La parola “catatonia“, pronuncia con l’accento sulla I, deriva dal greco κατά “sotto” e τόνος “tono”, indica una sindrome psicopatologica a base dissociativa, nel quale l’azione del soggetto si svincola quasi del tutto dalle motivazioni razionali ed affettive, restando bloccata in atteggiamenti automatici, rigidi, stereotipati e resistenti all’azione esterna. È una sindrome riconosciuta ed elencata all’interno del DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, pubblicato dall’Associazione Psichiatrica Americana). La catatonia può interessare qualsiasi età della vita, potendosi presentare sia tra bambini che, in particolar modo, tra adulti ed anziani.
Il comportamento del catatonico
I catatonici generalmente rimangono fermi in atteggiamenti statuari, silenziosi e
come assorti in sé stessi, ad occhi chiusi, con mimiche “strane” ed incoerenti, o irrigiditi. Il paziente catatonico ha:
- perdita dell’iniziativa motoria;
- insensibilità agli stimoli esterni;
- aumentato tono muscolare a riposo;
- atteggiamenti faticosi da mantenere nel tempo, rimanendo a lungo in posture statiche “da statua”.
Ai comportamenti di chi gli sta vicino reagiscono in senso antagonistico (negativismo), ad esempio rifiutando il cibo, salvo poi mangiare spontaneamente quando si vedono soli, oppure opponendosi con strenua resistenza agli spostamenti del corpo. Persino gli stimoli delle funzioni organiche vengono attivamente avversati: i malati non mangiano benché abbiano fame; trattengono forzatamente le feci e l’urina e così via. Nel corso della catatonia si può anche manifestare una tendenza alla passività fino alla catalessia. Segni analoghi di passività ed altri sintomi, sono:
- ecoprassia: l’imitazione automatica degli atti che si vedono compiere;
- ecolalia: la ripetizione a eco delle ultime parole sentite proferire da altri;
- flessibilità cerea: indica la possibilità di far assumere forzatamente al soggetto posizioni fisiche anche scomode per un certo periodo di tempo, come se fossero appunto statue di cera;
- l’obbedienza automatica a comandi anche insensati, assurdi e/o umilianti (ad esempio un catatonico potrebbe bere la propria urina nel caso gli sia chiesto di farlo);
- ipocinesia: diminuzione notevole dei movimenti;
- acinesia: blocco totale dei movimenti;
- stupor: mancanza della funzione cognitiva critica unita ad un livello di coscienza che porta all’incapacità, parziale o totale, del paziente di rispondere a stimoli basilari, come il dolore;
- manierismo: l’uso di una mimica del viso e del corpo iperbolica, sovraccaricata ed innaturale;
- mutacismo: difficoltà da parte del soggetto malato nel pronunciare le consonanti labiali;
- la ripetizione ininterrotta di frasi (“a disco rotto”).
In alcuni casi l’immobilità viene improvvisamente interrotta da forti tremori, da agitazioni e talvolta da fughe.
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Interruzione dell’immobilità
Come appena anticipato, anche la catatonia più rigida può interrompersi bruscamente, per un tempo più o meno breve, ora senz’alcun motivo apparente, ora per visibili influenze psichiche, oppure per dar luogo a scatti improvvisi, a impulsi che assumono forme infinite, dalle più futili alle più gravi e pericolose. L’immobilità può essere anche interrotta per ore e giorni interi e dar luogo a crisi d’agitazione violentissima, a vociferazione d’una frase sempre uguale. Il movimento può cessare per alcun motivo apparente o per una influenza esterna che il paziente ritiene rilevante.
In quali patologie si presenta la catatonia?
Pur non essendo le cause precise della catatonia ancora non del tutto comprese, esistono molte patologie che aumentano il rischio di sviluppare tale sindrome. Il quadro della catatonia è frequentissimo, nelle forme più o meno gravi, soprattutto nelle psicosi dissociative che vengono ascritte alla cosiddetta demenza precoce od alla schizofrenia. Questa manifestazione può essere indotta anche dall’uso/abuso di sostanze stupefacenti (overdose), dall’astinenza da alcol e dall’interruzione brusca del trattamento con benzodiazepine.
Quadri di catatonia possono peraltro presentarsi episodicamente in molte altre patologie di interesse neurologico e psichiatrico, sia organiche che psichiche, come:
- tumori cerebrali;
- emorragia subaracnoidea;
- idrocefalo;
- paralisi progressiva;
- angio-sifilide cerebrale;
- patologie del sonno;
- melanconia;
- demenza;
- autismo;
- disturbo dipolare;
- ictus cerebrale su base ischemica o emorragica;
- isterismo;
- disturbi metabolici;
- sclerosi multipla;
- Morbo di Parkinson;
- encefalite.
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Terapia nel paziente catatonico
La terapia di tale sindrome dipende dalla patologia che l’ha determinata, ad esempio se la causa è un tumore cerebrale, il paziente potrebbe migliorare o uscire dal suo stato catatonico nel momento in cui il tumore venga estirpato. Non per tutte le patologie è possibile una cura definitiva, quindi non per tutti gli stati catatonici è sempre possibile una cura efficace. A prescindere dalle cause, il catatonico tende comunque a migliorare dopo somministrazione di farmaci appartenenti alla famiglia della benzodiazepine.
Sinonimi e contrari
Sinonimi e contrari di catatonia nella lingua italiana, sono:
- sinonimi: catalessi, abulia, apatia, inerzia;
- contrari: eccitazione, agitazione, iperagitazione.
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