Attualmente una donna su otto sviluppa il cancro al seno e le donne più colpite sono quelle che presentano questi fattori di rischio:
- fumo di sigaretta;
- famigliarità (altri casi in famiglia: madre, sorella…);
- mancanza di procreazione;
- esposizione ad inquinamento atmosferico;
- positività al test genetico per BRCA1 o 2;
- mancanza di allattamento al seno;
- elevati livelli di alcuni ormoni;
- dieta ricca di grassi;
- obesità.
Uno dei fattori di rischio più importanti per il cancro al seno è però l’età avanzata. Pur potendo colpire a qualsiasi età, è sicuramente più probabile in donne al sopra dei 30 anni di età, ed il rischio aumenta col passare degli anni. Il rischio più elevato è al di sopra dei 50 anni di età: più del 75% dei casi di tumore del seno colpisce infatti donne sopra i 50 anni, mentre è meno frequente prima della menopausa.
A seconda dell’età della donna, e fermo restando una visita senologica periodica e l’auto palpazione dovrebbero essere sempre effettuate dai 20 anni in poi, esistono tecniche specifiche per aumentare la possibilità di diagnosi precoce:
Tra i 20 e i 40 anni generalmente non sono previsti esami particolari, se non una visita annuale del seno dal medico senologo. Solo in situazioni particolari, per esempio in caso di familiarità o di scoperta di noduli, è possibile approfondire l’analisi con una ecografia o una biopsia (agoaspirato) del nodulo sospetto. La mammografia non è raccomandata perché la struttura troppo densa del tessuto mammario in questa fascia di età renderebbe poco chiari i risultati.
Tra i 40 e i 50 anni le donne con presenza di casi di tumore del seno in famiglia dovrebbero cominciare a sottoporsi a mammografia con cadenza annuale, meglio se associata a ecografia vista la struttura ancora densa del seno.
Tra i 50 e i 60 anni come prima accennato, il rischio di sviluppare un tumore del seno è piuttosto alto e di conseguenza le donne in questa fascia di età devono sottoporsi a controllo mammografico ogni anno.
Infine, anche dopo i 60 anni la prevenzione oncologica è importante e, nel caso del tumore del seno, lo è ancora di più, dal momento che tra i 50 e i 70 anni il rischio di sviluppare questo tumore raggiunge il suo massimo. Gli esperti consigliano una mammografia ogni due anni almeno fino ai 75 anni perché la vita media si è allungata e si possono ottenere buoni risultati terapeutici anche in pazienti anziane.
Nelle donne positive al test genetico per BRCA1 o 2 è indicata un’ecografia semestrale e una risonanza annuale, anche in giovane età.
Anche se la mammografia rimane uno strumento molto efficace per la diagnosi precoce del tumore del seno, oggi sono disponibili anche altre tecniche diagnostiche come la risonanza magnetica (ancora limitata a casi selezionati), la PEM (una tomografia a emissione di positroni – PET – specifica per le mammelle) e un nuovo esame già definito il Pap-test del seno che consiste nell’introduzione di liquido nei dotti galattofori (i canali attraverso i quali passa il latte) e nella successiva raccolta di questo liquido che porta con sé anche alcune cellule. Grazie al microscopio è poi possibile individuare quali tra le cellule fuoriuscite ha caratteristiche pretumorali permettendo una diagnosi molto precoce del tumore del seno.
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