Uomo egoista a letto: cosa fare e come comportarsi?

MEDICINA ONLINE GELOSIA UOMO EGOISTA SAD COUPLE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA TRISTE GAY ANSIA JEALOUS LOVE COUPLE FRINEDS LOVER SEX GIRL MAN NO WOMAN WALLPAPER.jpgA tutte noi può esser capitato di aver avuto a che fare con un partner sessualmente egoista. Ma ci sono anche casi in cui siamo noi stesse a chiuderci nelle paure e a riversarle come colpe addosso all’altro. Che si tratti di rapporto occasionale o tra partner stabili, concedersi e condividere i piacere dell’intimità non sono “pratiche automatiche”. Né meccaniche. Fare sesso (e per i più fortunati, l’amore) richiede presenza, consapevolezza del proprio corpo, disinibizione e una buona capacità di comunicazione. Occorre mettersi in gioco da entrambe le parti, seguire ciò che piace a sé. E, allo stesso tempo, desiderare ciò che piace all’altro. Senza forzature, né imbarazzo. Né tantomeno richieste esplicite, poste nel modo sbagliato. La naturalezza della gestualità, la confidenza con il partner, la scelta delle parole rivestono la loro importanza. Hanno il loro perché, un loro senso. Più siamo “oneste” con i nostri bisogni, più riusciamo a scorgere quelli dell’altro. E a godere insieme. Perché l’orgasmo non è solo un gioco tra pari ma, in primis, tra specchi.

Fare sesso in modo “egoistico” significa pensare esclusivamente al proprio piacere fino a ignorare quello dell’altro?
Innanzitutto, fare sesso egoisticamente non significa essere indifferenti ai bisogni del partner. Quando facciamo l’amore, il nostro concetto di piacere personale dovrebbe espandersi per andare ad abbracciare quello del partner. È questo il senso più profondo del sesso: se vogliamo vivere una sessualità appagante, è essenziale volerci “celebrare nell’altro”. Chiaramente non si tratta di un desiderio puramente altruistico.

“Ti amo, ti desidero e quindi faccio tutto quello che puoi volere da me, ignorando il mio piacere”. Si tratta di vero altruismo, o c’è dell’altro?
Non parlerei di altruismo puro in senso stretto. Piuttosto di altruismo “corrotto”. L’altruismo inteso come “faccio qualcosa esclusivamente per te”, in realtà, presuppone una prestazione. E, nel momento in cui c’è prestazione, c’è anche ansia da prestazione. L’altro c’entra poco: ci sono più le nostre paure nel mezzo. Immaginiamo un uomo che accarezza una donna. Se lo fa con un altruismo “corrotto”, lo fa solo per lei. Ma quale donna sarebbe appagata se sapesse che il suo uomo la sta accarezzando esclusivamente per il suo piacere, e non per il proprio?

E quale genere di “altruismo” proporrebbe?
Nessuno. L’altruismo puro nel sesso non esiste. Così come l’egoismo non è sempre e solo patologico. Il sano egoismo ci porta a condividere la sfera sessuale “servendoci dell’altro” ma con desiderio e nell’esplorazione di noi stessi. “Ti accarezzo e ti do piacere ma lo faccio nel modo in cui piace a me”: questo è sano egoismo, per esempio. Mentre se ti abbraccio sto realizzando anche un mio desiderio, non solamente assecondando il tuo. Allora non c’è prevaricazione e diventa un modo di crescere intimamente insieme all’altro, con l’appagamento di entrambi.

Quindi possiamo dire che un “diktat del sesso” sia raggiungere il piacere sessuale attraverso noi stesse e insieme all’altro?
Esatto. L’altro diventa uno strumento per entrare in contatto col proprio piacere, ma anche “parte di noi”. Al contrario, quando amiamo egoisticamente in modo “patologico” ci concentriamo esclusivamente sui nostri bisogni e l’altro diventa un oggetto “non personificato”. Una comodità, o per così dire l’equivalente di uno schema masturbatorio in coppia.

