  • si può verificare un infarto su 100 casi;
  • un ictus ogni 200 casi;
  • morte un caso ogni 500.

Bypass arterioso coronarico

Il bypass aorto-coronarico è una tecnica chirurgica che utilizza parte sane del corpo di una paziente per sostituirle con quelle malate. Ad esempio dei piccoli pezzi di vene delle gambe o del torace possono essere inseriti per andare a sostituire le parti malate dell’arteria aorto-coronarica. Tutto questo viene fatto col preciso scopo di rendere fluida la circolazione e non affaticare il muscolo cardiaco.

Ci possono essere delle complicazioni a seguito di questo intervento ma sono molto rare:

  • un infarto su 50 casi;
  • un ictus su 50 casi.

Scegliere angioplastica coronarica o bypass coronarico?

La scelta spesso non è possibile farla, perché dipende dal tipo di patologia che ha il paziente, ma è ovvio che entrambe le tecniche hanno vantaggi e svantaggi. L’angioplastica ha dei tempi di recupero minori anche perché non si tratta di un vero e proprio intervento, solo che in molti casi si è dovuto ricorrere ad un nuovo intervento perché l’impalcatura che sorreggeva l’arteria ha ceduto. Adesso la moderna chirurgia sta utilizzando un’altra tipologia di stent che hanno risultati migliori rispetto ai precedenti. Il bypass coronarico è un intervento molto più invasivo ed ovviamente i tempi di recupero sono maggiori, come maggiori sono anche le complicanze. Da recenti studi è stato appurato che quest’ultimo tipo di intervento ha ottenuto risultati soddisfacenti in pazienti che hanno superato i 65 anni di età e quelli diabetici.

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Cosa succede nel momento del ricovero?

Nel momento in cui viene presa la decisione del ricovero, il medico discuterà col paziente di quello che sarà l’iter che dovrà seguire. In primis verrà fornito al paziente una cura preventiva a base di eparina e fondaparinux che hanno lo scopo di evitare la formazione di coaguli che possono causare ictus o infarti. Verrà eseguito un ecocardiogramma con Doppler per verificare la funzionalità del muscolo cardiaco e del modo in cui si muove il sangue in esso, in modo da stabilire se utilizzare la sola cura farmacologica oppure se è necessario ricorrere all’intervento chirurgico. Una volta che il paziente è in grado di tornare a casa, gli verranno forniti i farmaci, come ad esempio le statine, gli ace inibitori, per far si che non si ripetano gli episodi di angina.

Complicazioni legate all’angina

Uno delle patologie in cui di frequente cade chi soffre di angina è la depressione. La persona che soffre di angina vive con ansia questo suo status anche perché non è assolutamente prevedibile il momento esatto della sua comparsa. Per cui la persona perde interesse nelle cose che appartengono al quotidiano e ci si sente molto abbattuti.
Se una persona ha la consapevolezza di essere caduto o di stare per cadere nel baratro della disperazione deve parlarne quanto prima al proprio medico, perché la depressione oltre che essere un problema mentale col tempo può creare seri problemi anche fisici.

Prevenire l’angina

Il modo migliore per evitare di incorrere in attacchi di angina è quello di seguire una dieta bilanciata, evitare gli eccessi in tutti i campi compreso il tabacco e l’alcol.

Bisognerebbe evitare l’assunzione di cibi che contengono acidi grassi saturi come:

  • tutte le pietanze a base di carne, soprattutto salsicce e carni grasse;
  • burro;
  • strutto;
  • crema;
  • formaggi stagionati;
  • torte e biscotti;
  • tutti gli alimenti che contengono olio di palma o di cocco.

Mangiare cibi che contengono grassi saturi contribuiscono a far abbassare il livello di colesterolo, in particolare:

  • pesce azzurro;
  • avocado;
  • noci;
  • semi di girasole;
  • semi di colza;
  • olio di oliva.

Attività fisica

È consigliata a tutti ma soprattutto a chi ha problematiche legate al sistema circolatorio. Trenta minuti al giorno almeno 5 volte a settimana è raccomandato, anche perché contribuisce a far diminuire la pressione arteriosa ed il livello di colesterolo.

Tabacco e alcool

Entrambi sono assolutamente sconsigliati, soprattutto se si tratta non di uso bensì di abuso. Evitarli entrambi aiuterebbe a limitare i rischi non solo vascolari, ma anche di ipertensione e nel caso specifico degli accaniti fumatori il rischio di sviluppare il cancro. In questi casi sarà compito del medico di famiglia fornire al paziente il ventaglio di prospettive sia negative che positive, invitandolo a scegliere la soluzione migliore e cioè di smettere di fumare.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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