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Con quale frequenza gli uomini tendono a essere egoisti?
Partiamo dall’assunto che gli uomini sono un po’ egoisti per propria natura. Ma aggiungerei che fa parte del loro piacere riuscire a dare piacere alla partner. Insomma, è un egoismo “sano”. Poi, chiaramente, c’è quello patologico.

Mi viene da pensare, per esempio, al caso in cui lui raggiunga velocemente l’orgasmo. Ai preliminari mancati, o non fatti con amore
Esattamente. L’uomo che nega i preliminari alla donna sta negando il piacere dell’altra e non si può più parlare di sano egoismo. Il momento sessuale smette di essere vissuto come uno spazio di coppia: diventa un momento di “singletudine”.

Cosa può fare la donna contro questa forma di egoismo maschile?
Chiaramente la sua grande abilità sta nel richiamare il partner al piacere. E il modo più giusto per farlo è quello di ingannare l’uomo, vale a dire di usare le parole corrette per stimolare il suo piacere senza farlo cadere nella prestazione.

Ha qualche “formula” di richiamo da consigliare per facilitare la richiesta?
“Così mi fai impazzire ma se fai così mi piace di più”. Oppure: “Toccami lì che sei fantastico”. Si può ricorrere anche a gesti. In generale bisogna valorizzare l’uomo, ricalcando ciò che già dà e che può dare di più, senza critiche o lamentele. Quando facciamo notare all’altro ciò che ci manca, lo riconduciamo alla dimensione della prestazione: lo allontaniamo, intimamente, da noi.

Quindi sta invitando le donne a farsi avanti e a superare l’imbarazzo del chiedere?
Si. Gli uomini fanno fatica a capire le cose. Più la partner è chiara e comunica le sue preferenze erotiche, più facilita il “compito” dell’uomo. In particolare a letto. Una donna senza freni e che sa chiedere a letto viene percepita stimolante dell’uomo. Viceversa, una donna imbarazzata lo mette in difficoltà.

E se a lui non piace ciò che piace a noi? Se ci dice a priori di no?
Non ci si altera. Si lascia perdere, senza insistere, per poi tornarci in un secondo momento. È comunque difficile che a lui non piaccia qualcosa che non piaccia a te. Alla fine arriverà a piacergli, e non perché glielo hai imposto ma perché lo hai portato a farlo facendo leva sul suo coinvolgimento sessuale e sul desiderio.

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Quindi tutti gli uomini “patologicamente egoisti” possono cambiare o no?
Gli uomini possono diventare “sani egoisti” a meno che non siano profondamente insicuri. Facciamo un esempio classico: l’eiaculazione precoce. In questo caso l’uomo è un egoista patologico perché è insicuro e ha dei problemi che cerca di mascherare. Il riassunto del suo rapporto erotico sarà: saltare i preliminari perché ha paura di durare meno, mettere in atto subito la penetrazione e durare poco, per poi fare finta di niente rispetto al piacere di lei. Perché sa che, tanto, non potrebbe fare altrimenti né meglio né di più.

E cosa accade se anche lei è un’insicura?
Avremo due persone eroticamente insoddisfatte che, se sono brave, vanno da un sessuologo. O che, in alternativa, rischiano di lasciarsi, o di trovarsi un amante con cui tutto è più facile perché lì non c’è vincolo emotivo né ansia da prestazione

Alla fine, anche nel sesso, è tutto un gioco di specchi. Più siamo puliti più riusciamo a vedere i nostri bisogni e a farli vedere all’altro
Esatto. La donna che ha paura di esporsi, per esempio, è una donna che non potrà mai pretendere dal compagno il massimo. Quando la donna fa “l’indifferente” a letto, è percepita come poco eccitata e, di riflesso, eccitante. Chiaramente è questione di tempo e allenamento. Con tempo e dialogo anche l’egoismo sessuale si può smussare.

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